Il cantico dell'universo

Pubblicato in Preghiera missionaria

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Il gruppo si raduna attorno a una lavagna (o un foglio grande) dove poter disegnare e scrivere. Si canta (o si proclama) il "cantico delle creature" (di A. Branduardi).


TUTTI

A te solo buon Signore
si confanno gloria e onore.

A te ogni laude et benedizione
a te solo si confanno che l’Altissimo tu sei
e null’uomo degno è te mentovare.

Si’ laudato mio Signore con le tue creature
specialmente frate sole e la sua luce.

Tu ci illumini di lui
che è bellezza e splendore
di te Altissimo Signore porta il segno.

Si’ laudato mio Signore
per sorelle luna e stelle
che tu in cielo le hai formate chiare e belle.

Si’ laudato per frate vento
aria, nuvole e maltempo
che alle tue creature dan sostentamento

Si’ laudato mio Signore
per sorella nostra acqua, ella è casta,
molto utile e preziosa.

Si’ laudato per frate foco
che ci illumina la notte ed è bello, giocondo,
e robusto e forte.

Si’ laudato mio Signore
per la nostra madre terra;
ella è che ci sostenta e ci governa.

Si’ laudato mio Signore
vari frutti lei produce, molti fiori coloriti
e verde l’erba.

Si’ laudato per coloro
che perdonano per il tuo amore
sopportando infermità e tribolazione.

E beati sian coloro
che cammineranno in pace
che da te, buon Signore avran corona.

Si’ laudato mio Signore
per la morte corporale
ché da lei nessun che vive può scappare

E beati saran quelli nella tua volontà
che sorella morte non gli farà male.

Proclamazione del racconto della creazione: Gen 1,1-2,3

Alcuni lettori si alternano a leggere il brano, suddividendolo in blocchi di paragrafi, a cui tutti rispondono con il ritornello
Qualcuno (preparato anteriormente) disegna sulla lavagna i contenuti della lettura.

TUTTI (Ritornello)

I cieli narrano la gloria di Dio e l’opera
delle sue mani annunzia il firmamento.

Momento di silenzio.

Guida - Nell’udienza del 27 gennaio di quest’anno, Giovanni Paolo II faceva delle interessanti riflessione sulla natura, dicendo che è necessario che l’uomo contemporaneo "ritrovi lo stupore, ossia la capacità di contemplare la gloria della Trinità che risplende nella creazione per riscoprire, così, la propria fraternità con la terra". Il papa, commentando il racconto biblico dell’origine del cosmo, citava anche un celebre aforisma di uno scrittore inglese, secondo il quale nella società contemporanea si diventa aridi "non per mancanza di meraviglie, ma per mancanza di meraviglia".

TUTTI (a cori alterni)

Benedici il Signore, anima mia!
O Signore mio Dio, quanto sei grande!

Di maestà e di gloria ti rivesti,
t’avvolgi di luce come di un manto!

Stendesti i cieli come una tenda,
erigesti sulle acque la tua dimora;

Tu fai delle nuvole il tuo cocchio
incedi sopra le ali del vento;

Tu fai dei venti i tuoi messaggeri,
dei fulmini guizzanti i tuoi ministri.

Sulle sue basi fondasti la terra,
che starà immota in perpetuo.

Dell’oceano quale manto la copristi,
sopra i monti si stendevano le acque.

Ma si ritrassero alla tua rampogna,
fuggirono al tuono della tua voce;

emersero i monti, si abbassarono le valli
nel luogo da te loro assegnato:

fissasti loro un confine da non varcare
perché non ritornino a ricoprire la terra.

Fai sgorgare le fonti entro le valli,
rifluendo scorrono tra i monti:

vi bevono tutte le fiere del campo
e gli onagri vi spengono la loro sete.

Presso di essi nidificano gli uccelli del cielo,
cinguettando tra le fronde.

Dall’alta tua sede fai piovere sui monti,
sazi la terra col frutto delle tue opere:

fai crescere l’erba per il bestiame
e le piante per l’uso dell’uomo,

affinché tragga dalla terra il suo pane
e il vino che allieta il cuore dell’uomo;

affinché con l’olio allieti il suo volto
e col cibo rinfranchi il suo cuore.

Silenzio e rilettura, sottolineando alcune espressioni del salmo 104, appena pregato.

CANTO - Te, al centro del mio cuore.

Utilizzando un mappamondo o una cartina geografica (preferibilmente quella di Peters) si fa risaltare il divario tra il Nord e il Sud del pianeta.

GUIDA - Tutto era perfetto, creato da Dio al servizio dell’uomo, di ogni uomo, di tutti gli uomini. L’uomo, però, volle sostituire il disegno di Dio con il suo progetto egoista.

L’attuale modello di sviluppo non può essere sostenibile, perché basato su una ingiusta distribuzione dei beni.

1° LETTORE - Dal libro della Sapienza - Non provocate la morte con gli errori della vostra vita, non tiratevi addosso la rovina con le opere delle vostre mani, poiché la morte non é certo opera di Dio, né egli gioisce che i vivi debbano morire.

Egli creò ogni cosa perché sussista e salubri sono le creature del mondo; non è insito in loro il veleno della rovina, né la morte ha il dominio sulla terra. La giustizia non é soggetta al potere della morte. (1, 12-15)

2° LETTORE - Dall’enciclica "Populorum progressio" - "Riempite la terra e assoggettatela". La bibbia, fin dalla prima pagina, ci insegna che la creazione intera è per l’uomo, cui è demandato il compito da applicare il suo sforzo intelligente nel metterla in valore e, col suo lavoro, portarla a compimento, per così dire sottomettendola al suo servizio.

Se la terra è fatta per fornire a ciascuno i mezzi della sua sussistenza e gli strumenti del suo progresso, ogni uomo dunque ha il diritto di trovarvi ciò che gli è necessario. Il recente Concilio l'ha ricordato: "Dio ha destinato la terra e tutto ciò che contiene all’uso di tutti gli uomini e di tutti i popoli, di modo che i beni della creazione devono equamente affluire nelle mani di tutti, secondo la regola della giustizia, che è inseparabile della carità". Tutti gli altri diritti, di qualunque genere, ivi compresi quelli della proprietà e del libero commercio, sono subordinati ad essa: non devono quindi intralciarne, bensì al contrario facilitarne la realizzazione ed è un dovere sociale grave e urgente restituirli alla loro finalità originaria.

Se qualcuno, in possesso delle ricchezze che offre il mondo, vede il suo fratello nella necessità e chiude a lui le sue viscere, come potrebbe l’amore di Dio abitare in lui? Si sa con quale fermezza i padri della chiesa hanno precisato quale deve essere l’atteggiamento di coloro che posseggono nei confronti di coloro che sono nel bisogno: "Non è del tuo avere - afferma sant’Ambrogio - che tu fai dono al povero; tu non fai che rendergli ciò che gli appartiene. Poiché quel che è dato in comune per l’uso di tutti è ciò che tu ti annetti. La terra è data a tutti, e non solamente ai ricchi".

» come dire che la proprietà privata non costituisce per alcuno un diritto incondizionato e assoluto. Nessuno è autorizzato a riservare a suo uso esclusivo ciò che supera il suo bisogno, quando gli altri mancano del necessario. In una parola, il diritto di proprietà non dovrebbe mai esercitarsi a detrimento dell’utilità comune. (nn. 22-23)

1° LETTORE - Riflessione dell’indiano americano Fred, "Ultimo Toro" - Gli uomini bianchi sono un popolo forte e tenace. Volano nell’aria, nuotano nell’acqua, vengono seppelliti nel suolo. Al di sopra della terra uccidono tutti gli alberi, l’erba, i frutti; e vi piantano i loro alberi, la loro erba, vi producono i loro frutti; essi uccidono tutti gli animali ed al loro posto mettono i loro animali, ma la buona terra è morta, i buoni alberi, la buona erba, i buoni frutti e i buoni animali sono morti. Essi prendono il tuono, la forza elettrica del cielo e la usano per illuminare le loro case, ma così uccidono la notte con la luce morta. Forse saranno perfino in grado di afferrare la luna e le stelle e di riempire il cielo con la loro morte.

Una volta il nostro popolo conosceva soltanto lunga vita; oggi, col cibo dell’uomo bianco, non viviamo pi_ tanto. La dolce medicina dell’uomo bianco disse che egli era forte, disse che il suo cibo doveva essere dolce e che noi avremmo dovuto nutrirci solo con esso e dimenticare la nostra vecchia vita. Questo nuovo cibo noi lo mangiamo e con esso mangiamo ciò che è indegno di un uomo: la dimenticanza.

2° LETTORE - Dal magistero di Giovanni Paolo II - La natura diventa un evangelo che ci parla di Dio: "Dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si conosce l’autore" (Sap 13, 5). San Paolo ci insegna che "dalla creazione del mondo in poi, le invisibili perfezioni di Dio possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità" (Rom 1, 20).

Ma questa capacità di contemplazione e conoscenza, questa scoperta di una presenza trascendente nel creato, ci deve condurre anche a riscoprire la nostra fraternità con la terra, a cui siamo legati a partire dalla nostra stessa creazione. Proprio questo traguardo l’Antico Testamento auspicava per il giubileo ebraico, allorché la terra riposava e l’uomo coglieva quello che spontaneamente la campagna gli offriva (cfr. Lev. 25, 11-13): "Questo è il giubileo, che celebrerete ogni cinquantesimo anno, durante il quale non seminerete e non mieterete e non vendemmierete le viti che non sono state potate: è il giubileo, anno sacro per voi; mangerete quello che la campagna produce spontaneamente. In quest’anno del giubileo, ciascuno di voi ritorni in possesso delle sue terre".

Se la natura non è violentata e umiliata, ritorna ad essere sorella dell’uomo.

Pausa di riflessione.

GUIDA - O grande Spirito, la cui voce percepiamo nel vento e il cui respiro dà vita a tutto il mondo, ascoltaci. Veniamo a te come tuoi figli, piccoli e deboli, bisognosi della tua forza e saggezza.

Fa’ che le nostre mani rispettino ciò che hai creato e le nostre orecchie siano acute nell’udire la tua voce.
Cerchiamo forza, non per essere superiori ai nostri fratelli, ma per essere abili a combattere il nemico più grande e, cioè, noi stessi.

Fa’ che siamo sempre pronti a venire da te con mani pure e occhi limpidi; cosicché, quando la vita svanirà, come la luce al tramonto, il nostro spirito ti possa finalmente raggiungere, senza paura.

(Preghiera di un capo indiano sioux)

CANTO - Servo per amore.
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:07
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