Dove Sono Io, Là Sarà Anche Il Mio Servo

Pubblicato in Preghiera missionaria

Seguire il Signore è una risposta d’amore al suo sguardo d’amore che da sempre ci avvolge; è un cuore che si è lasciato afferrare. Nel gesto della prostrazione che l’ordinando vive nel rito dell’ordinazione si esprime da una parte la docilità al Padre e dall’altra e dall’altra la disponibilità a farsi servo dei fratelli più poveri.

 

Chiamati alla Gioia

Il giubilo del profeta per nuova Gerulasemme         (Is 61,10-62,5)

 

Io gioisco pienamente nel Signore,

la mia anima esulta nel mio Dio,

 

perchè mi ha rivestito delle vesti di salvezza,

mi ha avvolto con il manto della giustizia,

come uno sposo che si cinge il diadema

e come una sposa che si adorna di gioielli.

 

Poiché come la terra produce la vegetazione

e come un giardino fa germogliare i semi,

così il Signore Dio farà germogliare la giustizia

e la lode davanti a tutti i popoli.

 

Per amore di Sion non mi terrò in silenzio,

per amore di Gerusalemme non mi darò pace,

finche non sorga come stella la sua giustizia

e la sua salvezza non risplenda come lampada.

 

Allora i popoli vedranno la tua giustizia,

tutti i re la tua gloria;

ti si chiamerà con un nome nuovo

che la bocca del Signore avrà indicato.

 

Sarai una magnifica corona nella mano del Signore,

un diadema regale nella palma del tuo Dio.

 

Nessuno ti chiamerà più “Abbandonata”,

ne la tua terra sarà più detta “Devastata”,

ma tu sarai chiamata “Mio compiacimento”

e la tua terra,”Sposata”,

 

perchè si compiacerà di te il Signore

e la tua terra avrà uno sposo.

 

Si, come un giovane sposa una vergine,

così ti sposerà il tuo creatore;

come gioisce lo sposo per la sposa,

così per te gioirà il tuo Dio.

 

Dalla Prima lettera di San Paolo ai Tessalonicesi  (1,1-7)

Paolo, Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: grazia a voi e pace! Ringraziamo sempre Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere, continuamente memori davanti a Dio e Padre nostro del vostro impegno nella fede, della vostra operosità nella carità e della vostra costante speranza nel Signore nostro Gesù Cristo. Noi ben sappiamo, fratelli amati da Dio, che siete stati eletti da lui. Il nostro vangelo, infatti, non si è diffuso fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con potenza e con Spirito Santo e con profonda convinzione, come ben sapete che siamo stati in mezzo a voi per il vostro bene.

 E voi siete diventati imitatori nostri e del Signore, avendo accolto la parola con la gioia dello Spirito Santo anche in mezzo a grande tribolazione, così da diventare modello a tutti i credenti.

 

Chiamati al dono

Inno dalla lettera di Paolo ai Filippesi

 

Cristo Gesù pur essendo di natura divina,

non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio;

ma spogliò se stesso,  assumendo la condizione di servo

e divenendo simile agli uomini;

apparso in forma umana, umiliò se stesso

facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.

Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome

che è al di sopra di ogni altro nome;

perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi

nei cieli, sulla terra e sotto terra;

e ogni lingua proclami  che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.

 

Alleluia al Vangelo.

Dal vangelo secondo Giovanni              (Gv12,20-26)

Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c’erano anche alcuni greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsaida di Galilea, e gli chiesero:”Signore, vogliamo vedere Gesù”. Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose:”E’ giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo. In verità, in verità vi dico : se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà.             

...per riflettere...

 Dalle “Omelie sulla lettera ai Romani” di san Giovanni Crisostomo, vescovo.

Dio ha dato suo figlio, ma tu non dai neppure un pane a chi per te fu consegnato e ucciso. Il Padre non l’ha risparmiato per te, pur essendo egli veramente suo Figlio; tu invece disprezzi lui che soffre la fame, mentre comperi ciò ch’è suo, e lo fai per te. Che cosa può essere peggiore di questa malvagità? E’ stato consegnato per te, ucciso per te, va in giro affamato per te, e tu dai cose che sono sue per ricavartene guadagno, ma questo non è certo un dare. Non sono forse più insensibili delle pietre costoro che, trascinati da tante cose, rimangono così diabolicamente disumani? A lui non bastò subire la croce e la morte, ma volle diventare anche povero e pellegrino, errabondo e nudo, essere gettato in carcere e soffrire infermità per attrarre te, almeno così. Se non vuoi ricambiarmi come a uno che ha patito per te , abbi almeno pietà di me per la povertà. Se non vuoi sentire pietà per la povertà, piegati almeno davanti alla malattia e al carcere. Se neppure tutto questo ti porta a sentimenti di umanità, accondiscendi almeno per l’esiguità della richiesta: non ti domando nulla di dispendioso, ma un pane, un tetto, una parola di conforto. Se poi resti ancora insensibile, diventa migliore almeno per il regno dei cieli, almeno per i premi che ho promesso. O forse non tieni alcun conto nemmeno di tutto questo? Piegati almeno per impulso naturale vedendo un nudo e ricordati della mia nudità sulla croce, che ho sofferto per te. Se non vuoi commuoverti di quella, commuoviti almeno di questa per cui sono povero e nudo nel tuo prossimo. Fui in carcere allora per te e lo sono ancora per te nel tuo prossimo perchè tu, mosso dall’una o dall’altra considerazione, voglia concedermi un po' di compassione. Fui digiuno per te e di nuovo soffro la fame per te. Ho avuto sete mentre pendevo in croce, ora soffro la sete nella persona dei poveri. Potessi attrarti a me per l’uno o l’altro di questi motivi e con questo renderti più pietoso per la tua salvezza! Perciò, dopo averti circondato di tanti benefici, permettimi di pregarti del contraccambio. Non lo esigo da te trattandoti da mio debitore. Ti voglio invece premiare considerandoti un donatore. E per le poche cose che tu mi darai ti regalerò un regno. Non dico:”Fa cessare la mia povertà”: e neppure:”Dammi delle ricchezze”, benchè io sia povero per amore tuo,ma domando soltanto un pane, una veste e, nella fame, un po' di conforto. Se sono stato gettato in carcere non ti obbligo a sciogliermi dalle catene e a farmi evadere, ma una cosa sola ti domando: che tu sappia che io sono carcerato per te; questo favore sarà abbastanza per me e per esso ti do il cielo. Benchè io ti abbia sciolto da pesantissime catene, per me sarà sufficiente se vorrai visitarmi carcerato. Potrei certo darti la corona anche senza questo, ma voglio esserti debitore, perchè speri il premio con maggior fiducia.         

Conclusione

Preghiamo insieme e ripetiamo: Ascoltaci Signore

  • Dio nostro Padre, tu hai proposto a Maria la vocazione di madre del Signore Gesù e l’hai resa capace di darti il suo si libero e coraggioso: manda a noi il tuo Spirito perchè percepiamo la sua chiamata a servizio del Regno di Dio e rispondiamo con un si consapevole e generoso. Preghiamo.
  • Il tuo Spirito o Padre scenda dentro di noi e ci insegni a diventare uomini e donne che credono nella speranza e faticano ogni giorno per darle volto concreto. Preghiamo.
  • Il tuo Spirito o Padre scenda dentro di noi e ci insegni a diventare uomini e donne che credono nell’amore e si appassionano ogni giorno alla vita. Preghiamo.
  • Il tuo Spirito o Padre scenda dentro di noi e ci insegni a diventare uomini e donne che credono nella promessa del Regno fin da ora in attesa del suo compimento finale. Preghiamo.

 Padre nostro

 

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