LEGGI
Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi. (Mt 5,3-12)
RIFLETTI
La chiamata alla missione deriva di per sé dalla chiamata alla santità. Ogni missionario è autenticamente tale solo se si impegna nella via della santità: «La santità deve dirsi un presupposto fondamentale e una condizione del tutto insostituibile perché si compia la missione di salvezza della chiesa». L'universale vocazione alla santità è strettamente collegata all'universale vocazione alla missione. ogni fedele è chiamato alla santità e alla missione. Tale è stato il voto ardente del Concilio nell'auspicare «con la luce di Cristo, riflessa sul volto della chiesa, di illuminare tutti gli uomini, annunziando il Vangelo a ogni creatura». La spiritualità missionaria della chiesa è un cammino verso la santità. La rinnovata spinta verso la missione ad gentes esige missionari santi. Non basta rinnovare i metodi pastorali, né organizzare e coordinare meglio le forze ecclesiali, né esplorare con maggior acutezza le basi bibliche e teologiche della fede: occorre suscitare un nuovo «ardore di santità» fra i missionari e in tutta la comunità cristiana, in particolare fra coloro che sono i più stretti collaboratori dei missionari. (...) Mi rivolgo, perciò, ai battezzati delle giovani comunità e delle giovani chiese. Siete voi, oggi, la speranza di questa nostra chiesa, che ha duemila anni: essendo giovani nella fede, dovete essere come i primi cristiani, e irradiare entusiasmo e coraggio, in generosa dedizione a Dio e al prossimo; in una parola, dovete mettervi sulla via della santità. Solo così potete essere segno di Dio nel mondo e rivivere nei vostri paesi l'epopea missionaria della chiesa primitiva. E sarete anche fermento di spirito missionario per le chiese più antiche. Da parte loro, i missionari riflettano sul dovere della santità, che il dono della vocazione richiede da essi, rinnovandosi di giorno in giorno nel loro spirito e aggiornando anche la loro formazione dottrinale e pastorale. Il missionario deve essere «un contemplativo in azione». Egli trova risposta ai problemi nella luce della parola di Dio e nella preghiera personale e comunitaria. Il contatto con i rappresentanti delle tradizioni spirituali non cristiane, in particolare di quelle dell'Asia, mi ha dato conferma che il futuro della missione dipende in gran parte dalla contemplazione. Il missionario, se non è un contemplativo, non può annunziare il Cristo in modo credibile. Egli è un testimone dell'esperienza di Dio e deve poter dire come gli apostoli: «Ciò che noi abbiamo contemplato, ossia il Verbo della vita. . ., noi lo annunziamo a voi» (1 Gv 1,1). (Redemptoris Missio 90-91)
DOMANDE
Cosa significa per te l'affermazione del Beato Giuseppe Allamano "prima santi e poi missionari"? Come cerchi di viverla?
Quali atteggiamenti assumere per vivere la santità nella missione ad gentes"?
PREGA
Credo, Signore, ma fa' che io creda con maggiore fermezza.
Spero, Signore, ma fa' che io speri con maggiore fiducia.
Ti amo, Signore, ma fa' che ami con più ardente affetto.
Mi pento dei miei peccati;
ma fa' che io senta il mio pentimento con perfetta contrizione.
Dirigimi con la tua sapienza,
consolami con la tua bontà,
proteggimi con la tua potenza.
Siano tuoi i miei pensieri, tue le mie parole,
secondo la tua legge le mie azioni, tue le mie sofferenze.
Illumina il mio intelletto, infiamma la mia volontà,
purifica il mio corpo, santifica l'anima mia.
Rendimi prudente nei consigli, coraggioso nei pericoli,
paziente nelle avversità, umile nelle prosperità,
assiduo nella preghiera, sobrio nel cibo,
solerte nel lavoro, costante nei propositi.
Fammi comprendere, o buon Dio,
come è piccolo ciò che è terreno, come è grande ciò che è divino;
quanto è breve ciò che è temporaneo, quanto è sicuro ciò che è eterno.
Che io mi prepari alla morte,
tema il giudizio, eviti l'inferno, raggiunga il Paradiso.
(Papa Clemente XI)