ASCOLTA
Egli mi ha chiamato fin dalla nascita, per essere il suo servo, per radunare i discendenti di Giacobbe e ricondurre a lui il popolo d'Israele. Egli, il mio Dio, mi ha parlato e mi rende forte, perché mi considera prezioso. Mi ha detto: “Tu sei mio servo, non soltanto per radunare le tribù di Giacobbe, per ricondurre a me i superstiti d'Israele. Faccio di te anche la luce delle nazioni, per portare la mia salvezza in tutto il mondo”. (Is 49,5-6)
Il giorno dopo, Giovanni vede Gesù venire verso di lui, e dice: “Ecco l'Agnello di Dio che prende su di sé il peccato del mondo. parlavo di lui quando dicevo: dopo di me viene uno che è più grande di me, perché esisteva già prima di me. Anch'io non lo conoscevo, tuttavia Dio mi ha mandato a battezzare con acqua, per farlo conoscere al popolo d'Israele” (Gv 1,29-31)
RIFLETTI
Giovanni vedendo Gesù venirgli incontro, dice: Ecco l'agnello di Dio. Un'immagine inattesa di Dio, una rivoluzione totale: non più il Dio che chiede sacrifici, ma Colui che sacrifica se stesso. E sarà così per tutto il Vangelo: ed ecco un agnello invece di un leone; una chioccia (Lc 13,31-34) invece di un'aquila; un bambino come modello del Regno; una piccola gemma di fico, un pizzico di lievito, i due spiccioli di una vedova. Il Dio che a Natale non solo si è fatto come noi, ma piccolo tra noi.
Ecco l'agnello, che ha ancora bisogno della madre e si affida al pastore; ecco un Dio che non si impone, si propone, che non può, non vuole far paura a nessuno.
Agnello che toglie il peccato: con il verbo al tempo presente; non al futuro, come una speranza; non al passato, come un evento finito e concluso, ma adesso: ecco colui che continuamente, instancabilmente, ineluttabilmente toglie via, se solo lo accogli in te, tutte le ombre che invecchiano il cuore e fanno soffrire te e gli altri.
Come guarigione, Gesù racconterà la parabola del Buon Samaritano, concludendola con parole di luce: fai questo e avrai la vita. Vuoi vivere davvero, una vita più vera e bella? Produci amore. Immettilo nel mondo, fallo scorrere... E diventerai anche tu guaritore della vita. Lo diventerai seguendo l'agnello (Ap 14,4). Seguirlo vuol dire amare ciò che lui amava, desiderare ciò che lui desiderava, rifiutare ciò che lui rifiutava, e toccare quelli che lui toccava, e come lui li toccava, con la sua delicatezza, concretezza, amorevolezza. Essere solari e fiduciosi nella vita, negli uomini e in Dio. Perché la strada dell'agnello è la strada della felicità.
Ecco vi mando come agnelli... vi mando a togliere, con mitezza, il male: braccia aperte donate da Dio al mondo, braccia di un Dio agnello, inerme eppure più forte di ogni Erode. (P. Ermes Ronchi)
PREGA
Signore, è sempre l’esperienza di te, del tuo amore, a muoverci e farci coinvolgere nella grande storia di salvezza, nella tua storia perché tu continui a camminare al nostro fianco, con pazienza, tu illumini anche la nostra vita, e disperdi il peccato.
Anche nel nostro cuore e sulla nostra bocca fiorisce il canto nuovo, il cantico dei redenti, dei cercatori di Dio che sanno dove andare senza voler essere già arrivati.
Anche noi –come Giovanni, Pietro, Giacomo e Andrea– siamo dei chiamati, amati e coinvolti da te; anche oggi dallo Spirito siamo consacrati per conoscerti, annunciarti e condividere con altri questo tesoro di grazia.
Anche il nostro nome è scritto nel libro della vita perché tu chiami ognuno di noi a camminare con te e servirti; ci doni la possibilità e la grazia di crescere guidati dallo Spirito che è la tua e la nostra guida.
Anche vogliamo vivere al servizio del Vangelo, della buona notizia che non possiamo mai dare per scontata. Da tanto tempo risuonano nel mondo le tue parole ma abbiamo bisogno di ascoltarle come nuove. Per questo rendici docili allo Spirito, generosi nel seguirlo, fedeli e gioiosi perché solo al tuo fianco troviamo la vera gioia, il senso della vita.