NELLE MANI DI DIO

Pubblicato in Preghiera missionaria

mani

Preghiera di fine Anno

 Introduzione

Con la preghiera di questa sera vogliamo mettere nelle mani di Dio tutti gli avvenimenti dell'anno che sta per finire, ogni istante che abbiamo vissuto. Nello stesso tempo dalle Sue mani vogliamo accogliere, come dono, il nuovo anno che sta per iniziare. Dio, che è fuori del tempo, è fonte del nostro tempo e della nostra storia. Per questo tutto poniamo nelle Sue mani e tutto da Lui riceviamo in un perenne rendimento di grazie.

 

CANTO

 

G. Sia benedetto Dio in ogni tempo

A. Egli ha compiuto per noi grandi cose

G. A Lui dia lode ogni creatura

A. Canti di grazie eleviamo al Signore

 

Dal salmo 138: "Dio mi conosce"

 

Ant. NELLE TUE MANI E' LA MIA VITA, O DIO

 

Signore, tu mi guardi

e mi leggi negli occhi

ciò che custodisco

nel segreto del cuore;

ogni mio gesto ti è familiare,

lo segui con amorosa premura.

 

Accompagni il mio lavoro

e il mio tempo libero,

il filo dei miei pensieri

e i miei desideri più nascosti.

 

Conosci le parole che dico

e i progetti che mi frullano in testa.

La tua è una presenza costante

uno sguardo che avvolge la mia vita.

 

Quando ci penso,

resto come incantato,

sorpreso e insieme affascinato.

E’ una cosa grande, meravigliosa

e spesso non me ne rendo conto !

 

Nel turbinare affannoso delle scelte

sono portato a sentirmi autosufficiente,

protagonista della mia vita

e dominatore delle cose.

 

In realtà cosa sarei senza di te?

Quali speranze che non siano miraggi?

Quali esperienze potrei fare

senza incontrare il tuo volto?

 

Anche quando vivo momenti di sofferenza

e mi si oscura il senso della vita,

è la tua misericordia che sperimento,

la tua parola illuminala mia angoscia!

 

Il mio stesso corpo è un dono meraviglioso

creato dalla tua mano,

cesellato con arte e con gusto

fin dal seno di mia madre.

 

Ti ringrazio, Signore,

per avermi fatto in modo così bello! Tutto quello che fai è meraviglioso,

ogni cosa è un raggio della tua bellezza.

 

 

LETTURA: Dal libro di Qoelet 3,1-13

Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.

C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,

un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.

Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,

un tempo per demolire e un tempo per costruire.

Un tempo per piangere e un tempo per ridere,

un tempo per gemere e un tempo per ballare.

Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,

un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.

Un tempo per cercare e un tempo per perdere,

un tempo per serbare e un tempo per buttar via.

Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,

un tempo per tacere e un tempo per parlare.

Un tempo per amare e un tempo per odiare,

un tempo per la guerra e un tempo per la pace.

Che vantaggio ha chi si dà da fare con fatica?

Ho considerato l'occupazione che Dio ha dato agli uomini, perché si occupino in essa. Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma egli ha messo la nozione dell'eternità nel loro cuore, senza però che gli uomini possano capire l'opera compiuta da Dio dal principio alla fine.

Ho concluso che non c'è nulla di meglio per essi, che godere e agire bene nella loro vita; ma che un uomo mangi, beva e goda del suo lavoro è un dono di Dio.

 

Responsorio :

Il Signore è la mia forza, mio canto è il Signor. Egli è il Salvator, in Lui confido, non ho timor. in Lui confido, non ho timor.

 

 

PREGHIERA

Eccoci, Signore, davanti a te.

Col fiato grosso, dopo aver tanto camminato.

Ma se ci sentiamo sfiniti,

non è perché abbiamo percorso un lungo tragitto,

o abbiamo coperto chi sa quali interminabili rettilinei.

È perché, purtroppo, molti passi,

li abbiamo consumati sulle viottole nostre, e non sulle tue: seguendo i tracciati involuti

della nostra caparbietà faccendiera,

e non le indicazioni della tua Parola;

confidando sulla riuscita delle nostre estenuanti manovre,

e non sui moduli semplici dell'abbandono fiducioso in te.

 

Forse mai,

come in questo crepuscolo dell'anno,

sentiamo nostre le parole di Pietro:

«Abbiamo faticato tutta la notte, e non abbiamo preso nulla».

Ad ogni modo,

vogliamo ringraziarti ugualmente.

Perché, facendoci contemplare la povertà del raccolto,

ci aiuti a capire che senza di Te non possiamo far nulla.

Ci agitiamo soltanto.

 

Ma ci sono altri motivi, Signore,

che, al termine dell'anno,

esigono il nostro rendimento di grazie.

Grazie, perché ci conservi nel tuo amore.

Perché continui ad avere fiducia in noi,

pur vedendo che tantissime altre persone

ti darebbero forse ben diverse soddisfazioni.

Grazie, perché non solo ci sopporti,

ma ci dai ad intendere che non sai fare a meno di noi.

 

Grazie, Signore, perché non finisci di scommettere su di noi.

Perché non ci avvilisci per le nostre inettitudini.

Anzi, ci metti nell'anima un cosi vivo desiderio di ricupero,

che già vediamo il nuovo anno

come spazio della speranza

e tempo propizio per sanare i nostri dissesti.

Spogliaci, Signore, di ogni ombra di arroganza.

Rivestici dei panni della misericordia e della dolcezza.

Donaci un futuro gravido di grazia e di luce

e di incontenibile amore per la vita.

Aiutaci a spendere per te

tutto quello che abbiamo e che siamo.

E la Vergine tua Madre ci intenerisca il cuore.

Fino alle lacrime.

(don Tonino vescovo)

 

 

G. Il tempo che il Signore va costruendo fra noi, passa attraverso la decisione e l'impegno di ciascuno: come in un grande mosaico ognuno di noi può portare il suo contributo di fede, di speranza, di amore. Rinnoviamo la fiducia nella presenza di Dio nella nostra storia personale e comunitaria, e cantiamo la certezza che passerà ogni cosa ma non il Suo amore per noi.

 

Preghiere spontanee intercalate dal responsorio:

 

Ti dirò grazie, ti benedirò Signore;

ti dirò grazie, ti benedirò.

 

 

LETTURA: Dal Vangelo di Matteo 25,1-29

Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo.

Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono.

A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene.

Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco.

Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora.

Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.

Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.

  

G. Tu hai messo nelle nostre mani. Signore, la costruzio­ne del mondo e l'edificazione della Chiesa. Ogni giorno ci chiami ad essere tuoi testimoni e a tendere la mano...

 

Mani per implorare mani per offrire

Mani per seminare mani per servire

Mani per accogliere mani per perdonare

Mani per benedire mani per consolare

Mani per dare vita mani per curare

Mani per comunicare mani per domandare

Mani per difendere mani per salvare

Mani per accarezzare mani per abbracciare

 

CANTO

 

PREGHIERA:

Credo che la mia vita appartiene a Dio.

E tutto ciò che appartiene a Dio è santo.

Ciò che conta, d'ora in poi,

non sarà fare della vita un cammino senza errori, ma tenere, durante il cammino, la mia mano nella mano di Dio,

che mi dà la vita e mi chiama per nome:

"Tu sei mio, mi appartieni!".

Santo è dunque il cammino della mia vita,

come sentiero di libertà.

Santa è la mia felicità,

quando si alimenta della gioia degli altri.

Santo è il mio dolore, quando soffro

per aver lasciato un istante la mano che mi guida.

Santi saranno i miei incontri

quando esprimeranno la condivisione dell'Amore di Dio.


Canto del TE DEUM


Canto

Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:07
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