SE NON VEDO NON CREDO

Pubblicato in Preghiera missionaria

Cel. “O Padre, che nel giorno del Signore raduni il tuo popolo

per celebrare colui che è il Primo e l’Ultimo,

il Vivente che ha sconfitto la morte,

donaci la forza del tuo Spirito,

perché, spezzati i vincoli del male,

ti rendiamo il libero servizio

della nostra obbedienza e del nostro amore,

per regnare con Cristo nella gloria.”. (Colletta)

 

 

G. Nella storia della Chiesa, la Seconda Domenica di Pasqua è stata chiamata per lungo tempo «in albis depositis» o semplicemente «in albis». Tale denominazione deriva dalla tradizione di far indossare ai neofiti la veste bianca (o alba) durante le riunioni di preghiera o di catechesi della prima settimana dopo il battesimo, avvenuto nella notte di Pasqua; l’ottavo giorno la veste bianca veniva deposta. Cominciavano a crescere, nutriti dalla Parola, coloro che erano nati alla fede nel Battesimo. Così canta l’antifona d’ingresso «Come bambini appena nati, bramate il puro latte spirituale, che vi faccia crescere verso la salvezza» (cfr. 1 Pt 2,2). Come i catecumeni di un tempo, che nella Domenica “in albis” deponevano le vesti bianche battesimali iniziando la loro vita nuova di cristiani, così anche noi siamo invitati a trarre le conseguenze della Pasqua per quanto riguarda la concretezza della nostra vita di ogni giorno. La certezza della fede e l’impegno delle buone opere acquistano significato perché si compenetrano a vicenda nella dinamica della vita cristiana che quotidianamente è chiamata in causa.

 

Canto al Vangelo ( Gv 20,29)

T. Alleluia, alleluia.
Cel. “Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;

beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
T.  Alleluia.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni: (Gv 20,19-31)

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Parola del Signore.

 

 

Tutti

 

Dal Salmo 117: Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.

 

Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!

Ti preghiamo, Signore: Dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: Dona la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli ci illumina.

 

Pausa di Silenzio

 

1L. Il Vangelo di Giovanni ci racconta che il giorno di Pasqua Gesù appare ai suoi discepoli nel Cenacolo. I discepoli si sono ritirati lì per timore dei giudei. Ma, nonostante le porte chiuse, Gesù viene e si ferma in mezzo a loro.

 

2L. Gesù risorto porta ai discepoli la pace, la gioia e il dinamismo apostolico. Le prime parole che egli dice ai discepoli sono:

 

Cel. «Pace a voi».

 

1L. Questo è il saluto abituale degli ebrei, ma sulla bocca del Risorto acquista un significato molto più importante e profondo.

 

2L. Gesù porta realmente la pace; anzi, come dice Paolo, «Egli infatti è la nostra pace», perché nella sua umanità ha realizzato la riconciliazione tra gli uomini e Dio, vincendo il peccato e la morte.

 

1L. Le forze ostili all'uomo sono state annientate, e così egli può portarci la pace.

 

2L. I discepoli hanno un grande bisogno di questa pace, perché si trovano in una situazione d'inquietudine, di preoccupazione e di paura.

 

1L. Gesù viene in mezzo a loro, ma non rivolge loro nessun rimprovero.

 

2L. Tutti i discepoli erano fuggiti dopo la sua cattura; Pietro lo aveva rinnegato. Tuttavia Gesù non li rimprovera, ma porta loro la pace. Per indicare la sorgente di questa pace, Gesù mostra loro le sue mani e il suo costato, cioè le sue piaghe.

 

1L. «Per le sue piaghe noi siamo stati guariti», leggiamo nel terzo canto del Servo sofferente.

 

2L. Le mani e il costato di Gesù sono la sorgente della pace, perché sono la manifestazione del grandissimo amore del Signore, che ha superato ogni ostacolo.

 

1L. Assieme alla pace, Gesù reca ai discepoli la gioia. Dice il Vangelo:

 

2L. «I discepoli gioirono al vedere il Signore».

1L. Il tempo pasquale è un tempo di gioia.

 

2L. Per noi non c'è un motivo più grande di gioia della risurrezione di Gesù. Egli ha vinto tutte le forze ostili e negative; così tutta la nostra esistenza ora si trova sotto un segno positivo, e questo è per noi un motivo di vera gioia.

 

1L. Oltre alla pace e alla gioia, Gesù reca ai discepoli anche il dinamismo apostolico. Dice loro:

 

Cel. «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi».

 

2L. La risurrezione di Gesù è l'inizio di un dinamismo straordinario, capace di trasformare il mondo. Esso si propaga per mezzo dei suoi discepoli: soprattutto per mezzo degli apostoli e dei loro successori, ma anche per mezzo dei semplici fedeli.

 

1L. Gesù risorto, infatti, dà a ogni cristiano una vocazione, in continuità con la propria missione. Ogni cristiano è chiamato a testimoniare Cristo e la sua risurrezione, per portare la gioia e la pace nel mondo.

 

2L. Gesù dà agli apostoli anche il potere di rimettere o di ritenere i peccati. Così essi vengono resi partecipi del suo potere di giudicare.

 

1L. Ciò che viene proposto agli uomini è il perdono di Dio, ma questo non può essere concesso a chi si chiude alla grazia di Dio.

 

2L. A questo punto l'evangelista fa notare che Tommaso non era con gli altri discepoli quando è venuto Gesù. I discepoli gli riferiscono:

 

1L. «Abbiamo visto il Signore»,

 

2L. Ma egli non vuole crederci.

 

1L. Otto giorni dopo avviene un'altra apparizione di Gesù nel Cenacolo, a porte chiuse, e questa volta è presente Tommaso.

 

2L. Gesù di nuovo dà il saluto di pace ai discepoli, e poi si rivolge a Tommaso invitandolo a mettere il dito nelle sue mani, a stendere la mano e metterla nel suo costato, e a non essere più incredulo, ma credente.

 

1L. A questo punto tutte le resistenze di Tommaso cadono di colpo, ed egli fa una magnifica professione di fede, la più bella che ci sia nei Vangeli:

 

2L. «Mio Signore e mio Dio!».

 

1L. Tommaso riconosce non soltanto la vittoria di Gesù risorto, ma anche la sua divinità; in questo egli è ispirato. Gesù risorto è il Figlio di Dio: lo era sin dall'inizio, ma lo è ora in maniera più visibile per mezzo della sua risurrezione.

 

2L. Gesù dice a Tommaso:

 

Cel. «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

 

1L. Questa è la nostra beatitudine. C'è un valore speciale nella fede che viene professata senza aver avuto i segni inconfondibili della risurrezione di Cristo.

 

2L. Questa fede stabilisce una relazione profonda con Cristo, una relazione che è un dono meraviglioso di Dio. Tutti i cristiani sono chiamati a vivere questa beatitudine.

 

1L. La risurrezione di Cristo è oggetto di fede, ma è anche sorgente di tante grazie.

 

2L. La nostra fede accoglie queste parole che ci descrivono il Cristo risorto. Egli ha vinto la morte in maniera definitiva. La sua risurrezione non rassomiglia a quella di Lazzaro, che è tornato in vita, ma soltanto per alcuni anni. Cristo risorto invece vive per sempre.

 

Tutti

 

Oh, se si ripetesse nella famiglia cristiana di questi giorni

quello che sappiamo essere avvenuto a Gerusalemme tra gli Apostoli, dopo l’ascensione di Cristo al cielo, quando tutta la Chiesa,

nata da poco, in assoluta concordia di animi si unì a Pietro,

Pastore degli agnelli e delle pecore, e pregò con lui e per lui!

E si degni l’adorabile Spirito di Dio,

accondiscendendo alle aspettative di tutti, di accogliere questa supplica, che ogni giorno gli viene rivolta da ogni parte della terra:

"Rinnova in questa nostra epoca i tuoi prodigi,

quasi come con una nuova Pentecoste,

e concedi alla Santa Chiesa che,

perseverando concordemente e assiduamente con Maria,

la Madre di Gesù, e guidata da San Pietro,

estenda il regno del divin Salvatore, regno di verità e di giustizia,

regno di amore e di pace. Amen"(Humanae Salutis,23)

 

 

Pausa di Silenzio

 

Tutti

 

O Gesù, Amico del mio cuore,

Tu sei il mio solo rifugio e per me l’unico riposo.

Sei la salvezza nelle tempeste della vita,

la mia serenità nei travagli del mondo.

Tu sei per me la pace nelle tentazioni, il sostegno nelle ore disperate e la vittoria nel combattimento che sostengo per portare alle anime il Regno.

Tu solo puoi comprendere un’anima che soffre e resta muta, perché conosci le nostre colpe e le nostre debolezze così bene che incessantemente ci perdoni, ci sollevi  e fai in modo che impariamo

ad amarti sempre più!

Gesù, confido in Te! Amen.

 

Pausa di Silenzio

 

Padre Nostro

 

G. La tua morte non è stata un incidente di percorso, da dimenticare presto nel fulgore della risurrezione. Quel passaggio angusto e terribile non è un evento da cancellare in fretta dalla memoria. Ecco perché tu non esiti a mostrare ai tuoi discepoli le mani segnate dai chiodi, il fianco squarciato dalla lancia. Sì, tu sei proprio il Crocifisso: colui che hanno visto innalzato sul Calvario, con il corpo deturpato dalla pena della flagellazione, abbandonato da tutti e schernito dai capi religiosi. Il soffio divino con cui trasmetti il dono dello Spirito è quello che ti ha condotto ad amare fino in fondo e a sconfiggere la morte, proprio quando essa si illudeva di averti nelle sue mani, per sempre. La pace che trasmetti è il frutto del tuo sacrificio, una pace a caro prezzo, pagata con il sangue, con l’offerta della tua vita. Permetti che anch’io, come Tommaso, mi abbandoni a te e ti dica: «Mio Signore e mio Dio!».

 

Tutti

 

Preghiera per le vocazioni sacerdotali

Obbedienti alla tua Parola, ti chiediamo, Signore:

“manda operai nella messe”.

Nella nostra preghiera, però,

riconosci pure l’espressione di un grande bisogno:

                       mentre diminuiscono i ministri del Vangelo,

aumentano gli spazi dov’è urgente il loro lavoro.

Dona, perciò, ai nostri giovani, Signore,

un animo docile e coraggioso perché accolgano i tuoi inviti.

Parla col Tuo al loro cuore e chiamali per nome.

Siano, per tua grazia, sereni, liberi e forti;

soltanto legati a un amore unico, casto e fedele.

Siano apostoli appassionati del tuo Regno,

ribelli alla mediocrità, umili eroi dello Spirito.

Un’altra cosa chiediamo, Signore:

assieme ai “chiamati”non ci manchino i “chiamanti”;

coloro, cioè, che, in tuo nome,

invitano, consigliano, accompagnano e guidano.

Siano le nostre parrocchie segni accoglienti

della vocazionalità della vita e spazi pedagogici della fede.

Per i nostri seminaristi chiediamo perseveranza nella scelta:

crescano di giorno in giorno in santità e sapienza.

Quelli, poi, che già vivono la tua chiamata

- il nostro Vescovo e i nostri Sacerdoti -,

confortali nel lavoro apostolico, proteggili nelle ansie,

custodiscili nelle solitudini, confermali nella fedeltà.

All’intercessione della tua Santa Madre,

affidiamo, o Gesù, la nostra preghiera.

Nascano, Signore, dalle nostre invocazioni

le vocazioni di cui abbiamo tanto bisogno. Amen.

(+ Marcello Semeraro Vescovo di Albano)

Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:07
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