VIA CRUCIS CON PAPA FRANCESCO

Pubblicato in Preghiera missionaria

Viviamo questo cammino dentro la realtà di un mondo lacerato, accanto alle persone che oggi soffrono e rivivono sulla loro pelle la Croce di Cristo.

Lo viviamo con la luce dello Spirito santo che ha donato alla Sua Chiesa Papa Francesco. In unione con lui vogliamo meditare  riascoltando alcuni suoi interventi pubblici, su questioni di attualità, quando era Vescovo di Buenos Aires.

 

V. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.

La Via della Croce è la via della vita. Essa è al centro del mistero della salvezza, del grande amore di Dio, il quale amandoci ha dato per noi il suo Figlio. Seguendo Cristo, percorriamo l'itinerario del dolore che sboccia in gioia, della crocifissione che prepara la risurrezione, della morte che si muta in vita. 

Percorriamo e meditiamo questo cammino di salvezza in comunione con la Chiesa, nella quale perennemente si rinnova il martirio del suo Capo e suo Sposo.

Breve pausa di silenzio

 

Preghiamo.

O Dio, che hai redento l’uomo col sangue prezioso del tuo Figlio unigenito concedi a tutti noi la sapienza della croce per celebrare con fede i misteri della passione del tuo Figlio e gustare la dolcezza del tuo perdono. 

Per Cristo nostro Signore.

Amen.
  

 

 

PRIMA STAZIONE:

GESU’ NELL’ORTO DEL GETZEMANI

 

Ti adoriamo O Cristo e ti benediciamo

Perché con la Tua Croce hai salvato il mondo

 

Marco 14,32-36

 

Giunsero intanto a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. ]Gesù disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». Poi, andato un pò innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell'ora.  E diceva: «Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu».

 

 

EDUCAZIONE

 

Il nostro lavoro educativo dovrebbe ottenere l’armonia: l’armonia in tutti i ragazzi e le ragazze che ci hanno affidato, l’armonia interiore, quella della loro personalità. È lavorando in modo artigianale, imitando Dio, “modellando” la vita di questi giovani che potremo raggiungere l’armonia e riscattarli dalle dissonanze che sono sempre oscure; l’armonia, invece, è luminosa, chiara, è la luce. Quella che bisogna ricercare è l’armonia di un cuore che cresce e che noi accompagniamo in questo cammino educativo. (…) Quando vedo questo esistenzialismo così relativo che viene proposto ovunque ai ragazzi e che non ha punti di riferimento, penso spesso al nostro profeta di Buenos Aires: “Dale que va… todo es igual… total en el horno se vamos a encontrar” (“Che importa… è tutto uguale… ci ritroveremo tutti nel forno”). Allora questi ragazzi, che non hanno dei limiti e si lanciano verso il futuro, sono nel forno! (18 aprile 2012).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SECONDA STAZIONE:

GESU’ TRADITO DA UNO DEI SUOI

 

Ti adoriamo O Cristo e ti benediciamo

Perché con la Tua Croce hai salvato il mondo

 

Marco 14,45-46

  

Allora gli si accostò dicendo: «Rabbì» e lo baciò.  Essi gli misero addosso le mani e lo arrestarono. 

 

 

DIFESA DELLA VITA

 

A coloro che si scandalizzavano quando Gesù andava a mangiare con i peccatori, con i pubblicani, Gesù dice: “I pubblicani e le prostitute vi passano davanti”, la cosa peggiore per quell’epoca. Gesù non li sopporta. Sono quelli che hanno clericalizzato – per usare un concetto facile da comprendere – la Chiesa del Signore. La riempiono di precetti e lo dico con dolore, e se sembra una denuncia o un’offesa perdonatemi, ma nella nostra regione ecclesiastica ci sono presbiteri che non battezzano i figli delle ragazze madri perché non sono stati concepiti nella santità del matrimonio. Questi sono gli ipocriti di oggi. Quelli che hanno clericalizzato la Chiesa, quelli che allontanano il popolo di Dio dalla salvezza. E quella povera ragazza che, potendo rimandare il proprio figlio al mittente, ha avuto il coraggio di metterlo al mondo, peregrina di parrocchia in parrocchia perché glielo battezzino (2 settembre 2012). L’aborto non è mai una soluzione. Dobbiamo ascoltare, accompagnare e comprendere per salvare entrambe le vite: rispettare l’essere umano più piccolo e indifeso, adottare misure che possano preservare la sua vita, permettere la sua nascita e poi essere creativi nella ricerca di vie che lo portino al suo pieno sviluppo (16 settembre 2012).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TERZA STAZIONE:

GESU’ CONDANNATO DAL SINEDRIO

 

Ti adoriamo O Cristo e ti benediciamo

Perché con la Tua Croce hai salvato il mondo

 

Marco 14,55.60-64

 

Allora il sommo sacerdote, levatosi in mezzo all'assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?».  Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?».  Gesù rispose: «Io lo sono!

E vedrete il Figlio dell'uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo».

Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni?  Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte.

 

 

 

SCANDALO

 

Oggi in questa città vogliamo che si senta il grido, la domanda di Dio “Dov’è tuo fratello?” Che questa domanda di Dio percorra tutti i quartieri della città, percorra il nostro cuore e soprattutto entri anche nel cuore dei Caino moderni. Forse qualcuno domanderà: quale fratello? Dov’è tuo fratello schiavo? Quello che stai uccidendo tutti i giorni nel laboratorio clandestino, nella rete di prostituzione, nei ragazzini che usi per chiedere l’elemosina, come corrieri della droga, per compiere rapine o perché si prostituiscano? Dov’è tuo fratello, quello che deve lavorare quasi di nascosto come raccoglitore di cartone perché non è ancora stato legalizzato… Dov’è tuo fratello? La domanda è rivolta a tutti! Perché in questa città si è instaurato il sistema del traffico di persone, crimine mafioso e aberrante! (25 settembre 2012)

 

 

 

 

QUARTA STAZIONE:

GESU’ E’ RINNEGATO DA PIETRO

 

Ti adoriamo O Cristo e ti benediciamo

Perché con la Tua Croce hai salvato il mondo

 

Marco 14,66-72

 

]Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una serva del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo fissò e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». Ma egli negò: «Non so e non capisco quello che vuoi dire». Uscì quindi fuori del cortile e il gallo cantò.  E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è di quelli». Ma egli negò di nuovo. Dopo un poco i presenti dissero di nuovo a Pietro: «Tu sei certo di quelli, perché sei Galileo». Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell'uomo che voi dite». Per la seconda volta un gallo cantò. Allora Pietro si ricordò di quella parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai per tre volte». E scoppiò in pianto.

 

 

EVANGELIZZAZIONE

 

Non basta che la nostra verità sia ortodossa e la nostra azione pastorale sia efficace. Senza la gioia della bellezza, la verità diventa fredda e perfino spietata e superba, come vediamo nel discorso di molti fondamentalisti amareggiati. Sembrerebbe che mastichino cenere anziché assaporare la dolcezza gloriosa della Verità di Cristo, che illumina con una luce tranquilla tutta la realtà, assumendola per com’è ogni giorno. Senza la gioia della bellezza, il lavoro per il bene diventa oscuro efficientismo, come constatiamo nell’azione di molti attivisti che hanno travalicato i limiti. Sembrerebbe che rivestano di lutto statistico la realtà invece di ungerla con l’olio interiore del giubilo che trasforma i cuori, uno a uno, da dentro (22 aprile 2011).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

QUINTA STAZIONE:

GESU’ E’ GIUDICATO DA PILATO

 

Ti adoriamo O Cristo e ti benediciamo

Perché con la Tua Croce hai salvato il mondo

 

 Marco 15,14-15

 

Ma Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Allora essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». ]E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso

 

 

QUESTIONE SOCIALE

 

A poco a poco ci abituiamo a sentire e a vedere, attraverso i mezzi di comunicazione, la cronaca nera della società contemporanea, presentata quasi con una gioia perversa, e ci abituiamo anche a toccarla e a sentirla intorno a noi e nella nostra carne. Il dramma è nella strada, nel quartiere, nella nostra casa, e perché no, nel nostro cuore. Conviviamo con la violenza che uccide, che distrugge famiglie, rinfocola guerre e conflitti in tanti Paesi del mondo. Conviviamo con l’invidia, l’odio, la calunnia, la mondanità nel nostro cuore. La sofferenza delle persone innocenti e pacifiche non smette di schiaffeggiarci; il disprezzo per i diritti delle persone e dei popoli più fragili non è tanto lontano da noi; il dominio del denaro con i suoi effetti demoniaci come la droga, la corruzione, il traffico di esseri umani – anche di bambini –, insieme alla miseria materiale e morale sono moneta corrente. Si uniscono a questa sinfonia la distruzione del lavoro degno, le emigrazioni dolorose e la mancanza di futuro. Da questo panorama non restano fuori neanche i nostri errori e i nostri peccati come Chiesa. Gli egoismi più personali giustificati, e non per questo più piccoli, la mancanza di valori etici in una società che fa metastasi nelle famiglie, nella convivenza dei quartieri, dei villaggi e delle città, ci parlano delle nostre limitazioni, della nostra debolezza e della nostra incapacità di poter trasformare questa lista innumerevole di realtà distruttrici.

 

 

 

 

 

 

 

 

SESTA STAZIONE:

GESU’ E’ FLAGELLATO E CORONATO DI SPINE

 

Ti adoriamo O Cristo e ti benediciamo

Perché con la Tua Croce hai salvato il mondo

 

 Marco 15,17-19

 

Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo.  Cominciarono poi a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!».  E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui.

 

MATRIMONIO

 

(Quando si parla di matrimoni tra persone dello stesso sesso e relative adozioni di bambini)…Sono  in gioco l’identità e la sopravvivenza della famiglia: papà, mamma e figli. È in gioco la vita di tanti bambini che verranno discriminati in anticipo venendo privati della maturazione umana che Dio ha voluto si desse con un padre e una madre. È in gioco un rifiuto frontale della legge di Dio, inscritta nel nostro cuore. Non dobbiamo essere ingenui: non si tratta di una semplice lotta politica; è l’ambizione distruttiva al piano di Dio. Non si tratta di un mero progetto legislativo (questo è solo lo strumento), ma di una “mossa” del padre della menzogna che pretende di confondere e ingannare i figli di Dio (8 luglio 2010).

 

 

 

 

SETTIMA STAZIONE:

GESU’ E’ CARICATO DELLA CROCE

 

Ti adoriamo O Cristo e ti benediciamo

Perché con la Tua Croce hai salvato il mondo

 

Marco 15,20

 

Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

 

 

GIUSTIZIA SOCIALE

 

La giustizia è ciò che rallegra il cuore: quando c’è per tutti, quando si vede che c’è uguaglianza, equità, quando ciascuno ha il proprio. Quando una persona vede che basta per tutti prova una felicità speciale. L’ingiustizia, invece, adombra tutto. Com’è triste quando una persona vede che potrebbe bastare perfettamente per tutti e non è così. (…) Dire “tutti i ragazzi” vuol dire tutto il futuro. Dire “tutti i pensionati” significa tutta la nostra storia. Il nostro popolo sa che il tutto è maggiore delle parti, e per questo chiediamo “pane e lavoro per tutti”. Com’è invece disprezzabile colui che immagazzina solo per il suo oggi, che ha un cuore piccolo per l’egoismo e pensa solo a gestire quelle cose che non potrà portare con sé quando morirà. Perché nessuno si porta via nulla. Non ho mai visto un camion dei traslochi dietro un corteo funebre. Mia nonna ci diceva: “Il sudario non ha tasche” (7 agosto 2012).

 

 

 

 

 

 

OTTAVA STAZIONE:

GESU’ AIUTATO DAL CIRENEO A PORTARE LA CROCE

 

Ti adoriamo O Cristo e ti benediciamo

Perché con la Tua Croce hai salvato il mondo

 

Marco 15,21

 

Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce.

 

 

 

FEDE

 

L’esperienza della fede ci colloca nell’esperienza dello Spirito segnata dalla capacità di mettersi in cammino… Non c’è nulla che sia più opposto allo Spirito che fermarsi, rinchiudersi. Quando non si passa per la porta della fede, la porta si chiude, la Chiesa si chiude, il cuore si ripiega e la paura e la cattiva disposizione “inacidiscono” la Buona Novella. Quando il crisma della fede si secca, l’evangelizzatore non contagia più perché ha perso la sua fragranza, diventando spesso causa di scandalo e di allontanamento per molti. Chi crede riceve quella beatitudine che attraversa tutto il Vangelo e che risuona nel corso della storia, già ricordata da Gesù a Tommaso: “Beati quelli che pur non avendo visto crederanno” (9 giugno 2012).

 

 

 

NONA STAZIONE: GESU’ INCONTRA

LE DONNE DI GERUSALEMME

 

Ti adoriamo O Cristo e ti benediciamo

Perché con la Tua Croce hai salvato il mondo

 

Luca 23,27-28

 

Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui.  Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli.

 

 

 

EVANGELIZZAZIONE

 

Dio vive nella città e la Chiesa vive nella città. La missione non si oppone al dovere di imparare dalla città – delle sue culture e dei suoi cambiamenti – nel momento che usciamo fuori a predicare il Vangelo. E questo è frutto del Vangelo stesso che interagisce con il terreno nel quale cade come seme. Non solo la città moderna è una sfida ma lo è stata, lo è e lo sarà ogni città, ogni cultura, ogni mentalità ed ogni cuore umano.  (25 agosto 2011) Cerchiamo il contatto con le famiglie che non frequentano la parrocchia. Invece di essere solo una Chiesa che accoglie e che riceve, cerchiamo di essere una Chiesa che esce da se stessa e va verso gli uomini e le donne che non la frequentano, che non la conoscono, che se ne sono andate, che sono indifferenti.

 

 

 

DECIMA STAZIONE:

GESU’ E’ CROCIFISSO

 

Ti adoriamo O Cristo e ti benediciamo

Perché con la Tua Croce hai salvato il mondo

 

Marco 15,24

 

Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere.

 

CRISI

 

I sintomi della delusione sono i più svariati ma magari il più chiaro è quello degli “incantesimi a misura”: l’incantesimo della tecnica che promette sempre cose migliori, l’incantesimo di un’economia che offre possibilità quasi illimitate in tutti gli aspetti della vita a coloro che tentano di farsi inglobare nel sistema, l’incantesimo delle proposte religiose minori, a misura di ogni necessità. La delusione ha una dimensione escatologica. Attacca indirettamente, mettendo tra parentesi ogni atteggiamento definitivo e, al suo posto, propone quei piccoli incantesimi che fanno da “isole” o da “tregua” di fronte alla mancanza di speranza davanti alla marcia del mondo in generale. Col risultato che l’unico atteggiamento umano per rompere incantesimi e delusioni è situarci davanti alle cose ultime e domandarci: in fatto di speranza, andiamo di bene in meglio salendo o di cattivo in peggio scendendo? E sorge allora il dubbio. Sappiamo rispondere? Abbiamo, come cristiani, la parola e i gesti in grado di segnare la rotta della speranza per il nostro mondo? (8 maggio 2011) 

 

 

 

 

UNDICESIMA STAZIONE:

GESÙ PROMETTE IL REGNO AL LADRONE

 

 

Ti adoriamo O Cristo e ti benediciamo

Perché con la Tua Croce hai salvato il mondo

 

Luca 23,39-42

 

Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!».  Ma l'altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno».

 

 

UMILTA’

 

L’umiltà rivela, alla piccolezza umana autocosciente, i potenziali che ha in se stessa. In effetti, quanto più coscienti dei nostri doni e limiti, le due cose congiunte, tanto più saremo liberi della cecità della superbia. E come Gesù loda il Padre per questa rivelazione ai piccoli, così dovremmo lodare anche il Padre per aver fatto uscire il sole di maggio in coloro che si fidarono del dono della libertà, quella libertà che fece germogliare nel cuore di quel popolo che scommise sulla grandezza senza perder coscienza della propria piccolezza (25 maggio 2011).

 

 

 

DODICESIMA STAZIONE:

LA MADRE E IL DISCEPOLO

 

Ti adoriamo O Cristo e ti benediciamo

Perché con la Tua Croce hai salvato il mondo

 

Giovanni 19,26-27

 

Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!».  Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

 

 

MARIA

 

Per potersi inserire umanamente nella nostra storia Dio aveva bisogno di una madre, e ce la chiese. Quella è la Madre a cui guardiamo oggi, la figlia del nostro popolo, la serva, la pura, la sola di Dio; la discreta che fa spazio affinché il Figlio realizzi il segno, colei che facilita in ogni momento questa realtà ma non da padrona né come protagonista, bensì come serva; la stella che sa spegnersi affinché il Sole si manifesti. Questa è la mediazione di Maria alla quale ci riferiamo oggi. Mediazione di donna che non rinnega la sua maternità, l’assume dall’inizio; maternità con doppio parto, uno a Betlemme e un altro sul Calvario; maternità che contiene ed accompagna gli amici di suo Figlio il quale è l’unico riferimento fino alla fine dei giorni. E così Maria continua a stare con noi. Madre che fa spazio affinché giunga la Grazia. Quella Grazia che rivoluziona e trasforma la nostra esistenza e la nostra identità: lo Spirito Santo che ci fa figli adottivi, ci libera da ogni schiavitù e, in un possesso reale e mistico, ci consegna il dono della libertà e chiede, da dentro di noi, l’invocazione della nuova appartenenza: Padre! (7 novembre 2011)

 

 

TREDICESIMA STAZIONE:

GESU’ MUORE IN CROCE

 

 

Ti adoriamo O Cristo e ti benediciamo

Perché con la Tua Croce hai salvato il mondo

 

 Marco 15,33-39

 

Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio.  Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Ecco, chiama Elia!».  Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.

Il velo del tempio si squarciò in due, dall'alto in basso.

Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!».

 

 

 

 

 

IL POTERE POLITICO

 

Questa “pazzia” del comandamento dell’amore che ci propone nostro Signore e ci difende nel nostro modo di essere allontana anche le altre “pazzie” quotidiane che mentono e danneggiano: quella del relativismo e quella del potere come ideologia unica. Il relativismo che, con la scusa del rispetto delle differenze, omogeneizza nella trasgressione e nella demagogia; consente tutto pur di non assumere la contrarietà che esige il coraggio maturo di sostenere valori e principi. Il relativismo è, curiosamente, assolutista e totalitario, non permette di differire dal proprio relativismo, in niente differisce dal “taci” o dal “fatti gli affari tuoi”. Il potere come ideologia unica è un’altra bugia. Se i pregiudizi ideologici deformano lo sguardo sul prossimo e la società secondo le proprie sicurezze e paure, il potere fatto ideologia unica accentua il fuoco persecutorio e pregiudiziale che “tutte le prese di posizione sono schemi di potere” e che tutti cercano di dominare sugli “altri”. In questa maniera si erode la fiducia sociale che è radice e frutto dell’amore (25 maggio 2012).

 

 

 

QUATTORDICESIMA STAZIONE:

GESU’ DEPOSTO NEL SEPOLCRO

 

Ti adoriamo O Cristo e ti benediciamo

Perché con la Tua Croce hai salvato il mondo

 

Marco 15,40-46

 

C'erano anche alcune donne, che stavano ad osservare da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome,  che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.

La sepoltura

Sopraggiunta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato,  Giuseppe d'Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di GesùPilato si meravigliò che fosse gia morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe.  Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro. 

 

 

 

 

 

LA GENTE SEMPLICE

 

La saggezza di “migliaia di donne e di uomini che fanno la fila per viaggiare e lavorare onestamente, per mettere il pane ogni giorno a tavola, per risparmiare e compare piano piano i mattoni per migliorare la casa… Migliaia e migliaia di bambini coi loro giacchetti che sfilano per i corridoi e le strade facendo su e giù da casa a scuola, e da scuola a casa. Nel frattempo i nonni che fanno tesoro della saggezza popolare, si riuniscono a condividere e a raccontare aneddoti”. Passeranno le crisi e le manipolazioni; il disprezzo dei potenti li accantonerà con miseria, offrirà loro il suicidio della droga, l’insicurezza e la violenza; li tenterà con l’odio del risentimento vendicativo. Ma loro, gli umili, chiunque sia la loro posizione e condizione sociale, ricorreranno alla saggezza di chi si sente figlio di un Dio che non è lontano, che li accompagna con la Croce e li incoraggia con la Resurrezione in questi miracoli, nei successi quotidiani, che li incoraggia a godere delle gioie del condividere e celebrare (25 maggio 2011).

 

 

RITO DI CONCLUSIONE

Scenda, Signore, la tua benedizione su noi che hai riscattato con la morte del tuo Figlio; venga il perdono e la consolazione, si accresca la fede, si rafforzi la certezza della redenzione eterna. 

Per Cristo nostro Signore.

Amen.

Anima di Cristo, santificami.
Corpo di Cristo, salvami.
Sangue di Cristo, inebriami.
Acqua del costato di Cristo, lavami.
Passione di Cristo, confortami.
O buon Gesù, esaudiscimi.
Dentro le tue piaghe, nascondimi.
Non permettere che io mi separi da te.
Dal nemico maligno, difendimi
Nell'ora della mia morte chiamami.
Fa’ che io venga a te per lodarti
con i tuoi Santi nei secoli dei secoli.
Amen.

(S. Ignazio di Loyola)



Breve pausa di silenzio


Preghiamo.

O Dio che nel tuo misterioso disegno di salvezza hai voluto continuare la passione del tuo Figlio nelle membra piagate del suo corpo, che è la Chiesa, fa’ che, uniti alla Madre Addolorata ai pedi della Croce, impariamo a riconoscere e a servire con amore premuroso il Cristo, sofferente nei fratelli. 

Per Cristo nostro Signore.

Amen.

 

 

AVE CRUX SPES UNICA

O Croce,
indicibile amore di Dio;
croce, salvezza eterna.

Sostegno dei giusti,
luce dei cristiani,
o Croce, per te sulla terra 
Dio nella carne si è fatto schiavo;
per te nel cielo
l’uomo in Dio è stato fatto re;
per te la luce vera è sorta,
la notte fu vinta.

Sei diventata la scala
per cui l’uomo sale al cielo.
Sii sempre per noi, tuoi fedeli,
la colonna e l’àncora:
sostieni la nostra dimora,
conduci la nostra barca.

Nella croce sia salda la nostra fede,
in essa si prepari la nostra corona.

 

 

Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:07
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