Annibale Carracci, Pie donne al sepolcro (Wikipedia)
Nella versione più antica dell'ultimo capito del Vangelo di Marco Gesù risorto come tale non appare ma la luce della Pasqua brilla con tutta la sua forza nel cammino "al levar del sole" delle donne, nella veste bianca del giovane seduto sulla tomba, nelle sue parole che convoca la sua comunità dispersa e impaurita all'esperienza del primo amore, sul lago di Galilea dove tutto è cominciato e da dove tutto ricomincia, la vita risorta e il suo frutto maturo: la missione. Le donne sono chiamate «mirofore» portatrici di profumi, quei profumi che non sono per imbalsamare ma per ungere lo sposo e completare così la sua vocazione messianica, ed «evangeliste» annunciatrici della buona novella della risurrezione.
Lettura della Parola (Marco 16,1-8)
Passato il sabato, Maria Maddalena, Maria, madre di Giacomo, e Salome comprarono olio e profumi per andare a ungere il corpo di Gesù. La mattina presto del primo giorno della settimana, al levar del sole, andarono alla tomba. Mentre andavano dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra che è davanti alla porta?». Ma quando arrivarono, guardarono, e videro che la grossa pietra, molto pesante, era stata già spostata. Allora entrarono nella tomba. Piene di spavento, videro, a destra, un giovane seduto, vestito di una veste bianca. Ma il giovane disse: «Non spaventatevi. Voi cercate Gesù di Nàzaret, quello che è stato crocifisso. È risuscitato, non è qui. Ecco, questo è il posto dove lo avevano messo. Ma andate e dite ai suoi discepoli e a Pietro, che Gesù vi aspetta in Galilea. Là, lo vedrete come vi aveva detto lui stesso». Le donne uscirono dalla tomba e scapparono via di corsa, tremanti di paura. E non dissero niente a nessuno perché avevano paura.
I tre annunci della Pasqua
Tutto il kerygma del capitolo 16, che ha come protagoniste queste donne, si riassume in tre grandi annunci pasquali:
Non abbiate paura
L’invito di Gesù a non avere paura, ma a sviluppare la fede vera in “Colui che tutto può”, è costante nel vangelo di Marco. In Marco la paura è anzitutto catartica e iniziatica. Solo chi la attraversa entra nella nuova realtà del Risorto che è sempre presente, qui ed ora. La paura prepara meglio di qualsiasi altra cosa l’accoglienza di questa percezione del grande Presente. La nostra fede, come la barca dei discepoli, deve attraversare la paura, e ci deve bastare la presenza silente di Gesù che condivide fino alla fine la nostra condizione umana, per imparare a credere, per fidarci ogni giorno di lui, misteriosamente presente. La Pasqua è dunque rinnovare fiducia in quel Gesù che risorge dentro la sua stessa storia ferita, umiliata, tradita, rinnegata, per farla risorgere.
Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E' risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto
E’ l’affermazione esplicita che il Risorto è lo stesso Gesù di Nazareth, morto, sepolto, ora vivo. E’ il messaggio centrale che il Vangelo trasmette. La condizione di Gesù crocifisso, Gesù morto e sepolto, non è la realtà definitiva nella quale pensarlo e cercarlo. Quella realtà è solo un passaggio. La nuova situazione è la vita.
Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete
Per vedere il Risorto bisognerà ritornare in Galilea. Cioè, il Cristo risorto si vede e si incontra nella vita quotidiana. La Galilea è il luogo della prima chiamata, dove tutto era iniziato! Tornare in Galilea significa anzitutto tornare lì, a quel punto incandescente in cui la Grazia di Dio mi ha toccato all’inizio del cammino.
Nella vita del cristiano, dopo il Battesimo, c’è anche un’altra la "Galilea" dell’incontro personale con Gesù Cristo, che mi ha chiamato a seguirlo e a partecipare alla sua missione. In questo senso, tornare in Galilea significa custodire nel cuore la memoria viva di questa chiamata, quando Gesù è passato sulla mia strada, mi ha guardato con misericordia, mi ha chiesto di seguirlo. Solo così possiamo diventare testimoni della sua risurrezione. Non è un ritorno indietro, non è una nostalgia; "è ritornare al primo amore, per ricevere il fuoco che Gesù ha acceso nel mondo, e portarlo a tutti, sino ai confini della terra. Tornare in Galilea senza paura” (Francesco, Veglia pasquale, 19 aprile 2014, passim).
Preghiamo
Lo facciamo con il "tropario di Pasqua" che continuamente si ripete nella liturgia pasquale bizantina. Ripetuto migliaia di volte durante il tempo pasquale, questo testo lo ha citato il Vaticano II alla fine del n. 22 della Costituzione pastorale Gaudium et spes.
Cristo è risorto dai morti,
con la sua morte ha calpestato la morte
e ai morti nei sepolcri ha donato la vita!
Oggi una Pasqua divina ci è stata rivelata,
una Pasqua nuova, santa, una Pasqua misteriosa,
una Pasqua solennissima.
Pasqua, il Cristo redentore,
Pasqua immacolata, Pasqua grande,
Pasqua dei credenti,
Pasqua che ci apre le porte del paradiso,
Pasqua che santifica tutti i fedeli!
Su, o donne evangeliste,
venite dalla visione e dite a Sion:
ricevi da noi annunci di gioia,
la risurrezione di Cristo!
Rallegrati, giubila, esulta Gerusalemme,
contemplando il tuo re, il Cristo,
che procede dal sepolcro come uno sposo!
Le donne mirofore al primo albore
si recarono al sepolcro del Vivificante
e trovarono un Angelo seduto sulla pietra,
che si rivolse a loro e disse:
Perché cercate il Vivente in mezzo ai morti?
Perché piangete l’Incorruttibile,
come se fosse nella corruzione?
Andate, annunciate ai suoi discepoli.
Questo è il giorno fatto dal Signore,
rallegriamoci ed esultiamo in esso!
Pasqua bellissima, Pasqua del Signore, Pasqua!
Una Pasqua santissima è sorta per noi!
Pasqua! Con gioia abbracciamoci gli uni gli altri!
O Pasqua che distruggi la tristezza!
Perché oggi il Cristo, risplendendo dalla tomba
come dal talamo, ha riempito le donne di gioia,
dicendo: Portate l’annuncio agli apostoli!
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo,
ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
È il giorno della risurrezione! Irradiamo gioia
per questa festa, abbracciamoci gli uni gli altri,
chiamiamo fratelli anche coloro che ci odiano,
perdoniamo tutto per la risurrezione, ed
esclamiamo così:
Cristo è risorto dai morti,
con la sua morte ha calpestato la morte
e ai morti nei sepolcri ha donato la vita!