Preghiera per la Pace sull’esempio di Maria di Nazareth

Pubblicato in Preghiera missionaria
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Santa Maria, donna del terzo giorno,

donaci la certezza che, nonostante tutto, la morte non avrà più presa su di noi.
Che le ingiustizie dei popoli hanno i giorni contati.
Che i bagliori delle guerre si stanno riducendo a luci crepuscolari.
Che le sofferenze dei poveri sono giunte agli ultimi rantoli.
Che la fame, il razzismo, la droga sono il riporto di vecchie contabilità fallimentari.
Che la noia, la solitudine, la malattia sono gli arretrati dovuti ad antiche gestioni.
E che, finalmente, le lacrime di tutte le vittime delle violenze e del dolore
saranno presto prosciugate come la brina dal sole della primavera.
Tonino Bello

Invocazione allo Spirito

Vieni, vieni Spirito d’Amore
Rit. Vieni, vieni, Spirito d’amore, ad insegnar le cose di Dio,
vieni, vieni, Spirito di pace a suggerir le cose che Lui ha detto a noi.
Noi t’invochiamo, Spirito di Cristo,
vieni tu dentro di noi.
Cambia i nostri occhi, fa’ che noi vediamo
La bontà di Dio per noi.
Vieni, o Spirito, dai quattro venti
E soffia su chi non ha vita.
Vieni, o Spirito, e soffia su di noi
Perché anche noi riviviamo.
Insegnaci a pregare, insegnaci ad amare,
insegnaci a lodare Iddio.
Insegnaci a pregare, insegnaci la via,
insegnaci Tu l’unità.
Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo
Un raggio del tuo splendore.
Padre dei poveri, luce dei cuori,
vieni Consolatore.
Lava ciò ch’è sordido, bagna ciò ch’è arido,
sana ciò ch’è ferito.
Piega ciò ch’è rigido, scalda ciò ch’è gelido,
drizza ciò ch’è sviato.


In ascolto della Parola

Dal Vangelo di Luca (1, 39-56)
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore».

Allora Maria disse:

«L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza,
per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Silenzio

Commento alla Parola Maria, donna di parte (di Tonino Bello)
No, non fu neutrale. Basta leggere il Magnificat per rendersi conto che Maria si è schierata. Ha preso posizione, cioè. Dalla parte dei poveri, naturalmente. Degli umiliati e offesi di tutti i tempi. Dei discriminati dalla cattiveria umana e degli esclusi dalla forza del destino. Di tutti coloro, insomma, che non contano nulla davanti agli occhi della storia. Non mi va di avallare certe interpretazioni che favoriscono una lettura puramente politica del Magnificat, quasi fosse, nella lotta continua tra oppressi e oppressori, una specie di Marsigliese «ante litteram» del fronte cristiano di liberazione. Significherebbe ridurre di gran lunga gli orizzonti dei sentimenti di Maria, che ha cantato liberazioni più profonde e durature di quelle provocate dalle semplici rivolte sociali. I suoi accenti profetici, pur includendole, vanno oltre le rivendicazioni di una giustizia terrena e scuotono l'assetto di ben più radicali iniquità. Sta di fatto, però, che sul piano storico Maria ha fatto una precisa scelta di campo. Si è messa dalla parte dei vinti. Ha deciso di giocare con la squadra che perde. Ha scelto di agitare come bandiera gli stracci dei miserabili e non di impugnare i lucidi gagliardetti dei dominatori. Si è arruolata, per così dire, nell'esercito dei poveri. Ma senza roteare le armi contro i ricchi. Bensì, invitandoli alla diserzione. E intonando, di fronte ai bivacchi notturni del suo accampamento, perché le udissero dall'altro, canzoni cariche di nostalgia. Ha esaltato, così, la misericordia di Dio. E ci ha rivelato che è partigiano anche lui, visto che prende le difese degli umili e disperde i superbi nei pensieri del loro cuore; stende il suo braccio a favore dei deboli e fa rotolare i violenti dai loro piedistalli con le ossa in frantumi; ricolma di beni gli affamati e si diverte a rimandare i possidenti con un pugno di mosche in mano e con un palmo di naso in fronte.
Qualcuno forse troverà discriminatorio questo discorso, e si chiederà come possa conciliarsi la collocazione di Maria dalla parte dei poveri con l'universalità del suo amore e con la sua riconosciuta tenerezza per i peccatori, di cui i superbi, i prepotenti e i senza cuore sono la razza più inquietante.
La risposta non è semplice. Ma diventa chiara se si riflette che Maria non è come certe madri che, per amor di quieto vivere, danno ragione a tutti e, pur di non creare problemi, finiscono con l'assecondare i soprusi dei figli più discoli. No. Lei prende posizione. Senza ambiguità e senza mezze misure. La parte, però, su cui sceglie di attestarsi non è il fortilizio delle rivendicazioni di classe, e neppure la trincea degli interessi di un gruppo. Ma è i terreno, l'unico, dove lei spera che un giorno, ricomposti i conflitti, tutti i suoi figli, ex oppressi ed ex oppressori, ridiventati fratelli, possano trovare finalmente la loro liberazione. Santa Maria, donna di parte , come siamo distanti dalla tua logica! Tu ti sei fidata di Dio e, come lui, hai scommesso tutto sui poveri, affiancandoti a loro e facendo della povertà l'indicatore più chiaro del tuo abbandono totale in lui, il quale «ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti; ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti; ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono». Noi, invece, andiamo più sul sicuro. Non ce la sentiamo di rischiare. Ci vogliamo garantire dagli imprevisti. Sarà pure giusto lo stile aleatorio del Signore, ma intanto preferiamo la praticità terra terra dei nostri programmi. Sicché, pur declamando con la bocca i paradossi di Dio, continuiamo a fare assegnamento sulla forza e sul prestigio, sul denaro e sull'astuzia, sul successo e sul potere. Quando ci decideremo, sul tuo esempio, a fare scelte umanamente perdenti, nella convinzione che, solo passando dalla tua sponda, potremo redimerci e redimere?

Canto Magnificat, Magnificat, Magnificat anima mea Dominum.
Magnificat, Magnificat, Magnificat anima mea.

Santa Maria, donna di parte , tienici lontani dalla tentazione di servire a due padroni. Obbligaci a uscire allo scoperto. Non farci essere così incauti da voler sperimentare impossibili conciliazioni degli opposti. Preservaci dal sacrilegio di legittimare, per un malinteso senso dell'universalità cristiana, le violenze consumate a danno degli oppressi. Quando, per non dispiacere ai potenti o per paura di alienarcene i favori, pratichiamo sconti sul prezzo della verità, coprici il volto di rossore. Liberaci dall'indifferenza di fronte alle ingiustizie e a chi le compie. Ma donaci la tolleranza. Che è un'attitudine sperimentabile solo se si sta dalla parte dove ti sei messa tu. Perché, in fondo, anche noi siamo di parte. Ma i recinti che ci racchiudono trasudano scomuniche, sanno di setta, sono privi di attese, e non hanno profumi di liberazioni imminenti.

Canto Magnificat, Magnificat, Magnificat anima mea Dominum.
Magnificat, Magnificat, Magnificat anima mea.

Santa Maria, donna di parte , noi ti preghiamo per la Chiesa di Dio, che, a differenza di te, fa ancora tanta fatica ad allinearsi coraggiosamente con i poveri. In teoria essa dichiara l'«opzione preferenziale» in loro favore. Ma in pratica rimane spesso sedotta dalle manovre accaparratrici dei potenti. Nelle formulazioni dei suoi progetti pastorali decide di «partire dagli ultimi». Ma nei percorsi concreti dei suoi itinerari si mantiene prudenzialmente al coperto, andando a braccetto con i primi.
Aiutala a uscire dalla sua pavida neutralità. Dàlle la fierezza di riscoprirsi coscienza critica delle strutture di peccato che schiacciano gli indifesi e respingono a quote subumane i due terzi del mondo. Ispirale accenti di fiducia. Solo così potrà dare testimonianza viva di verità e di libertà, di giustizia e di pace. E gli uomini si apriranno ancora una volta alla speranza di un mondo nuovo. Come avvenne quel giorno di duemila anni fa. Sui monti di Giuda.

Canto Magnificat, magnificat, magnificat anima mea Dominum.
Magnificat, magnificat, magnificat anima mea.


La speranza si fa preghiera
Dopo ogni preghiera spontanea:

Rit. Hazme tu Señor instrumento de tu paz,
De esa paz Señor que tu solo puedes dar.

Al termine :

Padre di tutti i popoli
ascolta il lamento della terra desolata.
Negli occhi dei piccoli c'è il sogno di un mondo nuovo:
fa’ che non si spenga.
Dio della giustizia
ascolta le lacrime di chi è stanco della morte.
Nello sguardo dei vecchi c'è la memoria dell'olocausto:
fa’ che l’uomo non torni ad essere nemico per l'altro uomo.
Dio di tutte le fedi
ascolta le preghiere che salgono a te.
La fede autentica non è integralismo, non è fanatismo:
fa’ che gli uomini e le donne di tutte le religioni
si ribellino a tutto ciò che deturpa il volto di Dio e uccide l'uomo.
Dio dei poveri
ascolta il grido di giustizia delle favelas del Sud del mondo.
Per tanta gente la guerra non è mai finita:
fa' che dalle montagne di rifiuti germogli il sogno della pace.
Dio amico dei profeti
guarda le nostre città
accerchiate dal sospetto dello straniero,
che non lasciano il posto per i “diversi”:
fa’ che scopriamo la gioia di abbracciarci per le strade
per ricostruire una Roma senza mura e senza divisioni.
Dio dello stupore e della tenerezza
continua a coprire col tuo mantello
tutti quelli che hanno paura della notte:
fa’ che come Gesù
alla violenza rispondiamo non con la vendetta
ma con il perdono.
Dio che sei madre e padre
ascolta le domande che nascono dal cuore dell’uomo:
fa’ che quando nostro figlio ci domanda cos' è la guerra
noi piantiamo un albero di pace.

Amen

Conclusione

Preghiera finale:

Santa Maria, vergine del meriggio, (di Tonino Bello)

Stiamo fin troppo sperimentando
lo spegnersi delle nostre lanterne,
e il declinare delle ideologie di potenza,
e l’allungarsi delle ombre crepuscolari sugli angusti
sentieri della terra,
per non sentire la nostalgia del sole meridiano.
Strappaci dalla desolazione dello smarrimento
e ispiraci l’umiltà della ricerca.
Abbevera la nostra arsura di grazia
nel cavo della tua mano.
Riportaci alla fede
che un’altra madre, povera e buona come te,
ci ha trasmesso quando eravamo bambini,
e che forse un giorno abbiamo in parte svenduto
per una miserabile porzione di lenticchie.
Tu, mendicante dello Spirito,
riempi le nostre anfore di olio
destinato a bruciare dinanzi a Dio:
ne abbiamo già fatto ardere troppo
davanti agli idoli del deserto.
Facci capaci di abbandoni sovrumani in Lui.
Tempera le nostre superbie carnali.
Fa’ che la luce della fede,
anche quando assume accenti di denuncia profetica,
non ci renda arroganti o presuntuosi,
ma ci doni il gaudio della tolleranza e della comprensione.
Soprattutto, però, liberaci dalla tragedia
che il nostro credere in Dio
rimanga estraneo alle scelte concrete di ogni momento,
sia pubbliche che private,
e corra il rischio
di non divent are mai carne e sangue
sull’altare della ferialità.
Così sia.

Canto Jubilate Deo, omnis terra, servite Domino in laetitia.
Alleluia, Alleluia, in laetitia. (2 v.)
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:07
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