Guida: Se il primo tratto costitutivo del discepolato è la vocazione, che comporta adesione alla Parola e alla volontà di Dio, il secondo è l’itineranza. Il discepolo non è seduto ai piedi del Maestro, è in piedi e gli va dietro. Non è solo colui che impara, è anche colui che cammina. È un tratto caratteristico del Dio della Bibbia: Egli fa muovere le persone, non le lascia dove sono. Abramo deve lasciare il suo paese e la casa di suo padre e partire per una terra lontana e sconosciuta. Anche Israele, schiavo in Egitto, deve partire: il viaggio sarà lungo, travagliato; quelli che partono non arriveranno alla meta, non entreranno nella terra promessa; neppure Mosè potrà entrarci. È come se fosse più importante partire che arrivare!
Canto: (allo Spirito Santo)
Maria: donna in cammino
Tutti: (insieme)
Signore Gesù, per essere tuo discepolo
devo essere disposto a partire:
non so dove arriverò, quando arriverò,
non so neppure se arriverò.
Quando ci dici: “Tu, seguimi”,
non precisi dove ci porterai,
ci lasci solamente intendere
che il viaggio vale almeno quanto la meta.
Tu ci hai detto: “Io sono la via”
e non “io sono la meta”.
Aiutaci a comprendere fino in fondo
che il traguardo è Dio, Padre nostro,
e che Tu sei la via verso di Lui.
E noi, discepoli tuoi, percorriamo questa via.
Ecco dunque chi è il tuo discepolo:
non un uomo arrivato, ma un uomo partito.
Un uomo, una donna che Dio ha messo in movimento,
così che non poteva restare dove era.
Signore, aiutaci ad essere tutti
viandanti, itineranti sulle tue vie.
1° lettore: Dal Vangelo secondo Luca (1, 39-45)
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore».
Guida: Se i personaggi del Vangelo avessero avuto una specie di contachilometri incorporato, la classifica dei più infaticabili camminatori l’avrebbe vinta lei: Maria! La troviamo sempre in cammino. E per giunta, in salita. Da quando si mise in viaggio “verso la montagna”, per trovare la cugina Elisabetta, fino al giorno del Golgota, i suoi passi sono sempre scanditi dall’affanno delle alture. L’insistenza con cui il Vangelo accompagna i suoi viaggi con il verbo “salire”, più che alludere all’ansimare del petto o al gonfiore dei piedi, sta a dire che la peregrinazione terrena di Maria simboleggia tutta la fatica di un esigente itinerario spirituale.
Tutti: (a cori alterni)
Santa Maria, donna in cammino,
come vorremmo somigliarti
nelle nostre corse trafelate.
Forzàti del “cammina cammina”,
ci manca nella bisaccia di viandanti
la cartina stradale che dia senso
alle nostre itineranze
e ci ritroviamo inesorabilmente
a contemplare gli stessi panorami.
Donaci, ti preghiamo, il gusto della vita.
Facci assaporare l’ebbrezza delle cose.
Offri risposte materne
alle domande di significato
circa il nostro interminabile andare.
Santa Maria, donna in cammino,
fa che i nostri sentieri siano,
come lo furono i tuoi,
strumento di comunicazione
con la gente,
e non nastri isolanti
entro cui assicuriamo
la nostra aristocratica solitudine.
Liberaci dall’ansia della metropoli
e donaci l’impazienza di Dio.
L’impazienza di Dio che ci fa
allungare il passo
per raggiungere i compagni di strada.
L’ansia della metropoli, invece,
ci rende specialisti del sorpasso.
Ci fa guadagnare tempo,
ma ci fa perdere il fratello
che cammina accanto a noi.
Santa Maria, donna in cammino,
prendici per mano
e facci scorgere la presenza di Dio
sotto il filo dei giorni,
negli accadimenti del tempo,
nel volgere delle stagioni umane.
Dirigi i nostri passi,
per scorgere sulle sabbie dell’effimero
le orme dell’eterno.
Restituisci sapori di ricerca interiore
alla nostra inquietudine
di turisti senza meta.
Se ci vedi allo sbando,
sul ciglio della strada,
rimettici in carreggiata.
E allora sulle nostre strade,
come avvenne
in quella lontana primavera,
fiorirà l’esultanza del Magnificat.
Momento di silenzio, canto:
Maria: donna missionaria
Guida: Gli apostoli, dopo aver ricevuto il dono dello Spirito Santo, andarono in tutto il mondo ad annunciare la Buona Novella, perché «non potevano tacere quello che avevano visto e udito». Nella lettera enciclica Redemptoris Missio Giovanni Paolo II afferma che «tutti i cristiani sono missionari in forza del Battesimo». Dunque la missionarietà è caratteristica fondamentale dell’essere cristiani, dell’essere discepoli. Nella lettera ai Galati si legge: «Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna…». Il verbo «mandare» è il termine tipico per indicare la missione. Gesù è il primo missionario e perciò il tratto fondamentale della maternità di Maria è quello della missionarietà. Anche Lei «fu mandata» ed ha obbedito.
2° Lettore: Dal Vangelo secondo Giovanni (20,19-23)
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo».
Tutti: (a cori alterni)
Santa Maria, donna missionaria,
concedi alla tua chiesa
il gaudio di riscoprire,
nascoste tra le zolle
del verbo «mandare»,
le radici della sua
primordiale vocazione.
Aiutala a misurarsi con Cristo
e con nessun altro:
come te, che, apparendo accanto a lui,
il grande missionario di Dio,
lo scegliesti come unico
metro della tua vita.
Quando la chiesa si attarda
all’interno delle sue tende
dove non giunge il grido dei poveri,
dalle il coraggio di uscire
dagli accampamenti.
Mandata da Dio
per la salvezza del mondo,
la chiesa è fatta per camminare,
non per sistemarsi.
Nomade come te,
mettile nel cuore
una grande passione per l’uomo.
Madre itinerante come te,
riempila di tenerezza
verso tutti i bisognosi.
E fa che di nient’altro sia preoccupata che di presentare Gesù Cristo.
Santa Maria, donna missionaria,
noi ti imploriamo per tutti coloro
che hanno lasciato gli affetti più cari
per annunciare il Vangelo
in terre lontane.
Sostienili nella fatica.
Ristora la loro stanchezza.
Proteggili da ogni pericolo.
Dona ai gesti con cui si curvano
sulle piaghe dei poveri
i tratti della tua verginale tenerezza.
Metti sulle loro labbra parole di pace.
Riempi la loro solitudine.
Attenua nella loro anima
i morsi della nostalgia.
Quando hanno voglia di piangere,
offri al loro capo la tua spalla di madre.
Rendili testimoni della gioia.
Ogni volta che ritornano da noi,
fa che possiamo attingere tutti
al loro entusiasmo.
Santa Maria, donna missionaria,
tonifica la nostra vita cristiana
con quell’ardore che spinse te
sulle strade della Palestina.
Anfora dello Spirito,
riversa il suo crisma su di noi,
perché ci metta nel cuore la nostalgia degli «estremi confini della terra».
E anche se la vita ci lega ai meridiani
e ai paralleli dove siamo nati,
fa che ci sentiamo egualmente sul collo il fiato delle moltitudini
che ancora non conoscono Gesù.
Spalancaci gli occhi perché possiamo scorgere le afflizioni del mondo.
Non impedire che il clamore dei poveri ci tolga la quiete.
Fa che sulle nostre labbra le parole di speranza non suonino menzognere.
Aiutaci a pagare con letizia
il prezzo della nostra fedeltà al Signore.
E liberaci dalla rassegnazione.
Amen.
Un momento di silenzio precede la condivisione di alcune preghiere spontanee e del Padre Nostro.
Canto