5 aneddoti su san Filippo Neri

  • , Mag 31, 2015
  • Pubblicato in Notizie

A 500 anni dalla nascita resta intatta tutta la carica di santa allegria di “Pippo buono”

Nel 1500 a Roma non c’erano scuole, ma abbondava la miseria e torme di ragazzini abbandonati a se stessi, ladruncoli laceri e sempre affamati, affollavano le strade cercando di borseggiare qualche passante o di sgraffignare qualcosa da mangiare dai banchi del mercato. Colto, appassionato di Dio (si racconta  che nella sua prima estasi il cuore gli si dilatò nel petto rompendogli due costole) e sempre di buonumore, giunse a radunarli intorno a sé un giovane fiorentino di buona famiglia che a Firenze era nato il 21 luglio 1515. “Pippo buono”, come era chiamato  da tutti, diede loro un tetto e una famiglia e mendicò nelle strade perchè avessero da mangiare, istruendoli attraverso il canto e la catechesi nella conoscenza di Dio . A 500 anni dalla nascita di san Filippo Neri (la cui memoria liturgica ricorre il 26 maggio) non si è ancora spenta l’eco della sua risata di grande burlone che portava il cuore di piccoli e grandi a Dio attraverso la gioia e lo stare allegri nella semplicità, così come alcuni aneddoti famosi che lo ebbero protagonista.

 
STATE BUONI… SE POTETE!
 Filippo voleva che i suoi ragazzi crescessero nella gioia e cantando: tutt’altro stile rispetto alla severità e all’uso del bastone che si ritenevano fossero necessari all'epoca per educare i giovani. “Figlioli – diceva – state allegramente: non voglio nè scrupoli, nè malinconie, mi basta che non facciate peccato”. La sua frase ricorrente (diventata il titolo di un film musicale del 1983 con Johnny Dorelli) era: “State buoni…se potete!” che in romanesco suona “State bboni (se potete...)!”. E sempre in romanesco era anche la frase che indirizzava ai ragazzi quando gli facevano perdere la pazienza ma…correggendo il tiro all’ultimo con l’auspicio di poter ricevere la corona del martirio: “Te possi morì ammazzato... ppe' la fede!"
 
MENDICANTE PER AMORE
Filippo cercava di provvedere ai suoi ragazzi in tutti i modi possibili e non esitava a bussare alle porte dei palazzi dei ricchi per farsi dare un aiuto. Si narra che una volta, un ricco signore, infastidito dalle sue richieste, gli diede uno schiaffo. Il santo non si scompose: “Questo è per me - disse sorridendo - e ve ne ringrazio. Ora datemi qualcosa per i miei ragazzi”.
 

TOGLIETEMI LE SCARPE!
E’ chiaro che per san Filippo l’umiltà fosse la virtù principale, specialmente per un uomo o una donna consacrata a Dio. C'era ai suoi tempi una religiosa che godeva di grande notorietà poiché si diceva avesse estasi e rivelazioni. Un giorno il Papa mandò proprio “Pippo bono” a verificare la santità della suora che si trovava in un convento nei pressi di Roma. Mentre Filippo era in cammino un violento temporale trasformò in fango la strada così che il santo arrivò a destinazione conciato male e con le scarpe tutte lorde. Quando giunse al suo cospetto la suora, a mani giunte e un’espressione ieratica, Filippo si sedette e, stese le gambe, disse: “Toglietemi le scarpe!”. Indignata per il trattamento, la suora restò ferma e lo guardò ma il santo non aggiunse altro: riprese il mantello e tornò a Roma a riferire al Papa che, secondo lui, una persona che non ha l’umiltà di mettersi al servizio di chi ha bisogno, non può essere una santa.
 
I DANNI DEL CHIACCHIERICCIO
Un giorno, una nota chiacchierona, andò a confessarsi da San Filippo Neri. Il confessore ascoltò attentamente e poi le assegnò questa penitenza: “Dopo aver spennato una gallina dovrai andare per le strade di Roma e spargerai un po' dappertutto le penne e le piume della gallina! Dopo torna da me!”. La donna, abbastanza sconcertata, eseguì questa strana penitenza e tornò dal santo come richiesto. “La penitenza non è finita! – disse Filippo - Ora devi andare per tutta Roma a raccogliere le penne e le piume che hai sparso!”. “Ma è impossibile!”, rispose la donna. “Anche le chiacchiere che hai sparso per tutta Roma non si possono più raccogliere! – replicò Filippo Neri - Sono come le piume e le penne di questa gallina che hai sparso dappertutto! Non c’è rimedio per il danno che hai fatto con le tue chiacchiere!”.
 
PREFERISCO IL PARADISO!
 In molti ricorderanno la fiction del 2010 sulla vita di san Filippo Neri con protagonista l’attore Gigi Proietti: “Preferisco il Paradiso”. Però forse non tutti sanno da dove deriva questo titolo. La leggenda dice che al santo, amico non solo dei ragazzi di strada e della povera gente, ma anche di pontefici e cardinali (in particolare il cardinale di Milano Carlo Borromeo) che spesso ricorrevano ai suoi consigli, fosse stato proposto di diventare a sua volta cardinale. Ma Filippo, che tralasciò sempre nella sua vita le ricchezze materiali e qualsiasi privilegio, rispose appunto: “Preferisco il Paradiso!”.

Fonte: ALETEIA

 

Universidade Pontifícia Urbaniana promove Congresso  Internacional sobre "O Caminho da Missão"

No Congresso  intervieram mais de 30 palestrantes, especialistas em Missionologia,

O Padre Giuseppe Frizzi, missionário da Consolata e superior da missão de Maúa em Moçambique, ex-estudante da Urbaniana e Doutor “Honoris Causa” pela mesma universidade,  proferiu uma palestra sobre o tema: Os não cristãos - inquietação e dinamismo da missão. Na sua intervenção, focou os elementos importantes da missão hoje, entre dos quais o retorno do enviado em  Lc 9, 1-10.

O P. Frizzi abordou também a Ad Gentes: Macua xirima, fazendo uma comparação profunda entre as atitudes missionárias e a biosofia Macua, de modo particular o paradigma do camaleão (Nikakatau em Macua xirima) que se suicida para dar a vida.

O Vice-superior da região de Moçambique fez presente a visão adgentes neste congresso internacional.

 "O congresso, decorreu entre os dias 21 e 23 de Abril, na Universidade Pontifícia Urbaniana, por ocasião dos 50 anos da promulgação do decreto conciliar Ad Gentes.

Estiveram presentes mais de 30 palestrantes, especialistas em Missionologia, incluindo  os moderadores, de entre os quais, o Cardeal Fernando Filoni - Prefeito da Congregação para a Evangelização dos Povos, Dom Protase Rugambwa - secretário adjunto da Congregação para Evangelização dos Povos, e o Padre Giuseppe Frizzi IMC vice superior da região de Moçambique.

O congresso contou ainda com a participação de cardeais, bispos, diplomatas de diferentes continentes, padres, jornalistas da Rádio Vaticano, religiosos, religiosas, docentes universitários, estudantes das diferentes universidades e outros convidados.

Na sua intervenção, o Padre Frizzi abordou elementos importantes da missão hoje, entre dos quais o retorno do enviado em Lc 9, 1-10. Jesus instruiu os Apóstolos, manda-os para a missão  e no fim eles regressam da missão, contam ao Mestre tudo o que fizeram. Portanto para Luca, segundo o Padre Frizzi, o discípulo de Jesus é um testemunho, ele não é um enviado mas de verdade um testemunho das maravilhas divinas reveladas.

Negar, eliminar ou reduzir a história da salvação é declarar uma guerra contra Deus, e os não Cristãos são porta-vozes da pluralidade no caminho de Deus na história dos povos.

Além do discipulado Lucano, o P.Frizzi falou do Ad Gentes: Macua xirima, no qual de uma forma sabia e resumida fez uma comparação profunda entre as atitudes missionárias e a biosofia Macua, de modo particular o paradigma do camaleão (Nikakatau em Macua xirima) que se suicida para dar a vida. Cristo dá a vida a todos os Homens e é presente em todas as culturas,        portanto Maria é a matriarca de todas as mães e o papel do missionário Ad Gentes é ser uma pessoa que vai à missão e regressa às periferias das cidades.

No final do Congresso, o Padre Alberto Trevisol, IMC, magnifico reitor da Universidade Urbaniana, teceu últimas considerações conclusivas e agradeceu a participação de todos."

 

 

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