DOMENICA XVI DEL TEMPO ORDINARIO

Pubblicato in Domenica Missionaria


...Ma una sola è la cosa
di cui si ha bisogno
Gn 18,1-10a
Col 1,24-28
Lc 10,38-42

L’episodio del Vangelo odierno si svolge nella cornice del grande viaggio di Gesù a Gerusalemme, l’itinerario ‘teologico’ caro a Luca: “mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna di nome Marta lo accolse nella sua casa”, e gusta nell’intimità di una famiglia il sapore dell’amicizia e dell’ospitalità.

 A tre chilometri da Gerusalemme c’è il paesino di Betania. Qui abitava Lazzaro con le sue sorelle Marta e Maria. Gesù andava ad alloggiare presso questi suoi amici. Giovanni è esplicito: “Gesù voleva molto bene a Marta a sua sorella e a Lazzaro” (Gv 11,5). Un’amicizia che diventa commozione, pianto sulla morte dell’amico; diventa comunione, convivialità a poche giorni dalla Pasqua.
L’evangelista Giovanni è colpito dall’umanità del Signore, della sua amicizia con i tre di Betania. L’evangelista Luca è sorpreso invece dalla libertà rivoluzionaria di Gesù di Nazareth. Egli a Betania vuole essere un vero maestro: non disdegna di entrare nella casa di due donne e sedere alla loro mensa; ma soprattutto dedica tempo per istruire la donna, si prodiga per lei, fa di Maria una interlocutrice alla pari. Per la cultura del tempo, donne e bambini non contavano molto; non valeva la pena di perdere tempo per loro.
Gesù pone sullo stesso piano donna e uomo: ambe176 due chiamati ad essere discepoli del Regno. Nessuno deve restare ai margini.

Questa volta a Maria non sembrava vero di avere il Maestro tutto per sé, di poter ascoltare in silenzio le parole di vita eterna che egli diceva anche nei momenti di riposo. Così se ne stava ad ascoltarlo accovacciata ai suoi piedi, come si usa fare ancora oggi in oriente. Marta invece era tutta affacendata. I ‘molti servizi’ in cui era occupata erano certamente quelli richiesti per preparare un buon pranzo. Non è difficile immaginare il tono, tra il risentito e lo scherzoso, con cui Marta passando davanti ai due dice a Gesù “Signore non ti curi che mia sorella mi ha lasciato sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”.

Fu a questo punto che Gesù pronuncia una parola che da sola costituisce un piccolo Vangelo: “Marta, Marta tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore che non le sarà tolta”.
Nella parola di Gesù il contrasto è posto non tra l’attività di Marta e la staticità di Maria, ma tra le ‘molte cose’ e ‘l’una sola’ di cui c’è bisogno. Si richiama la priorità, la necessità e l’importanza dell’incontro con il Cristo e l’obbedienza alla sua voce. La generosità di Marta, invece di avvicinarla al Signore, la allontana perché si concentra, in qualche modo, sul gesto anziché sulla persona a cui esso è rivolto; nelle parole di Marta, alla fine, conta solo il servizio di cui Gesù stesso si dovrebbe preoccupare. Ella confonde il Signore con le cose da fare per Lui (Enrico Masseroni).

Ma Gesù, con la sua sorridente pazienza, si rivolge alla donna e l’aiuta a liberarsi dai suoi affanni e dal suo ruolo; e indica nella sorella il modello di discepolo. Per questo Maria “ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta”.

Anche Marta avrebbe capito queste parole poco più avanti, cioè quando Gesù risuscitò suo fratello Lazzaro, allora anche Marta si inginocchiò ai piedi di Gesù per adorarlo, e capì che Gesù è il Figlio di Dio e Maria aveva tutto il diritto di rivolgere a Lui tutti i suoi pensieri.
Maria vede che è più importante godere di questo incontro con Gesù, saziarsi della sua presenza e della sua parola. È convinta che non è tanto Lui ad avere bisogno della sua ospitalità, quanto lei della sua presenza. Se Gesù viene è più per dare che per ricevere, per questo sedutasi ai suoi piedi, ascoltava la sua parola (Egli ha già tutto, vuole il nostro cuore).
Marta presa dai molti servizi rischia di perdere la cosa più bella e più importante, cioè ascoltare Gesù. Maria in Gesù suo ospite intuisce la presenza di Dio e il dono del suo amore, dimentica le cose per rivolgere tutta la sua attenzione all’unica cosa necessaria. Marta riceve Gesù nella sua casa, Maria lo accoglie nella casa che è lei stessa. Marta si ferma in cucina, Maria con la sua mente e il suo cuore esce fuori di casa alla ricerca di una verità e di un amore grande più del mondo (il cuore, quando è umile e mite, veramente cerca, perché ne ha bisogno, la presenza viva del Signore: solo Dio può soddisfare la fame e la sete dell’uomo, bisognoso dell’assoluto- fatto per l’infinito).
Maria diventa allora il modello del vero discepolo che celebra la permanenza e la necessità della Parola di Gesù nell’ambito di tutte le realtà contingenti (Gianfranco Ravasi).
Gesù vuole insegnarci che discepolo autentico del Vangelo è solo colui che prima sa porsi ai piedi del Maestro per ascoltarne il messaggio da attuarsi poi nella pratica (Settimio Cipriani).
Noi abbiamo sempre bisogno di accogliere Gesù, di accogliere la sua Parola, di accogliere la carità del suo cuore; dobbiamo avere la preoccupazione di ascoltare il Signore, di accoglierlo nel nostro cuore; questo è il modo giusto di accogliere il Signore (Albert Vanhoye).

Santa Teresina: “sento che quanto più il fuoco dell’amore brucerà il mio cuore, tanto più dirò: attirami, e anche le anime che mi verranno vicino (povero pezzetto di ferro inutile se mi allontanassi dal braciere divino) correranno con maggiore velocità all’odore dei profumi del loro diletto; poiché un’anima infiammata d’amore non può rimanere inattiva. Alla stessa stregua di Maria, essa sta ai piedi di Gesù, né ascolta la parola dolce e infuocata; pur sembrando nulla dare, dà molto di più di Marta che si preoccupa di molte cose e vorrebbe che la sorella la imitasse”.

Quanto più Dio entra nel nostro cuore tanto più si è disposti ad aiutare i fratelli. Anche san Paolo è povero, sofferente e molto impegnato, però ha capito che ciò che conta è essere afferrato dal mistero ora finalmente svelato; essere in Cristo e annunciarlo con amore (Col 1,26).
Maria ha scelto la parte migliore (silenzio, contemplazione, meraviglia, stupore, preghiera, adorazione). Maria si è fermata a contemplare e ad ascoltare il Signore; ha elevato a Lui la sua mente e il suo cuore, Gesù merita tutto questo.
Antonio Rosmini poco prima di morire aveva incontrato Alessandro Manzoni è disse a lui il suo segreto “adorare, tacere, godere”.
Sant’Agostino: “lassù resterà ciò che ha scelto Maria, sarà completo e perfetto ciò che qui Maria ha scelto: da quella ricca mensa raccoglieva le briciole della parola del Signore, lassù il Signore stesso afferma dei suoi servi: “in verità vi dico, li farà mettere a tavola e passerà a servirli (Lc 12,37).
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:12
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