Alcuni biglietti di auguri, fra i tanti ricevuti, con sapore missionario
Un nonno... a servizio degli ultimi
Buon Natale con Fedrik, camerunese di 12 anni, migrante qui da noi. Lo accompagno a scuola quattro volte al giorno mattino e pomeriggio. La scuola è ad un kilometro di distanza e fa la 4 elementare. È bravo e nelle lunghe camminate mi racconta la sua triste storia.
Fa molto bene fare il nonno con tanti nipoti da consolare, allora è bello scoprire che NATALE è creare relazioni di amicizia con chi da tempo non hanno sentito affetto da nessuno. Ogni giorno scopro quanto Dio mi ama nella preghiera ,condividere con l altro questo amore è gioia vera. Ecco il mio Natale qui a Oujda tra giovani migranti: stanchi, feriti, affamati dopo mesi trascorsi nel deserto; un piatto di riso caldo, un pezzo di pollo bollito, mangiato in compagnia di fratelli che ti accolgono con affetto è NATALE. L'Emmanuele il Dio con noi. p. Francesco Giuliani
Nella terra dell' "uomo caimano"
Auguri a tutti e auguri dal territorio caldo dell'uomo Caimano, Chibolò, nella diocesi di Banco Magdalena (Colombia) in compagnia di adulti, giovani e bambini. p. Stanslaus Mnyawami
Dalle nostre sorelle Missionarie della Consolata
Ghenna Lidat, Natale Etiope
L’Etiopia è la più antica nazione dell’Africa dove si sia stabilito il Cristianesimo, nel il IV secolo. Ma non si celebra il Natale nella stessa data che in occidente. Infatti la celebrazione si realizza il 7 gennaio. Come mai? Come si celebra il Natale?
Il calendario etiope è 7 anni indietro rispetto al calendario gregoriano usato in occidente. Perché l’Etiopia, non essendo mai stata colonizzata, usa ancora il calendario giuliano. L’anno è diviso in 12 mesi di 30 giorni ciascuno e nell’anno bisestile c’è un tredicesimo mese di 5 o 6 giorni. In Etiopia ora è l’anno 2014.
Poi, secondo il calendario etiope, la nascita di Gesù è il 29 Tahsas, que equivale al vostro 7 di gennaio. Alcuni Etiopi in questa occasione fanno un digiuno che si chiama Tsome Nabiyat (digiuno dei profeti). Vuol essere una preparazione fisica e spirituale per la giornata della nascita di Gesù. Durante questo digiuno si mangia ogni giorno soltanto cibo vegano. Coloro che hanno scelto di fare il digiuno lo interrompono con un pasto leggero il 7 gennaio; cioè il giorno di Natale. La veglia di Natale comincia alle 12:00 di sera e nella Chiesa Ortodossa dura fino al mattino seguente. Tradizionalmente in questa veglia si usa una specie di torcia di fuoco, fatta di cotone, che si chiama shamma.
Coloro che guidano la preghiera e i diaconi indossano ornamenti festivi, mentre le altre persone che partecipano alla celebrazione indossano i vestiti tradizionali del Ghenna (Natale). I cristiani vanno per le strade da una chiesa all’altra per celebrare il Ghenna. Come in altre feste nel mondo, durante il Ghenna si preparano i cibi tradizionali. I piatti consumati in questa occasione sono dei classici piatti etiopi: doro wat (un pollo piccante); dabbo (un tipo di pane), injera, caffè e altre bevande tipiche.
Una leggenda che collega il caffè con il Natale è la storia dei tre uomini saggi o magi che hanno visitato Gesù bambino e venivano dall’Etiopia. In questo giorno il caffè si prepara e si serve tre volte al giorno nella memoria dei re Abol, Tona e Baraka. La tradizione dice che i tre re avevano bevuto il caffè per stare svegli durante il lungo viaggio per vedere Gesù.
Gli Etiopi tradizionalmente hanno anche uno sport che si chiama kille/Ghenna e fa parte della celebrazione: è un gioco che assomiglia molto al hockey. La tradizione etiope sostiene che il gioco è cominciato con la storia dei pastori di Natale che, quando hanno sentito la notizia della nascita di Gesù, si rallegrarono molto e per la gioia cominciarono a giocare nel campo.
Insomma, il Ghenna è una festa che porta molta gioia agli Etiopi perché è il memoriale che Gesù è venuto a salvare il mondo e fatto uomo e questo co unisce con gli altri cristiani del mondo intero. Melkam Ghenna!! Buon Natale!
Taresa Misgana (Seminario Bravetta)