Canto: SPIRITO D'AMORE
Spirito d'Amore fammi vibrar come le corde dell'arpa di David.
Spirito Santo, suonaci insieme come le corde dell'arpa,
le corde dell'arpa, le corde dell'arpa di
David.
Spirito
d'Amore scendi su di me come la musica del cuore di David.
Spirito Santo, dimora in noi come la musica del cuore
la musica del cuore, la musica del cuore di David.
Spirito d'Amore fammi amar come il Figlio dei figli di
David.
Spirito Santo, guidaci Tu, sino al Figlio
dei figli
al Figlio dei figli, al Figlio dei
figli di David.
Tutti Nel nome del Padre…
Cel. Il Dio Uno e Trino, Padre, Figlio e Spirito Santo, che ama gli uomini di un amore
appassionato e fedele e li conduce nella storia con l’azione della sua grazia, sia con tutti voi.
Tutti E con il tuo spirito.
Guida Ripercorriamo
la vicenda umana e spirituale di Paolo da “osservante della legge” ad “apostolo per vocazione”, da
“persecutore” a “perseguitato”, da “nemico di Cristo” a “perdutamente innamorato
di Lui”, seguendo due brani evangelici: quello del giovane ricco e le parabole del tesoro nascosto e della perla
preziosa.
Dal Vangelo di Marco (10,17-22)
Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi
in ginocchio davanti a lui, gli domandò: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?”.
Gesù gli disse: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i
comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il
padre e la madre”. Egli allora gli disse: “Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia
giovinezza”. Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: “Una cosa sola ti manca: và,
vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi”. Ma egli, rattristatosi per
quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni.
Mentre usciva per mettersi
in viaggio, un tale gli corse incontro
Il correre indica l’ansia di dare risposta a qualcosa che urge dentro: il
Regno. Anche Paolo correva, ma correva contro Gesù, accecato dalla follia del suo giudaismo osservante.
“Saulo frattanto,
sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese
lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne,
seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati” (At 9,1-2).
Tutti
Anche io corro, Signore, ma dove vado? Penso di avere chiara la meta. Eppure a volte mi fermo e mi chiedo:
“Vado bene per questa strada ?”
A volte, sicuro della via, ho ugualmente paura di sbagliare, come una nave che, nella direzione
giusta, procede con il vento contrario.
Io sto cercando un tesoro e, in esso, desidero porre il mio cuore.
Desidero le ricchezze, quelle vere, e, con esse,
cerco la ricchezza di un Cuore… Tutto ciò che io possiedo, non basta. La mia vita vuole correre verso
qualcuno… Qualcuno da seguire… qualcuno da far seguire...
e, gettandosi in ginocchio davanti a
lui, gli domandò: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna? ”.
Un tale: Matteo ci dice
che era giovane, Luca che era un notabile. È dunque giovane, ricco, buono e nobile: un uomo pienamente realizzato,
situazione poco adatta per l’accesso al Regno. Come Paolo, giudeo perfetto, osservante e zelante.
“Io sono un Giudeo,
nato a Tarso di Cilicia, ma cresciuto in questa città, formato alla scuola di Gamaliele nelle più rigide
norme della legge paterna, pieno di zelo per Dio” (At 22,3).
Si considera arrivato, non ha bisogno neppure di chiedere
consigli, come il giovane ricco.
Tutti Signore, avverto che ci sono
domande molto serie nel mio cuore e nella mia vita. Ma a quale maestro mi rivolgo per dare ad esse le risposte più
qualificate? E quale maestro presento ai miei ragazzi? Io non amo le mezze misure, cerco risposte coinvolgenti
e vere. So che tu possiedi la risposta più completa a tutte le mie domande; ma anche la risposta più
esigente. Ed è allora, nei momenti di fragilità o di incertezza che cedo, quasi senza accorgermene, alla
tentazione di rivolgermi ad altri maestri, molto più allettanti e meno esigenti. Ma non trovo la felicità e
avverto che il mio cuore è ancora inquieto.
Gesù gli disse: “Perché mi chiami buono?
Nessuno è buono, se non Dio solo.
Gesù prova a suggerirgli la sua identità per trarne le dovute conseguenze: se
non sai chi sono non chiamarmi buono perché solo Dio è buono; se sai chi sono, non attardarti a trarne le
conseguenze: la via che ti indicherò è l’unica da seguire per raggiungere quello a cui il tuo cuore
anela.
“E
avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e
cadendo a terra udì una voce che gli diceva: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? ”. Rispose:
“Chi sei, o Signore? ”. E la voce: “Io sono Gesù, che tu perseguiti!” (At 9,3-5).
Anche a Paolo
Gesù si manifesta come Dio: se vuoi raggiungere ciò a cui il tuo cuore anela, segui me.
Tutti Signore Gesù, spesso anch’io mi rivolgo a te come ad un interlocutore
attento alla mia domanda di senso, ma forse a volte la mia domanda è un po’ retorica: ho già la mia
risposta e non voglio barattarla con la tua; la tua è sempre un po’ ingombrante, un po’ alta per le mie
possibilità, forse non è per me. Se davvero ti riconoscessi come Signore, se davvero ti rivelassi a me,
sfolgorante di luce come ai tre apostoli sul monte Tabor, se mi folgorassi come Paolo sulla via di Damasco, forse ti
riconoscerei come il mio Signore e aderirei a te incondizionatamente. È questo che cerco, ma da solo non ce la
faccio, credimi, Signore.
Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire
falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre”. Egli allora gli disse: “Maestro, tutte
queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza”.
Come il giovane ricco, anche Paolo, giudeo osservante, non ha mancato
ai suoi doveri di buon ebreo e quindi può ritenersi salvato perché giustificato dalla legge.
“Circonciso
l’ottavo giorno, della stirpe d’Israele, della tribù di Beniamino, ebreo da Ebrei, fariseo quanto alla
legge; quanto a zelo, persecutore della Chiesa; irreprensibile quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza
della legge” (Fil 3,5-6).
Tutti A volte, Signore, penso che
quello che faccio ti possa bastare, appena stanco faccio una pausa, mi accontento di qualche buona opera o di un
“sufficiente” in condotta cristiana. Provo anche un senso di soddisfazione se mi paragono a tanti miei amici
che svendono la loro vita in soddisfazioni forti ma evanescenti. Ma avverto che il mio spirito chiede di più, che
il mio bisogno è più profondo, che quello che faccio non basta a dar senso alla mia vita e penso che anche
tu non ti contenti di così poco e mi sproni a salire ancora. Grazie quando mi fai avvertire questo bisogno, grazie
quando mi fai sentire che la speranza cerca una risposta più esigente e alta, grazie quando i miei ragazzi con le
loro domande mi mettono in crisi e mi insinuano il sospetto che la mia osservanza è un po’
farisaica.
Allora Gesù, fissatolo, lo amò
Lo sguardo di Gesù gli penetra dentro perchè vuole che si
guardi come da Lui è guardato, ma il giovane ricco è ancora cieco e non può guardarsi con lo stesso
sguardo di Gesù. Anche Paolo ha bisogno di passare attraverso la cecità per riconoscere di essere cieco e di
aver bisogno di essere illuminato dallo sguardo della fede. Egli conosce la Legge, non ancora l’Amore.
“Saulo si
alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco,
dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda” (At 9,8-9).
Tutti Signore, tu mi scruti e mi conosci…
A volte, nei momenti di difficoltà, accade di incontrare nella folla
uno sguardo diverso, uno sguardo umano, e tutto diviene improvvisamente più semplice...
...Uno sguardo d'amore... Allora comprendo che
è riflesso del tuo sguardo d’amore su di me.
Tu guardi con amore ogni uomo... tu guardi me con amore…
Quante volte mi sono sentito non amato!
Ma ora so che c'è uno sguardo
amorevole su di me, e anche se non capisco cosa tu mi chiedi, sento una spinta alla felicità... una Luce nuova...
in questo fitto buio. É necessario, per me, guardare il tuo Volto! è necessario, per me, incrociare il tuo
sguardo amorevole... Il tuo sguardo che rasserena... anche se mi mette in discussione… È necessario che io
ti presenti ai miei ragazzi come il Dio dal volto umano, un Dio che non sa fare altro che amare.
e gli disse:
“Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e
seguimi”.
Gesù dà al giovane la risposta più esigente e totalizzante: togli ogni illusione di fondare
la speranza e la gioia nelle ricchezze umane e spirituali, vendile, liberatene; scegli me, aderisci totalmente a me, vieni
nella mia strada e cammina con me: Io Sono la risposta giusta e completa per te, per la tua vita, per il tuo successo; Io
Sono la tua Speranza.
Anche a Paolo Gesù
chiede una sequela incondizionata.
”Il Signore disse ad Anania: “Va’, perché egli è per me uno
strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele; e io gli mostrerò quanto
dovrà soffrire per il mio nome”. (At 9,15-16)
Canto: Vieni e seguimi
Lascia che il mondo vada per la sua
strada.
Lascia che l'uomo ritorni alla sua
casa.
Lascia che la gente accumuli la sua
fortuna.
Ma tu, tu vieni e seguimi,
tu, vieni e seguimi.
Lascia che la barca in mare spieghi la
vela.
Lascia che trovi affetto chi segue il
cuore.
Lascia che dall'albero cadano i frutti
maturi.
Ma tu, tu vieni e seguimi,
tu, vieni e seguimi.
E sarai luce per gli uomini / e sarai sale
della terra
e nel mondo deserto aprirai / una
strada nuova.
E per questa strada va', va' / e
non voltarti indietro, va'
e non voltarti
indietro.
Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni.
Il giovane
ricco non ha il coraggio di staccarsi dagli idoli: ciò che ha gli impedisce di ottenere il tesoro in cielo. Viene
inondato di tristezza, salario di chi non sa liberarsi dall’attaccamento ai beni. Non così Paolo.
Tutti Sono io, Signore, Maestro buono, quel tale che tu guardi negli occhi con
intensità di amore. Sono io, lo so, quel tale che tu chiami a un distacco totale da se stesso.
E’ una sfida. Ecco, anch'io ogni
giorno mi trovo davanti a questo dramma: alla possibilità di rifiutare l'amore. Se talvolta mi ritrovo stanco e
solo, non è forse perché non ti so dare quanto tu mi chiedi? Se talvolta sono triste, non è forse
perché tu non sei il tutto per me, non sei veramente il mio unico tesoro, il mio grande amore?
Quali sono le ricchezze che mi
impediscono di seguirti e di gustare con te e in te la vera sapienza che dona pace al cuore?
Tu ogni giorno mi vieni incontro sulla strada per
fissarmi negli occhi, per darmi un'altra possibilità di risponderti radicalmente e di entrare nella tua gioia. Se
a me questo passo da compiere sembra impossibile, donami l'umile certezza di credere che la tua mano sempre mi
sorreggerà e mi guiderà là, oltre ogni confine, oltre ogni misura, dove tu mi attendi per donarmi
null'altro che te stesso, unico sommo Bene.
Dal Vangelo di Matteo (13,44-45)
Il regno dei cieli
è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende
tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose;
trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Paolo ha trovato la perla preziosa e ha venduto tutto per
acquistarla.
“Ma quello che poteva essere per me un guadagno, l’ho considerato una perdita a motivo di Cristo.
Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio
Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo e
di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo,
cioè con la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede. E questo perché io possa conoscere lui, la
potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, con la speranza
di giungere alla risurrezione dai morti” (Fil 3,7-11).
Voce Paolo,
tu non hai fatto come il giovane ricco, hai avuto il coraggio di distaccarti dai tuoi beni, ti sei lasciato conquistare
dal Signore… e la tua vita è cambiata radicalmente. Noi vogliamo ora metterci alla tua scuola per imparare
da te a vivere.
Come è
cambiata la tua vita? Com’è la tua vita, ora che hai ripreso a correre, ma incontro al tuo Signore?
“Non
però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre
per conquistarlo, perché anch’io sono stato conquistato da Gesù Cristo. Fratelli, io non ritengo
ancora di esservi giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la mèta
per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù” (Fil 3,12-14).
Voce Nella tua corsa hai mai ceduto alla tentazione di tirarti indietro, di concederti uno
sconto sull’impegno apostolico che il Signore ti ha chiesto?
“Da Milèto mandò a chiamare subito ad
Efeso gli anziani della Chiesa. Quando essi giunsero disse loro: “Voi sapete come mi sono comportato con voi fin dal
primo giorno in cui arrivai in Asia e per tutto questo tempo: ho servito il Signore con tutta umiltà, tra le
lacrime e tra le prove che mi hanno procurato le insidie dei Giudei. Sapete come non mi sono mai sottratto a ciò
che poteva essere utile, al fine di predicare a voi e di istruirvi in pubblico e nelle vostre case, scongiurando Giudei e
Greci di convertirsi a Dio e di credere nel Signore nostro Gesù. Ed ecco ora, avvinto dallo Spirito, io vado a
Gerusalemme senza sapere ciò che là mi accadrà. So soltanto che lo Spirito Santo in ogni città
mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni. Non ritengo tuttavia la mia vita meritevole di nulla, purché
conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di rendere testimonianza al
messaggio della grazia di Dio (At 20,17-24).
Voce Come hai fatto a conservare
integro il tesoro che hai trovato, l’amore di Dio, in mezzo alle tribolazione e alle difficoltà?
“Che diremo dunque
in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo
ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio
giustifica. Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra
di Dio e intercede per noi? Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione,
l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Proprio come sta scritto: Per causa
tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello.
Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di
colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati,
né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né
alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro
Signore” (Rom 8,31-39).
Canto: Chi ci separerà
Chi ci separerà dal suo amore,
la tribolazione, forse la spada?
Né morte o vita ci separerà
dall’amore in Cristo Signore.
Chi ci separerà dalla sua pace,
la persecuzione, forse il dolore?
Nessun potere ci separerà
da Colui che è morto per noi.
Chi ci separerà dalla sua gioia,
chi potrà strapparci il suo perdono?
Nessuno al mondo ci allontanerà
dalla vita in Cristo Signore.
Voce
Chi ti ha dato la forza di rispondere al compito che Dio ti ha affidato, compito che supera le possibilità
umane?
“Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una
spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. A causa di
questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: “Ti basta la mia
grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”. Mi vanterò quindi ben volentieri
delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie
infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando
sono debole, è allora che sono forte” (2 Cor 12,7-10).
Voce
Su quale principio hai fondato la tua vita?
“Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma
Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso
per me” (Gal 2,20).
Voce Quale Cristo hai prima accolto nella tua
vita e poi predicato agli altri?
“Anch’io, o fratelli, quando sono venuto tra voi, non mi sono presentato ad
annunziarvi la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro
in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso. Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore e
trepidazione; e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla
manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma
sulla potenza di Dio” (1Cor 2,1-4).
Voce Hai conservato lo zelo con la
stessa intensità di quando perseguitavi i cristiani?
“Pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per
guadagnarne il maggior numero: mi sono fatto Giudeo con i Giudei, per guadagnare i Giudei; con coloro che sono sotto la
legge sono diventato come uno che è sotto la legge, pur non essendo sotto la legge, allo scopo di guadagnare coloro
che sono sotto la legge. Con coloro che non hanno legge sono diventato come uno che è senza legge, pur non essendo
senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo, per guadagnare coloro che sono senza legge. Mi sono fatto
debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. Tutto io
faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro” (1Cor 9,19-23).
Voce
Hai trovato la gioia vera nell’aderire a Cristo, nonostante tutte le difficoltà e le tribolazioni che
non sono mancate nella tua vita?
“Sono molto franco con voi e ho molto da vantarmi di voi. Sono pieno di consolazione,
pervaso di gioia in ogni nostra tribolazione” (2Cor 7,4).
Voce Indicaci
quale deve essere la nostra più grande aspirazione.
“Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via
migliore di tutte” (1Cor 12,31-13,13).
Canto: Inno all’amore
Posso parlare le lingue del mondo, / ma senza l'amor nulla
vale.
Posso conoscere tutti i misteri, / ma
senza l'amor nulla vale.
Posso donare le mie ricchezze, / ma senza l'amor nulla vale.
Posso bruciare anche il mio corpo, / ma senza l'amor nulla vale.
L'amore è benigno
e paziente, / l'amore non è invidioso.
L'amore è umile e buono,/ non cerca il proprio interesse.
L'amore non si adira mai, / non tiene conto del
male.
Non si compiace dell'ingiustizia, / ma
cerca la verità.
L'amore poi copre ogni cosa, / sempre dimostra fiducia.
L'amore spera oltre la morte, / con calma tutto sopporta.
Scompariranno le profezie/ assieme a tutta la
scienza.
Però l'amore non avrà
fine:/ e la più grande virtù è l'amore.
Preghiera d’intercessione
Cel. Mi rivolgo a voi con le parole usate da
Benedetto XVI nella bolla di indizione dell’anno paolino: “Cari fratelli e sorelle, come agli inizi, anche
oggi Cristo ha bisogno di apostoli pronti a sacrificare se stessi. Ha bisogno di testimoni e di martiri come san Paolo: un
tempo persecutore violento dei cristiani, quando sulla via di Damasco cadde a terra abbagliato dalla luce divina,
passò senza esitazione dalla parte del Crocifisso e lo seguì senza ripensamenti. Visse e lavorò per
Cristo; per Lui soffrì e morì”.
Invochiamo il Signore perché faccia di noi degli apostoli che mettono la loro vita al
servizio della evangelizzazione con generosità e con amore. Rispondiamo insieme: Per intercessione di San Paolo,
ascoltaci, Signore.
Intenzioni di preghiera libere.
Padre nostro…
Tutti Glorioso San Paolo, Apostolo pieno di zelo, martire per amore del Cristo, ottienici
una fede profonda, una speranza incrollabile, un amore ardente per il Signore affinché possiamo dire con te:
“Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”.
Aiutaci a diventare apostoli che servono la Chiesa con una coscienza pura,
testimoni della sua verità e della sua bellezza in mezzo alle oscurità del nostro tempo.
Con te lodiamo Dio nostro Padre. A Lui
la gloria, nella Chiesa e nel Cristo per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Benedizione finale
Cel. Dio onnipotente e misericordioso, tu solo
puoi dare ai tuoi fedeli il dono di vivere di te, in te e per te; fa’ che corriamo senza sosta verso i beni da te
promessi. Per il nostro Signore…
Cel. La benedizione del
Dio tre volte Santo, il Padre onnipotente, il Figlio Signore, lo Spirito Santo amore, scenda su di voi oggi e
sempre, e vi riempia di carità.
Tutti Rendiamo grazie a Dio.
Canto: RE DI
GLORIA
Ho
incontrato Te Gesù e ogni cosa in me è cambiata
tutta la mia vita ora ti appartiene
tutto il mio passato io lo affido a Te
Gesù Re di gloria mio Signor.
Tutto in Te riposa, la mia mente il mio cuore
trovo pace in Te Signor, Tu mi dai la gioia vera
voglio stare insieme a Te, non lasciarti mai
Gesù Re di gloria mio Signor.
Dal tuo amore chi mi separerà
Sulla croce hai dato la vita per
me
Una corona di gloria mi
darai
Quando un giorno ti
vedrò.
Io
ti aspetto, mio Signor…
Io ti aspetto, mio
Re.