Personalità di spicco da 18 nazioni del mondo scrivono al Capo dell’Esecutivo del Territorio: “Basta violenze, tornate al dialogo e attuate le riforme chieste dal popolo. Soltanto in questo modo potrete conservare la grandezza di Hong Kong”. L’esecutivo locale risponde a stretto giro: “Fatti non veritieri, gli stranieri non si devono immischiare nei nostri affari interni”.
Hong Kong “è una delle grandi città del mondo, uno dei centri finanziari e commerciali più importanti, e un’importante via di accesso alla Cina e al resto dell’Asia. Sarebbe una tragedia se perdesse queste caratteristiche e divenisse nota soltanto per la repressione”. È il senso di una lettera aperta indirizzata al Capo dell’Esecutivo del Territorio, Carrie Lam Cheng Yuet-ngor, e firmata da 40 personalità di spicco di 18 nazioni del mondo.
Fra i firmatari vi sono il cardinale birmano Charles Maung Bo, a capo della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche; l’ex portavoce della Camera dei Comuni inglese, John Bercow; l’ex ambasciatore sudcoreano per i diritti umani Lee Jung-hoon; l’ex presidente dell’All India Catholic Union John Dayal e molti altri.
La lettera pone al Capo dell’Esecutivo una serie di domande ...