I dati distribuiti dall'Annuario Pontificio e dall'Annuario di statistica si riferiscono al biennio 2022-2023. In leggero calo i sacerdoti, le religiose professe e i seminaristi. E sempre in Africa e anche in Asia si registra un incremento dei sacerdoti, diminuiti invece in Europa e Oceania.

L’Annuario Pontificio 2025 e l’Annuarium Statisticum Ecclesiae 2023, la cui redazione è stata curata dall’Ufficio Centrale di Statistica della Chiesa, della Segreteria di Stato, sono ora disponibili nelle librerie, editi dalla Tipografia Vaticana. Esaminando i dati riportati nell’Annuario Pontificio si possono ricavare le informazioni relative alla vita della Chiesa Cattolica nel mondo per il 2024. Durante questo periodo è stata creata una Metropolia; tre sedi vescovili sono state elevate a Sedi Metropolitane; sono state erette 7 nuove diocesi; è stata elevata ad arcidiocesi una Sede Vescovile e a Diocesi una Amministrazione Apostolica. Invece l’Annuarium Statisticum Ecclesiae offre un’istantanea dei principali fenomeni quantitativi che riguardano l’azione pastorale della Chiesa Cattolica nel mondo. In quanto segue si riportano le informazioni statistiche relative al biennio 2022-2023.

Aumentata la popolazione cattolica nel mondo

1. La popolazione cattolica mondiale è aumentata dell’1,15% fra il 2022 e il 2023, passando da circa 1.390 a 1.406 milioni, percentuale molto simile a quella del biennio precedente. La distribuzione dei cattolici battezzati, in accordo con il differente peso demografico dei continenti, è diverso nelle varie aree geografiche. L’Africa raccoglie il 20% dei cattolici dell’intero pianeta e si caratterizza per una diffusione della Chiesa Cattolica assai dinamica: il numero dei cattolici passa da 272 milioni nel 2022 a 281 milioni nel 2023, con una variazione relativa pari a +3,31%. Tra i paesi del continente africano, in particolare la Repubblica Democratica del Congo si conferma al primo posto per numero di cattolici battezzati con quasi 55 milioni di unità, seguita dalla Nigeria con 35 milioni; anche Uganda, Tanzania e Kenya registrano cifre di tutto rispetto.

Con una crescita di 0,9%, nel biennio, l’America consolida la sua posizione quale continente a cui appartiene il 47,8% dei cattolici del mondo. Di questi, il 27,4% risiede nell’America del Sud (dove il Brasile, con 182 milioni, rappresenta il 13% del totale mondiale e continua a essere il paese con la più alta consistenza di cattolici), il 6,6% nell’America del Nord e il restante 13,8% nell’America Centrale. Se si rapporta il numero dei cattolici alla consistenza degli abitanti, Argentina, Colombia e Paraguay emergono con una incidenza dei cattolici pari a oltre il 90% della popolazione. Il continente asiatico registra una crescita dei cattolici di 0,6% nel biennio, il suo peso nel 2023 è attorno all’11% nel mondo cattolico. Il 76,7% dei cattolici del Sud Est Asiatico nel 2023 si concentra nelle Filippine con 93 milioni e in India, con 23 milioni di unità. L’Europa, pur ospitando il 20,4% della comunità cattolica mondiale, si conferma l’area meno dinamica, con una crescita del numero dei cattolici nel biennio pari ad appena 0,2%. Questa variazione, d’altra parte, a fronte di una quasi stagnazione della dinamica demografica, si traduce in un lieve miglioramento della presenza sul territorio che raggiunge nel 2023 quasi il 39,6%. Italia, Polonia e Spagna vantano un’incidenza dei cattolici superiore al 90% della popolazione presente. I cattolici dell’Oceania sono pari, nel 2023, a poco più di 11 milioni superiori dell’1,9% rispetto a quelli del 2022.

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Celebrazione della canonizzazione di Giuseppe Allamano nella Piazza San Pietro a Roma. Foto: Jaime C. Patias

Cresciuto in due anni il numero dei vescovi

2. Il numero di vescovi nel mondo cattolico si è accresciuto nell’ultimo biennio con una variazione complessiva di 1,4%, passando da 5.353 unità del 2022 a 5.430 del 2023. Tale movimento di crescita si riscontra in tutti i continenti, con l’eccezione dell’Oceania in cui il numero dei Vescovi non è mutato nel biennio. La variazione relativa si presenta un po' più accentuata per Africa e per Asia e al di sotto della media mondiale per Europa e per America. Si può anche segnalare che il peso relativo di ciascun continente rimane, nel periodo, pressoché invariato, e commisurato all’importanza relativa delle singole realtà continentali, con una maggiore concentrazione sul totale dei Vescovi in America e in Europa. In Africa la quota dei Vescovi sul totale mondiale passa dal 13,8% nel 2022 al 14,2% nel 2023.

Si rileva, altresì, che il numero dei cattolici per ogni Vescovo, al 2023, risulta non poco diverso da continente a continente: mentre la media mondiale è pari a 259 mila cattolici per Vescovo, si registrano valori di 365 mila e 334 mila, rispettivamente per Africa e per America. Particolarmente favorevole è la situazione in Oceania in cui ad ogni Vescovo fanno capo 87 mila cattolici, segno da questo punto di vista, di un lieve eccesso di vescovi comparativamente agli altri continenti.

Più sacerdoti in Africa e Asia, meno in Europa, Oceania e America

3. Alla fine del 2023 sono presenti nelle 3.041 circoscrizioni ecclesiastiche nel mondo cattolico 406.996 sacerdoti, con una flessione di 734 unità rispetto al 2022, pari a -0,2%. L’esame per singola area geografica evidenzia un incremento in Africa (+2,7%) e in Asia (+1,6%) e una diminuzione in Europa (-1,6%), in Oceania (-1,0%) e in America (-0,7%). Se oltre ai continenti si tiene conto anche della distinzione dei diocesani e dei religiosi, si nota che nell’Asia e nell’Africa l’incremento dei sacerdoti nel complesso è da attribuire alla dinamica sia dei sacerdoti diocesani che di quelli religiosi. Per l’Africa, in particolare, l’aumento complessivo dei sacerdoti risulta da un incremento di circa il 3,3% dei diocesani e di 1,4% dei religiosi. Nel continente americano spicca l’incremento, nel corso del biennio, del clero diocesano nell’America Centrale e nell’America Latina. In Europa, si osserva però una riduzione dell’1,6% tanto nel complesso quanto nelle singole componenti (diocesani e religiosi); la stessa coincidenza, anche se il decremento è inferiore (-1,0%) si osserva in Oceania.

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La distribuzione nel 2023 per area geografica evidenzia come a fronte del 38,1% del totale dei sacerdoti presenti in Europa sta il 29,1% appartenenti al continente americano, mentre le altre aree continentali seguono con 18,2% per l’Asia, 13,5 per l’Africa e 1,1 per l’Oceania. All’analisi strutturale dei sacerdoti si può aggiungere quella dei cattolici per evidenziare eventuali squilibri tra domanda e offerta di servizio pastorale. Nel caso di perfetto equilibrio tra presenza e richiesta di attività pastorale, le percentuali di composizione dei sacerdoti dovrebbero coincidere per ogni area territoriale esaminata con quella dei cattolici. In realtà, dal confronto tra le due percentuali di composizione dei sacerdoti e dei cattolici, risulta che nel 2023 si registrano dei larghi divari. In particolare, le percentuali dei sacerdoti superano quelle dei cattolici nel Nord America (10,3% di sacerdoti contro 6,6% di cattolici), in Europa (38,1% di sacerdoti e 20,4% di cattolici) e in Oceania (1,1% di sacerdoti e 0,8% di cattolici). Le più evidenti carenze di sacerdoti si localizzano nell’America Meridionale (12,4% di sacerdoti e 27,4% di cattolici), in Africa (13,5% di sacerdoti e 20,0% di cattolici) e nell’area Centrale Continentale dell’America (5,4% di sacerdoti e 11,6% di cattolici).

Il gruppo dei diaconi

4. I diaconi permanenti costituiscono il gruppo di chierici che si accresce con vivacità. Nel 2023 il loro numero ha raggiunto le 51.433 unità rispetto ai 50.150 registrati nel 2022, con un incremento del 2,6%. I divari territoriali restano accentuati: i ritmi di crescita significativi si manifestano in Oceania (+10,8%) e in America (+3,8%), mentre si registrano tassi di variazione in leggero calo in Africa e in Europa. Non si segnalano variazioni di rilievo nella distribuzione planetaria dei diaconi durante il biennio considerato: si verifica solo una diminuzione del numero relativo di diaconi in Europa ed una crescita di quello dell’America, dovuta sostanzialmente ad uno sviluppo cospicuo dell’America del Nord. Questa figura di operatore pastorale è particolarmente presente in America (specialmente quella del Nord con il 39% di tutti i diaconi del mondo), ed anche in Europa (31%).

Per evidenziare il ruolo di sostegno di questi operatori all’azione pastorale a fianco dei sacerdoti, si può considerare il rapporto del numero dei diaconi permanenti ragguagliato, area per area, al numero dei sacerdoti presenti. Si trova, così, che nel mondo la distribuzione dei diaconi ogni cento sacerdoti presenti è pari a 13 nel 2023 e va da un minimo di appena 0,5 in Asia ad un massimo di 29 in America. In Europa il quoziente è attorno a 10, mentre in Africa solo un diacono permanente presta servizio a fianco di cento sacerdoti. La dimensione di tale indice, pur apprezzabile, risulta ancora del tutto modesta perché l’opera di tale categoria di operatore pastorale possa incidere in maniera significativa sull’equilibrio tra la domanda e l’offerta di servizio ai cattolici presenti nel territorio. In termini evolutivi, tuttavia, si nota che i diaconi permanenti tendano a manifestare una maggiore presenza sul territorio proprio in quelle aree dove più problematico appare il ricambio sacerdotale.

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Il clero della diocesi di Roraima in Brasile con il vescovo, mons. Evaristo Spengler. Foto: Diocesi di Roraima

Diminuiti religiosi professi e religiose professe

5. La diminuzione sia dei religiosi professi non sacerdoti che delle religiose professe verificatasi nel corso del tempo è proseguita anche nel 2023, seppure ad un ritmo meno intenso. In particolare, va rilevato per quanto riguarda i religiosi professi non sacerdoti che mentre in Africa si è manifestato un incremento fra il 2022 e il 2023, in tutti gli altri continenti si è assistito ad una flessione. È bene sottolineare che il calo dell’America Meridionale si è attenuato rispetto al decremento medio annuo del periodo trascorso, e che si assiste persino ad una situazione di stazionarietà nell’America Centrale. Il peso relativo nelle varie aree della presenza di religiosi professi non sacerdoti risulta tale, quando diacronicamente considerato, da ribadire la diminuzione dell’Europa che continua a calare nel corso del 2023.

La contrazione delle religiose professe è, come si è appena rammentato, continuata anche nel 2023. A livello globale esse passano da 599.228 nel 2022 a 589.423 nel 2023, con una variazione relativa di -1,6%. Quanto alla loro distribuzione geografica, nel 2023, quasi il 32% risiede in Europa, seguono l’Asia con il 30%, l’America con il 23% (omogeneamente distribuite nei due emisferi), l’Africa con il 14% e l’Oceania con l’1%. La contrazione registrata nel numero delle religiose professe nel mondo è sostanzialmente attribuibile ad un aumento considerevole delle morti, risultato da una elevata presenza di religiose in età avanzata, mentre il numero di abbandoni della vita religiosa diviene meno rilevante nel corso del biennio. L’Africa nel biennio 2022-2023, registra il significativo incremento di 2,2%, seguito dal Sud Est Asiatico con +0,1%. L’America del Nord manifesta, invece, una contrazione di -3,6%. Seguono da vicino l’America Meridionale, con -3%, mentre più contenuto è il calo registrato nell’America Centro Continentale e nell’America Centro Antille. L’Europa vanta il record negativo, con una variazione di -3,8%.

Questi movimenti, naturalmente, influiscono sulle variazioni dei pesi continentali delle consistenze di religiose professe. Con riferimento al periodo 2022-2023 si registra un ridimensionamento della presenza di religiose in Europa e nel Nord America, a vantaggio di Asia e Africa. In particolare, se nel 2022 il complesso delle religiose professe operanti in Europa e America rappresentava il 55,8% del totale mondiale, nel 2023 questa percentuale è scesa al 54,8%. La variazione più significativa nel periodo si osserva nel Sud Est Asiatico (da 28,7% a 29,2%) e in Africa (dal 13,9% al 14,5%).

Le religiose professe, nonostante la contrazione osservata globalmente e a livello di alcune realtà continentali, rimangono una realtà non trascurabile: l’insieme delle religiose rappresenta il 45% in più rispetto alla popolazione sacerdotale. Anche se il ruolo che esse storicamente svolgono nell’erogazione dei servizi si sia complessivamente ridimensionato nel corso degli anni trascorsi, la loro opera nella vita della comunità cristiana rimane tuttora quella di affiancare, quando addirittura sostituire, quella dei sacerdoti.

Divari nel numero di vocazioni

6. L’andamento temporale che si osserva nel mondo del numero dei seminaristi maggiori denota una ininterrotta decrescita che si rileva a partire dal 2012. A livello di consistenza i candidati al sacerdozio sono passati nel pianeta da 108.481 unità nel 2022 al 106.495 nel 2023, con una variazione di -1,8%. Il calo, osservato nel totale mondiale, interessa tutti i continenti, con l’eccezione dell’Africa, dove i seminaristi aumentano dell’1,1% (da 34.541 a 34.924 unità). In Europa, in Asia e in America, ma in special modo nel primo continente, le diminuzioni si mostrano significative (-4,9% in Europa, -4,2% in Asia e -1,3% in America). In Oceania l’andamento è negativo e di lieve entità.

La distribuzione percentuale dei seminaristi maggiori per continente evidenzia, nel biennio considerato, modesti cambiamenti. Africa e Asia contribuivano nel 2022 al 61,0% del totale mondiale, percentuale salita al 61,4% nel 2023. A parte il lieve aggiustamento negativo dell’Oceania, America ed Europa nel loro insieme vedono, invece, diminuire la loro incidenza: nel 2022 i 41.199 seminaristi americani e quelli europei rappresentavano quasi il 38% del totale mondiale, mentre un anno più tardi scendono al 37,7%. Per evidenziare le eccedenze positive e negative delle vocazioni a livello territoriale, è utile il confronto fra la distribuzione percentuale dei seminaristi e la corrispondente distribuzione dei cattolici.

Risulta, così, che nel 2023 si registrano dei larghi divari. In particolare, le percentuali dei seminaristi superano quelle dei cattolici in Africa (32,8% di seminaristi contro il 20% di cattolici) e in Asia (28,6% di seminaristi e 11% di cattolici). In questi continenti si tende, così, a soddisfare l’esigenza di provvedere in piena autonomia all’opera dell’apostolato locale. In Europa e in America, invece, le percentuali di seminaristi sono inferiori a quelle dei cattolici (12,0% di seminaristi e 20,4% di cattolici in Europa e 25,7% di seminaristi e 47,8% di cattolici in America). In questi due continenti risulta, pertanto, più difficile poter rispondere adeguatamente alle esigenze dei cattolici presenti, come, in particolare il ricambio generazionale sacerdotale.

* Articolo a cura dell’Ufficio centrale di statistica della Chiesa.

I Missionari della Consolata in Colombia inaugurano l'Anno dell'Accompagnamento e del Discernimento Vocazionale e presentano il documento guida con un itinerario di formazione, riflessione ed esperienze di missione.

In un contesto globale segnato da disuguaglianze, crisi ambientali e conflitti sociali, la vocazione cristiana emerge come risposta concreta alle sfide del mondo di oggi. La chiamata a costruire un futuro basato sulla solidarietà, sulla pace e sulla cura del creato diventa sempre più urgente, sia nella vocazione alla vita religiosa che laica, familiare o professionale.

Fedeli al loro carisma di evangelizzazione e promozione umana, i Missionari della Consolata in Colombia hanno assunto questo impegno portando il messaggio della Consolazione alle comunità dove la vita grida giustizia, speranza e amore. Ispirandosi all'insegnamento di San Giuseppe Allamano, il lavoro si concentra sulla formazione di comunità di fede, sulla promozione dei più vulnerabili e sulla costruzione di una società più fraterna e giusta.

In occasione della festa di San Giuseppe sposo della Vergine Maria, la Regione IMC Colombia ha inaugurato l'Anno dell'Accompagnamento e del Discernimento Vocazionale con la presentazione di un documento guida preparato dall'Animazione Missionaria Giovanile Vocazionale (AMGV). Il sussidio contiene informazioni sulle attività programmate, riflessioni sulla vocazione e un calendario dettagliato di incontri ed esperienze che permetteranno ai giovani di avvicinarsi alla missione. Inoltre, il documento contiene i contatti dei missionari disponibili ad accompagnare i giovani che disiderano fare un discernimento vocazionali nelle diverse zone del Paese.

Padre Óscar Medina, coordinatore dell'AMGV a Florencia (Caquetá), ci invita a iniziare questo tempo insieme e ci ricorda che “la nostra risposta e disponibilità sono un segno di speranza per la Chiesa e per l'umanità”.

Tutti gli interessati sono invitati a seguire le attività e i contenuti attraverso i social network all'indirizzo @amjvcolombia su Instagram o sugli account ufficiali dei Missionari della Consolata in Colombia.

Documento guida “Chiamati alla missione: un tempo di discernimento e di accompagnamento”.

* Ufficio Comunicazioni ed Equipe AMJV Colombia.

Nelle intenzioni di preghiera del mese di febbraio 2025, Papa Francesco esorta ad affiancare quanti si sentono chiamati “a vivere la missione di Gesù nella vita” e, ricordando la sua esperienza personale all’età di 17 anni, spiega che “Dio continua a chiamare i giovani anche oggi, in certi casi con delle modalità che non immaginiamo”.

“Preghiamo perché la comunità ecclesiale accolga i desideri e i dubbi dei giovani che sentono la chiamata a vivere la missione di Gesù nella vita: sia la vita sacerdotale, sia la vita religiosa”.

Nel videomessaggio realizzato dalla Rete Mondiale di Preghiera del Papa in collaborazione con l’Arcidiocesi di Los Angeles, Francisco spinge a parlare dei giovani e della necessità di un accompagnamento nel loro cammino di discernimento.

“Quando avevo 17 anni, ero uno studente e lavoravo, avevo i miei progetti. Non pensavo affatto di diventare sacerdote. Ma un giorno entrai in parrocchia… e lì c'era Dio, ad aspettarmi!

Dio continua a chiamare i giovani anche oggi, in certi casi con delle modalità che non immaginiamo. A volte non lo ascoltiamo perché siamo troppo occupati con le nostre cose, con i nostri progetti, persino con le nostre cose della Chiesa.

Ma lo Spirito Santo ci parla anche attraverso i sogni e ci parla attraverso le inquietudini che i giovani sentono nel loro cuore. Se accompagniamo il loro cammino, vedremo come Dio fa cose nuove con loro. E potremo accogliere la sua chiamata in modi che servano meglio la Chiesa e il mondo di oggi.

Confidiamo nei giovani! E, soprattutto, confidiamo in Dio: perché Lui chiama ciascuno! Preghiamo perché la comunità ecclesiale accolga i desideri e i dubbi dei giovani che sentono la chiamata a vivere la missione di Gesù nella vita: sia la vita sacerdotale, sia la vita religiosa”. Queste le parole di Papa Francesco nel videomessaggio.

* Ufficio per la Comunicazione con informazioni di Rete Mondiale di Preghiera del Papa

Un sì per sempre. Sei giovani missionari della Consolata, provenienti dal Kenya, Uganda e Colombia, si apprestano a vivere due momenti fondamentali del loro cammino vocazionale. Il 6 dicembre 2024, nella chiesa di Corpus Domini a Porta Pia, emetteranno i voti perpetui, consacrando per sempre la loro vita a Dio e alla missione.

Il giorno successivo, il 7 dicembre, saranno ordinati diaconi da Monsignor Ignazio Sanna durante una celebrazione che si terrà alle ore 10:30 presso la parrocchia Natività di Maria a Roma-Bravetta. Saranno giornate di grande gioia e significato per la famiglia dei Missionari della Consolata e per l’intera Chiesa. 

I voti perpetui rappresentano uno dei momenti più solenni e significativi nella vita di un missionario. Questi sei giovani consacreranno la loro vita a Dio, abbracciando con totale dedizione i consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza. In particolare, nella famiglia dei Missionari della Consolata, i voti perpetui sono un atto di amore e di fiducia, un sì definitivo alla missione universale di portare il messaggio del Vangelo ai popoli di ogni cultura e nazione. Questo impegno non è solo una scelta personale, ma anche un dono alla Chiesa, che si arricchisce della testimonianza di uomini e donne pronti a vivere per gli altri, specialmente per gli ultimi e i più bisognosi.

Il diaconato: una vita di servizio

Il giorno seguente, l’ordinazione diaconale segnerà un ulteriore passo nel loro cammino vocazionale. Il diaconato, infatti, è un ministero di servizio che richiama profondamente la missione stessa di Cristo, che "non è venuto per essere servito, ma per servire" (Mc 10,45). Come diaconi, i sei missionari saranno chiamati a proclamare il Vangelo, assistere il popolo di Dio nei sacramenti e testimoniare la carità cristiana attraverso un servizio concreto alle comunità che saranno loro affidate.

Questo ministero, seppur transitorio prima dell’ordinazione sacerdotale, è un momento fondamentale per comprendere e vivere il cuore della missione. I diaconi sono chiamati a essere segni visibili di Cristo servo, impegnati nel servizio alla Parola, all’altare e alla carità.

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Una chiamata universale alla missione

La provenienza internazionale dei giovani missionari – dal Kenya, Uganda e Colombia – sottolinea la natura universale della vocazione missionaria. I Missionari della Consolata, seguendo l’eredità di San Giuseppe Allamano, loro Fondatore, si dedicano all’annuncio del Vangelo nelle periferie del mondo, superando confini culturali, geografici e linguistici. La loro testimonianza di vita è un richiamo alla bellezza di una Chiesa missionaria, chiamata a essere segno di speranza per l’umanità.

Questi momenti di grazia ci ricordano l’importanza della preghiera e del sostegno della comunità cristiana. La Chiesa si unisce in gioia per celebrare questi passi fondamentali nel cammino vocazionale di questi giovani. Possano il loro sì essere luce per il mondo e strumento di pace e amore, secondo la missione che Cristo stesso ci ha affidato.

* Fratel Adolphe Mulengezi, IMC, studia Comunicazioni Sociali a Roma.

I formatori riuniti a Roma per il corso di formazione permanente, questo martedì 10 settembre, hanno avuto l’opportunità di confrontarsi su alcune tematiche molto presenti nelle comunità religiose: la motivazione e l’affettività.

Lo studio è stato condotto dal missionario della Consolata, padre Renzo Marcolongo, psicologo, con anni di esperienza nelle missioni della RD Congo, Colombia e in Inghilterra, dove è stato formatore e professore. Attualmente fa parte dell’equipe formativa nel seminario teologico di Bravetta a Roma.

Il padre Renzo ha iniziato il suo intervento affermando che le motivazioni sono importanti per capire la nostra vocazione. “La motivazione è una forza che ci spinge ad andare avanti, a dare direzione alla vita e quando le cose vano male, ci sostiene”.

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Tredici sono i formatori che partecipano al corso che si svolge a Roma dal 2 al 17 settembre.

Poi, a mo’ di esercizio pratico ha invitato i formatori a scrivere in un foglio le motivazioni che li avevano portati a diventare missionari della Consolata e le motivazioni che oggi li fanno rimanere nella congregazione. L’esercizio aveva lo scopo di mostrare come le motivazioni iniziale cambiano con gli anni. Questo a causa degli eventi personali, politici sociali, culturali, incontri con persone diverse e studio.

In un'intervista rilasciata al Segretariato per la Comunicazione al termine della giornata, padre Renzo Marcolongo ha evidenziato i due aspetti a tema nella sua relazione: la motivazione e l’affettività.

Cosa è la motivazione?

Dal latino: “motus” = movimento. “Muoversi verso qualcosa considerato importante”, ha spiegato padre Marcolongo. “L’importanza è data dal bisogno percepito come strutturante. É sempre espressione di una necessità da soddisfare e deve produrre piacere”. Ci sono le motivazioni primarie che svolgono la funzione di soddisfare i bisogni primari quali fame, sete, sonno, ecc; poi ci sono le motivazioni secondarie apprese dal contesto e dall’ambiente di vita: il bisogno di essere connesso con qualcuno o qualcosa; il senso de trascendenza, l'autorealizzazione, e stima, appartenenza o sicurezza.

Padre Renzo ha osservato che “senza motivazione non si va da nessuna parte e senza le giuste motivazione probabilmente non inizieremo mai nulla di importante e significativo per noi, non prenderemo mai una decisione, non attueremo mai un cambiamento necessario”.

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L’affettività

Riguardo l’affettività, padre Renzo ha ricordato dal latino: “ad ficere” = un movimento verso qualcosa, qualcuno, a cui voglio connettermi o attaccarmi. “Quindi l’affettività è la capacità di percepire un’attrazione verso una cosa, una persona, un valore, un ideale, con l’intenzione di assumerlo, di farlo mio”. Secondo il relatore, “per un processo affettivo ‘normale’ è molto importante per conoscere sé stessi e sapere integrare la propria sessualità. Viverla senza ansia o grossi problemi, vivere la vita in pienezza”.

L’importanza della sessualità

Il tema della sessualità e del sesso, sono aspetti da considerare perché sempre nei processi formativi dei giovani. Padre Renzo ha rimarcato l’importanza di differenziare «sesso» e «sessualità». “Sesso si riferisce a tutte quelle caratteristiche biologiche o tratti anatomici e fisiologici che differenziano l’uomo dalla donna, il maschile dal femminile. La sua funzione è la riproduzione”.

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La sessualità, invece, “è molto di più del semplice sesso poiché le persone hanno anche una parte emotiva o psicologica e una parte sociale o relazionale. La sessualità è molto ampia e complessa. È una dimensione molto importante che si costruisce quando ogni persona interagisce con il proprio ambiente. La sessualità appartiene alla maturità emotiva e questa appartiene alla maturità umana”.

Assieme a questo tema, padre Renzo ha anche parlato dell’individualismo, della maturità umana; sessualità e genere; forme di sessualità; sesso biologico; identità sessuale; tentazione del desiderio, espressione del genere, ecc. Sono questioni che fanno parte delle tematiche in discussione nel programma del corso di formazione permanente per i formatori nelle tappe del noviziato, teologia e specializzazione.

* Padre José Martín Serna, IMC, maestro di novizi a Manaus, Brasile.

 

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