LEGGI
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». (Mc 1,1-7)
RIFLETTI
1- Il racconto si apre con la presentazione del Vangelo, che reca la bella notizia per l’umanità. Il Vangelo è un dinamismo che coinvolge l’esistenza dell’essere umano in un processo di trasformazione del cuore. Seguendo la predicazione di Pietro, Marco ha raccolto il messaggio del Vangelo per la comunità di Roma. La parola «Vangelo» costituisce uno dei temi centrali del racconto. Annunciare il «Vangelo del Regno» rappresenta l’impegno primario della missione di Gesù. Il Risorto affiderà alla comunità dopo la Pasqua l’impegno di evangelizzare le genti.
2- Un secondo aspetto della meditazione è rappresentato dalla testimonianza di Giovanni Battista e della sua radicalità. Egli è il testimone inviato da Dio per «preparare» la venuta del Figlio. Con il ricorso alla profezia di Isaia, l’evangelista introduce la figura di Giovanni Battista sottolineando che egli è «la voce» in vista della Parola di salvezza. Ogni cammino di fede ha bisogno di testimonianza. Il nostro cammino verso il Natale è introdotto da questo straordinario protagonista dell’Avvento. La sua esistenza radicale, la sua parola autorevole, la sua passione per la verità ci coinvolgono in una profonda accoglienza del suo messaggio di conversione.
3- Il terzo aspetto della pagina evangelica è proprio l’invito alla conversione (metanoia). Il radicale cambiamento della mente (meta–nous), del modo di pensare e di vivere, implica un processo interiore che spinge i credenti a rileggere la propria esistenza nell’ottica della salvezza. Vivere la conversione significa rendere il proprio cuore disponibile all’incontro con Dio, il Dio che viene. Non siamo più noi a determinare l’indirizzo della storia e della vita, ma è Dio che si rende presente in Cristo, a trasformare le nostre povertà in dono di salvezza. Il Figlio è «più grande» di Giovanni e porterà un battesimo nello Spirito Santo (v. 8).
4- Un ultimo aspetto è rappresentato dal motivo teologico del «deserto». Sappiamo quanto il tema del deserto sia importante nella spiritualità e nella memoria di Israele. Terra arida, inospitale, luogo di prova e di disperazione, il deserto fa parte della storia di Israele e ne evidenzia tutta la sua debolezza. Soprattutto nel ripensare all’esodo dall’Egitto e al cammino verso la terra promessa, il credente deve poter riconoscere nel deserto il «luogo del cambiamento» e il tempo della prova che prepara i doni del Signore. Il deserto è la terra che bisogna oltrepassare con la fiducia che Dio non abbandona il suo popolo. E’ questa la certezza che deve accompagnare anche noi nel tempo di Avvento.
DOMANDE
Il fondamento del Vangelo è Gesù: come vivo l’incontro con Cristo nel mio quotidiano? Avvento di crescere nella relazione con il Signore? Quali sono i segni di questo cammino di maturazione?
Il tempo di avvento è tempo di «deserto», di riflessione, di solitudine e di ripensamento: mi apro a Dio e alla sua Parola? Cosa oggi il Signore mi chiede di cambiare nella mia vita?
La radicalità delle mie scelte non è semplicemente una condizione morale ma esistenziale, progettuale: come vivo il mio progetto di vita? Come costruisco le mie relazioni? Mi sento coinvolto e interpellato dal bisogno di aiutare i fratelli?
PREGA
Ascolta, Signore, la mia voce. Io grido: abbi pietà di me, rispondimi! Il mio cuore ripete il tuo invito: «Cercate il mio volto!». Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, ma il Signore mi ha raccolto. Mostrami, Signore, la tua via, guidami sul retto cammino, perché mi tendono insidie. (dal Salmo 27)