A far scattare la “scintilla” sono stati tre casi, tra i tanti che si verificano ogni giorno, che hanno avuto una vasta eco e suscitato un’ondata di indignazione, anche perché accaduti nella capitale, Città del Messico: in novembre Abril Pérez è stata assassinata dal marito, che era stato lasciato libero dal giudice, nonostante i precedenti; poi, nelle ultime settimane, l’efferato femminicidio della giovane Ingrid Escamilla e il rapimento e uccisione della piccola Fátima, di soli sette anni
Ogni giorno in Messico almeno dieci donne vengono uccise, anche se i femminicidi “riconosciuti” sono circa tre. Comunque tantissimi. A questi si aggiungono i diffusissimi fenomeni della violenza, dello sfruttamento lavorativo e sessuale, della tratta, della discriminazione. Stavolta, le donne messicane hanno deciso di dire “basta”. E, dopo la sfilata nella loro festa, domenica 8 marzo, il giorno successivo, lunedì 9, sciopereranno. Faranno vedere cosa sarebbe il Paese senza di loro e, appoggiate da larghissimi settori della società civile, compresa la Chiesa, andranno in piazza. #UnDíaSinNosotras, “Un giorno senza di noi”, è appunto lo slogan che accompagnerà la giornata.