Solo chi vive "devastato" dall'amore è capace di gesti straordinari, rischiosi, qualche volta persino pericolosi, ma sempre pieni di speranza e di fiducia. Maria non diventa Madre senza prima aversi innamorato di un progetto e di un sogno del quale conosce poco ma vive con la certezza che Dio troverà un modo per portarlo a compimento.
Sua madre disse ai servitori: "Qualsiasi cosa vi dica, fatela" (Gv 2,5)
Santa Maria, donna innamorata, roveto inestinguibile di amore, noi dobbiamo chiederti perdono per aver fatto un torto alla tua umanità. Ti abbiamo ritenuta capace solo di fiamme che si alzano verso il cielo, ma poi, forse per paura di contaminarti con le cose della terra, ti abbiamo esclusa dall'esperienza delle piccole scintille di quaggiù. Tu, invece, rogo di carità per il Creatore, ci sei maestra anche di come si amano le creature. Aiutaci, perciò, a ricomporre le assurde dissociazioni con cui, in tema di amore, portiamo avanti contabilità separate: una per il cielo (troppo povera in verità), e l'altra per la terra (ricca di voci, ma anemica di contenuti).
Facci capire che l'amore è sempre santo, perché le sue vampe partono dall'unico incendio di Dio. Ma facci comprendere anche che, con lo stesso fuoco, oltre che accendere lampade di gioia, abbiamo la triste possibilità di fare terra bruciata delle cose più belle della vita.
Perciò, Santa Maria, donna innamorata, se è vero, come canta la liturgia, che tu sei la "Madre del bell'amore", accoglici alla tua scuola. lnsegnaci ad amare. È un'arte difficile che si impara lentamente. Perché si tratta di liberare la brace, senza spegnerla, da tante stratificazioni di cenere.
Amare, voce del verbo morire, significa decentrarsi. Uscire da sé. Dare senza chiedere. Essere discreti al limite del silenzio. Soffrire per far cadere le squame dell' egoismo. Togliersi di mezzo quando si rischia di compromettere la pace di una casa. Desiderare la felicità dell' altro. Rispettare il suo destino. E scomparire, quando ci si accorge di turbare la sua missione.
Santa Maria, donna innamorata, visto che il Signore ti ha detto: "Sono in te tutte le mie sorgenti", facci percepire che è sempre l'amore la rete sotterranea di quelle lame improvvise di felicità, che in alcuni momenti della vita ti trapassano lo spirito, ti riconciliano con le cose e ti danno la gioia di esistere.
Solo tu puoi farci cogliere la santità che soggiace a quegli arcani trasalimenti dello spirito, quando il cuore sembra fermarsi o battere più forte, dinanzi al miracolo delle cose: i pastelli del tramonto, il profumo dell' oceano, la pioggia nel pineto, l'ultima neve di primavera, gli accordi di mille violini suonati dal vento, tutti i colori dell'arcobaleno... Vaporano allora, dal sotto suolo delle memorie, aneliti religiosi di pace, che si congiungono con attese di approdi futuri, e ti fanno sentire la presenza di Dio.
Aiutaci, perché, in quegli attimi veloci di innamoramento con l'universo, possiamo intuire che le salmodie notturne delle claustrali e i balletti delle danzatrici del Bolscjoi hanno la medesima sorgente di carità. E che la fonte ispiratrice della melodia che al mattino risuona in una cattedrale è la stessa del ritornello che si sente giungere la sera... da una rotonda sul mare: "Parlami d'amore, Mariù".
Tonino Bello*
Albero della vita piantato sulla terra
Tu sei l’albero benedetto, l’albero della vita e l'albero della salvezza. Al posto dell’albero della vita che era in paradiso, tu sei diventata l’albero della vita che era sulla terra. Il tuo frutto è un frutto di vita: e colui che ne mangia vivrà per la vita eterna.
Da te è spuntato un fiore, che reca un gradevole profumo a coloro che lo fecero conoscere in tutti i confini del mondo. A suo riguardo David aveva profetizzito nel salmo dicendo: «La mirra, l’olio di mirra e la Cannella esalano dalle tue vesti». Salomone, tuo padre, profetizzò dicendo: «Il profumo alle tue narici è come il profumo dell’incenso; giardino chiuso tu sei, sorella mia sposa; giardino chiuso, pozzo sigillato; i tuoi canali irrigano il giardino e i suoi frutti, il fiore della vigna con il nardo, il nardo con lo zafferano, la cannella è il cinnamomo con tutti gli alberi del Libano, la mirra e l’aloe con tutti i migliori profumi; fontana del giardino, pozzo d'acqua della vita che sgorga dal Libano». Tuo figlio ci doni in eredità la sua clemenza. Prega per noi, o Santa!
Anqasa Berhan**
Giardino chiuso
Madre di Dio
più splendente del cielo
che hai fatto sorgere in noi
la luce grande ed eccelsa
da cui furono dissipate
le tenebre dell’ignoranza:
ti lodiamo con serafica voce
e ti magnifichiamo con un canto spirituale.
Nube leggera
e luminosa,
che la pioggia della vita
in te effusa
dal mare celeste
hai versato sulla terra assetata:
ti lodiamo con serafica voce
e ti magnifichiamo con un canto spirituale.
Giardino chiuso
Eden piantato da Dio
nel tuo paradiso dallo Spirito fu piantato
l’albero della vita
che ricolmò l’universo
del suo frutto immortale:
ti lodiamo con serafica voce
e ti magnifichiamo con un canto spirituale.
(Nerses Shnorhali)**
* in "Maria. Donna dei nostri giorni", San Paolo.
** in "Maria, testi teologici e spirituali dal I al XX secolo". A cura della Comunità di Bose, Mondadori 2000