IL CUORE IN GREMBIULE

Pubblicato in Preghiera missionaria


Introduzione
Celebriamo con gioia, in questo nostro incontro di preghiera, l'amore fedele del Padre che Gesù è venuto a rivelarci offrendo la sua vita come dono totale nel servizio. C'è una chiamata, originale e irripetibile per ogni uomo, per ciascuno di noi qui presente stasera: dire sì a questa chiamata significa accettare un cammino, aprirsi alla novità, scoprire che non si è soli, che Qualcuno ha scelto di starci accanto. Allora l'unica preoccupazione per l'uomo è quella di scegliere quello che Dio ha scelto per lui.
La preghiera è la scuola che ci insegna a riconoscere, amare e compiere la volontà di Dio. Come la nostra vita, così anche la preghiera è un cammino: un cammino dentro, un crescere in profondità.
Pregare è imparare a donare gratuitamente la nostra vita e imparare a riceverla continuamente in dono.
Pregare è dire grazie a Dio perché nella storia di oggi non smette di chiamare e di far risuonare la sua proposta di radicalità ad alcuni fratelli coinvolgendoli nella stessa missione di amore che ha affidato al Figlio suo.
In questa Veglia, ci introdurremo nel cuore del mistero della vita di Gesù:
un cuore di pastore che vede le necessità del suo popolo e ci invita a pregare il Padre con il cuore sintonizzato con i suoi desideri; un cuore di Maestro e di servo che dopo aver pregato scegli coloro che diventeranno portiamo di speranza e servi per vocazione così come LUI ha insegnato; un cuore di testimone che invia ma “precede” sulle strade della vita.

Canto

IL CUORE DI PASTORE

Dal Vangelo secondo Matteo (9,35-38)
«Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità.

Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!"».

Guida: Gesù cammina tra le strade dell’umanità e incontra sofferenza, dolore, stanchezza, disorientamento, povertà di senso, di fronte a tutto ciò invita i discepoli, e noi questa sera, a pregare perché il Padre continui a chiamare uomini e donne di buona volontà che sanno donarsi totalmente perchè tutti trovino il senso dell’esistenza, perché tutti incontrino Lui che è abbondanza di vita. 

Il dono della preghiera è anche responsabilità per ciascuno di noi questa sera: farci voce di questa folla stanca e sfinita, presentarci a Lui con un cuore desideroso di incontrarlo e di farlo incontrare. Questo desiderio diventa dunque la nostra preghiera.

Ora verranno proclamate alcune professioni di fede e preghiere rivolte al cuore del Pastore, e come segno di adesione verranno accese alcune luci ai piedi del Maestro e fatto ardere un po’ di incenso simbolo della  preghiera profumata e preziosa che sale al cielo. 

Intercaleremo questo gesto con il canto di un canone.

 

Tu sei il nostro pastore.

Signore Gesù, sei tu il Pastore. Ci difendi dalla menzogna e dai soprusi dei falsi pastori. Dietro te camminiamo nella libertà.

Canone: Dona la pace Signore, a chi confida in te, dona dona la pace Signore dona la pace.

Signore Gesù, tu Pastore buono cammini davanti a noi. Con la tua vita e la tua morte hai lasciato nel mondo una traccia indelebile. Fa' che seguiamo le tue orme. Rit.


Signore Gesù, tu ci conosci ad uno ad uno. Tu non ci chiami in modo indistinto. Allontanaci dal rumore dell'esteriorità. Ognuno di noi nel silenzio sappia ascoltare la tua voce. Rit.


Signore Gesù, tu ci chiami per strade diverse, secondo i carismi e i segni dei tempi. Ti ringraziamo per il dono di questo nostro fratello chiamato ad avere un cuore di pastore secondo la tua volontà e ti preghiamo anche perché i giovani disorientati sappiano cogliere la bellezza di consacrare totalmente la loro vita a te, al servizio del vangelo e dei fratelli. Rit.


Signore Gesù, illumina la tua chiesa perché sotto la guida del nostro Papa Benedetto XVI accolga unicamente la voce dello Spirito, e si lasci guidare dalla passione per il Vangelo e dall'amore per questa nostra umanità. Rit.

 


IL CUORE DI MAESTRO


Dal Vangelo di Matteo (10,1.4)
Chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di Alfeo e Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, che poi lo tradì.


Guida: Quando si ha bisogno di qualcuno per compiere un lavoro delicato o per svolgere un determinato compito, si pronuncia il suo nome, come per dirgli: "Lascia quello che stai facendo. Vieni. Ora sei necessario qui! ". Gli si fa segno, lo si chiama. Si ritiene che abbia le qualità adatte per realizzare bene il lavoro che gli si vuole affidare. Si sa che è capace di farlo e che in questo compito impegnerà tutte le sue forze. Gli si dà interamente fiducia. 


Gesù dopo aver pregato chiama i 12 e da quel momento non ha smesso di chiamare. Oggi siamo qui per ringraziare il Signore per il dono della chiamata al sacerdozio, ma siamo qui anche per ricordare la nostra chiamata, unica e irripetibile che è racchiusa nel nostro nome.


Siamo invitati ora a compiere un gesto: scrivere il nostro nome sul foglietto che ci è stato consegnato. È il nome che traccia il filo rosso della nostra storia, è il nome che risuona nel cuore di Dio dall’eternità, è il nome che è frutto dell’amore dei nostri genitori, è il nome che Gesù oggi non smette di pronunciare per dirci che gli stiamo a cuore, che ci ama, che si fida di noi. 

Canto

 

IL CUORE DI SERVO

Dal vangelo di Giovanni (13,1-5.15-17)

Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.


Mentre cenavano, quando gia il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e  ominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le  etterete in pratica.

Guida: “Vi ho dato l’esempio”, sono queste le parole di Gesù che risuonano più fortemente questa sera per il nostro fratello che offrirà la sua vita con Cristo, per Cristo e in Cristo per l’umanità attraverso il sacramento dell’Ordine. 

Presentiamo ora al Signore alcuni simboli che sono espressione del servizio che tutti i sacerdoti sono chiamati a fare nella comunità. Il sacerdote uomo che indica: la strada, la normativa, lo stile di vita, gli impegni conseguenti... rende presente Gesù-Verità attraverso l’annuncio della Parola. Portiamo all’altare una Bibbia simbolo del ministero che egli compirà a servizio della comunità.


Canone

Il sacerdote uomo che percorre la strada: come il Maestro non si limita ad indicare dove andare e quale cammino intraprendere, ma egli si impegna a percorrerla per primo e fino in fondo, nella obbedienza al progetto salvifico del Padre egli rende presente così Gesù Via.


Portiamo all’altare la liturgia delle ore come impegno di preghiera ecclesiale quotidiana. Insieme ad essa portiamo un grembiule e una brocca simboli del servizio ai poveri verso i quali il sacerdote è chiamato a chinarsi per incontrare Gesù sofferente.


Canone

Il sacerdote uomo di mediazione tra Dio e l’uomo: il Maestro Gesù conosce bene la debolezza dell’uomo. Sa che non basta indicare e dare l’esempio: occorre sollevare la creatura e farsi suo veicolo. È qui la missione del sacerdote che attraverso il suo porsi accanto, fa incontrare l’uomo con la grazia di Dio nei sacramenti luogo di
incontro con Gesù che da la Vita: attraverso i sacramenti soprattutto nel pane dell’Eucaristia, e nella riconciliazione.

Portiamo all’altare la stola simbolo dell’amore misericordioso di Dio che si china sulla fragilità umana.

Canone

 

IL CUORE DI TESTIMONE


Dal Vangelo secondo Matteo (28,19-20)

Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".

Guida: La chiamata di Gesù è dono e responsabilità. Dono perché nata dalla gratuità del cuore del Padre e responsabilità perché attraverso la nostra libera adesione Egli può raggiungere i confini della terra.


Viviamo ora un gesto: come segno di gratitudine portiamo all’altare il nostro nome che esprime l’adesione e il riconoscimento dell’essere stati destinatari dell’annuncio del regno di Dio; come impegno riceveremo la Parola che ci parla oggi in modo personale e che siamo chiamati a vivere e condividere con semplicità nella nostra
quotidianità.

Canto che accompagna il gesto Condivisione: esprimiamo fin d’ora il nostro impegno ad ascoltare, annunciare e condividere la Parola facendo diventare preghiera la Parola che abbiamo ricevuto.

Canone

Guida: La Parola condivisa è forza e luce per il cammino della nostra comunità, è certezza della presenza qui ed ora del Dio della storia che ci ama ed ascolta le nostre preghiere.

A Lui chiediamo fortemente, al termine di questo momento comunitario di preghiera, di accompagnare,  custodire, donare la forza dello Spirito al nostro fratello, perché possa essere fedele al dono ricevuto, una fedeltà che è ascolto, presenza, sostegno, per quanti incontrerà sul suo cammino. Ci mettiamo in piedi ed
invochiamo lo Spirito per Lui.

Canone: Tu sei sorgente viva, tu sei fuoco sei carità. Vieni Spirito Santo, vieni Spirito Santo.

Benedizione finale
Andate, testimoniate che la vita ha uno scopo.
Andate, testimoniate che il dolore ha una luce di speranza.
Andate, testimoniate che la solitudine umana ha una compagnia.
Andate, testimoniate che non c’è peccato che non possa avere perdono.

Andate, testimoniate che la morte diventa, in Cristo risorto, il transito sereno dalle tristezze della terra al lieto splendore del Regno di Dio.

...E la benedizione amorevole di Dio Onnipotente che è Padre, Figlio
e Spirito Santo.


«Io ti auguro
di non stare mai in testa
e neppure in coda
ma che tu possa stare sempre in mezzo
al popolo, come Gesù.
“Gesù, allora si sedette in mezzo ai dottori,
aprì la bocca e disse....».
Si sedette in mezzo;
Gesù che si siede in mezzo.
Anche per te: siediti in mezzo alla gente,
senti il sapore e il profumo del popolo,
inebriati di questo grande ideale
di annunciare Gesù Cristo.
È splendido: dà significato alla tua vita».
(Cf Tonino Bello, Ai sacerdoti).

Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:07
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