Beati quelli che ascoltano

Pubblicato in Preghiera missionaria

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ASCOLTA

Mentre diceva questo, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: «Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!». (Lc 11, 27-28)

Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande». (Mt 7, 21-27)

RIFLETTI

“La Bibbia da sola non basta. È necessario che la chiesa riprenda la Bibbia e torni a renderla Parola Viva. Non per ripetere alla lettera salmi e parabole, ma per applicarla alla vita concreta dell’ora in cui si predica questa parola di Dio. La Bibbia è come la fonte dove questa rivelazione, questa parola di Dio, sta custodita. Ma a cosa serve l’acqua di fonte, per quanto sia limpida, se non la raccogliamo nelle nostre anfore e non la portiamo per le necessità delle nostre case? Una Bibbia che viene usata soltanto per essere letta e vissuta completamente schiacciati su tradizionalismi e abitudini d’altri tempi, nei quali furono scritte queste pagine, è una Bibbia morta. Questo si chiama biblicismo, non rivelazione di Dio”.

“Vedete qual è il mio ufficio e come lo sto compiendo: studio la Parola di Dio che si legge la domenica, mi guardo intorno, guardo il mio popolo, lo illumino con questa Parola e ne traggo una sintesi per poterla trasmettere; e rendere – questo popolo – luce del mondo, perché non si lasci guidare dai criteri delle idolatrie della terra. Perciò, naturalmente, gli idoli della terra sentono un ostacolo in questa parola e gli interesserebbe molto destituirla, zittirla, ucciderla.

Succeda ciò che Dio vuole, ma la sua parola – diceva San Paolo – non sta incarcerata. Ci saranno profeti, sacerdoti o laici – già ce ne sono abbondantemente – che comprenderanno ciò che Dio vuole, dalla sua Parola, per il nostro popolo”. “Se nel Salvador il pane di vita che la chiesa ripartisce, la Parola del Signore, la religione cristiana, non tocca le realtà politiche, sociali, economiche del nostro popolo, sarà un pane conservato ed il pane che si conserva no nutre”. (Oscar Romero)

(Domande)

Mi lascio interpellare dalla Parola di Dio che ascolto, e provo concretamente a portala nei luoghi in cui vivo (casa, ufficio, affetti), affinché siano da essa trasformati? Oppure imprigiono la Parola nel mio cuore rendendola sterile? Se la Parola non trasforma chi incontra, la vita rimane imprigionata.

Per ascoltare Dio e gli altri è necessario fermarsi! Riesco a ritagliarmi un tempo nella giornata per ascoltare Dio e gli altri?   

PREGA

Venite, applaudiamo al Signore,
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Poiché grande Dio è il Signore,
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra,
sono sue le vette dei monti.

Suo è il mare, egli l'ha fatto,
le sue mani hanno plasmato la terra.
Venite, prostràti adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.

Egli è il nostro Dio,
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.
Ascoltate oggi la sua voce:
«Non indurite il cuore,
come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere.

Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato,
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno:
Non entreranno nel luogo del mio riposo». (Salmo 94)

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