LEGGI
Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, pur di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo i propri capricci, rifiutando di dare ascolto alla verità per perdersi dietro alle favole. Tu però vigila attentamente, sopporta le sofferenze, compi la tua opera di annunciatore del Vangelo, adempi il tuo ministero.
Io infatti sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione. (2 Tim 4,1-8)
RIFLETTI
Il grande apostolo delle genti, il grande evangelizzatore, ha imparato la resilienza dalla vita stessa. Paolo ritorna diverse volte sulla capacità di valutarsi giustamente e secondo ciò che le debolezze e fragilità gli hanno fatto comprendere. (cfr. 1 Cor 15, 8-9). E questo giudizio è una maniera di comportamento che ha acquisito attraverso la scuola della vita, che gli ha fatto conoscere la sua fragilità e povertà. Ha imparato a pensare di sé in maniera umile, distaccata, tranquilla, senza colpevolizzarsi, con pace.
Dall’evento traumatico sulla via di Damasco, ai sospetti, l’emarginazione e il rifiuto nelle sinagoghe di Damasco e Gerusalemme; dai complotti alla fuga a Tarso, a fare tende, isolato per dieci lunghi anni. Dalla rottura con il suo “grande mentore” Barnaba, alle prigioni, le fustigazioni e naufragi, dalle diffamazioni di mercanteggiare il Vangelo a proprio tornaconto personale alle accuse di favorire i propri interessi (cfr. 2Cor 1,8-9; 2Cor 1,16-20) dalla ripresa della predicazione alla delusione del fallimento all’areopago di Atene.
Paolo di fronte alle tribolazioni che gli sono capitate si è formato come vero evangelizzatore perché ha saputo accogliere dal dolore quella umiltà vissuta, che poi espresse nella sua vita. Paolo è passato per quella scuola di prove e di esperienza della propria debolezza che ci mettono al posto giusto e ci liberano da ogni presunzione per vivere profondamente la sua verità davanti a Dio: «Chi, dunque, ti ha dato questo privilegio? Che cosa mai possiedi che tu non l'abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché te ne vanti come non l'avessi ricevuto? » (1 Cor 4,7).
Al fondo dell'atteggiamento di umiltà, che è uno dei segreti della sua capacità di conquistare la gente, stava un senso profondo di Dio creatore, padre misericordioso, signore e datore di ogni bene. Di fronte a Lui Paolo è un povero peccatore che riceve grazia, misericordia, salvezza. La stessa Parola che annuncia è Parola di Dio, non di Paolo: a lui è stata data nella misura del dono di Cristo. Lo stesso zelo apostolico non è di Paolo, ma gli è stato dato da Cristo che vive in lui. (cfr. Gal 2,20).
DOMANDE
Quando sei caduto e ti sei rialzato? Ricorda e racconta.
Che cosa significa per me chiedere aiuto e perché dovrei farlo? Come valuto l’aiuto che ho ricevuto nel mio processo di resilienza?
Quanto percepisco vicina e permetto alla mia comunità di accompagnarmi nei miei momenti difficili e nel mio essere resiliente?
PREGA
Dio della nostra vita, ci sono giorni in cui i pesi che portiamo ci sfiancano le spalle e ci appesantiscono; quando la strada sembra triste e senza fine, il cielo grigio e minaccioso, quando la nostra vita non ha musica, il nostro cuore è solo e la nostra anima ha perso il suo coraggio. Inonda di luce la nostra via, volgi i nostri occhi dove i cieli sono pieni di promesse, sintonizza il nostro cuore su una musica audace; donaci il senso di cameratismo con eroi e santi di ogni epoca; dai vigore al nostro spirito perché possiamo essere in grado di incoraggiare l’anima di tutti coloro che percorrono insieme a noi la via della vita, per il tuo onore e la tua gloria, per Cristo tuo figlio, risorto in eterno. Amen. (attribuita a Sant’Agostino)