Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo

Partenza da Emmaus. Ciclo dei discepoli di Emmaus di Arcabas (Jean-Marie Pirot) Partenza da Emmaus. Ciclo dei discepoli di Emmaus di Arcabas (Jean-Marie Pirot)
Pubblicato in Preghiera missionaria

Papa Francesco ci porta decisamente all'essenziale della Fede Cristiana: il Kerygma, l'annuncio cioè dell'amore incondizionato di Dio per gli uomini. Ciò che fonda il nostro credere è quest'annuncio: principio, fondamento dell'agire cristiano. Troppo spesso e a lungo si è insistito negli annunci catechistici sui "doveri" del credente, il "salvarsi" in base alle opere buone. Ma proprio il Vangelo ci dice che una sola è l'opera necessaria: credere in Colui che il Padre ha inviato (cfr. Gv. 6,29)!

LEGGI

Venite, applaudiamo al Signore,
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.
Poiché grande Dio è il Signore,
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra,
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto,
le sue mani hanno plasmato la terra.
Venite, prostràti adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio,
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.
Ascoltate oggi la sua voce:
"Non indurite il cuore,
come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere.
Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato,
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno:
Non entreranno nel luogo del mio riposo" (Sal 94)

Ed essi dissero l'un l'altro: "Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?". Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: "Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!". Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane (Lc 24,32-35).

RIFLETTI

Abbiamo riscoperto che anche nella catechesi ha un ruolo fondamentale il primo annuncio o "kerygma", che deve occupare il centro dell'attività evangelizzatrice e di ogni intento di rinnovamento ecclesiale. Il kerygma è trinitario. È il fuoco dello Spirito che si dona sotto forma di lingue e ci fa credere in Gesù Cristo, che con la sua morte e resurrezione ci rivela e ci comunica l'infinita misericordia del Padre. Sulla bocca del catechista torna sempre a risuonare il primo annuncio: "Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti". Quando diciamo che questo annuncio è "il primo", ciò non significa che sta all'inizio e dopo si dimentica o si sostituisce con altri contenuti che lo superano. È il primo in senso qualitativo, perché è l'annuncio principale, quello che si deve sempre tornare ad ascoltare in modi diversi e che si deve sempre tornare ad annunciare durante la catechesi in una forma o nell'altra, in tutte le sue tappe e i suoi momenti. Per questo anche "il sacerdote, come la Chiesa, deve crescere nella coscienza del suo permanente bisogno di essere evangelizzato". (Evangelii Gaudium n. 164)

DOMANDE

Quanto credo nella vicinanza del Signore che rinvigorisce e rimane fedele, vicino, nonostante la fatica del cammino?

Dedico tempo al far memoria per recuperare quelle sensazioni, emozioni, che hanno accompagnato il mio primo incontro con il Risorto? Riesco a trovare in questo esercizio un nuovo slancio che risponda in maniera dinamica alla stanchezza?

Credo che nel dedicare tempo per me e per la relazione con Dio, nel lasciarmi incontrare, nel lasciare che altri si accostino a me, ci sia la forza di quel primo annuncio che rinnovandosi mi dona, ancora una volta, gioia, forza e mi fa sentire Amato?

PREGA

Signore, aspettami!
Non andare così in fretta...
Io non posso seguirti.
Tu vai troppo forte per me.
Aspettami, lasciati raggiungere.
Signore, però non devi fermarti,
né rallentare il tuo passo.
Signore, voglio percorrere
la strada verso la tua casa.
Signore, non preoccuparti
di venire verso di me.
Io mi affretto verso di te.
Potremo parlarci lungo la strada,
fare una sosta.
Signore, non sono degno
di accoglierti sotto il mio tetto!
Però tu hai già aperto la porta
e varcato la soglia: Signore,
non ho nulla di pronto,
non ho preparato niente per riceverti!
Ma già l'Amore senza limiti
è entrato nella mia stanza e mi dice:
"Mettiti a tavola, voglio cenare con te".

Ultima modifica il Martedì, 04 Ottobre 2022 15:57

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