Con il motto "Chiamati a essere portatori di speranza", un gruppo di giovani si è riunito nella parrocchia della Medaglia Miracolosa per una missione animata e accompagnata dai Missionari della Consolata in Argentina.
La missione non è stata solo un'attività per i giovani, ma anche un'occasione di formazione per la loro crescita personale, umana e cristiana.
Durante tutto il percorso missionario, dal 05 al 13 gennaio, si è respirata un'intensa spiritualità che ha favorito l'uscita apostolica, l'incontro e la condivisione con le famiglie e le intere comunità, attraverso dinamiche e attività partecipative.
Tutto questo è stato possibile grazie alle comunità cristiane che, attraverso i loro coordinatori, ci hanno accolto, dato il loro sostegno e un bicchiere d'acqua per rinfrescarci la gola dal caldo della giornata.
Nelle visite alle case, abbiamo trovato famiglie armoniose e gioiose nella convivenza tra genitori e figli; allo stesso tempo, non sono mancate anche esperienze dolorose con alcune famiglie divise o in solitudine, soprattutto di coppie anziane.
In ogni situazione abbiamo sperimentato il valore e l'importanza della visita missionaria, che ha sempre offerto sollievo e speranza a tutti. Molti genitori hanno aperto il loro cuore per incontrare i missionari disposti ad ascoltare. E quell'ascolto guarisce.
Le giornate si concludevano con la celebrazione dell'Eucaristia dove si pregava per le intenzioni e i bisogni di ciascuna delle famiglie visitate.
Al di là dell'esperienza, la missione ci ha fatto capire il valore che noi giovani abbiamo per la Chiesa; abbiamo capito che siamo parte di questa grande comunità e che è nostra responsabilità portare la speranza che solo Cristo dà a tutti i nostri fratelli e sorelle, afflitti e oppressi dalle piaghe della vita, come ci ricorda costantemente Papa Francesco.
Un grande grazie ai compagni dell'Istituto Missioni Consolata (IMC) e ai Laici Missionari della Consolata (LMC), ai giovani e a tutti i cristiani della parrocchia della Medaglia Miracolosa. Insieme organizziamo, viviamo e celebriamo questa missione. Speriamo che, con l'intercessione della Madre Consolata e del nostro Fondatore, il Beato Giuseppe Allamano, possiamo approfittare di questa bella missione per la nostra conversione e la nostra decisa partecipazione alla vita della Chiesa.
Padre Mario Viola è stato Il primo missionario della Consolata ad arrivare in Argentina, a Buenos Aires, il 30 settembre 1946. Dopo pochi mesi, fu raggiunto da un gruppo di missionari che rese possibile, nel 1947, l’inizio delle attività di evangelizzazione nella diocesi di Rosario. In seguito, l’Istituto estese la sua presenza ad altre diocesi e ai territori del Chaco e Formosa, considerati campi di attività più specificamente missionaria. Attualmente l’Istituto è anche impegnato in attività di Animazione Missionaria, educazione e formazione con una “Comunità Apostolica Formativa” (CAF) inserita nella parrocchia Santo Cura Brochero che appartiene alla diocesi di Merlo, a Buenos Aires, dove studiano la teologia sette giovani professi. Lavorano nel Paese 24 padri, nelle circoscrizioni ecclesiastiche di Buenos Aires, Jujuy, Mendoza, Merlo, San Francisco de Córdoba e San Juan.
* Padre Michael Iga è missionario ugandese della Consolata, in Argentina.
Il 24 marzo 2023 ricorre la trentunesima Giornata dei Missionari Martiri. La celebrazione è collocata nel giorno dell’uccisione di Mons. Oscar Romero, avvenuta nel 1980, a memoria del suo impegno al fianco del popolo salvadoregno, oppresso da un regime elitario incurante della sorte dei più poveri e dei lavoratori.
All’epoca dei fatti, la morte dell’Arcivescovo di San Salvador per mano di un sicario degli squadroni della morte agli ordini del governo non passò inosservata. Tra i contadini e gli operai, i quali sin da subito gli attribuirono l’appellativo di Santo de America, nacque un vero e proprio culto, immagine degli oppressi che si rialzavano contro l’oppressore: il proprio Paese, che fino a quel momento li aveva considerati scarti di una società che necessitava evolversi a imitazione del modello degli Stati Uniti, sfruttandone la forza lavoro, impiegando donne a bambini per sminare i campi, placando ogni rivolta aprendo il fuoco sulla folla.
Proprio in occasione del funerale, al quale partecipavano in migliaia chiedendo giustizia per il fratello, padre e guida assassinato, l’esercito mitragliò sui fedeli. Fu un massacro senza misura.
Negli anni a venire, numerose donne e uomini iniziarono a recarsi in pellegrinaggio sulla sua tomba e presto la storia e il nome di Oscar Romero si diffusero nel mondo, dando vita ad iniziative e reti di preghiera per gli ultimi e gli impoveriti.
Nel 1992 l’allora Movimento Giovanile delle Pontificie Opere Missionarie, oggi Missio Giovani, propose alla Chiesa italiana la celebrazione di una Giornata che facesse memoria di quanti ogni anno perdono la vita durante il proprio servizio pastorale. I giovani scelsero come data il 24 marzo, affinché fosse chiaro che le sorelle e i fratelli uccisi, poiché fedeli al Vangelo fino all’ultimo istante, sono germogli di una fede nuova, rafforzata dall’impegno a prendersi cura di chi soffre o è schiacciato da sistemi ingiusti e scarsamente inclusivi.
Anche quest’anno, ci giungono notizie di tante, troppe sorelle e fratelli uccisi in missione. Ne faremo memoria durante le celebrazioni dedicate loro; vi invito però a ricordarli durante tutta la Quaresima: il loro sacrificio non passi inosservato, diventi piuttosto stimolo ed esempio di totale dedizione all’annuncio della Buona Notizia tra gli ultimi della Terra, laddove il messaggio di speranza di Cristo è quanto mai urgente e necessario.
*Giovanni Rocca è Segretario nazionale Missio Giovani
Il ricordo di Suor Maria De Coppi, missionaria comboniana italiana, uccisa nella notte tra il 6 e il 7 settembre 2022 nell'assalto alla missione di Chipene (Mozambico)