VEGLIA MISSIONARIA

Pubblicato in Preghiera missionaria

Ad accogliere don Renato fu la minacciosa scritta, vergata su un muro:

“BENVENUTO ALL’INFERNO”.

 

 

«Mi sentivo come in una cattedrale in adorazione di ostie vive e sanguinanti – dice lui – l’indomani me ne andai inseguito dall’urlo di un uomo:
« PORTACI DIO, PORTACI  DIO!» . In quarantasette anni di  prete nessuno mi ha mai gridato questo tra la gente perbene».

 

Altro squarcio di “missione” nelle periferie delle periferie, quelle care al nostro amato Papa Francesco, è il racconto di una Messa  per un defunto celebrata fra uomini e donne, tutti chini indifferentemente sui fumi del crak. «Sono proprio contento – pensa  fra sé il celebrante – di essere prete e poter comandare a Gesù di venire nell’ostia ed essere presenza nella cracolandia…».

 

Presidente:

Signore Gesù, che hai detto “ gli ultimi saranno i primi”, facci capire che nel  tuo Regno, presente in mezzo a noi, non ci sono gradi o privilegi, ma che tutti  siamo in cammino con Te, nostro Pastore e Amico, per raggiungere gli angoli del mondo, specialmente dove c’è oppressione, fame, violenza, ingiustizie, miseria, abbandono, emarginazione, solitudine….e anche in mezzo alle nostre società con tutti i loro drammi, per portare, con le parole e con la vita, la BELLA NOTIZIA, che ci salva e per la quale Tu hai dato la vita.

Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

 

 

Guida:

Dall’altare partiranno alcune persone  con i testi del Vangelo consegnandoli a coloro che sono  negli ultimi banchi  affinché, di mano in mano, li facciano giungere nuovamente all’altare. E’ l’annuncio di Gesù giunto nelle periferie che ritorna a noi  per interpellarci.

CANTO

 

PAROLA DI DIO

Dal libro di Giona : 3,1-5 .10; 4,1 – 11.

 

Fu rivolta a Giona una seconda volta questa parola del Signore: "Àlzati, va' a Ninive, la grande città, e annuncia loro quanto ti dico". Giona si alzò e andò a Ninive secondo la parola del Signore.

Ninive era una città molto grande, larga tre giornate di cammino. Giona cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino e predicava: "Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta".

I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli. Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.

Ma Giona ne provò grande dispiacere e ne fu sdegnato.

Pregò il Signore: "Signore, non era forse questo che dicevo quand'ero nel mio paese? Per questo motivo mi affrettai a fuggire a Tarsis; perché so che tu sei un Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira, di grande amore e che ti ravvedi riguardo al male minacciato. Or dunque, Signore, toglimi la vita, perché meglio è per me morire che vivere!". Ma il Signore gli rispose: "Ti sembra giusto essere sdegnato così?".

Giona allora uscì dalla città e sostò a oriente di essa. Si fece lì una capanna e vi si sedette dentro, all'ombra, in attesa di vedere ciò che sarebbe avvenuto nella città. Allora il Signore Dio fece crescere una pianta di ricino al di sopra di Giona, per fare ombra sulla sua testa e liberarlo dal suo male. Giona provò una grande gioia per quel ricino.

Ma il giorno dopo, allo spuntare dell'alba, Dio mandò un verme a rodere la pianta e questa si seccò. Quando il sole si fu alzato, Dio fece soffiare un vento d'oriente, afoso. Il sole colpì la testa di Giona, che si sentì venire meno e chiese di morire, dicendo: "Meglio per me morire che vivere". Dio disse a Giona: "Ti sembra giusto essere così sdegnato per questa pianta di ricino?". Egli rispose: "Sì, è giusto; ne sono sdegnato da morire!".  Ma il Signore gli rispose: "Tu hai pietà per quella pianta di ricino per cui non hai fatto nessuna fatica e che tu non hai fatto spuntare, che in una notte è cresciuta e in una notte è perita! E io non dovrei avere pietà di Ninive, quella grande città, nella quale vi sono più di centoventimila persone, che non sanno distinguere fra la mano destra e la sinistra, e una grande quantità di animali?".

 

 

CANTO : Acclamazione al Vangelo.   

Dal VANGELO secondo Matteo 9, 9 – 13.

 

Andando via di là, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi". Ed egli si alzò e lo seguì.

Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: "Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?".

Udito questo, disse: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.

Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici . Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori".



RIFLESSIONE DEL CELEBRANTE

 

CANTO

 

Guida:

Ascoltiamo ora le TESTIMONIANZE  di chi ha vissuto o vive nelle periferie del mondo, vicine o lontane.

 

 

TESTIMONIANZE

Momento di riflessione

( si può accompagnare con un lieve fondo musicale).

 

Lettore :
Quali sono le periferie a cui sono inviato  e a cui siamo inviati come comunità ? (momento di silenzio)

 

1 - Le periferie  non sono soltanto quelle lontane, ma anche quelle che arrivano da noi con i barconi. Come mi pongo di fronte a questa realtà ?

(silenzio)

 

- Periferie sono anche quelle persone emarginate  o non apprezzate, in mezzo a noi, nel nostro ambiente di vita, in casa nostra, ecc… Quali le mie risposte ?

(silenzio)

 

- Come mi pongo  e come ci poniamo di fronte ai non praticanti, a chi sta alla larga dalla Chiesa, e di fronte ai problemi sociali che toccano tutti da vicino ?

 

Guida:

Manifestiamo la nostra partecipazione al lavoro svolto  dai missionari nelle periferie con un gesto di solidarietà.


(Durante la colletta eseguire un canto)

 

Celebrante:

Facciamo una professione di fede in Gesù, che ci invia alle periferie!

 

Lettore :

- Signore Gesù, che sei presente nelle situazioni di emarginazione e nelle  persone escluse, aprici gli occhi per riconoscere l’altro come fratello e sorella.

 

Assemblea: Signore, noi crediamo in  Te.

 

- Signore Gesù, Tu ci dai la forza e il coraggio di proclamare il tuo Messaggio con la nostra vita soprattutto nelle situazioni difficili.

                        

Assemblea: Signore, noi crediamo in  Te.                                             

 

- Signore Gesù, Tu non  lasciarci  scoraggiare quando la nostra

testimonianza  sembra inutile ed infruttuosa.

 

Assemblea: Signore, noi crediamo in  Te. 

 

Celebrante:

Recitiamo insieme la preghiera della fraternità universale insegnataci da Gesù:

Padre Nostro…

 

Celebrante:

Scambiamoci un gesto di pace.

Accogliamo le parole di Papa Francesco, come mandato da portare nei nostri ambienti.

 

 

Lettore  

Evangelii gaudium, n° 201

 

Nessuno dovrebbe dire che si mantiene lontano dai poveri perché le sue scelte di vita comportano di prestare più attenzione ad altre incombenze. Questa è una scusa frequente negli ambienti accademici, imprenditoriali o professionali, e persino ecclesiali. Sebbene si possa dire in generale che la vocazione e la missione propria dei fedeli laici è la trasformazione delle varie realtà terrene affinché ogni attività umana sia trasformata dal Vangelo,  nessuno può sentirsi esonerato dalla preoccupazione per i poveri e per la giustizia sociale: «La conversione spirituale, l’intensità dell’amore a Dio e al prossimo, lo zelo per la giustizia e la pace, il significato evangelico dei poveri e della povertà sono richiesti a tutti». Temo che anche queste parole siano solamente oggetto di qualche commento senza una vera incidenza pratica. Nonostante ciò, confido nell’apertura e nelle buone disposizioni dei cristiani, e vi chiedo di cercare comunitariamente nuove strade per accogliere questa rinnovata proposta.

 

(Se ci sono dei missionari/e, laici partenti
si possono consegnare i crocifissi)

 

Celebrante:

Carissimi fratelli e sorelle, il Signore Gesù sappia farci testimoni della sua Parola in tutte le situazioni di vita, che ci troveremo ad affrontare e ci faccia sempre accogliere i nostri fratelli e sorelle, per farci sentire tutti inviati fino alle estreme periferie. Lui che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

 

Ci raggiunga in ogni luogo ed in qualsiasi strada  del mondo la benedizione di Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. Amen



CANTO FINALE

 

L’Animatore Missionario 2/3, 2014

Fondazione Missio

Testi a cura del Centro Missionario Diocesano di Mondovì.

 

 

 

Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:07
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