PAROLA DI DIO
In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose.
Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. (Lc 1,57-66)
CON LA GUIDA DELLA STELLA
Che strano accompagnare i pastori! Che strano solleticare il loro cuore ad alzarsi di notte, mettere in movimento il gregge sfinito dopo una giornata di pascolo e fidarsi di una come me… che non ho voce se non il bagliore! Ma tanto è bastato! Perché i pastori, rappresentanti sindacali di tutti i semplici della terra, non hanno bisogno di discorsi, non hanno bisogno di un ritorno, non hanno bisogno di ricompense… ma seguono l’istinto per il bene! E in quella notte, in quella notte in cui tutto ormai era pronto per accogliere il Bambino, il cui vagito avrebbe bucato il buio di Betlemme e la cui voce avrebbe bucato le sordità di Israele, loro si fecero trovare disponibili, pronti, con la cintura ai fianchi e la lucerna accesa, appena fuori dalla porta di quella stalla nella cui mangiatoia, a breve, Maria e Giuseppe avrebbero adagiato Gesù.
Mistero possibile solo ai semplici, quello di Dio! Mistero possibile solo ai pastori di ogni tempo, che hanno l’istinto per le cose di lassù e sanno leggere i segni dei tempi per giungere ad adorare il Signore della storia, riversando briciole di Luce con la loro vita.
È successo a Lucia, che ha investito Siracusa con la sua fede salda. È successo a Francesco, che ha investito Assisi con la sua passione per la povertà. È successo ad Edith, che ha investito Auschwitz con la forza del suo pensiero. È successo a Tonino, che ha investito Molfetta con il profumo della sua autenticità. È successo a Gianna, che ha investito Magenta con il suo scegliere la vita del grembo ad ogni costo e prima di se stessa. È successo a Carlo, che ha investito Milano ed internet col suo entusiasmo giovane per l’Amore. E può succedere a chiunque, se ascolta la mia voce, voce di stella, voce di Luce, che risveglia continuamente la voglia di progettare felicità.
ORAZIONE
O Emmanuele, nostro re e legislatore, speranza e salvezza dei popoli: vieni a salvarci, o Signore nostro Dio.
Contemplando ormai vicina la nascita del tuo Figlio, rivolgiamo a te la nostra preghiera: ci soccorra nella nostra indegnità il Verbo che si è fatto uomo nascendo dalla Vergine Maria e si è degnato di abitare in mezzo a noi.