VIA CRUCIS. Voce dei Martiri, eco del Verbo (1 parte)

Pubblicato in Preghiera missionaria

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1ª stazione: Gesù è condannato a morte. Una luce è sorta

Dal vangelo di Luca. Pilato parlò loro di nuovo, volendo rilasciare Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo, crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Lo castigherò severamente e poi lo rilascerò». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita. Rilasciò colui che era stato messo in carcere per sommossa e omicidio e che essi richiedevano, e abbandonò Gesù alla loro volontà. (23,20-24)

Il Signore «emise lo spirito» (Mt 27,50) su una croce quando aveva poco più di trent'anni (cfr Lc 3,23). È importante prendere coscienza che Gesù è stato un giovane. Ha dato la sua vita in una fase che oggi è definita come quella di un giovane-adulto. Nel pieno della sua giovinezza iniziò la sua missione pubblica e così «una luce è sorta» (Mt 4,16), specialmente quando diede la sua vita fino alla fine. Questo finale non è stato improvvisato, al contrario tutta la sua giovinezza è stata una preparazione preziosa, in ognuno dei suoi momenti, perché «tutto nella vita di Gesù è segno del suo mistero» e «tutta la vita di Cristo è mistero di redenzione». (Christus vivit, 23)

MARIELLE FRANCO DA SILVA Attivista brasiliana. L'impegno di Marielle per la giustizia in Brasile era sofferto, quotidiano, collettivo, illimitato e legittimo, il che ha fatto di lei un personaggio politico creduto. L' assassinio dell'attivista brasiliana è stato uno strappo definitivo alla democrazia, l'ultimo gradino dell'orrore prima dell'abisso in cui è caduto il Paese, devastato dalla pandemia da Covid-19 che ha portato alla morte oltre 600 mila persone per l'irresponsabilità dei suoi governanti. Un Brasile soffocato anche dalla povertà che si è triplicata negli ultimi mesi.

2ª stazione: Gesù è caricato della croce. Agràppati a lui.

Dal vangelo di Luca. Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto, perché da molto tempo desiderava vederlo per averne sentito parlare e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò con molte domande, ma Gesù non gli rispose nulla. C'erano là anche i sommi sacerdoti e gli scribi, e lo accusavano con insistenza. Allora Erode, con i suoi soldati, lo insultò e lo schernì, poi lo rivestì di una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici; prima infatti c'era stata inimicizia tra loro. (23, 8-12)

Quel Cristo che ci ha salvato sulla croce dai nostri peccati, con lo stesso potere del suo totale dono di sé continua a salvarci e redimerci oggi. Guarda la sua Croce, aggràppati a Lui, lasciati salvare, perché «coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall'isolamento». Nessuno potrà toglierci la dignità che ci conferisce questo amore infinito e incrollabile. (Christus vivit, 119)

MARIA RESSA e DMITRY MURATOV, Nobel per la pace 2021. I due giornalisti - 58 anni lei, 60 lui - hanno salvaguardato la libertà d'espressione e si sono battuti per raccontare le ingiustizie e le violenze che si verificano da anni nelle Filippine e in Russia. Ressa ha fornito uno spaccato critico sull'operato del presidente filippino Rodrigo Duterte. Mentre Muratov, da caporedattore di Novaja Gazeta, ha realizzato contenuti su una vasta serie di argomenti: dalla corruzione alla violenza della polizia, fino alle frodi elettorali.

3ª stazione: Gesù cade la prima volta. Troppo difficile andare avanti

Dal vangelo di Luca. Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». (22,39-42)

A volte il dolore di alcuni giovani è lacerante; è un dolore che non si può esprimere a parole; è un dolore che ci colpisce come uno schiaffo. Questi giovani possono solo dire a Dio che soffrono molto, che è troppo difficile per loro andare avanti, che non credono più in nessuno. In questo grido straziante, però, si fanno presenti le parole di Gesù: «Beati gli afflitti, perché saranno consolati» (Mt 5,4). Ci sono giovani che sono riusciti ad aprirsi un sentiero nella vita perché li ha raggiunti questa promessa divina. Possa sempre esserci una comunità cristiana vicino a un giovane che soffre, per far risuonare quelle parole con gesti, abbracci e aiuti concreti! (Christus vivit, 77)

ANDREA CASCHETTO, ambasciatore del sorriso. Ognuno ha un proprio progetto, un desiderio da realizzare. Quello di Andrea Caschetto è quello di giocare con tutti i bambini orfani del mondo e regalare loro tanti sorrisi. Invece di lasciare questo sogno nel cassetto, ha preso lo zaino, il naso rosso da clown, palloncini, fogli di carta, pennarelli, matite ed è partito con un budget ridottissimo e come bussola il suo cuore. In barba a chi, dopo l'operazione che ha affrontato per rimuovere il tumore alla testa, gli aveva detto che era destinato a una vita sedentaria e tranquilla. "Ambasciatore del sorriso", così lo hanno chiamato; certamente lo è per le migliaia di bambini che ha fatto giocare, suonare, ballare, ridere negli orfanatrofi dei paesi più poveri del mondo. Viaggiando tra Asia, Africa e America Latina con mezzi di fortuna, mangiando quand'era possibile, dormendo dove capitava, scontrandosi con realtà dure e dolorose a rischio talvolta della sua stessa vita.

4ª stazione: Gesù incontra sua madre. Avere a cuore i legami familiari

Dal vangelo di Luca. Mentre diceva questo, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!». (11, 27-28)

Il Sinodo ha sottolineato che «la famiglia continua a rappresentare il principale punto di riferimento per i giovani. I figli apprezzano l'amore e la cura da parte dei genitori, hanno a cuore i legami familiari e sperano di riuscire a formare a loro volta una famiglia. (Christus vivit, 262)

LORENA FORNASIR E GIAN ANDREA FRANCHI: curare i piedi dei migranti. Gian Andrea Franchi è un docente di filosofia in pensione, ha 84 anni, e con la moglie Lorena Fornasir, 67 anni, psicoterapeuta, hanno dato vita all'associazione di volontari Linea d'Ombra, diventata a Trieste un punto di riferimento nell'accoglienza ai profughi che percorrono la "rotta balcanica" e arrivano stremati in Italia dopo aver camminato per settimane. Gli agenti della Digos e dell'antiterrorismo hanno suonato alle 5 del mattino nella casa di Franchi e Fornasir, che è anche sede dell'associazione. Sono finiti sotto l'attenzione degli inquirenti per aver ospitato migranti in transito.

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5ª stazione: Gesù è aiutato da Simone di Cirene. Sacrificio, generosità e dedizione.

Dal vangelo di Luca. Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. (23,26)

Quando uno scopre che Dio lo chiama a qualcosa, che è fatto per questo - può essere l'infermieristica, la falegnameria, la comunicazione, l'ingegneria, l'insegnamento, l'arte o qualsiasi altro lavoro - allora sarà capace di far sbocciare le sue migliori capacità di sacrificio, generosità e dedizione. Sapere che non si fanno le cose tanto per farle, ma con un significato, come risposta a una chiamata che risuona nel più profondo del proprio essere per dare qualcosa agli altri, fa sì che queste attività offrano al proprio cuore un'esperienza speciale di pienezza. (Christus vivit, 273)

ALESSIA BONARI: tenacia contro il COVID. Alessia Bonari, giovane infermiera, originaria di Grosseto, è diventata il simbolo della lotta al Covid dopo aver condiviso su Instagram una foto che la ritrae con i segni della mascherina protettiva dopo un turno passato a curare i pazienti contagiati dal virus: "Ho paura e sono stanca, i dispositivi fanno male e per sei ore non posso bere né andare in bagno. Ma continuerò a prendermi cura dei miei pazienti, perché sono fiera e innamorata del mio lavoro".

6ª stazione: la Veronica asciuga il volto di Gesù. Chi non sa piangere non è madre

Dal vangelo di Luca. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' così». (10,36-37)

Non possiamo essere una Chiesa che non piange di fronte a questi drammi dei suoi figli giovani. Non dobbiamo mai farci l'abitudine, perché chi non sa piangere non è madre. Noi vogliamo piangere perché anche la società sia più madre, perché invece di uccidere impari a partorire, perché sia promessa di vita. Forse «quelli che facciamo una vita più o meno senza necessità non sappiamo piangere. Certe realtà della vita si vedono soltanto con gli occhi puliti dalle lacrime. Invito ciascuno di voi a domandarsi: io ho imparato a piangere? Quando vedo un bambino affamato, un bambino drogato per la strada, un bambino senza casa, un bambino abbandonato, un bambino abusato, un bambino usato come schiavo per la società? O il mio è il pianto capriccioso di chi piange perché vorrebbe avere qualcosa di più?». (Christus vivit, 75-76)

GABRIELLA BOTTANI: in rete contro la tratta. Suor Gabriella Bottani è una missionaria comboniana impegnata da anni nella lotta contro la tratta degli esseri umani. Quando ha iniziato a lavorare in Brasile contro la tratta, ha compreso l'importanza di realizzare azioni concrete sul territorio per l'assistenza dei sopravvissuti, delle comunità e delle famiglie di chi ha sofferto la violenza della tratta ed è attualmente coordinatrice internazionale dell'Organizzazione Talita Kum. 

7ª stazione: Gesù cade la seconda volta. Le ferite delle sconfitte

Dal vangelo di Luca. Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. (6,22-23)

Nei giovani troviamo anche, impressi nell'anima, i colpi ricevuti, i fallimenti, i ricordi tristi. Molte volte «sono le ferite delle sconfitte della propria storia, dei desideri frustrati, delle discriminazioni e ingiustizie subite, del non essersi sentiti amati o riconosciuti». «Ci sono poi le ferite morali, il peso dei propri errori, i sensi di colpa per aver sbagliato». Gesù si fa presente in queste croci dei giovani, per offrire loro la sua amicizia, il suo sollievo, la sua compagnia risanatrice, e la Chiesa vuole essere il suo strumento in questo percorso verso la guarigione interiore e la pace del cuore. (Christus vivit, 83)

NASRIN SOTOUDEH: una vita per i diritti umani. Nasrin Sotoudeh è un'avvocatessa che difende con coraggio e senza mai tirarsi indietro, i diritti umani in Iran. Nella sua lunga e ammirevole carriera, ha difeso i suoi assistiti dalla pena di morte e si è spesa per i diritti dei minori. Di recente, ha sfidato con il suo lavoro le norme che obbligano le ragazze dopo i nove anni ad indossare il velo e che prevedono pene umilianti e ingiuste, quali il carcere o le frustate, in caso di violazioni di questa norma. Nasrin è stata condannata a un totale di 38 anni e 148 frustate dopo due processi ingiusti perché ha difeso la scelta delle donne e delle ragazze di indossare o meno il velo. Dovrà scontare 17 anni in carcere ma, anche in prigione, non smette di lottare contro le ingiustizie.

Preghiamo insieme

Signore Gesù, aiutaci a vedere nella Tua Croce tutte le croci del mondo: la croce delle persone affamate di pane e di amore; la croce delle persone sole e abbandonate perfino dai propri figli e parenti; la croce delle persone assetate di giustizia e di pace; la croce delle persone che non hanno il conforto della fede; la croce degli anziani che si trascinano sotto il peso degli anni e della solitudine; la croce dei migranti che trovano le porte chiuse a causa della paura e dei cuori blindati dai calcoli politici; la croce dei piccoli, feriti nella loro innocenza e nella loro purezza; la croce dell'umanità che vaga nel buio dell'incertezza e nell'oscurità della cultura del momentaneo; la croce delle famiglie spezzate dal tradimento, dalle seduzioni del maligno o dall'omicida leggerezza e dall'egoismo; la croce dei consacrati che cercano instancabilmente di portare la Tua luce nel mondo e si sentono rifiutati, derisi e umiliati; la croce dei consacrati che, strada facendo, hanno dimenticato il loro primo amore; la croce dei tuoi figli che, credendo in Te e cercando di vivere secondo la Tua parola, si trovano emarginati e scartati perfino dai loro famigliari e dai loro coetanei; la croce delle nostre debolezze, delle nostre ipocrisie, dei nostri tradimenti, dei nostri peccati e delle nostre numerose promesse infrante; la croce della Tua Chiesa che, fedele al Tuo Vangelo, fatica a portare il Tuo amore perfino tra gli stessi battezzati; la croce della Chiesa, la Tua sposa, che si sente assalita continuamente dall'interno e dall'esterno; la croce della nostra Casa Comune che appassisce seriamente sotto i nostri occhi egoistici e accecati dall'avidità e dal potere. Signore Gesù, ravviva in noi la speranza della risurrezione e della Tua definitiva vittoria contro ogni male e ogni morte. Amen.

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