Domenica 23 febbraio 2025, il padre Godfrey Msumange, IMC, è stato insediato come parroco della Parrocchia di Maria Immacolata e San Gregorio Magno, nuova missione dei missionari della Consolata a Londra, Inghilterra.
Il vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di Westminster, mons. John Sherrington ha presieduto la celebrazione eucaristica insieme ai padri della Consolata della comunità di Finchley, Enrique Rituerto e Carlo Bonelli, al padre Jean-Pascal dei missionari Spiritani e all’amico della Consolata, il diacono Donal Hopkins.
Il gioioso evento è stato benedetto anche dalla presenza degli amici provenienti da diverse parti, compresi gli amici della Consolata di diverse comunità africane che vivono a Londra e dall'Alto Commissario della Tanzania nel Regno Unito, SE. Mbelwa Kairuki.
I parrocchiani di Maria Immacolata e San Gregorio hanno riempito la chiesa per accogliere il loro nuovo parroco con grande gioia. È stata letta la Lettera di nomina da parte del Cardinale arcivescovo di Westminster, Vincent Nichols, seguita dalla professione di fede e dal giuramento di fedeltà di padre Godfrey, dalle firme da parte di entrambi, il nuovo parroco e il vescovo, dalla consegna del libro del Vangelo e delle chiavi della chiesa.
Alla processione dell'offertorio si è unita una comunità africana, donne e uomini, con i loro meravigliosi canti e danze fino all'altare portando i doni. È stato un momento gioioso.
Nella sua omelia, il vescovo ha invitato tutti a continuare a “formare una chiesa in cui al centro ci siano la comunione, la partecipazione e la missione”. Padre Godfrey ha chiesto ai parrocchiani di “lavorare insieme per rendere la comunità vibrante e forte nella fede, aperta al mondo tenendo sempre presente che la Chiesa esiste per evangelizzare”.
La presenza dei Missionari della Consolata a Londra risale al 1952. Numerosi missionari studenti sono passati in questa città come parte della loro formazione e dopo l'ordinazione sono stati inviati in missione nei vari Paesi dove i missionari della Consolata lavorano nel mondo. Dall'anno 2024, oltre all'animazione missionaria che continua, i missionari della Consolata hanno assunto anche questa parrocchia, che si trova nella parte settentrionale, alla periferia della città, il punto più a nord di Londra conosciuto come High Barnet, vicino all’antico Seminario Internazionale IMC di Totteridge.
* Michael Shen e padre Godfrey Msumange, IMC, parroco a High Barnet, Londra.
Parrocchia di Maria Immacolata e San Gregorio Magno, nuova missione dei missionari della Consolata a Londra.
Sabato 16 marzo la parrocchia di San Martin de Porres nella diocesi di Buenaventura, in Colombia, ha inaugurato una cucina comunitaria. Alla cerimonia hanno partecipato il vescovo di Buenaventura, monsignor Rubén Darío Jaramillo Montoya, padre Venancio Mwangi, superiore regionale della Colombia, padre Carlos José Marulanda Osorio, amministratore regionale della Colombia, padre Leonel Narváez, direttore della fondazione “Perdón y Reconciliación”, padre Lawrence Ssimbwa, parroco di San Martin de Porres, i gesuiti, la Fondazione “Aguadulce” e altri.
È importante ricordare che questo servizio, vincolato alla parrocchia, è iniziato già nel 2020, come risposta alle emergenze della pandemia di Covid19 che ha paralizzato buona parte delle attività economiche dei parrocchiani di San Martin de Porres; in quel periodo la fame e la violenza nel territorio della parrocchia e nella città di Buenaventura era aumentato notevolmente.
Vedendo la sofferenza della gente per la mancanza di cibo, la parrocchia decise di avviare una mensa per i poveri, soprattutto il sabato, donando cibo a circa 200 persone. Con il sostegno del governo provinciale e del banco alimentare della diocesi di Buenaventura, la mensa è stata in grado di fornire cibo ogni giorno, dal lunedì al venerdì, a 300 persone. Nel 2024 il servizio mensa compirà quattro anni, e si è tradotto in azioni di consolazione per le persone e le famiglie vulnerabili della nostra città.
L'evangelizzazione e la promozione umana integrale sono caratteristiche dei Missionari della Consolata oltre che un'eredità ricevuta dal Beato Giuseppe Allamano, loro Padre e Fondatore.
L'infrastruttura della mensa comunitaria di San Martin de Porres era molto povera: inizialmente la sala da pranzo era all'aperto e in seguito è stata costruita una struttura leggera per proteggere alcuni elementi della cucina. Invece l’infrastruttura della sala da pranzo era inadeguata e impresentabile.
Il sogno di avere una nuova infrastruttura è diventata realtà grazie ai missionari della Consolata, in particolare padre Venancio Mwangi, superiore regionale della Colombia, e padre Leonel Narvaez, direttore della Fondazione per il Perdono e la Riconciliazione. Hanno presentato alla parrocchia il signor Carlos Umaña, che ha contribuito enormemente alla costruzione del refettorio comunitario. Non solo ha costruito l'edificio, ma ha anche fornito gli elementi necessari per la cucina.
Per i missionari della Consolata che lavorano a Buenaventura, la nuova sala da pranzo servirà da supporto per l'evangelizzazione e la promozione umana integrale della popolazione. Servirà anche a costruire la pace e la riconciliazione nel territorio.
* Padre Lawrence Ssimbwa, IMC, parroco di San Martin de Porres a Buenaventura, Colombia.
Joseph Kihiko, keniota di 35 anni, lavora nella parrocchia di San Joaquín y Santa Ana de Carapita (Caracas, Venezuela). Questo è il suo primo luogo di lavoro missionario e abbiamo voluto parlare con lui della sua vocazione e della sua traiettoria missionaria.
Sono il secondogenito di tre fratelli e una sorella, sono nato nel novembre 1986 e attualmente ho 35 anni. La mia formazione come missionario è iniziata in Kenya, il mio Paese d'origine: nel 2009 sono entrato in seminario e nel 2013 ho fatto il noviziato; dopo la prima professione religiosa, nel 2014, mi sono recato in Brasile dove, tra il 2015 e il 2018, ho studiato teologia. Lì, nella regione di Bahia, sono stato ordinato diacono e poi 22 agosto 2020, nel mio paese di Rumuruti, in Kenya, è stata la volta dell’ordinazione sacerdotale.
Ho sentito parlare del Venezuela, la prima volta, in occasione di un incontro con il padre Peter Makau, allora superiore in Venezuela, che si era recato in Brasile per un incontro dei superiori d'America. Lui ci parlò della drammatica situazione che vive il paese: la crisi politica, economica e sociale. Ci ha raccontato delle migliaia di venezuelani che hanno cercato di emigrare in cerca di migliori opportunità economiche per sé e per le loro famiglie. Già allora avevo potuto vedere le difficoltà concrete nella vita quotidiana di tutti e anche dei missionari. Ero ben lontano dal pensare che il mio lavoro missionario sarebbe iniziato proprio qui.... non riesco ancora a superare lo shock!
In questo memento, mentre perfeziono ancora la lingua spagnola, collaboro con la parrocchia di Carapita, anche se ho avuto modo di conoscere altre realtà in cui operano i miei confratelli missionari della Consolata. Sono ancora i primi passi del mio ministero e vedo che ho ancora molta strada da percorrere e tante cose da fare. L'evangelizzazione è davvero un processo che deve essere costantemente rinnovato rispondendo ai cambi della storia e delle persone.
Nonostante la crisi molto evidente, mi fa piacere riconoscere che il Paese non ha perso la speranza e per questo ammiro molto i venezuelani: il loro sforzo quotidiano, il loro atteggiamento positivo e la loro lotta per continuare a sopravvivere in mezzo a tante difficoltà.
Credo che, a maggior ragione ora che stiamo vivendo tempi difficili, sia importante camminare insieme e questo è anche un criterio molto importante per il lavoro pastorale. Le diversità e le differenze devono essere viste come punti di forza e non come debolezze; i responsabili devono cercare un'unità sincera e profonda ed è proprio questo il cammino sinodale che la Chiesa universale chiede a tutte le Chiese particolari. Per certi versi abbiamo già fatto un po’ di strada in questa direzione.
Ad ogni modo ogni sforzo è importante: i membri delle diverse comunità devono promuovere maggiormente la partecipazione di tutti i fedeli; i rapporti non devono essere logorati; dobbiamo sempre pianificare il nostro lavoro insieme.
Ringraziamo p. Joseph per la sua disponibilità e il suo sì alla missione nel nostro Paese. Chiediamo al Signore forza, coraggio e gioia per il suo servizio in mezzo alla gente di Carapita, affinché possa vivere la più bella esperienza missionaria. A lui auguriamo che il calore e la vicinanza delle persone rendano il suo soggiorno piacevole. Chiediamo la consolazione di nostra Madre Consolata, affinché possa trasmetterla con la sua vita a chi ne ha più bisogno.