DEL BEATO «TRANSITO» DEL SERAFICO PADRE SAN FRANCESCO

Pubblicato in Preghiera missionaria

transito

Guida: Siamo radunati, in quest’ora, per ricordare la morte beata di San Francesco, per celebrare

devotamente quell’ora sacra e solenne che viene detta del “TRANSITO”, vale a dire il passaggio dell’anima

benedetta del Santo Poverello d’Assisi dall’esilio di questa terra alle beatitudini del Cielo. Era la sera del 3

Ottobre 1226.

 

CANTO INIZIALE

 

Cel.: Nel nome della Somma Trinità e della Santa Unità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Tutti: Amen.

Cel.: Il Signore sia con voi.

Tutti: E con il tuo spirito.

Cel.: Il Signore ci conceda un ascolto attento, una meditazione devota ed un impegno concreto di

rinnovamento di vita, alla luce dell’esempio del nostro Padre San Francesco.

 

Lettore: Dal discorso di Giovanni Paolo II “La Leggenda Divina di Francesco e Chiara”

E’

veramente difficile disgiungere questi due nomi, Francesco e Chiara, questi due fenomeni, Francesco e Chiara, queste due leggende, Francesco e Chiara. C’è fra loro qualcosa di profondo che non può essere capito se non attraverso i criteri della spiritualità Francescana, cristiana,  evangelica, che non può essere capita con i criteri umani. Il binomio Francesco - Chiara è una realtà che si comprende soltanto attraverso categorie cristiane, spirituali, celesti; ma è anche una realtà di questa terra, di questa città, di questa chiesa. Tutto ha avuto corpo qui. Non si tratta di puro spirito, non erano puri spiriti, erano corpi, erano persone, erano spirito sì, ma nella viva tradizione della chiesa, del Cristianesimo intero. Nell’umanità non resta soltanto la leggenda, resta il modo in cui Francesco vedeva sua sorella, il modo in cui egli sposò Cristo. Vedeva se stesso a immagine di lei , sposa di Cristo, sposa mistica con cui formava la sua santità. Vedeva se stesso come un fratello, un poverello a immagine della santità di questa autentica sposa di Cristo, nella quale trova l’immagine della perfettissima sposa dello Spirito Santo: Maria Santissima.

 

 

CANTO: “Alto e glorioso Dio”

 

Lodi per ogni ora

Cel.Santo, santo, santo il Signore Iddio onnipotente, che è, che era e che verrà.

Tutti:Lodiamolo ed esaltiamolo in eterno.

Cel.Degno è il Signore Dio nostro di ricevere la lode, la gloria e l’onore e la benedizione.

Tutti:Lodiamolo ed esaltiamolo in eterno

Cel.Degno è l’Agnello che è stato ucciso, di ricevere la potenza e la divinità e la sapienza e la fortezza e l’onore e la gloria e la benedizione.

Tutti:Lodiamolo ed esaltiamolo in eterno.

Cel.Benediciamo il Padre e il Figlio con lo Spirito Santo Tutti:Lodiamolo ed esaltiamolo in eterno.

Cel.Benedite il Signore, opere tutte del Signore. Tutti:Lodiamolo ed esaltiamolo in eterno

Cel.Date lode a Dio, voi tutti, suoi servi, e voi che temete Iddio, piccoli e grandi. Tutti:Lodiamolo ed esaltiamolo in eterno

Cel.Lodino Lui glorioso i cieli e la terra e ogni creatura che è nel cielo e sulla terra, il mare e le creature che sono in esso. Tutti:Lodiamolo ed esaltiamolo in eterno

Cel.Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Tutti:Lodiamolo ed esaltiamolo in eterno.

Cel.Come era nel principio e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.

Tutti:Lodiamolo ed esaltiamolo in eterno

 

Lettore: Dalla “Vita di San Francesco d’Assisi” di San Bonaventura

U

n giorno, Francesco, essendo uscito per la campagna a meditare e trovatosi a passare nei pressi della chiesa di San Damiano – la quale, essendo molto vecchia minacciava di crollare – divinamente ispirato, vi entrò a pregare. Prostrato dinanzi all’immagine del Crocifisso, si mise a pregare e si sentì l’anima inondata di grande consolazione. E mentre con gli occhi pieni di lacrime guardava la croce di Gesù, con le sue orecchie “udì una voce, proveniente dalla stessa croce”, che per tre volte gli disse:

Francesco, va’ e ripara la mia casa che, come vedi, va tutta in rovina!

Essendo solo nella chiesa e stupito nel sentire quella voce meravigliosa, Francesco cominciò a tremare. E avvertendo in fondo al cuore la potenza di quelle parole divine, cadde in estasi. Quando finalmente tornò in sé, si dispose ad obbedire al comando ricevuto, dedicandosi con tutte le sue forze alla riparazione della chiesa materiale, sebbene – come lo Spirito Santo gli fece comprendere in seguito, ed egli rivelò ai suoi frati – il significato principale delle parole udite si riferisse propriamente a quella “Chiesa che Cristo ha conquistata a Sé  col proprio Sangue”.

CANTO “Francesco vai”

 

Lettore: Dalla “Vita di San Francesco d’Assisi” di San Bonaventura

U

n giorno, mentre partecipava devotamente alla Messa degli Apostoli, lesse attentamente quel passo del Vangelo in cui Cristo, nel mandare i suoi discepoli a predicare, prescrive loro la vera vita evangelica: “Non vi procurate oro o argento o pecunia per le vostre tasche, non una borsa per il viaggio né due tuniche né calzature e neppure un bastone”.

Udito questo e avendolo ben compreso, egli se lo fermò bene nella memoria e, quale amico dell’apostolica povertà, con l’anima inebriata d’ineffabile letizia esclamò:  - Questo io desidero, questo è ciò che io bramo di fare con tutto il cuore! - .

Difatti, si toglie immediatamente i calzari dai piedi, lascia il bastone, getta con disprezzo la borsa e il denaro e, contento d’una sola tunica, butta via anche la cintura, prendendo per cingolo una fune. Poi, con tutta sollecitudine si mette a praticare ciò che ha udito, ed a conformarsi in ogni cosa alla regola di vita apostolica.

 

SALMO RESPONSORIALE

Nella tua luce Signore,vogliamo la luce.

 

Signore, tu mi scruti e mi conosci, *

tu sai quando seggo e quando mi alzo.

Penetri da lontano i miei pensieri, *

mi scruti quando cammino e quando riposo.  RIT

Ti sono note tutte le mie vie; †

la mia parola non è ancora sulla lingua *

e tu, Signore, già la conosci tutta.RIT

Alle spalle e di fronte mi circondi *

e poni su di me la tua mano.

Stupenda per me la tua saggezza, *

troppo alta, e io non la comprendo.RIT

Dove andare lontano dal tuo spirito, *

dove fuggire dalla tua presenza?

Se salgo in cielo, là tu sei, *

se scendo negli inferi, eccoti. RIT

 

Se prendo le ali dell'aurora *

per abitare all'estremità del mare,

anche là mi guida la tua mano *

e mi afferra la tua destra.RIT

Se dico: «Almeno l'oscurità mi copra *

e intorno a me sia la notte»;

nemmeno le tenebre per te sono oscure, †

e la notte è chiara come il giorno; *

per te le tenebre sono come luce.RIT

Sei tu che hai creato le mie viscere *

e mi hai tessuto nel seno di mia madre.RIT

Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; †

sono stupende le tue opere, *

tu mi conosci fino in fondo.RIT

 

 

 

Canto: Laudato sii

 

Lettore: Dalla “Terza lettera alla beata Agnese di Praga” di Santa Chiara

T

u colloca i tuoi occhi davanti allo specchio dell’eternità; colloca la tua anima nello splendore della gloria; colloca il tuo cuore in colui che è figura della divina sostanza, e trasformati interamente, mediante la contemplazione, nell’immagine della divinità di Lui. Allora anche tu proverai ciò che è riservato ai suoi amici, gusterai la segreta dolcezza che Dio medesimo ha riservato fin dall’inizio per coloro che lo amano. La sua bellezza ammirano il sole, la luna; i suoi premi sono di pregio, di grandezza infiniti. Voglio dire quel Figlio dell’Altissimo che la Vergine partorì senza cessare di essere vergine.

Stringiti alla sua dolcissima Madre, la quale generò un figlio tale, che i cieli non potevano contenere eppure ella lo raccolse nel piccolo chiostro del suo seno, lo portò nel suo grembo verginale.

A quel modo, dunque, che la gloriosa Vergine delle vergini, portò Cristo, materialmente, nel suo grembo, tu pure, seguendo le vestigia, specialmente dell’umiltà, della povertà di Lui, puoi sempre, senza alcun dubbio, portarLo spiritualmente, nel tuo corpo casto e verginale. E conterrai in te colui dal quale tu, tutte le creature, sono contenute, possederai ciò che è bene più duraturo, definitivo, anche a paragone di tutti gli altri possessi, destinati a finire, di questo mondo.

 

CANTO: mariano

 

Lettore: Dalla “Legenda minor” di San Bonaventura

F

rancesco, servo fedele e ministro di Cristo, due anni prima di rendere a Dio il suo spirito, si ritirò in un luogo solitario, chiamato monte della Verna, per farvi una quaresima in onore di San Michele Arcangelo. Fin dal principio, sentì con molta più abbondanza del solito la dolcezza della contemplazione delle cose divine e, infiammato maggiormente di desideri celesti, si sentì favorito sempre più di ispirazioni dall’alto.

Un mattino, verso la festa dell’Esaltazione della Santa Croce, raccolto in preghiera sulla sommità del monte, mentre era trasportato in Dio da ardori serafici, vide la figura di un Serafino discendente dal cielo. Aveva sei ali risplendenti e fiammanti. Con volo velocissimo giunse e si fermò, sollevato da terra, vicino all’uomo di Dio. Apparve allora non solo alato, ma anche crocifisso.

A quella vista Francesco fu ripieno di stupore e nel suo animo c’erano, al tempo stesso, dolore e gaudio. Portava una letizia sovrabbondante vedendo Cristo, in aspetto benigno, apparirgli in modo tanto ammirabile quanto affettuoso; ma al mirarlo così confitto alla croce, la sua anima era ferita da una spada di  dolore.

Dopo un arcano e intimo colloquio, quando la visione disparve, lasciò nella sua anima un ardore serafico e, nello stesso tempo, lasciò nella sua carne i segni esterni della Passione, come se fossero stati impressi dei sigilli sul suo corpo, reso tenero dalla forza fondente del fuoco. Subito incominciarono ad apparire nelle sue mani e nei suoi piedi i segni dei chiodi; nell’incàvo delle mani e nella parte superiore dei piedi apparivano le capocchie, e dall’altra parte le punte. Il lato destro del corpo, come se fosse stato trafitto da un colpo di lancia, era solcato da una cicatrice rossa, che spesso emetteva sangue.

Dopo che l’uomo nuovo Francesco apparve insignito, mediante insolito e stupendo miracolo, delle sacre stimmate, discese dal monte. Privilegio mai concesso nei secoli passati, egli portava con sé l’immagine del Crocifisso, non scolpita da artista umano in tavole di pietra o di legno, ma tracciata nella sua carne dal dito del Dio vivente.

 

Canto: “Lodi all’Altissimo”

INVOCAZIONI

Ad ogni invocazione, preghiamo e diciamo insieme:

Ti preghiamo, ascoltaci, Signore

-          Padre santo, che hai reso il tuo servo Francesco un perfetto imitatore del tuo divin Figlio Gesù          Cristo, fa’ che anche noi, seguendo le sue orme, osserviamo fedelmente il Vangelo di Cristo.

-          Padre santo, che disperdi i superbi ed esalti gli umili di cuore, concedici di seguire il serafico padre nella via dell’umiltà e della povertà.

-          Padre santo, che hai insignito il tuo servo Francesco con le sacre stimmate della passione del tuo Figlio, fa’ che di null’altro ci gloriamo se non della croce di Gesù Cristo.

-          Signore Gesù, che hai impresso nelle membra di San Francesco i segni della tua passione, rinnova la Chiesa con la forza inesauribile della tua morte e risurrezione.

-          Signore Gesù, che hai infuso ardore apostolico nel serafico padre, tieni desto nella tua Chiesa lo slancio missionario.

-          Signore Gesù, che in San Francesco, patrono d’Italia, hai fatto risplendere, trasfigurate dalla santità, le migliori virtù della nostra gente, benedici il nostro popolo nella pace.

-          Signore Gesù, nel cui nome San Francesco riconciliò gli animi e compose le divisioni, fa’ che gli italiani e gli uomini tutti siano guidati al bene terreno e celeste per la via della pace.

-          Signore Gesù, che hai concesso al serafico padre la perfetta letizia nelle tribolazioni e la gioia di lodarti per le tue creature, addolcisci le nostre sofferenze nella speranza del sommo bene e fa’ che in ogni cosa vediamo un raggio della tua bellezza divina.

 

Cel:  Preghiamo. O Dio, che per infiammare il nostro spirito con il fuoco del tuo amore, hai impresso nel corpo del serafico padre San Francesco i segni della passione del Figlio tuo; concedi a noi, per sua intercessione, di conformarci alla morte di Cristo per essere partecipi della sua risurrezione. Per Cristo nostro Signore. Tutti:Amen.

Lettore: Transito di Santo Francesco

Prima di morire, Frate Francesco scrisse a sora Jacopa dei Sette Soli, dicendole:

A donna Jacopa, serva dell'Altissimo, frate Francesco poverello di Cristo, augura salute nel Signore e

la comunione dello Spirito Santo.

Sappi, carissima, che Cristo benedetto, per sua grazia, mi ha rivelato che la fine della mia vita è ormai

prossima. Perciò, se vuoi trovarmi vivo, vista questa lettera, affrettati a venire a Santa Maria degli Angeli,

poiché se non verrai prima di tale giorno, non mi potrai trovare vivo.

E porta con te un panno di cilicio in cui tu possa avvolgere il mio corpo e la cera per la sepoltura. Ti prego

ancora di portarmi di quei dolci, che eri solita darmi quando mi trovavo ammalato a Roma

Avvicinandosi il momento del suo transito, fece chiamare intorno a sé tutti i frati del luogo e, consolandoli della sua morte con espressioni carezzevoli li esortò con paterno affetto all’amore di Dio.

Si intrattenne a lungo a parlare sulla necessità di conservare la pazienza, la povertà, la fedeltà alla santa Chiesa romana, ma ponendo sopra tutte le altre norme il santo Vangelo.

Mentre tutti i frati stavano intorno a lui, stese sopra di loro le mani, intrecciando le braccia in forma di croce (giacché aveva sempre amato questo segno) e benedisse tutti i frati, presenti e assenti, nella potenza e nel nome del Crocifisso. Inoltre aggiunse ancora:

«State saldi, o figli tutti, nel timore del Signore e perseverate sempre in esso! E, poiché sta per venire la tentazione e la tribolazione, beati coloro che persevereranno nel cammino iniziato! Quanto a me, mi affretto verso Dio e vi affido tutti alla Sua grazia!».

Terminata questa dolce ammonizione, l’uomo a Dio carissimo comandò che gli portassero il libro dei Vangeli e chiese che gli leggessero il passo di Giovanni,

 

 

Cel.: DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI

Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al

Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Mentre cenavano, quando già

il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il

Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola,

depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e

cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto. Venne dunque

da Simon Pietro e questi gli disse: “Signore, tu lavi i piedi a me?”. Rispose Gesù: “Quello che io faccio,

tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo”. Gli disse Simon Pietro: “Non mi laverai mai i piedi! ”. Gli

rispose Gesù: “Se non ti laverò, non avrai parte con me”. Gli disse Simon Pietro: “Signore, non solo i

piedi, ma anche le mani e il capo!”. Soggiunse Gesù: “Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se

non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti”. Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo

disse: “Non tutti siete mondi”.

Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: “Sapete ciò che

vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il

Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti

l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi.

 

Lettore: Egli, poi. come poté, proruppe nell’esclamazione del salmo: «Con la mia voce al Signore io grido, con la mia voce il Signore io supplico» e lo recitò fino al versetto finale: «Mi attendono i giusti, per il momento in cui mi darai la ricompensa» (Cfr Sal 141,1-8).

Quando, infine, si furono compiuti in lui tutti i misteri, quell’anima santissima, sciolta dal corpo, fu sommersa nell’abisso della chiarità divina e l’uomo beato s’addormentò nel Signore.

Uno dei suoi frati e discepoli vide quell’anima beata, in forma fulgentissima, sollevarsi su una candida nuvoletta al di sopra di molte acque e penetrare diritta in cielo: nitidissima per il candore della santità eccelsa e ricolma di celeste sapienza e grazia, per le quali il Santo meritò di entrare nel luogo della luce e della pace, dove Cristo riposa senza fine.

Era l'anno dell'Incarnazione del Signore 1226, il 3 ottobre, di sabato.

A laude di Cristo. Amen.

 

 

 

Cel: Fratelli, sull’esempio di frate Francesco, modello delle virtù umane e cristiane, reso simile a Cristo nel corpo e nell’anima, che indicò agli uomini del suo tempo la fraternità quale strada di salvezza, prendiamoci per mano e preghiamo con la preghiera che Gesù stesso ci ha insegnato:

Padre Nostro.....

 

Cel: Preghiera a San Francesco d’Assisi

Tu che hai tanto avvicinato il Cristo alla tua epoca, aiutaci ad avvicinare Cristo alla nostra epoca, ai nostri difficili e critici tempi.

Aiutaci! Questi tempi attendono Cristo con grandissima ansia, benché molti uomini della nostra epoca non se ne rendano conto. Non saranno tempi che ci prepareranno ad una rinascita del Cristo, ad un nuovo avvento?

Noi ogni giorno nella preghiera eucaristica esprimiamo la nostra attesa, rivolta a lui solo nostro Redentore e Salvatore, a lui che è compimento della storia dell’uomo e del mondo.

Aiutaci, San Francesco d’Assisi, ad avvicinare alla Chiesa e al mondo di oggi il Cristo.

Tu, che hai portato nel tuo cuore le vicissitudini dei tuoi contemporanei, aiutaci col cuore vicino al cuore del Redentore, ad abbracciare le vicende degli uomini della nostra epoca. I difficili problemi sociali, economici, politici, i problemi della cultura e della civiltà contemporanea, tutte le sofferenze dell’uomo di oggi, i suoi dubbi, le sue negazioni, i suoi sbandamenti, le sue tensioni, i suoi complessi, le sue inquietudini…

Aiutaci a tradurre tutto ciò in semplice e fruttifero linguaggio del Vangelo. Aiutaci a risolvere tutto in chiave evangelica affinché Cristo stesso possa essere via, verità e vita per l’uomo del nostro tempo. Amen.

Giovanni Paolo II

Celebrante  L’esempio e l’intercessione del Serafico Padre san Francesco vi confermino nell’adesione alla santa Chiesa e nella fede cattolica; perché viviate la fraternità, la povertà, l’umiltà e il santo Vangelo del nostro Signore Gesù Cristo.

 

Cel.             Il Signore sia con voi.

Tutti           E con il tuo spirito.

Cel.             Il Signore vi benedica e vi protegga.

Tutti           Amen.

Cel.                      Faccia risplendere il suo volto su di voi. E vi doni la sua misericordia.

Tutti           Amen.

Cel.             Rivolga su di voi il suo sguardo. E vi doni la sua pace.

Tutti           Amen.

Cel.             E la benedizione di Dio onnipotente:

Padre,+ Figlio +e Spirito Santo+ discenda su di voi e con voi rimanga sempre.

Tutti           Amen.

Cel.             Benediciamo il Signore.
Tutti           Rendiamo grazie a Dio!

 

 

Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:07
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