Il coronavirus ha fatto capolino in Kenya. Un missionario, Renato Kizito Sesana, che negli anni ha messo in piedi una rete di case di accoglienza e iniziative sociali, passeggia per il quartiere domandandosi come sarebbe possibile far fronte, qui, a un’emergenza che esiga la “distanza sociale”.
Lo aspettavamo, e anche in Kenya è arrivato il coronavirus. Tutto è successo in meno di 24 ore. Ieri mattina abbiamo convocato un incontro dei responsabili delle case di Koinonia per decidere insieme le indicazioni da dare ai bambini. Dopo poche ore è stato dato l’annuncio di un primo caso, a Ongata Rongai, la cittadina alla periferia di Nairobi dove abbiamo Tone la Maji e Malbes. È una donna rientrata pochi giorni fa dagli Stati Uniti. Solo la settimana scorsa, mentre io ero in Zambia, un’amica romana che segue un progetto vicino a Tone la Maji mi scriveva commossa per le preghiere che i nostri bambini facevano per gli ammalati italiani.