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Carissimi confratelli ed amici,
fra una settimana, l’8 agosto 2020, alle ore 10:00, nel Santuario della Consolata a Torino sarà consacrato Vescovo il P. Giorgio Marengo, missionario della Consolata.

P. Giorgio fu scelto da Papa Francesco per guidare la Chiesa locale di Mongolia, nominandolo Prefetto Apostolico di Ulaanbaatar, come Vescovo Titolare di Castra Severiana.

Invio sotto le informazioni e alcuni link per agevolare la partecipazione e la divulgazione.

Saluti fraterni.

P. Pedro Louro

Dear confreres and friends,
in a week time, on August 8th, 2020, at 10 am, in the Consolata Shrine of Turin will be consecrated Bishop Fr. Giorgio Marengo, Consolata missionary.

Fr. Giorgio was chosen by Pope Francis to lead the local Church of Mongolia assigning him Apostolic Prefect of Ulaanbaatar, as Titular Bishop of Castra Severiana.

Below, I’m sending you some links that may be helpful for your participation and sharing.

Brotherly greetings.

Fr. Pedro Louro

 

Link per la diretta / Streaming links:

            Facebook - https://www.facebook.com/missionariconsolata/live/
            Youtube -
https://youtu.be/v8zKLIOn_Y4 (consolatavideos)

In TV - TeleCupole:

            Digitale Terrestre: canale 15
            Sky: canale 824
            TivùSat: canale 422

Articoli relazionati / Related Articles:

Invito / Invitation:

Volantino con orari / Leaflet with schedule:
https://www.consolata.org/new/images/stories/2020/07/16-INMD2-Mons_Giorgio_Marengo-Volantino.pdf

In consolata.org
https://www.consolata.org/new/index.php/mission/nostridicono/item/3301-consacrazione-episcopale-di-padre-giorgio-marengo-imc-prefetto-apostolico-di-ulaanbaatar-in-mongolia

In Missioni Consolata: In punta di piedi
http://www.rivistamissioniconsolata.it/2020/03/20/in-punta-di-piedi/

Stemma Episcopale / Episcopal ‘Coat of arms’:
https://www.consolata.org/new/images/stories/2020/07/16-INMD2-Mons_Giorgio_Marengo-stemma.pdf

Intervista al nuovo Prefetto Apostolico di Ulaanbaatar p. Giorgio Marengo IMC (08/04/2020)
Interview to the new Apostolic Prefect of Ulaanbaatar fr. Giorgio Marengo:

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Il 30 luglio occorre la Giornata Internazionale contro la tratta di esseri umani.

La tratta di esseri umani è un crimine che vede uomini, donne e bambini vittime di gravi forme di sfruttamento, tra le quali il lavoro forzato e lo sfruttamento sessuale. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) stima che 21 milioni di persone siano vittime del lavoro forzato, qui ricomprese anche le vittime di sfruttamento sessuale.

Questo fenomeno riguarda tutti i paesi, siano essi paesi di origine, di transito o di destinazione delle vittime. Secondo il rapporto sul traffico di esseri umani dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC), quasi un terzo delle vittime sono minori. Inoltre, il 71% del totale è costituito da donne e bambine.

Nel 2010, l’Assemblea Generale ha adottato un Piano Globale d’Azione per la lotta alla tratta di esseri umani e ha esortato i governi di tutti i paesi a intraprendere azioni coordinate e coerenti per sconfiggere questa piaga. Il Piano esprime la necessità di includere la lotta al traffico nei programmi più ampi delle Nazioni Unite, affinché lo sviluppo e la sicurezza a livello mondiale vengano rafforzati. Una delle principali disposizioni del Piano è la creazione di un fondo fiduciario volontario delle Nazioni Unite, in particolare per donne e bambini.

Nel 2013 l’Assemblea Generale ha tenuto un incontro di alto livello per la valutazione del Piano Globale d’Azione. I Paesi Membri hanno adottato la risoluzione A/RES/68/192, designando il 30 luglio come ricorrenza per la Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani. La risoluzione l’importanza di questa ricorrenza “nel far conoscere la situazione delle vittime della tratta di esseri umani e nella promozione e protezione dei loro diritti”. (in https://www.onuitalia.it/30-luglio-giornata-internazionale-contro-la-tratta-di-esseri-umani)

Anche la Chiesa Cattolica, nel contesto di questo grave e ingiusto fenomeno e crimine con proporzioni mondiali, celebra la Giornata di Preghiera contro il Traffico Umano l’8 febbraio, “memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita, la Suora sudanese che da bambina fece la drammatica esperienza di essere vittima della tratta” (Papa Francesco: Angelus 8 Febbraio 2015)

Di seguito, vi proponiamo la Preghiera Contro il Traffico Umano per intercessione di Santa Giuseppina Bakhita.

Preghiamo:

Santa Giuseppina Bakhita,
da bambina sei stata venduta come schiava
e hai dovuto affrontare difficoltà e sofferenze indicibili.
Una volta liberata dalla tua schiavitù fisica,
hai trovato la vera redenzione nell’incontro con Cristo e la sua Chiesa.

Santa Giuseppina Bakhita,
aiuta tutti quelli che sono intrappolati nella schiavitù.
A nome loro, intercedi presso il Dio della Misericordia,
in modo che le catene della loro prigionia possano essere spezzate.
Possa Dio stesso liberare tutti coloro che sono stati minacciati,
feriti o maltrattati dalla tratta e dal traffico di esseri umani.
Porta sollievo a coloro che sopravvivono a questa schiavitù e
insegna loro a vedere Gesù come modello di fede e speranza,
così che possano guarire le proprie ferite.

Ti supplichiamo di pregare e intercedere per tutti noi:
affinché non cadiamo nell’indifferenza,
affinché apriamo gli occhi e possiamo guardare le miserie e le ferite
di tanti fratelli e sorelle privati della loro dignità e della loro libertà
e ascoltare il loro grido di aiuto.

Amen.

https://preghieracontrotratta.org/files/prayers/italiano.pdf

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Carissimi Fratelli e Sorelle,
la comunità cattolica della Mongolia
e i Missionari e le Missionarie della Consolata
con gioia annunciano che
la consacrazione episcopale di
padre Giorgio Marengo,
per le mani del cardinal Luis Antonio Tagle,
avverrà il giorno 8 agosto, alle ore 10,
al Santuario della Consolata di Torino.

 

Nominato Prefetto Apostolico e vescovo da Papa Francesco lo scorso 2 aprile, padre Giorgio ha aspettato fino all'ultimo che ci fossero le condizioni per organizzare la consacrazione episcopale a Ulaanbaatar, in Mongolia, dove sarebbe stato naturale che avvenisse. Ma a causa delle severe restrizioni applicate per contenere la pandemia Covid-19, è diventato evidente che tali condizioni non si sarebbero date e sarebbe stato impossibile persino ai vescovi consacranti entrare nel paese.

Cattedrale di Ulaanbaatar, Mongolia

Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, Ulaanbaatar, Mongolia

Si è quindi pensato all'Italia e la scelta di Torino è stata spontanea, sia per il profondo legame dell’Istituto con la chiesa subalpina che per le origini stesse di padre Giorgio.

Padre Giorgio Marengo sarà consacrato il giorno 8 agosto, alle ore 10, nel Santuario della Consolata di Torino, per le mani del cardinale Luis Antonio Tagle, assistito dal cardinale Severino Poletto e dall’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia.

Anche la scelta del Santuario della Consolata non è casuale. Con questo gesto si vuole esprimere anzitutto una profonda gratitudine alla Consolata per aver inviato i suoi missionari nelle lontane terre della Mongolia. È la Consolata che ha voluto i suoi missionari in Mongolia e, quindi, è al suo abbraccio che è affidata tutta la Prefettura Apostolica.

«Che la consacrazione episcopale avvenga a Torino è il risultato di un misterioso intreccio di eventi ed è un dono del tutto inaspettato - scrive padre Giorgio -. I legami di amicizia e di collaborazione che ci uniscono vi porterebbero certamente a voler essere tutti presenti quel giorno al Santuario della Consolata, ma questo non sarà purtroppo possibile: siamo infatti ancora in tempi difficili e non possiamo dimenticarcelo. Queste restrizioni ci impongono un sacrificio, quello cioè di lasciare che alla celebrazione partecipi solo un gruppo su invito personale: membri della mia famiglia stretta e di quella allargata dei Missionari e Missionarie della Consolata, con un’esigua rappresentanza di sacerdoti e consacrati e consacrate e di altre Chiese particolari legate alla Mongolia. Sono sicuro che tutti capite la situazione e troverete il modo di farvi presenti con la preghiera e l’affetto anche a distanza».

Santuario della Consolata, Torino

Santuario della Consolata, Torino

Per favorire la comunione e rendere possibile a tanti di partecipare «a distanza», sarà predisposta una trasmissione in diretta internet sul canale YouTube della diocesi di Torino, su quello dei Missionari della Consolata e quello della prefettura in Mongolia. Dettagli per il collegamento verranno comunicati quanto prima.

 

Incontri con il nuovo vescovo

Nei giorni successivi alla consacrazione sarà comunque possibile salutare il nuovo vescovo che incontrerà diverse comunità prima del suo ritorno in Mongolia.

I primi appuntamenti sono domenica 9 agosto:

·         ore 10.30 nella Chiesa del Beato Giuseppe Allamano - Casa Madre dei Missionari della Consolata (C. Ferrucci, 18)

·         ore 18.00, nella parrocchia S. Alfonso Maria de’ Liguori (via Netro, 3)

Uno degli ultimi è domenica 30 agosto:

·         ore 11.00 nella parrocchia Maria Regina delle Missioni (via Cialdini, 20)

 

Uniamoci in spirito a questo evento
e preghiamo soprattutto per la Chiesa in Mongolia.

 

Contatti per ulteriori informazioni

Padre Giorgio Marengo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. | +39 379 110 1527

Rivista Missioni Consolata: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. | 011 4400 400 (portineria, Missioni Consolata, corso Ferrucci 14)

 

Volantino (PDF)          Spiegazione Stemma (PDF)

 

P. Giorgio Marengo in visita a Monaco Buddista

P. Giorgio Marengo in visita a Monaco Buddista

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A misericórdia é um tema central na vida da Igreja de Cristo.  Este tema foi retomado com mais intensidade no ano da misericórdia anunciada (de 8 de dezembro de 2015 a 20 de novembro de 2016) pelo Papa Francisco. A misericórdia é a característica de Deus diante dos seres humanos. Assim, sendo criaturas de Deus, os seres humanos são chamados a viver esta característica divina entre eles porque Deus mostrou-lhes o caminho. Mas acontece que, ao longo da caminhada do povo de Deus, esta característica por vezes foi esquecida ou se fala, mas não em profundidade. Num mundo individualista, intolerante onde as leis são colocadas no primeiro plano; num mundo onde tudo se resolve graças ao dinheiro; num mundo onde o ser humano perde sempre a sua dignidade; num mundo onde os fracos, os pobres são rejeitados pela sociedade; num mundo onde Deus não se encontra no primeiro plano, é difícil aos seres humanos reconhecerem a figura de Deus nas pessoas e serem misericordiosos.

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Por isso, diante destas realidades que o mundo vive hoje, acha-se que, para uma boa integração de todos na sociedade, na comunidade cristã, é preciso retomar as práticas da misericórdia.

A prática da misericórdia se fez presente na longa história do povo de Deus; primeiro, no Antigo Testamento e depois no Novo Testamento com os ensinamentos de Jesus e as práticas misericordiosas propostas por Ele.

A partir das propostas da eclesiologia do Papa Francisco, o tema de misericórdia: caminho para amazonizar-se é importante não só para a Igreja na Amazônia, mas também para a Igreja no mundo.  Certamente, as práticas da misericórdia levam o ser humano a procurar a dignidade do seu semelhante, que é criatura de Deus. Através das práticas de Jesus, percebe-se que todas as suas ações misericordiosas procuravam mostrar o desígnio do Pai que é a valorização, a dignificação do ser humano.

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Jesus fez da misericórdia a base da sua pregação mostrando o rosto verdadeiro de Deus para com os homens. Desde o Antigo Testamento, existiam pregações e profecias que apresentavam ao povo de Israel o aspeto misericordioso de Deus. Mas Jesus é esta apresentação concreta e efetiva do amor de Deus no meio dos homens. Retomar hoje com maior intensidade os ensinamentos de Jesus demonstra a atualidade da mensagem salvífica e confirma a presença da Igreja na Amazônia e no mundo.

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A palavra ‘misericórdia’ formada por duas raízes miserere e cordis destaca a compaixão que brota do coração, do íntimo da pessoa humana. A compaixão leva a pessoa humana a sentir o que o outro sente. Por isso, a misericórdia é vista como o gesto ou ato de sentir procurando viver a solidariedade com o próximo. A misericórdia reveste-se também de um caráter operativo na busca de viver o amor em exercício de salvação. Este aspeto revela também a qualidade ativa do amor de Deus para com os homens. Por isso:

A misericórdia começa com um sentir pena, exprimir condolências, mas só se completa como experiência profunda quando se é afetado pela miséria alheia nas próprias entranhas vitais e corporais. Muitas vezes foi descrita como o sentimento piedoso de simpatia para com a tragédia pessoal de outrem, acompanhado do desejo de minorá-la, mas é certamente muito mais que isso. Expressa a participação espiritual na infelicidade alheia, suscitando um impulso altruísta de ternura para com o sofredor[1].

O movimento de sentimento e afetividade e também de ação, de mudança e reflexão é suscitado pela misericórdia que vai da melancolia à ternura. É preciso resgatar o verdadeiro sentido da misericórdia para não cair no aspeto do paternalismo ou na exploração da vida humana. Não existe no exercício da misericórdia a ideia de passividade negativa. Por isso, este sentimento de amor que brota do coração de Deus apresenta como exigência o caminho de aprendizado e fidelidade da parte do ser humano. Neste aprendizado, entende-se que a passividade ativa misericordiosa leva a uma abertura ao outro que favorece a vida humana e cristã.

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A prática da misericórdia desde o princípio da sua atuação busca dignificar a vida do ser humano porque este foi criado à imagem e semelhança de Deus. E Jesus ensinou aos seus discípulos que é preciso ser misericordioso e se colocar a serviço da vida humana. De fato, “Misericórdia é amor fecundo, misterioso e dialógico. Ela revela a própria pessoa de Jesus e de seu Evangelho de paz e justiça”[2].

A misericórdia não foi a única realidade que Jesus ensinou ou praticava, mas ela é vista como origem de todas as ações d´Ele. Assim, Na sua experiência da fé em Cristo e nos seus ensinos, a Igreja vive a misericórdia de Deus olhando e contemplando todos os passos realizados por Jesus Cristo desde o nascimento até a sua ascensão. Isto é a face ou rosto verdadeiro da missão da Igreja, sobretudo, no contexto atual da Amazônia. Esta missão da Igreja é efetiva só quando ela (Igreja) professa e proclama verdadeiramente a misericórdia no seu dia a dia diante das situações apresentadas pelo mundo.

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A Igreja não só deve proclamar e professar a misericórdia, mas também deve ter misericórdia para com os demais. Por isso, viver o “princípio misericórdia” pode ser o caminho a seguir para a realidade atual. O princípio misericórdia é visto por Sobrino como “um amor específico que está na origem de um processo, mas que além disso permanece presente e ativo ao longo dele, dá-lhe uma determinada direção e configura os diversos elementos dentro do processo”[3]. Neste processo, o amor misericordioso leva a uma ação ou reação diante do sofrimento extremo do próximo. O motivo verdadeiro desta ação é o sofrimento. O princípio misericórdia conduz a Igreja a valorizar os direitos da vida e da liberdade do ser humano dentro da sociedade. Assim a Igreja se torna mais humana na sua ação seja no seu aspeto interior seja no exterior. Por isso, este princípio vai contra a centralização de poder na Igreja porque leva a Igreja a sair do seu individualismo, da sua comodidade para ir ao encontro dos feridos da sociedade.

Esta perspetiva de uma Igreja em saída animou o Papa Francisco desde o início do seu pontificado. Animado pela misericórdia dos mais pobres e necessitados, o Papa convocou no ano passado nos dias 6 a 25 de outubro o sínodo para a Amazônia tendo como título: Amazônia: novos caminhos para a igreja e para uma ecologia integral. No desejo de estar mais próximo dos povos originários que vivem nesta parte da América Latina e escutando o clamor deste povo, o Papa convida a todos para estarem mais atentos aos gritos destes povos e da natureza:

A Amazónia é um todo plurinacional interligado, um grande bioma partilhado por nove países: Brasil, Bolívia, Colômbia, Equador, Guiana, Perú, Suriname, Venezuela e Guiana Francesa. Todavia dirijo esta Exortação ao mundo inteiro. Faço-o, por um lado, para ajudar a despertar a estima e solicitude por esta terra, que também é «nossa», convidando-o a admirá-la e reconhecê-la como um mistério sagrado; e, por outro, porque a atenção da Igreja às problemáticas deste território obriga-nos a retomar brevemente algumas questões que não devemos esquecer e que podem servir de inspiração para outras regiões da terra enfrentarem os seus próprios desafios[4].

Esta exortação do Papa convida a Igreja a buscar novos caminhos de evangelização e também para a defesa de uma ecologia integral. Esta visão que se manifesta a partir dos quatro sonhos do Papa: sonhos social, cultural, ecológico e eclesial permite à Igreja se amazonizar. Esta ação de amazonizar-se consiste no exercício de: conhecer, reconhecer, proteger, cuidar[5]. Estes verbos abrem novos caminhos para uma inculturação do Evangelho. Estes novos caminhos começam com a escuta. Esta escuta leva a Igreja e seus membros a: amar e respeitar, desaprender e aprender, reaprender, contemplar o ser humano e toda natureza buscando ajudar os povos originários a viverem com protagonismo.

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De fato, a vivência da misericórdia é um caminho para a Igreja se amazonizar. Sem a misericórdia, não haverá escuta dos povos originários e a natureza; não haverá aprendizagem, contemplação, amor e respeito aos povos originários e proteção da Mãe-Terra. Esta prática da misericórdia que oferece novos caminhos para amazonizar-se pode ser enriquecida também pela vivência de UBUNTU. O Ubuntu é uma maneira da vida do povo da África negra que levou por muitos anos o povo deste continente a lutar contra as injustiças e a promover a igualdade. Esta filosofia africana abrange todos os aspetos da vida humana procurando valorizar a vida e a presença de cada membro dentro da sociedade. Portanto,

Ubuntu, palavra existente nos idiomas sul africanos zulu e xhosa que significa “humanidade para todos”, é a denominação de uma espécie de “Filosofia do Nós”, de uma ética coletiva cujo sentido é a conexão de pessoas com a vida, a natureza, o divino e as outras pessoas em formas comunitárias. A preocupação com o outro, a solidariedade, a partilha e a vida em comunidade são princípios fundamentais da ética Ubuntu[6].

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De fato, Ubuntu ou outras apelações retratam a cosmovisão africana do mundo onde o ser humano se encontra em relação com o divino, com o mundo, com a comunidade, com a natureza. Neste sentido, o ser humano não pode viver isolado da comunidade mesmo tendo dificuldade seja de saúde ou espiritual. A presença de cada um é de maior importância. Por isso, esta palavra Ubuntu ou Bisoité ou Ujama leva à compreensão de que ‘eu só existo porque nós existimos’. Esta filosofia ajudou na luta contra o espírito individualista trazido pelos colonizadores europeus e lutar contra a política exclusivista no continente.

Enfim, para chegar na busca deste caminho da misericórdia para amazonizar-se, a motivação vem a partir das práticas do Papa Francisco na sua maneira de tratar as pessoas e de transmitir a mensagem da misericórdia ao mundo que passa por vários momentos difíceis por causa do individualismo, da divisão entre os homens. A partir das suas práticas baseadas na misericórdia, se percebe a missão da Igreja diante da vida degradante dos povos originários e dos biomas na Amazônia porque ser misericordioso é dar vida ao próximo.

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* Padre OSCAR LIOFO TONGOMBE, Missionário da Consolata, região do Brasil-Grupo Amazônia



[1] ALTEMEYER, J. Fernando, Sujeitos da misericórdia.  In: MILLEN, Maria Inês de Carsto; ZACHARIAS, Ronaldo (Org.). O Imperativo ético da misericórdia. Aparecida, SP: Santuário,  2016, p. 103

[2] Ibidem, p. 104.

[3] SOBRINO, Jon. O Princípio misericórdia. Petrópolis: Vozes, p. 32.

[4] Papa FRANCISCO, Exortação pós-sinodal QUERIDA AMAZONIA, n°5.

[5] Prof. Dr Márcia Maria de Oliveira, Realidade político-econômica e socioambiental da Amazônia. Curso de realidade amazónica 2020.

[6]  NASCIMENTO, Alexandro. Ubunto como fundamento. UJIMA-Revista de estudos culturais e afro-brasileiros, N°2, junho 2016, p.1.

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Signore,
aiutami ad essere per tutti un amico,
che attende senza stancarsi,
che accoglie con bontà,
che dà con amore,
che ascolta senza fatica,
che ringrazia con gioia.

Un amico che si è sempre certi di trovare
quando se ne ha bisogno.
Aiutami ad essere una presenza sicura,
a cui ci si può rivolgere
quando lo si desidera;
ad offrire un'amicizia riposante,
ad irradiare una pace gioiosa,
la tua pace, o Signore.

Fa' che sia disponibile e accogliente
soprattutto verso i più deboli e indifesi.
Così senza compiere opere straordinarie,
io potrò aiutare gli altri a sentirti più vicino,
Signore della tenerezza.

Se non ci facciamo l'abitudine di ben operare colle piccole cose,
all'occasione non faremo le grandi.
(Beato Giuseppe Allamano)

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