COLOMBIA - Ex guerriglieri delle FARC tornano a prendere le armi, nuovi ostacoli sul cammino della pace

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Esattamente una settimana fa, nel pomeriggio del 12 settembre, sono state liberate 6 persone che erano ostaggio del gruppo guerrigliero Esercito di Liberazione Nazionale (ELN). Nell’operazione la Chiesa, insieme alla Croce Rossa e ad altri organismi umanitari, hanno avuto un ruolo da protagonista. L'ELN ha sottolineato di aver proceduto nonostante "le difficoltà poste dal governo nazionale, che ha rifiutato di concordare protocolli favorevoli al rilascio dei sei prigionieri", secondo la nota pervenuta a Fides. Il fatto è stato considerato un passo importante, ma non ancora decisivo, per arrivare alla pace tra governo della Colombia ed Esercito di liberazione nazionale.

Il Presidente della Repubblica della Colombia, Ivan Duque, rallegrandosi per il rilascio dei 6 ostaggi, successivamente ha chiesto il rilascio di tutti gli ostaggi nelle mani dell'ELN come condizione preliminare per proseguire i colloqui di pace, e ha ribadito che il governo insisterà per il rilascio di tutti i prigionieri e la cessazione delle attività violente contro la popolazione.

Il Presidente della Conferenza episcopale, Mons. Oscar Urbina Ortega, Arcivescovo de Villavicencio, dopo essersi congratulato alla notizia del rilascio, ha sottolineato che si tratta sempre di "passi" decisivi per riprendere il dialogo fra governo e ELN e conseguire la pace piena per la Colombia.

Purtroppo riguardo al cammino della pace in Colombia, sono confermate le notizie secondo cui in alcune parti del paese un gruppo di ex-guerriglieri delle FARC, Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, ha ripreso le armi. Disillusi dalla vita civile e dalla continua minaccia dei paramilitari, un gruppo di ex membri delle FARC è tornato ad imbracciare le armi mettendo a rischio l'accordo di pace, che tuttavia viene contestato anche dallo stesso Presidente Ivan Duque. Tra gli obiettivi proclamati dal nuovo gruppo c’è quello di difendere le popolazioni dai gruppi armati.

I volontari missionari che assistono la popolazione nelle zone che erano di dominio delle FARC, tempo fa hanno verificato, con medici e psicologi volontari, che alcuni ex-membri delle FARC non riuscivano a convivere con la nuova situazione civile e sociale. Nelle informazioni pervenute a Fides, si leggeva: "Bisogna ricordare che questo conflitto dura da 50 anni, quindi ci sono soldati che per tutta la vita hanno solo combattuto e vissuto fra le armi. E' chiaro che cambiare vita completamente richiede un enorme sacrificio e capacità personali per riuscire". Ecco perché oggi i ribelli tornati alle armi affermano: "Quelli tra noi che sono di nuovo armati sono disposti a morire negli scontri".

Last modified on Wednesday, 19 September 2018 22:40

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