VENGA IL TUO REGNO

Pubblicato in Preghiera missionaria

 

Chissà quante volte, nel recitare la preghiera che ci ha insegnato Gesù, abbiamo ripetuto la frase: “Venga il Tuo Regno” senza capire il perché chiediamo che debba venire, e cosa sia veramente il Regno di Dio.

CELEBRANTE: Nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo.

TUTTI: Amen

NON ARRIVA MAI...

CANTO: QUALE GIOIA (Dal Salmo 121)

Quale gioia mi dissero
andremo alla casa del Signore
ora i piedi o Gerusalemme
si fermano davanti a te.

Ora Gerusalemme è ricostruita
come città salda forte e unita.

Salgono insieme le tribù del Signore
per lodare il nome del Dio d’Israel.

Là sono posti i seggi della sua giustizia
i seggi della casa di Davide.

Su di te sia pace chiederò il tuo bene
per la casa di Dio chiederò la gioia.

A: Il salmo 121 che abbiamo cantato parla della gioia di entrare in una nuova Gerusalemme ricostruita: sarà “la dimora di Dio con gli uomini. Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno il suo popolo ed egli il Dio-con loro” (Ap 21,3). Questo sarà il compimento del regno di Dio, che noi invochiamo recitando il Padre nostro, è il desiderio di ogni cristiano.

GUIDA: Giovanni Battista diceva alla gente “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!”, ma sono passati duemila anni e questo Regno non arriva mai…

TUTTI: Quante volte Signore, abbiamo pregato “venga il tuo regno!”
Eppure ci sembra che non arrivi mai.
Non arriva mai, perché forse non c’è?
Non arriva mai, perché lo ostacoliamo?
Non arriva mai, perché non lo “attendiamo”?
Non arriva mai, perché non sappiamo vederne fin da ora i segni?
Signore, noi non rinunciamo alla fede nelle tue parole,
ma apri questo nostro cuore a vedere, a capire, ad attendere
con una attesa operosa il tuo Regno
di verità e di amore, di giustizia e di pace. Amen

GUIDA: Il Salmo 83 parla dei cortili del Signore, che rappresentano la sua presenza nella nostra vita e ci aiuta a capire il cuore che dobbiamo avere per poter pregare: “Venga il tuo regno”. Preghiamolo a cori alterni.

TUTTI A CORI ALTERNI: Salmo 83 (tratto dal salmo originale con testo aggiornato).
M: Quanto sono amabili le tue dimore, Signore!
L’anima mia desidera ardentemente stare nei cortili del Signore.
Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente.
F: Anche il passero trova la casa, la rondine il nido,
dove porre i suoi piccoli, presso i tuoi altari,
Signore, mio Re e mio Dio.
M: Beato chi abita la tua casa: sempre canta le tue lodi!
Beato chi trova in Te la sua forza
e decide nel suo cuore il santo viaggio.
F: Cresce lungo il cammino la sua forza,
finché compare davanti a Dio.
Signore Dio, ascolta la mia preghiera,
porgi l’orecchio, Dio di Giacobbe.
M: Vedi, Dio, nostro scudo, guarda il volto dei tuoi figli.
Per me un giorno nella tua casa è più che mille altrove,
stare sulla soglia della casa del mio Dio
è meglio che abitare nelle tende di chi ti disprezza.
F: Poiché sole e scudo è il Signore Dio;
il Signore concede grazia e gloria,
non rifiuta il bene a chi cammina sulla sua strada.
Signore, beato l’uomo che in te confida.

A: Beati coloro che abitano nella casa di Dio e Lo lodano in continuo! In altre parole, beati coloro che si trovano nel regno di Dio, nella presenza di Dio stesso, per adorarLo per sempre, perché i loro cuori saranno pienamente soddisfatti.

L1: Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione e nessuno dirà: “Eccolo qui o eccolo là”; il regno di Dio è in mezzo a noi (Lc 16, 21), poiché la Sua Parola è sulla nostra bocca e nel nostro cuore (Rm 10, 8).
L2: Quando preghiamo “venga il Tuo regno”, stiamo chiedendo a Dio che cresca e produca i suoi frutti quel seme piantato nel nostro cuore per la grazia di Dio che ci ha trasmesso la fede.
L3: Ma questo regno di Dio, che è in noi, arriverà al suo compimento, quando Gesù, dopo aver sottomesso tutti i suoi nemici, consegnerà il regno a Dio Padre, perché Dio sia tutto in tutti (1 Cor 15, 24-28). Perciò preghiamo senza stancarci.
L4: Dicendo al nostro Padre che è in cielo: “Sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno” (Mt 6, 9-10), ricordiamo a noi stessi che il regno di Dio non va d’accordo con il regno del peccato e del male; quindi, se vogliamo che Dio regni in noi, in nessun modo, deve regnare il peccato nel nostro corpo. Invochiamo, perciò, lo Spirito Santo affinché Dio possa dimorare in noi come in un paradiso spirituale.

SEGNO: Ciascuno solleverà una pietra e la butterà via, a simboleggiare il peccato che non ci permette di entrare nel regno di Dio.

CANTO: OGNI MIA PAROLA
Come la pioggia e la neve scendono giù dal cielo

e non vi ritornano senza irrigare
e far germogliare la terra,
così ogni mia parola non ritornerà a me
senza operare quanto desidero,
senza aver compiuto ciò per cui l’avevo mandata.
Ogni mia parola, ogni mia parola.

CELEBRANTE: Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 25, 31-36, 41-43, 46)
Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.
Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna”.

Come vorrei che tu venissi...
(Alcune fonti nel web attribuiscono il testo al beato Giovanni Paolo II ma sul sito del Vaticano non se ne trova traccia.)

L5: Come vorrei che tu venissi tardi,
per avere ancora tempo di annunciare
e di portare la tua carità agli altri.
L6: Come vorrei che tu venissi presto,
per conoscere subito, alla fonte, il calore della carità.
L5: Come vorrei che tu venissi tardi,
per poter costruire nell’attesa,
un regno di solidarietà, di attenzione ai poveri.
L6: Come vorrei che tu venissi presto,
per essere subito in comunione piena e definitiva con te.
L5: Come vorrei che tu venissi tardi,
per poter purificare nell’ascesi,
nella penitenza, nella vita cristiana la mia povera esistenza.
L6: Come vorrei che tu venissi presto,
per essere accolto, peccatore, nella tua infinita misericordia.
L5: Come vorrei che tu venissi tardi,
perché è bello vivere sapendo che tu ci affidi
un compito di responsabilità.
L6: Come vorrei che tu venissi presto,
per essere nella gioia piena.
TUTTI: Signore, non so quello che voglio,
ma di una cosa sono certo:
il meglio è la tua volontà.
Aiutami ad essere pronto a compiere
in qualsiasi tempo e situazione
la tua volontà d’amore per noi,
adesso e al tempo della mia morte. Amen.

L7: Gesù ha detto: “Pregate il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!” (Mt 9,38) , quindi dobbiamo pregare e operare perché tutti entrino nel regno di Dio.
L8: Il regno di Dio non è ancora completamente realizzato nelle singole persone, nelle famiglie, nella Chiesa e nella società. Non serve lamentarsi sui mali del mondo, sulla fame, la povertà, le malattie... Dobbiamo contribuire con tutte le nostre possibilità a realizzare il regno di Dio, che è “regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, d’amore e di pace” (dal Prefazio della solennità di Cristo re).

COME UN BAMBINO...

CANTO: SE NON RITORNERETE
Se non ritornerete come bambini non entrerete mai. (2v.)

La mia porta sarà chiusa per il ricco e per il forte
per tutti quelli che non hanno amato, per chi ha giocato con la morte.
Per gli uomini per bene per chi cerca la sua gloria
per tutti quelli che non hanno amato e per i grandi della storia.
per acquistare il campo dove ho nascosto il mio tesoro.
Ma per tutti gli affamati gli assetati di giustizia
ho spalancato le mie porte ho preparato la mia gioia.
Per chi fu perseguitato per chi ha pianto nella notte
per tutti quelli che hanno amato per chi ha perduto la sua vita;
la mia casa sarà aperta la mia tavola imbandita
per tutti quelli che hanno amato per chi ha perduto la sua vita.

Cuore di bambino (Pensieri sul Regno di un discepolo di Gesù)
L9: “Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso”.
Ricordo l’ammonimento che ci fece Gesù quel giorno, quando gli furono portati dei bambini per farli benedire. Cercammo di allontanare quei bambini che disturbavano, secondo noi, l’annuncio del Regno di Dio. Volevamo far parte del Suo Regno e avevamo lasciato tutto per seguire il Maestro e stare con Lui, ma ecco che Gesù ci rimprovera dicendoci che respingendo i bambini, stavamo per chiudere, davanti a noi, la sola porta d’ingresso a quel regno di Dio tanto desiderato! Ma che significa “accogliere il regno di Dio come un bambino”? In un’altra occasione Gesù ci aveva detto: “Se non vi convertirete e non diventerete come bambini, non entrerete nel regno
dei cieli” (Matteo 18,3).
L10: Poi avremmo capito, che un bambino non può vivere senza fidarsi di chi lo circonda e la sua fiducia non è una virtù, ma è una realtà vitale. Per incontrare Dio, ciò che abbiamo di meglio è il nostro cuore di bambino che è spontaneamente aperto, osa domandare con semplicità, vuole essere amato.
L11: Accogliere un bambino vuol dire accogliere una promessa. Un bambino cresce e si sviluppa. È così che il regno di Dio non è mai sulla terra una realtà completa, ma piuttosto una promessa, una dinamica e una crescita incompiuta. E capimmo che tocca a noi il compito di far scoprire il cuore di bambino a tutte le persone, per aprire loro il regno di Dio.

Segno: Il cuore di un bambino aprirà la porta del regno di Dio.

Com’è fatto Dio?
L12: Poco dopo la nascita di suo fratello, la piccola Sachi cominciò a chiedere ai genitori di lasciarla sola con il neonato. Si preoccupavano che, come quasi tutti i bambini di quattro anni, potesse sentirsi gelosa e volesse picchiarlo o scuoterlo, per cui dissero di no. Ma Sachi non mostrava segni di gelosia. Trattava il bambino con gentilezza e le sue richieste di essere lasciata sola si facevano più pressanti. I genitori decisero di consentirglielo.
Esultante, Sachi andò nella camera del bambino e chiuse la porta, ma rimase una fessura aperta, abbastanza da consentire ai curiosi genitori di spiare e ascoltare. Videro la piccola Sachi andare tranquillamente dal fratellino, mettere il viso accanto al suo e dire con calma: “Bambino, dimmi come è fatto Dio. Comincio a dimenticarmelo”.

GUIDA: I bambini sanno com’è fatto Dio, ma arrivano in un mondo che fa di tutto per farglielo dimenticare il più in fretta possibile. Chiediamo a Dio che venga il suo Regno.

TUTTI: Venga il tuo Regno: intuiamo, o Signore nostro Dio, che qui sta tutto il tuo mistero di Padre che guida la storia e dunque la risposta alle nostre domande di senso. Tu vuoi un mondo diverso, nuovo, futuro. Noi vogliamo, o Padre , il tuo futuro, il tuo nuovo, il tuo diverso. Lo vogliamo, lasciando a te la decisione suprema, ma aggrappandoci a quel seminatore del Regno che è il tuo Figlio Gesù.
Donaci di saper vedere e di porre in atto, sotto il soffio del tuo Santo Spirito, i segni della tua signoria.
Poiché tuo è il regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli. Amen

Benedizione Finale

Dagli scritti di Don Tonino Bello

Veniamo a sapere, dunque, che, come titolo valido per l’usufrutto del regno, esiste un’alternativa al titolo di “povertà”: quello della “solidarietà” con i poveri. Diventare, cioè, così solidali con loro da esserne il prolungamento. Fare tutt’uno con loro, così da esserne considerati quasi la protesi.
Se si vuole entrare nel regno della felicità perciò occorre vistare il passaporto o col titolo di “beati” o col titolo di “benedetti”.
È splendida l’esortazione che al termine della messa nuziale viene pronunciata sugli sposi: “Sappiate riconoscere Dio nei poveri e nei sofferenti, perché essi vi accolgano un giorno nella casa del Padre”.
“Beati… perché di essi sarà …”.
“Venite, benedetti, nel regno preparato per voi…”
Non potrà mai dimenticare lo stupore di Mons. Gasparini, vescovo missionario nel Sidamo, quando un giorno, indicandomi un gruppo di bambini etiopi, dagli occhi sgranati per fame, dalle gambe filiformi, devastati dalle mosche sul corpo scheletrito, mi disse quasi sottovoce: “Vedi: che questi bambini siano figli di Dio non mi sorprende più di tanto. E neppure che siano fratelli di Gesù Cristo. Ma ciò che mi sconcerta e mi esalta è che questi poveri siano eredi del paradiso! Sembra un assurdo. Ma è proprio per annunciare quest’assurdo, che sono felice di aver speso tutta la mia vita in mezzo a questa gente”. 
“Beati… perché di essi…”
“Venite, benedetti, nel regno preparato per voi…”.
Il Signore ci conceda che, nel mazzo delle carte d’identità racchiuse da quei due pronomi personali, un giorno, col visto d’ingresso, poco importa se con la sigla “beati” o con la sigla “benedetti”, egli possa trovare anche la nostra.
E ci riconosca. Alle porte del regno.

 

 

 

Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:07
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