Sono oltre 117 milioni le persone in fuga da guerre, persecuzioni e violenza a livello globale, almeno 1 persona ogni 73.
Il 20 giugno si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato, istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 4 dicembre 2000 in occasione della ricorrenza, che si sarebbe compiuta nell’anno successivo, del 50° anniversario della Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati, adottata il 28 luglio 1951.
L’iniziativa ha come obiettivo la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla condizione di milioni di rifugiati e richiedenti asilo che sono costretti a lasciare la famiglia, la propria terra e tutti i possedimenti e fuggire per la propria sopravvivenza minacciata dalle guerre e dalle violenze etniche e religiose.
Per noi, missionari della Consolata rappresenta un’occasione importante per rendere visibili alcuni aspetti del nostro carisma, in particolare la consolazione, l'accoglienza e l’accompagnamento di chi arriva nel territorio delle nostre missioni e sceglie di costruire con noi il proprio futuro. È anche un’opportunità per valorizzare la rete dei tanti soggetti della comunità e del territorio che collaborano con noi per la realizzazione insieme a noi dei progetti di inclusione dei profughi e che ogni giorno, e che si impegnano assiduamente per sensibilizzare le nostre città affinché siano sempre più accoglienti e inclusive.
La guerra in Ucraina ha provocato il più grande flusso migratorio dalla fine della Seconda guerra mondiale. Foto: EPA
Al via la campagna di solidarietà #withrefugees. Tutti gli eventi dell’UNHCR, Agenzia ONU per i rifugiati: insieme troviamo soluzioni e rimuoviamo gli ostacoli all’inclusione
I rifugiati e richiedenti asilo nel mondo
Secondo UNHCR (the UN Refugee Agency), alla fine del 2023 erano 117 milioni le persone che sono state costrette a fuggire dalle loro case cercando rifugio all’interno o all’esterno dei propri confini nazionali. Di fronte a emergenze che diventano rapidamente catastrofi umanitarie i sistemi di protezione appaiono sempre più fragili e incerti.
Una cifra in continua crescita anche a seguito soprattutto del perpetrarsi della guerra in Ucraina e dello scoppio del conflitto in Sudan che ha causato nuovi esodi di profughi.
Alla fine del 2023 i migranti forzati nel mondo erano:
43,4 milioni rifugiati: 30,5 milioni sono rifugiati sotto il mandato dell’UNHCR; 5,9 milioni sono rifugiati palestinesi sotto il mandato dell’UNRWA.
68,3 milioni di persone (il 58%) sono sfollati interni.
9,7 milioni sono richiedenti asilo.
I numeri confermano che sono sempre i paesi a medio e basso reddito ad ospitare la maggior parte delle persone in fuga. I 46 paesi meno sviluppati (che rappresentano meno dell’1,3% del prodotto interno lordo globale) ospitano più del 20% di tutti i rifugiati.
Un rifugiato è una persona che è fuggita dal proprio Paese perché lì è in pericolo. Foto: Getty Images
Il rapporto UNHCR del 2023 mostra che:
Il 73% delle persone in fuga all’estero provengono da: Siria (6,4 milioni), Afghanistan (6,4 milioni), Venezuela (6,1 milioni), Ucraina (6 milioni).
Anche se l’attenzione è spesso rivolta alle difficoltà dell’Europa nella gestione dei rifugiati, la maggior parte dei rifugiati del mondo vive altrove. La Repubblica Islamica dell’Iran è il Paese che ospita il maggior numero di persone rifugiate al mondo (3,8 milioni) seguito da Turchia (3,3 milioni), Colombia (2,9 milioni), Germania (2,6 milioni) e Pakistan (2 milioni).
La maggior parte della popolazione rifugiata (69%) vive nei Paesi limitrofi a quelli di origine. Il 75% delle persone in fuga nel mondo è ospitato in Paesi a basso e medio reddito. Il 69% dei rifugiati vivono in un Paese confinante con quello da cui sono fuggiti. Spesso si tratta di Paesi in via di sviluppo. Circa il 30% dei migranti forzati sono minori.
Come possiamo vedere, i migranti forzati sono una popolazione immensa, che aumenta costantemente anno dopo anno.
Maria si è rifugiata in Egitto insieme a Giuseppe per salvare la vita al proprio figlio Gesù. Chiesa del Santo Salvatore in Chora, Istanbul, Turchia
I rifugiati e la Consolata
Un rifugiato è una persona che è fuggita dal proprio Paese perché lì è in pericolo. È andata in un altro Paese che ha accettato di proteggerla.
Il XIV Capitolo Generale (2023), nelle disposizioni sulla nostra “missione ad gentes” ha chiesto che “tutti i missionari s’impegnino nel servizio compassionevole di Consolazione verso i popoli bisognosi, come per esempio profughi e migranti, nomadi e popoli indigeni, ecc. tramite processi generativi di accoglienza, cura pastorale e promozione della dignità” (XIV CG 77).
Questo impegno deve esse ancora più forte e significativo quando ci rendiamo conto che questa Giornata Mondiale del Rifugiato coincide con la Festa della nostra Patrona, Maria Consolata celebrata il 20 giugno che a sua volta ha fatto esperienza di rifugiata in Egitto insieme a Giuseppe per salvare la vita al proprio figlio Gesù.
In questo mondo multiculturale e di crescente mobilità umana, la missione fatta d’accoglienza, accompagnamento e consolazione, contribuisce alla creazione di solidarietà. I rifugiati ci ricordano che non ci può essere inclusione senza una comunità aperta e solidale in cui tutti e tutte possano sentirsi a casa per mettere a frutto le proprie risorse e potenzialità.
Il questo giorno di festa, affidiamo alla Madre Consolata la realtà del nostro tempo, fatta di ombre e di luci e le chiediamo di aiutarci a guardarla con i suoi occhi pieni di compassione, solidarietà e consolazione per saper scoprire la bellezza di ogni popolo, di ogni cultura e di ogni persona, in particolare dei rifugiati.
* Padre Jaime C. Patias, Comunicazione IMC.