Pregate la Madonna che ci faccia questo regolalo [del miracolo per la beatificazione del Cafasso]. Del resto non perderemo la pace per quello se la Madonna non crede di darcelo. In sostanza io sono qui (al Santuario) tesoriere, segretario, e dovrei avere il diritto di prendere le grazie principali ed invece…Tutti vengono a dire: Io ho ricevuto questa grazia…; io ho avuta questa… Ed io? Io registro sempre… Ma pregate che il Signore faccia la sua santa volontà: è poi tutto lì, vedete!».
«Se la Madonna mi dicesse: Vuoi sentirla la mia voce? – No, no, direi, la sentirò poi in Paradiso: Se vuol venire ad assistermi in punto di morte, bene; questo lo desidero, ma per sentire la sua voce, no, no, la sentirò poi in Paradiso». «Quando io dico che voglio bene alla Consolata, cosa devo dire…dirò sempre quello».
«(Preghiera del Ven.mo Padre) […]. Ringrazio voi, o Maria, di essere già da 35 anni vostro custode. Che cosa ho fatto in questi 35 anni? Se fosse stato un altro al mio posto, che cosa avrebbe fatto? Ma non voglio investigare; se fossi tanto cattivo, non mi avreste tenuto per tanti anni: è questo certamente un segno di predilezione. Se ho fatto male, pensateci, aggiustate voi, e che sia finita; accettate tutto come se l’avessi fatto perfettamente. Non voglio sofisticare, prendete le cose come sono; mi avete tenuto, dunque dovete essere contenta. – E mi pare che la Madonna abbia sorriso».
L’Allamano incoraggia ad avere una tenera pietà mariana: «Nessuno si fa santo se non è devoto della Madonna […]. Questo è il carattere distintivo di tutti i santi». «La devozione alla Madonna è segno di predestinazione. Ma per noi è segno che verremo certamente perfetti». «Per voi quando si parla della Madonna si sottintende sempre la Consolata».
«Vi farei un torto a parlarvi di fare bene la novena della Consolata, il cuore stesso ci deve insegnare. Noi siamo Consolatini, figli prediletti della Consolata»; «e non solo a parole, ma in realtà». «Sotto questo titolo è nostra festa, è tutta particolare nostra».
«La Madonna, dice S. Bernardo, è un acquedotto e una fontana. Una fontana perché tutte le grazie ci vengono di lì. “Hai voluto che ricevessimo tutto attraverso Maria”: così abbiamo nell’oremus della Consolata. […] Tutto da questa fontana: “Tutti abbiamo attinto dalla sua pienezza”. E poi un acquedotto perché tutto deve passare di lì. […] Dunque la Madonna è insieme fontana e canale. Da essa dobbiamo ricevere tutte le grazie; persuadiamoci che senza una vera devozione alla Madonna non possiamo farci veramente santi».
«Questo amore (alla Madonna) è di essenza tenero, bisogna ricorrere lungo la giornata a lei, proprio come ad una madre. […]. Dunque prima di tutto consideriamo la Madonna come nostra vera Mamma; si mostra Essa madre, si regola Essa verso di noi da Madre? Quando le diciamo “mostrati Madre”, non ci potrebbe rispondere “e tu ti regoli fa figlio?”. Ci regoliamo noi da figli, da veri teneri figli? ». «Se noi ci diportiamo da figli abbiamo dei diritti e direi perfino un po’ di prepotenza. E quanti ci vogliono bene perché ci chiamiamo Missionari della Consolata».
«[Noi] ne portiamo il titolo come nome e cognome». «Il nome che portate deve spingervi a divenire ciò che dovete essere».
«O Dio misericordioso,
che, per mezzo del Beato Giuseppe Allamano,
ha voluto estendere in tutto il mondo
l’amore alla Madre del tuo divin Figlio,
che la veneriamo con il titolo di Consolata,
di collaborare all’opera della redenzione
e donaci i favori che ti chiediamo
per intercessione del tuo fedel Servo.