Descritto come un missionario di grande semplicità e altruismo, padre Luís Ferraz, è mancato questo sabato, 27 luglio, a Fátima, in Portogallo. Il missionario della Consolata aveva 92 anni, di cui 66 di professione religiosa e 61 di sacerdozio.
“Affidandolo all'infinita misericordia di Dio Padre – diceva una nota dei missionari della Consolata in Portogallo – ci uniamo nella preghiera per il suo riposo eterno, rendendo grazie a Dio per il modo in cui si è consumato nella sua missione di apostolo e missionario della Consolata”.
I funerali hanno avuto luogo mercoledì 31 luglio con una messa funebre nella chiesa dell'ex Seminario della Consolata e la successiva sepoltura nel cimitero di Fatima.
Padre Luís Ferraz era visto come un missionario di grande semplicità e carità: una presenza silenziosa e amichevole nelle comunità in cui viveva. La sua biografia, che presentiamo di seguito, lo testimonia.
Nato a Formigais, Vila Nova de Ourém, il 22 luglio 1932, fece il suo ingresso nella comunità dei Missionari della Consolata in Portogallo il 18 ottobre 1951 e, sei anni dopo, nella Certosa di Pesio (Cuneo), emise la prima professione religiosa il 2 ottobre 1957. Sempre in Italia, a Torino, il 2 ottobre 1960 fece la professione perpetua e poi, nel 1962, venne ordinato diacono. Il 30 marzo 1963 divenne sacerdote.
Padre Luís Ferraz (al centro) festeggia 60 anni di ordinazione sacerdotale con la comunità di Águas Santas, Portogallo
Trascorse i primi tre anni del suo ministero in Portogallo dove si impegnò come professore e assistente a Vila Nova de Poiares e poi come vice parroco e cappellano a Campolide. Nel 1966, padre Luís Ferraz parte per il Mozambico dove trascorse tutti gli anni della sua vita attiva come missionario.
Questi i luoghi dove offrì il suo servizio missionario: al principio lavorò nella diocesi di Inhambane, nella missione di Mavamba (1966-1967); poi si trasferì nell’archidiocesi di Lourenço Marques (Maputo) per lavorare nella parrocchia di São Gabriel a Matola, dove è stato vice parroco (1967-1971), poi parroco di Boane (1971-1972), di nuovo vice parroco a Matola (1973-1975) e parroco dal 1975 al 1981.
La parrocchia di São Gabriel, creata il 2 luglio 1951 dai missionari della Consolata, è la madre della maggior parte delle parrocchie della periferia occidentale di Maputo. Padre Luís ha lavorato in questa parrocchia per quasi 15 anni. Ha vissuto con coraggio il difficile periodo dell'indipendenza del 1975, quando il popolo del Mozambco ha dovuto affrontare molte sofferenze lo stesso che molte famiglie portoghesi, suoi parrocchiani, che dovettero abbandonare il paese.
Seguirono gli anni difficili della rivoluzione marxista-leninista, con le sue innumerevoli restrizioni alla libertà religiosa. Padre Luís ha affrontato questi anni con la collaborazione delle missionarie della Consolata che vivevano a Matola. Nel 1981 l’Istituto consegnò la parrocchia di Matola all’archidiocesi di Maputo e lui fu l'ultimo missionario della Consolata a lavorare in quella parrocchia.
Dal 1981 al 1986 padre Luís fu superiore nella casa regionale e qui svolse l’importante attività di sostegno alle missioni e ai missionari presenti nelle diocesi di Inhambane e Lichinga che in quegli anni di grandi difficoltà avevano bisogno di tutto: ospitalità, viaggi, acquisto di materiali e cibo, ecc.
Nel 1986 tornò a lavorare nella diocesi di Inhambane, questa volta nella parrocchia di Guiúa e nel Centro Catechistico. Insieme a padre Andrea Brevi, riaprì il Centro e la parrocchia, che erano stati chiusi nel 1983 per ordine del governo, riprendendo la formazione delle famiglie dei catechisti. Si è dedicato a questa attività formativa e alla cura pastorale delle comunità cristiane della parrocchia.
Il 13 settembre 1987, il Centro Catechistico fu assaltato dalla Renamo (Resistenza Nazionale Mozambicana). Le famiglie dei catechisti vengono rapite e il catechista Peres Manuel viene ucciso: padre Luís rimane a Guiúa, nonostante la guerra e la violenza che regnava nella zona. Il 9 ottobre 1991 fu trasferito a Mambone come parroco: assieme al padre Amadio Marchiol visse anche lì in un contesto di guerra, con molti pericoli e privazioni.
Il 4 ottobre 1992 fu firmato l'Accordo di pace che pose fine alla guerra civile del Mozambico. Nel 1993, padre Luís fu trasferito da Nova Mambone alla parrocchia di Vilanculos, sempre nella diocesi di Inhambane. Con il padre Alceu Agarez e padre Jaime C. Patias, ha assistito le numerose comunità delle parrocchie di Vilanculos, Mapinhane e Maimelane.
Il 10 novembre 1998 è stato nominato parroco di Vilanculos: ha vissuto un periodo di grande attività pastorale e di promozione umana, in un momento di pacificazione, ricostruzione e consolidamento delle comunità cristiane dopo la dispersione causata dalla guerra.
Nel 2000 è stato trasferito al Seminario Filosofico di Matola come collaboratore nella formazione ed economo e con padre Jaime C. Patias, ha collaborato alla formazione dei futuri missionari della Consolata e ha prestato servizio pastorale alle comunità cristiane delle parrocchie di Liqueleva, Liberdade e Matola fino al 2008.
L'ultimo periodo della missione di padre Luís in Mozambico si è svolto tra il 2009 e il 2015 presso al Seminario dei Missionari della Consolata nella città di Nampula. Questa tappa è stata per lui un grande salto: dal sud del Paese, dove aveva sempre lavorato, si è trasferito al nord, dovendo affrontare tutte le differenze linguistiche e culturali. Come sempre, padre Luís ha dimostrato la sua totale disponibilità, il suo spirito di ubbidienza e di servizio. Si è dedicato al lavoro di manutenzione della casa, alla formazione dei seminaristi e al lavoro pastorale nella parrocchia di Nossa Senhora da Paz.
Dopo 49 anni di passione e dedizione a quella nazione africana, nel 2015 padre Luíz è tornato in Portogallo dove ha vissuto gli anni d'oro della sua vocazione e consacrazione missionaria. Lì è stato assegnato alla comunità di Águas Santas che divenne la sua comunità di riferimento fino alla morte; trascorse questi anni dedicato ai servizi pastorali, alle Messe e alle confessioni.
Era un missionario nel vero e pieno senso della parola. Anche in età avanzata, ha sempre mantenuto un vivo spirito missionario e familiare, essendo attivo nei piccoli compiti quotidiani della comunità, che svolgeva con grande dedizione, la stessa che ha sempre caratterizzato il suo impegno verso Dio, verso il prossimo e verso la missione.
I funerali di padre Luís Ferraz mercoledì 31 luglio a Fátima
Padre Jaime Patias, IMC, attuale Segretario Generale per la Comunicazione a Roma, ha lasciato questa sentita testimonianza:
“Riposa in pace, caro confratello e maestro di bontà, padre Luiz Ferraz, IMC, con il quale ho avuto la grazia di lavorare per cinque anni durante la ricostruzione in Mozambico, prima a Vilankulos e poi nel Seminario Filosofico a Matola, nella grande Maputo. Rimane l'immagine di uno di quegli esseri umani eccezionali, benedetti dalla sua generosità e dal dono di sé, che ha vissuto profondamente una vita serena e lunga sulla terra. Possa ricevere la corona dei giusti da Dio, che ha servito fedelmente, e intercedere per noi! Grazie di tutto!”
* Redazione SGC con informazioni di padre Albino Brás e padre Álvaro Pacheco, IMC Portogallo.
Una regione del Paese africano alla mercé della guerriglia islamista
C’era ottimismo a Maputo, la capitale mozambicana. La guerriglia a Cabo Delgado (Nord-est del Paese) sembrava essere stata sedata. La pressione dei soldati mozambicani e dei loro alleati ruandesi e della Sadc (Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale) pareva aver messo all’angolo i miliziani di Ahlu Sunna Wal Jammah, milizia fondamentalista legata allo Stato islamico. Invece, all’inizio di quest’anno, la lotta si è riaccesa.
I jihadisti hanno ripreso ad attaccare comunità, villaggi, città. A uccidere, distruggere, terrorizzare. Una violenza continua che viene perpetrata nel silenzio della comunità e dei media internazionali.
Gennaio e febbraio, riportano i missionari locali, sono stati i mesi più feroci, con una sequenza di attacchi compiuti nel distretto di Chiure, dove sono state distrutte 18 chiese cattoliche in altrettanti villaggi attaccati. Ci sono stati alcuni morti e molte persone sono state costrette a spostarsi, aumentando il numero degli sfollati interni, che ha già raggiunto la cifra di un milione.
Un altro grande attacco è stato effettuato il 10 maggio quando i jihadisti hanno invaso il capoluogo del distretto di Macomia, provocando alcuni morti, danni ad infrastrutture e diffusi saccheggi. Anche il numero di vittime continua a salire. Una stima provvisoria parla di quattromila morti. La situazione umanitaria è grave. Molti campi di reinsediamento per sfollati, spiegano i missionari, rimangono privi di condizioni adeguate. Quest’anno il raccolto non è stato sufficiente e, quindi, ci sarà fame nei campi di reinsediamento degli sfollati e anche tra le popolazioni che sono tornate ai villaggi attaccati. Mancano medicine e sostegno scolastico.
Assistenza ai profughi a Cabo Delgado
Nato in Tanzania con il nome di Shabab (da non confondere con al-Shabaab della Somalia) nel 2017, il movimento ha assunto la denominazione di Ahlu Sunna Wal Jammah e ha aderito all’Isis. I motivi della diffusione di questa milizia sono complessi, osservano i missionari, si mescolano terrorismo islamico (Isis) e povertà; appropriazione illecita di risorse naturali e minerali e corruzione di alcune figure di potere che cercano un rapido arricchimento attraverso il traffico di droga; tratta di esseri umani e altre attività illecite.
Ahlu Sunna Wal Jammah, per raccogliere consensi, si presenta alla popolazione come una formazione legata al territorio. Fa leva sul malcontento dei contadini che si sentono abbandonati ed emarginati dal potere centrale. Grazie al sostegno di una fitta rete di movimenti simili in Tanzania e in Rd Congo, è poi riuscito a rafforzarsi anche militarmente, contrastando con efficacia le forze armate mozambicane, ma anche i mercenari del gruppo Wagner, i soldati sudafricani e i reparti ruandesi.
Di fronte a questa sfida, la Chiesa cattolica è scesa in campo sostenendo più di 250mila sfollati con assistenza sanitaria, trasporti, cibo, costruzione di rifugi, sostegno scolastico, sostegno psicosociale e assistenza spirituale. La Chiesa cattolica è impegnata in questo sostegno attraverso la Caritas diocesana di Pemba, il settore emergenza della diocesi di Pemba e attraverso il coinvolgimento diretto del personale missionario nelle parrocchie in cui si trovano. Molte persone bisognose bussano alle porte di preti e suore in cerca di aiuto. «Purtroppo, da quando in Europa e in Medio Oriente sono iniziate guerre più mediatiche – commentano amari i missionari -, il nostro problema è passato in secondo piano e gli aiuti non arrivano più come una volta. Senza aiuto, la Chiesa rischia di non poter aiutare le altre vittime bisognose degli attacchi jihadisti».
* Enrico Casale, rivista Missioni Consolata. Originalmente pubblicato in: www.rivistamissioniconsolata.it
Decine di persone provenienti dall'area di Lisbona, dal nord del Portogallo, da Fatima e da Mira de Aire partiranno quest'estate per una missione in Marocco, Guinea-Bissau e Mozambico. I volontari stanno svolgendo diverse attività di raccolta fondi con l'obiettivo di migliorare le condizioni dei centri educativi e delle case di accoglienza per i rifugiati in questi luoghi di missione.
Stiamo parlando di 50 persone provenienti da diverse parti del Portogallo, di età compresa tra i 17 e i 55 anni, disposte a donare il loro tempo e servizio alla missione. I volontari studiano o lavorano in settori quali medicina, infermieristica, psicologia, informatica, educazione di base, assistenza sociale e contabilità. I gruppi saranno accompagnati da un missionario laico della Consolata, da una religiosa missionaria e da alcuni sacerdoti missionari della Consolata, oltre che da capi scout. I volontari si recheranno in cinque punti dell'Africa. Alcuni andranno a Oudja, in Marocco, altri a Empada, in Guinea-Bissau. In Mozambico, ci saranno gruppi a Massinga, Funhalouro e Boroma.
Un gruppo proveniente dal nord del Portogallo andrà in missione a Oujda, in Marocco, vicino al confine con l'Algeria. Dal 16 al 30 agosto, questi volontari vivranno con i tre padri Missionari della Consolata nella parrocchia di Saint Louis. "L'obiettivo della nostra missione è la ricostruzione dei dormitori e dei bagni per i rifugiati che la missione di Oujda accoglie ogni giorno. Dopo le recenti guerre e crisi nei Paesi africani, il numero di rifugiati che arrivano alla missione è aumentato. Ogni anno arrivano a Oujda tra mille e duemila persone. “Di solito questo è l'ultimo punto di riposo in Africa prima di avventurarsi nella pericolosa traversata del Mar Mediterraneo per raggiungere l'Europa”, spiega Maria Fernandes, una delle volontarie, alla rivista “Fátima Missionária”.
Gruppo viaggiarà verso Oujda, in Marocco, per lavorare con i migranti
Il gruppo ha partecipato a diversi programmi di formazione per prepararsi allo scenario che incontreranno e ha svolto attività di raccolta fondi. Il denaro raccolto sarà destinato alla "ricostruzione dei dormitori e dei bagni", spiega Maria, aggiungendo che il valore del progetto che promuovono è di 20.000 euro, e che all'inizio dell’iniziativa il gruppo aveva già ricevuto "quattromila euro per acquistare materiale necessario alla ricostruzione di dormitori e bagni, oltre a 46 chili di vestiti caldi", che nel frattempo sono già arrivati a destinazione.
Paula Santos e Noémia Dias sono tra i volontari del gruppo e non vedono l'ora di partire. “Il progetto non è affatto facile e ciò che mi preoccupa di più è la parte emotiva. Spero di essere all'altezza di ciò che mi è stato chiesto” spiega Paula. Noémia crede che questa esperienza la porterà a connettersi “profondamente con gli altri” e con se stessa, e spera di poter "fare la differenza" nella realtà che incontrerà. Questo gruppo si chiama “Oujda. Un rifugio lungo la strada” e la sua attività può essere seguita su Facebook e Instagram.
Un altro gruppo proveniente dal nord del Portogallo sarà in missione per tutto il mese di agosto a Empada, in Guinea-Bissau, dove alloggerà nella casa delle Suore Missionarie della Consolata. "Riabiliteremo una scuola materna, chiamata “Jardim Consolata”, frequentata da circa cento bambini, per lo più provenienti da famiglie povere o orfani che non sono in grado di pagare la loro istruzione. La ristrutturazione riguarderà le aule, il refettorio, i servizi igienici e il muro della scuola", spiega Cláudia Duarte, missionaria laica della Consolata e animatrice del gruppo.
I volontari stanno realizzando attività di raccolta fondi, tra cui un concerto e una cena di solidarietà. "I fondi raccolti saranno utilizzati per il progetto di riabilitazione della scuola", dice Cláudia, aggiungendo che il gruppo ha già inviato "denaro a Empada per preparare i materiali per la ristrutturazione".
Tânia Pais e Margarida Xavier fanno parte di questo gruppo. "Andare in missione mi provoca un misto di sentimenti e di gioia profonda. Il desiderio di un'avventura come questa è sempre stato presente in me. Sarà un'esperienza unica. Posso solo immaginare l'impatto che avrà ogni progetto che realizzeremo e come faremo la differenza nella vita di qualcuno. Basterà una sola persona perché il viaggio non sia stato vano. Ciò che conta davvero per me è quello che posso cambiare nella vita di qualcun altro. Sono venuta con il cuore pieno", ritiene Tânia. Margarida si sente toccata da tutta la solidarietà coinvolta. "È stato molto gratificante sentire che le persone vogliono aiutarci e che contribuiscono al successo del nostro progetto. Sento già che ne è valsa la pena e non sono ancora salita sull'aereo", sottolinea. Questo è il gruppo "Crescere in Guinea", e la loro esperienza può essere vista su Facebook e Instagram.
I volontari di Lisbona andranno in Mozambico e svolgeranno attività a Massinga, Funhalouro e Boroma
I volontari dell'area di Lisbona andranno in Mozambico ad agosto. Una parte del gruppo soggiornerà a Funhalouro e l'altra a Massinga. Alloggeranno nella casa delle Missionarie della Consolata. "A Funhalouro sono previste visite al centro sanitario e alle famiglie. Si lavorerà con bambini, giovani e famiglie. Il progetto principale sarà la costruzione di un'aula per la piccola scuola. A Massinga, la scuola per bambini sarà riabilitata. Si svolgeranno attività pastorali nella comunità, visite all'ospedale, alla casa di riposo e all'istruzione scolastica. Il progetto principale sarà la ricostruzione del tetto del centro femminile. Oltre a queste missioni, “due o tre esperti di informatica sosterranno le suore nella scuola di informatica”, spiega Catarina Guerra, animatrice del gruppo.
Il gruppo è stato coinvolto nella formazione e nella raccolta di fondi in vista della partenza in missione. Rodrigo Nunes è uno dei volontari del gruppo. "Sono curioso di vivere questa esperienza. Credo che fare questa esperienza cambierà molto il mio modo di pensare e penso che integrarsi in una cultura diversa possa essere un'opportunità unica per imparare cose che non potremmo imparare altrove". L'attività di questo gruppo, chiamato "Mission Etu", può essere seguita su Facebook e Instagram.
I volontari di Fátima e Mira de Aire, un villaggio del comune di Porto de Mós, saranno in missione dal 23 luglio al 24 agosto a Boroma, nella provincia di Tete, in Mozambico, e pernotteranno anche nella casa di una congregazione di religiose. "Durante il periodo di volontariato, saremo impegnati nella costruzione di un asilo nido che accoglierà circa cento bambini all'anno, di età compresa tra i tre e i cinque anni. Il nostro obiettivo principale sarà quello di costruire strutture sanitarie per l'asilo e creare un parco giochi per bambini. Inoltre, forniremo supporto al centro sanitario locale e daremo ripetizioni di matematica, inglese e altre materie in una scuola associata alla missione", spiega Artur Gomes, uno degli animatori del gruppo, illustrando alcuni degli aspetti della missione in programma.
"Il gruppo si sta preparando per la missione dall'ottobre dello scorso anno, organizzando raccolte di fondi e altre attività di sensibilizzazione. Stiamo pianificando il piano pedagogico con l'aiuto di insegnanti ed educatori di questa fascia d'età in Portogallo, oltre a chiedere sostegno per il materiale didattico e medico da portare e lasciare in missione. Dato che abbiamo anche membri che si occupano di arte, è nostra intenzione rendere lo spazio interno più invitante per l'apprendimento attraverso dipinti legati a contenuti educativi".
"Sono molto felice di farlo e di vivere questa esperienza come scout. Mi sento un po' ansiosa" - Vitória Filipe
Tra i volontari ci sono Vitória Filipe e Leonardo Gomes, membri del Gruppo 276 - Scout di Mira de Aire. Vitória ritiene che questa missione possa cambiare il suo modo di vedere il mondo. "Sono molto felice di farlo e di vivere questa esperienza come scout. Mi sento un po' ansiosa. Non ho mai trascorso così tanto tempo fuori dalla mia zona di comfort, ma ho intenzione di fare del bene e voglio davvero andare. Mi aspetto un'esperienza che mi cambierà la vita. Sono sicura che mi innamorerò dell'esperienza e delle persone", dice.
Leonardo è un altro volontario che ritiene che la missione a Boroma sarà una pietra miliare nella sua vita. "È un'opportunità unica. So che affronteremo qualcosa che ci segnerà profondamente, ma non sono nervoso, sono solo estremamente motivato. Ho cercato di contribuire il più possibile, sapendo che l'esperienza e le conoscenze che acquisiremo supereranno di gran lunga quelle che possiamo offrire. Non ho dubbi che questa sarà un'esperienza incredibile che segnerà la mia vita in un modo mai visto prima. Sono pronto ad aiutare!". L'esperienza di questo gruppo può essere seguita su Facebook e Instagram, attraverso le pagine Mira de Aire Scouts e Consolata Jovem.
* Juliana Batista è giornalista della rivista Fátima Missionária. Originalmente pubblicato in: www.fatimamissionaria.pt
Le celebrazioni del centenario della presenza dei Missionari della Consolata in Mozambico sono state aperte ufficialmente questa domenica 26 maggio 2024 da una solenne Eucaristia celebrata nella parrocchia di Nostra Signora dell'Assunzione nel quartiere Liberdade (Matola), nella regione metropolitana di Maputo.
Il primo arrivo dei Missionari della Consolata in Mozambico, è stato nella provincia di Tete, il 15 aprile 1925.
La Messa, nella Solennità della Santissima Trinità è stata presieduta dall'arcivescovo di Nampula e presidente della Conferenza Episcopale del Mozambico, mons. Inácio Saure, IMC, e concelebrata dal vescovo ausiliare di Maputo, mons. Osório Citora Afonso, IMC, che ha tenuto l'omelia. Il nuovo vescovo della Consolata ha sottolineato il mandato di Gesù: “Andate, dunque, e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28,19).
Parlando della Santissima Trinità, il vescovo ha ricordato che "Dio è famiglia (Padre, Figlio e Spirito Santo), ed è anche comunità". Pertanto, "la celebrazione del Centenario della presenza dell'Istituto nel Paese deve aiutarci a concretizzare il fatto che la missione è comunione".
La Messa è stata presieduta da mons. Inácio Saure e concelebrata da mons. Osório Citora Afonso, e da un gruppo di sacerdoti
Hanno concelebrato l’Eucaristia quasi tutti i sacerdoti Missionari della Consolata che operano in Mozambico e Angola e che, nella settimana dal 20 al 25 maggio, hanno partecipato alla loro decima Conferenza Regionale. Erano presenti anche un gruppo di Suore Missionarie della Consolata, membri di altre comunità religiose, i seminaristi del seminario filosofico e propedeutico di Matola e un gran numero di parrocchiani.
Prima della benedizione finale, c'è stato tempo per alcuni messaggi. L'animatrice della parrocchia ha ringraziato i Missionari della Consolata per l’evangelizzazione realizzata in Mozambico e per l'impatto socio-economico sulle comunità in cui sono presenti con i loro progetti.
Il rappresentante del sindaco di Matola ha chiesto ai missionari di continuare la missione con entusiasmo, non solo il Mozambico, ma nel mondo intero.
Da parte sua, il vice Superiore Generale, padre Michelangelo Piovano, ha ringraziato tutti i presenti per aver “accolto i Missionari della Consolata in questa gloriosa terra e ha auspicato che questo centenario rinnovi la consolazione in tutto il territorio del Mozambico".
Il Superiore Regionale, padre Pedro Elias Sisto, ha sottolineato che "il Centenario è un'occasione per ringraziare Dio e rinnovare la nostra fede". Tutti insieme, "con l'immagine pellegrina della Madonna Consolata –che visiterà tutte le presenze IMC durante l'anno–, consoliamo tutti. Il Centenario non è solo per i missionari, ma per tutti e per ciascuno", ha spiegato padre Sisto.
La celebrazione è stata animata dal coro parrocchiale con canti in portoghese e in altre lingue locali.
Alla fine della celebrazione, dopo la benedizione finale, c’è stato un momento di festa e ricreazione.
La celebrazione del Centenario è stata organizzata nelle varie riunioni zonali dove è stato scelto il motto dell’evento: "Missionari della Consolata, 100 anni di missione in Mozambico".
L'immagine della Consolata, che si trova a Massangulo, nella regione del Niassa, sarà portata in pellegrinaggio nei luoghi dove lavorano i missionari con il seguente calendario:
Fra giugno a settembre l'immagine visiterà la zona di Tete; in ottobre e novembre sarà a Maputo; da dicembre 2024 fino a febbraio 2025, la Consolata sarà nella zona di Inhambane e infine, da marzo a giugno 2025,l’immagine farà un pellegrinaggio nelle comunità del nord nella Provincia del Niassa.
Le celebrazioni del Centenario si concluderanno con un pellegrinaggio e una Eucaristia nella Festa della Consolata, il 20 giugno 2025, presso il Santuario di Massangulo, nella diocesi di Lichinga, dove è conservata una delle prime immagini della Consolata arrivate in Mozambico.
Oltre alle “capulane” (tessuto tipico della cultura locale ndt.) e alle magliette, è stato preparato anche un libretto con preghiere, riflessioni e canti da utilizzare durante il pellegrinaggio della Madonna.
Diverse parrocchie insieme ai seminaristi hanno composto l'Inno del Centenario, che dice: "100 anni sono passati al servizio della Chiesa, 100 anni sono passati al servizio dei nostri fratelli e sorelle, 100 anni sono passati evangelizzando. È il giubileo! Gioisci Mozambico, terra feconda, al suono di tamburi e trombe. Che la fiamma del Vangelo arda sempre. È un giubileo!"
Questo Giubileo Centenario, che coincide con il grande Giubileo 2025 convocato dal papa Francesco per tutta la Chiesa, è una bella occasione per celebrare, fare memoria, ringraziare e rinnovare l'impegno di annunciare la Buona Novella del Vangelo di Gesù.
* Padre Andrew Kasumba, IMC, missionario in Mozambico.
Il vice Superiore Generale, padre Michelangelo Piovano
Mons. Osório Citora Afonso, vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di Maputo
Dopo la celebrazione c’è stato un momento di festa
Foto: Comunità Santa Ana Mastrong, Matola
"Lo Spirito Santo è il protagonista della missione e noi, come missionari, siamo i collaboratori di Dio". Con queste parole il vice Superiore Generale, padre Michelangelo Piovano, ha motivato i lavori della 10ª Conferenza Regionale dei missionari della Consolata in Mozambico e Angola durante la messa di apertura dell'incontro.
La Conferenza che si svolge, dal 21 al 26 maggio 2024 presso il Centro di Spiritualità di Laulane, alla periferia di Maputo, riunisce 25 missionari che operano nei due Paesi. L'obiettivo è valutare e pianificare la vita e la missione nella Regione per i prossimi sei anni, alla luce del XIV Capitolo Generale della Congregazione tenutosi a Roma nel 2023.
Padre Michelangelo si è augurato che "questi giorni di grazia siano veramente aperti all'ispirazione dello spirito di lavoro e di collaborazione come il nostro Fondatore, il Beato Giuseppe Allamano, ha sempre voluto".
Padre Erasto Mgalama, padre Michelangelo Piovano e padre Rogelio Alarcón
Il gruppo di missionari sta vivendo un tempo di grazia perché nel 2025 l'Istituto celebrerà i 100 anni di presenza in terra mozambicana (1925 - 2025). Su questo evento, il Consigliere Generale per l'Africa, padre Erasto Mgalama, ha espresso la sua gioia e il suo entusiasmo nel partecipare a questi giorni di incontro della famiglia Consolata, partecipando della storia del centenario di missione della Consolata in Mozambico dove tanti hanno fatto opera di evangelizzazione con impegno e generosità.
Padre João Nascimento ha presentato il programma del Centenario, la preparazione, l’itinerario e il calendario delle attività con il percorso che la Madonna Pellegrina farà durante l'Anno di celebrazioni. L'immagine sarà accompagnata da un libretto di preghiere preparata da padre Carlo Biella, ma le comunità potranno svolgere altre attività di animazione. Le celebrazioni per il centenario si concluderanno nel giugno 2025 con un pellegrinaggio al Santuario della Madonna Consolata a Massangulo, nel Niassa. Per l’occasione sono stati prodotti anche alcuni articoli, come “capulane” e magliette che potranno essere acquistate dalle comunità.
Il nuovo vescovo ausiliare di Maputo, Mons. Osório Citora Afonso, IMC, è stato invitato a dare avvio ai lavori con una riflessione intitolata "Pellegrini di speranza per proclamare un anno di grazia del Signore". Nel suo intervento, il vescovo ha sottolineato la felice coincidenza dello svolgimento della X Conferenza, che si concluderà con un atto di apertura dell’anno di celebrazioni per i 100 anni di presenza dell'Istituto in Mozambico. Nello stesso anno, il 2025, il Paese celebrerà i 50 anni dell'indipendenza nazionale, avvenuta nel 1975.
Mons. Osório Afonso ha fatto riferimento alle "tendenze spontanee ed egoistiche dei discepoli di Gesù, che volevano che il Maestro facesse nella loro terra i miracoli che aveva fatto altrove. A questo Gesù rispose che era necessario aprirsi generosamente alla missione per non cadere nelle situazioni che ancora si osservano specificatamente nella tendenza di alcuni missionari a chiedere di tornare in patria o a scegliere un un posto più comodo ove stabilirsi".
Inoltre, il vescovo ha sottolineato il valore della "conversione radicale necessaria per celebrare il prossimo Giubileo della Speranza superando così quegli atteggiamenti negativi presenti in alcuni missionari". Ha poi ricordato che il Giubileo del Signore del 2025 comprende quattro momenti: "l'evangelizzazione dei poveri, la libertà, la restituzione della vista ai ciechi e la liberazione dall'oppressione". Mons. Osório ha concluso il suo intervento facendo riferimento alla bolla papale "Pellegrini della speranza", che invita ad ascoltare con attenzione il grido dei poveri.
Il Superiore Regionale e Presidente della Conferenza, padre Pedro Elias Sisto, ha dato il benvenuto a tutti, in particolare ai membri della Direzione Generale. Nella sua relazione ha sottolineato, tra l'altro, "l'importanza della virtù dell'umiltà come missionari nei riporti reciproci e con le persone che serviamo".
Il Superiore Regionale, padre Pedro Elias Sisto e il padre Filipe Couto
Guardando alle varie crisi che la Regione e il mondo hanno affrontato negli ultimi anni, tra cui la pandemia di Covid-19 e la crisi economica globale il Superiore Regionale ha parlato della necessità di "trasformare i tempi di crisi in momenti di grazia, resilienza e crescita nella comunione fraterna e nell'apertura al mondo in unità e solidarietà".
Parlando della presenza dell'Istituto in Mozambico e Angola, padre Pedro Elias Sisto ha osservato che negli ultimi sei anni l’istituto ha lasciato alle diocesi sei parrocchie: Santa Teresa del Bambino Gesù di Liqueleva (Maputo), la parrocchia e Centro catechistico di Guiúa (Inhambane), la parrocchia San Giuseppe a Mitúcue, la parrocchia San Francesco Saverio a Maiaca, la parrocchia Madonna della Pace a Nampaco e la parrocchia di San Michele a Cuamba (Niassa). D’altra parte l’Istituto ha aperto nuove presenze a Luacano in Angola, e a Ucanha e nella città di Tete in Mozambico.
Per quanto riguarda il cammino continentale, il Superiore ha sottolineato l'importanza dell'"unità come centro di gravità missionaria" e ha elencato le sfide urgenti che la missione deve affrontare in Mozambico e Angola: “curare la persona del missionario che non dovrebbe lavorare da solo; rivitalizzare la vita comunitaria; incoraggiare gli investimenti locali; recuperare la salina di Mambone dopo i disastri naturali e sfruttare il progetto di imbottigliamento dell'acqua a Massangulo, oltre a migliorare le strutture del seminario filosofico e propedeutico a Matola”.
Secondo padre Sisto, "la preoccupazione attuale non è la quantità di presenze, ma la qualità della nostra azione pastorale, uscendo dall'immobilismo e avviando un discernimento regionale chiaro ed efficace fatto con coraggio e molta umiltà".
Oltre questa relazione del Superiore, l'amministratore, padre Andrew Kasumba, ha presentato il bilancio finanziario per il 2023.
Guidati dai segretari, i padri Romão Majone e Fernando Chissano e dei moderatori, Carlo Biella e Dani Romero, i lavori della Conferenza hanno proseguito con la lettura e l'approvazione del documento base e con quattro gruppi di lavoro in cui i partecipanti hanno affrontato i temi più importanti (missionario nella comunità; un Istituto in missione ad gentes; organizzazione ed economia per la missione). Per ogni tema sono state approvate in plenarie proposte operative per il sessennio, secondo le varie dimensioni della vita e della missione.
Secondo padre Bento Muhita, missionario a Vilankulos, Inhambane, “la missione in Mozambico oggi, nel centenario della nostra presenza è motivo di gratitudine, di riflessione sul nostro ad gentes per rispondere meglio alle sfide della giustizia e della pace, e per la fine del terrore nella provincia di Cabo Delgado dove la popolazione sta soffrendo a causa dei conflitti in corso. È tempo di cambiare mentalità per prendersi cura anche dell'ambiente”, dice il missionario.
Il 23 maggio, i lavori sono stati interrotti dalla grande notizia annunciata dal vice Superiore Generale, padre Michelangelo Piovano. Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto che attesta un miracolo attribuito all'intercessione del Beato Giuseppe Allamano. Si tratta della guarigione miracolosa dell'indigeno Sorino Yanomami, che apre la strada alla canonizzazione del Fondatore.
Padre Dani Romero, missionario in Angola ha presentato il programma per celebrare i dieci anni di presenza dell'Istituto in Angola (2014-2024). Lavorano in quel Paese di lingua portoghese, sei missionari nelle parrocchie della Consolata di Funda, diocesi di Caxito, parrocchia Madre di Dio a Lucano, diocesi di Lwena e nella parrocchia di Viana nella diocesi dello stesso nome.
A sua volta, il padre Michel Makayi ha parlato della celebrazione del decimo anniversario della parrocchia Consolata a Fingoé, nella diocesi di Tete, il 23 giugno, un evento che includerà l'inaugurazione della nuova chiesa.
Durante la conferenza, i partecipanti hanno festeggiato il compleanno di padre Manuel Tavares, 88 anni, con una celebrazione eucaristica e una cena sociale, e il 25° anniversario dell'ordinazione sacerdotale di padre Jorge Guilherme.
Padre Bento Muhita, padre Jorge Guilherme e padre Manuel Tavares
La Conferenza si concluderà domenica 26 maggio con una Santa Messa e l a cerimonia di apertura dell'anno centenario della presenza dell'Istituto in Mozambico. L’Eucaristia nella parrocchia della Assunzione, nel quartiere Liberdade di Maputo, sarà presieduta dall'arcivescovo di Nampula e presidente della Conferenza Episcopale del Mozambico, mons. Inácio Saure, e con la partecipazione di mons. Osório Citora Afonso, vescovo ausiliare di Maputo. Vale la pena ricordare che, oltre a questi due vescovi, un altro missionario della Consolata, mons. Diamantino Guapo, è vescovo della diocesi di Tete.
Attualmente nella Regione lavorano 35 missionari della Consolata: 29 in Mozambico in 14 comunità e sei in Angola in tre comunità. L'evangelizzazione si concentra in modo particolare nei servizi pastorali nelle parrocchie, sui centri di spiritualità, sulla promozione vocazionale e la formazione nel seminario di Matola. Per quanto riguarda le vocazioni mozambicane nell'Istituto, oggi abbiamo 8 giovani nel propedeutico, 10 in filosofia, 3 novizi, 9 professi in teologia e 3 diaconi. I missionari mozambicani nell'Istituto sono 41.
* Redazione Comunicazione generale con informazioni di padre Andrew Kasba, IMC, Mozambico.