L’unica cosa certa è che lasciano dietro di sé una lunga striscia di sangue. Omicidi brutali, stragi nei villaggi e attacchi a stazioni di polizia e a uffici pubblici. Chi siano veramente non si sa. La narrazione corrente è che siano miliziani islamisti legati all’Isis e si dice che abbiano giurato fedeltà allo Stato Islamico. Testimoni sentiti sul posto (e che, comprensibilmente, vogliono mantenere l’anonimato) smontano questa versione: «Nessuno sa con precisione chi siano. Si dice giovani locali. Alcuni miliziani catturati dalle forze dell’ordine hanno confessato di essersi uniti al gruppo perché veniva offerto loro denaro. Di sicuro ci sono anche stranieri: tanzaniani o mozambicani che sono stati in Tanzania e sono rientrati. Per questo motivo le forze dell’ordine hanno rafforzato i controlli alla frontiera».
I musulmani del posto, continuano le nostre fonti, non hanno mai dimostrato atteggiamenti violenti o di intolleranza. «La maggior parte delle persone uccise dal 2017 a oggi sono musulmani – osservano -. I musulmani sono terrorizzati dagli attacchi tanto quanto i cristiani».