Nel Cuore dell’umanità Testimoni del Risorto, Speranza del Mondo

Pubblicato in Preghiera missionaria

Introduzione

“La piccola speranza avanza tra le due sorelle grandi (la fede e la carità) e non si nota neanche. Quasi invisibile, la piccola sorella sembra condotta per mano dalle due più grandi, ma col suo cuore di bimba vede ciò che le altre non vedono. E trascina con la sua gioia fresca e innocente la fede e l’amore nel mattino di Pasqua. È lei, quella piccina, che trascina tutto”. C. Peguy

“Se la speranza è presente nel cuore di ogni uomo e donna, il Crocifisso Risorto è il nome della speranza cristiana. Vedere, incontrare e comunicare il Risorto è il compito del testimone cristiano”. Documento preparatorio al Convegno Italiano di Verona, n. 2

Alla luce di queste parole tratte dal Documento preparatorio per il Convegno della Chiesa Italiana del prossimo ottobre, in questo mese vogliamo pregare per tutti i contemplativi che vivono nei Monasteri, nei Cenobi, nelle Abbazie, negli Eremi, perché il Signore li renda sempre più suoi autentici testimoni di speranza nel cuore della Chiesa e del mondo.

 

Dalla Prima lettera di Pietro  (1 Pt 3,18)

 Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito.

“La fede e la speranza nella risurrezione non devono far dimenticare lo scandalo della croce: il Risorto è e rimane il Crocifisso, solidale con tutti gli uomini della terra.

Messo alla prova nelle tentazioni, Gesù sceglie uno stile umile, sofferente, speso per la vita degli altri, secondo la figura del buon samaritano che si fa carico dell’uomo così com’è, senza condizioni, fino alla completa consegna di sé sulla croce. Il Crocifisso ha vissuto la sua morte ignominiosa in una estrema fiducia in Dio e con una totale disponibilità di amore verso l’umanità”.

Documento preparatorio al Convegno Italiano di Verona, n. 2

I contemplativi, monache e monaci, in modo specifico e radicale si conformano a Gesù Cristo in preghiera sul monte e al suo mistero pasquale che è una morte per la risurrezione. Al dono di cristo-Sposo, che sulla croce ha offerto tutto il suo Corpo, la monaca risponde similmente con il dono di sé, offrendosi con Gesù Cristo al Padre e collaborando all’opera della redenzione. La separazione dal mondo dona all’intera vita un valore eucaristico, oltre che di sacrificio e di espiazione, un valore di rendimento di grazie al Padre, nella partecipazione al grazie del Figlio diletto.

Chi entra nella pienezza della dimensione orante, in un profondo rapporto di amicizia con Gesù Cristo vivo e presente, assume in prima persona anche l’esperienza più cocente del peccato dell’uomo e porta nella sua cerne l’indigenza, il grido e l’angoscia di ogni fratello.

Canone (State qui svegli con me)

Dice S. Teresa Benedetta della Croce, carmelitana scalza:

“Aiutare Cristo a portare la croce dona una letizia forte e pura. Coloro che sono in grado di effettuare questo, i costruttori del regno, sono i veri figli di Dio. Solo dall’unione con il capo divino, Gesù Redentore, la sofferenza umana diventa forza riparatrice”.

Canone

Dalla Prima lettera di Pietro (1 Pt 2,21-24) A cori alterni

Cristo patì per voi lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca,

oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia.

Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti.

Preghiera di Thomas Merton (monaco trappista)

“Mio Signore, non ho speranza che nella tua croce.

Tu, con la tua umiltà, i tuoi patimenti e la tua morte, mi hai liberato da ogni speranza vana. Tu hai ucciso in te stesso la vanità della vita presente e mi hai donato tutto quello che è eterno nel risorgere dai morti.

La mia speranza è in ciò che l’occhio non ha mai visto. Perciò fa che io non confidi nelle ricompense visibili. La mia speranza è in quello che il cuore umano non ha mai toccato. Non permettere che io confidi in ciò che posso stringere tra le mie dita, perché la morte allenterà la mia presa e la mia vana speranza svanirà.

Fa che io confidi nella tua misericordia, non in me stesso. Fa che la mia speranza sia nel tuo amore, non nella salute o nella forza o nelle capacità o nelle risorse umane.

Se io confido in te, tutto il resto diventerà per me forza, salute e sostegno. Tutto mi porterà in cielo. Se non confido in te, tutto sarà la mia distruzione”.

 

Canto (Te al centro del mio cuore)

 

Dalla Prima lettera di Pietro (1 Pt 1, 13b; 20-21)

Fissate ogni speranza in quella grazia che vi sarà data quando Gesù Cristo si rivelerà. Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma si è manifestato negli ultimi tempi per voi. E voi per opera sua credete in Dio, che l’ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria e così la vostra fede e la vostra speranza sono fisse in Dio.

 

“Il cuore della proclamazione e della testimonianza cristiana è Gesù Cristo Risorto, fonte di speranza per il credente. Il Risorto è Colui che vive per sempre nella piena disponibilità al dono di sé verso tutti, fissato definitivamente nella sua morte. Egli è la nostra pace: ci riconcilia con il Padre e tra noi e ci fa dono della Comunione”.

Documento preparatorio al Convegno Italiano di Verona, n. 2

 

Canone (Questa notte non è più notte)

1° Voce

La vita contemplativa costituisce un modi peculiare di stare con il Signore. Il ritirarsi dal mondo per dedicarsi nella solitudine ad una vita più intensa di preghiera non è altro che una maniera particolare di vivere ed esprimere il mistero pasquale di Cristo, un vero incontro con il Signore Risorto in un itinerario continuo di ascesa verso la dimora del Padre.

Silenzio

2° Voce

Nel ritiro dei monasteri e nella solitudine delle celle, pazientemente e silenziosamente le monache e i monaci tessono la veste nuziale della Chiesa “tutta bella come una sposa adorna per il suo sposo”. Essi presentano continuamente il mondo a Dio, offrono le ansie dei fratelli, la loro ricerca di chiarezza, di autenticità, di semplicità del cuore, dell’anima e del pensiero; la loro tensione per giungere a scolpire le montagne dell’indifferenza, perché possa emergere da ogni cuore la bontà nascosta, la bellezza, la trasparenza e tutto quello che scaturisce da quella stupefacente sorgente deposta dallo Spirito Santo in ogni essere umano.

Silenzio

Preghiera

Is 61,10-11;     62, 1-7 (Voce solista e assemblea)

Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza, mi ha avvolto con il manto della giustizia, come uno sposo che si cinge il diadema e come una sposa che si adorna di gioielli.

Poiché come la terra produce la vegetazione e come un giardino fa germogliare i semi, così il Signore Dio farà germogliare la giustizia e la lode davanti a tutti i popoli.

Per amore di Sion non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi darò pace, finché non sorga come stella la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come lampada.

Allora i popoli vedranno la tua giustizia, tutti i re la tua gloria;ti si chiamerà con un nome nuovo che la bocca del Signore indicherà. Sarai una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo Dio.

Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata,

ma tu sarai chiamata Mio compiacimento e la tua terra, Sposata,

perché il Signore si compiacerà di te e la tua terra avrà uno sposo.

Sì, come un giovane sposa una vergine, così ti sposerà il tuo architetto;

come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te.

 

Per concludere

Rit.: Offri la tua vita come Maria ai piedi della Croce, e sarai servo di ogni uomo, servo per amore, sacerdote dell’umanità.

 

1 L.      Ti glorifichiamo, Padre, e ti benediciamo,

perché in Gesù Cristo, tuo Figlio,

ci hai dato l’immagine perfetta del servo obbediente:

Egli fece della tua volontà il suo alimento, del servizio la norma di vita, dell’amore la legge suprema del regno.

Tante sorelle e fratelli vivono oggi con gioia

l’obbedienza al Vangelo, alla voce della Chiesa,

ad una regola di vita. Rit.

2 L.      Ti glorifichiamo, Padre, e ti benediciamo,

perché in Gesù Cristo, nostro fratello,

ci hai dato l’esempio più alto del dono di sé:

Egli, che era ricco, per noi si fece povero,

proclamò beati i poveri in spirito

e aprì ai piccoli i tesori del Regno. Rit.

1 L.   Grazie, Padre, per il dono di Cristo, figlio dell’uomo, mite, umile, povero, che non ha dove posare il capo.

Anche i contemplativi desiderano vivere con sobrietà e austerità,

vincere l’ansia del possesso con la gioia del dono,

servirsi del mondo per la causa del Vangelo e la promozione dell’uomo. Rit.

2 L.      Ti glorifichiamo, Padre, e ti benediciamo,

perché in Gesù Cristo, figlio della Vergine Madre,

ci hai dato il modello supremo dell’amore consacrato:

morì perdonando e aprendo le porte del Regno. Rit.

 

Insieme:     Grazie, Padre, per il dono di Cristo, sposo vergine della vergine Chiesa. Monaci e monache desiderano vivere con amore indiviso per la tua gloria e la salvezza dell’uomo.

Saldi nella fede e lieti nella speranza, siano, per tua grazia, riflesso della tua luce, strumento dello Spirito di pace,

prolungamento tra gli uomini della presenza di Cristo. Rit.

 

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