SERVIRE: "L'unico modo di essere discepoli di Gesù"

Pubblicato in Preghiera missionaria

Introduzione

Il discepolo di Gesù non può andare su una strada diversa da quella del Maestro, ma se vuole annunciarlo deve imitarlo, come ci insegna Paolo: ambire a diventare servitore. Se evangelizzare è la missione consegnata a ogni cristiano nel Battesimo, servire è lo stile con cui vivere la missione, l'unico modo di essere discepolo di Gesù. È suo testimone chi fa come Lui: chi serve i fratelli e le sorelle, senza stancarsi di Cristo umile, senza stancarsi della vita cristiana che è vita di servizio.

Canto di esposizione: Lo Spirito del Signore (o altro)

G: «Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili» (Rom 8, 26-27).

L. Spirito del Padre, dono di sapienza, Tu, che hai rivelato la presenza del Messia al suo popolo nel battesimo al fiume Giordano.

T. Vieni in aiuto alla nostra debolezza e aiutaci a scoprire che non c'è gioia più bella di quella di servire i fratelli.

L. Spirito, sostegno degli umili, dono di fortezza, Tu che sai sciogliere i cuori più chiusi e rinnovare lo sguardo verso un avvenire di fraternità e di pace.

T. Vieni in soccorso al nostro cuore indurito e aiutaci a scoprire che non c'è gioia più bella di quella di amare i fratelli.

L. Spirito invocato dal popolo santo di Dio, dono di scienza, Tu che non hai mai lasciato la Chiesa priva della tua presenza lungo i secoli.

T. Illumina le nostre menti, le nostre azioni e aiutaci a scommettere che non c'è gioia più bella di quella di servire i fratelli.

Primo momento: Chiamati per il servizio

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,16-20)

16Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori.17Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». 18E subito lasciarono le reti e lo seguirono.

19Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti. 20E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Promessa e rischio

Vorrei soffermarmi brevemente su questi due aspetti - la promessa e il rischio - contemplando insieme a voi la scena evangelica della chiamata dei primi discepoli presso il lago di Galilea (Mc 1,16-20). Due coppie di fratelli - Simone e Andrea insieme a Giacomo e Giovanni - stanno svolgendo il loro lavoro quotidiano di pescatori. In questo mestiere faticoso, essi hanno imparato le leggi della natura, e qualche volta hanno dovuto sfidarle quando i venti erano contrari e le onde agitavano le barche. In certe giornate, la pesca abbondante ripagava la dura fatica, ma, altre volte, l'impegno di tutta una notte non bastava a riempire le reti e si tornava a riva stanchi e delusi.

Sono queste le situazioni ordinarie della vita, nelle quali ciascuno di noi si misura con i desideri che porta nel cuore, si impegna in attività che spera possano essere fruttuose, procede nel "mare" di molte possibilità in cerca della rotta giusta che possa appagare la sua sete di felicità. Talvolta si gode di una buona pesca, altre volte, invece, bisogna armarsi di coraggio per governare una barca sballottata dalle onde, oppure fare i conti con la frustrazione di trovarsi con le reti vuote. Come nella storia di ogni chiamata, anche in questo caso accade un incontro. Gesù cammina, vede quei pescatori e si avvicina… È successo così con la persona con cui abbiamo scelto di condividere la vita nel matrimonio, o quando abbiamo sentito il fascino della vita consacrata: abbiamo vissuto la sorpresa di un incontro e, in quel momento, abbiamo intravisto la promessa di una gioia capace di saziare la nostra vita. Così, quel giorno, presso il lago di Galilea, Gesù è andato incontro a quei pescatori, spezzando la «paralisi della normalità». E subito ha rivolto a loro una promessa: «Vi farò diventare pescatori di uomini» (Mc 1,17). La chiamata del Signore allora non è un'ingerenza di Dio nella nostra libertà; non è una "gabbia" o un peso che ci viene caricato addosso. Al contrario, è l'iniziativa amorevole con cui Dio ci viene incontro e ci invita ad entrare in un progetto grande, del quale vuole renderci partecipi, prospettandoci l'orizzonte di un mare più ampio e di una pesca sovrabbondante.

(Messaggio di papa Francesco per la 56a Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni)

Silenzio (arpeggio o musica)

Salmo 36/37 (a cori alterni)

Rit. Chi confida nel Signore è stabile per sempre.

Confida nel Signore e fa il bene, abita la terra e vivi con fede.
Cercala gioia nel Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore. Rit.

Conosce il Signore la vita dei buoni, la loro eredità durerà per sempre.
Non saranno confusi nel tempo della sventura e nei giorni della fame saranno saziati. Rit.

Sta lontano dal male e fai il bene, e avrai sempre una casa. Perché il Signore ama la giustizia e non abbandona i suoi fedeli; gli empi saranno distrutti per sempre e la loro stirpe sarà sterminata. Rit.

La salvezza dei giusti viene dal Signore, nel tempo dell'angoscia e loro difesa; il Signore viene in loro aiuto e gli scampa, li libera dagli empi e dà loro salvezza, perché in lui si sono rifugiati. Rit.

Secondo momento: Servizio senza pretesa

Canto: Servo per amore (o altro)

G. Signore Gesù di fronte a chi è nell'indigenza, Tu ci dici: 

T. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi (Gv 13,15).

G. Signore Gesù di fronte a chi è nudo e spoglio di tutto, persino della sua dignità, Tu ci dici:

T. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi (Gv 13,15).

G. Signore Gesù di fronte a chi è nel lutto e nel pianto, Tu ci dici:

T. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi (Gv 13,15).

Dal Vangelo secodo Luca (Lc 17,7-10)

Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: «Vieni subito e mettiti a tavola»? Non gli dirà piuttosto: «Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu»? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».

Per riflettere: "Servi inutili a tempo pieno"

"Anche tu per evangelizzare il mondo": il Signore ce l'ha anche con te. La sua mano tesa ti ha individuato nella folla. È inutile che tu finga di non sentire, o ti nasconda per non farti vedere. Quell'indice ti raggiunge e ti inchioda a responsabilità precise che non puoi scaricare su nessuno.

"Anche tu". Perché il mondo è la Vigna del Signore, dove egli ci manda tutti a lavorare. A qualsiasi ora del giorno. Non preoccuparti: non ti si chiede nulla di straordinario. Neppure il tuo denaro: forse non ne hai.

E quand'anche ne avessi, e lo donassi tutto, non avresti ancora obbedito all'intimo comando del Signore.

Si chiede da te soltanto che, ovunque tu vada, in qualsiasi angolo tu consumi l'esistenza, possa diffondere attorno a te il buon profumo di Cristo. Che ti lasci scavare l'anima dalle lacrime della gente.

Che ti impegni a vivere la vita come un dono e non come un peso. Che ti decida, finalmente, a camminare sulle vie del Vangelo, missionario di giustizia e di pace. Esprimi in mezzo alla gente una presenza gioiosa, audace, intelligente e propositiva. Ricordati che la vita liturgica nel tempio non ti riscatterà dalla latitanza missionaria sulla strada. Ma fermati anche a fare il pieno perché in un'eccessiva frenesia pastorale c'è la convinzione che Dio non possa fare a meno di noi...".

"...Se vi dicono che afferrate le nuvole, che battete l'aria, che non siete pratici, prendetelo come un complimento. Non fate riduzioni sui sogni. Non praticate sconti sull'utopia. Se dentro vi canta un grande amore per Gesù Cristo e vi date da fare per vivere il Vangelo, la gente si chiederà: " ma cosa si cela negli occhi così pieni di stupore di costoro?". don Tonino Bello

Silenzio (arpeggio o musica)

Durante la pausa di silenzio vi verranno consegnati dei foglietti sui quali potete scrivere le vostre intenzioni di preghiera. 

Canto: Servire e regnare (o altro)

Preghiera di Madre Teresa

Prego per voi, perché possiate conservare nei vostri cuori la gioia di amare Dio, la gioia dell'amore e della bontà e di condividere questa gioia con tutti quelli con i quali vi trovate, con le persone che lavorano al vostro fianco, davanti a tutti i membri della vostra stessa famiglia. Quello che importa non è la qualità del dono, bensì l'intensità dell'amore con cui lo diamo.

Preghiere spontanee: ogni tre intenzioni ripetere il ritornello Magnificat anima mea, Dominum (o altro).

Padre nostro

Benedizione

 

Canto finale: Magnifica il Signore, anima mia (o altro) 

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