Giusti e Beati

Pubblicato in Preghiera missionaria
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Guida -
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo…

Canto

Guida - Per ritrovare il significato della virtù della giustizia, occorre mettersi nel solco della Parola di Dio. Nella bibbia si parla dell’uomo giusto come colui che è fedele alla legge di Dio; che vive sottomettendosi alla volontà di Dio espressa nei suoi precetti; che è leale e rispettoso dei diritti degli altri, soprattutto i più poveri.

Tutti (a cori alterni)

Sciogliete la gioia come una bandiera


e innalzate nel canto la lode.

Nessuno tenti di frenare la musica
e ogni strumento si accordi per il coro.

Chitarre e nacchere accompagnino la danza

dell’umanità in festa.

Jahwè ci ha fatto un regalo,

ci ha donato il creato, profumo della sua parola.

Egli non mente, è fedele nella sua giustizia,

perché il suo amore trabocca

in ogni angolo della terra.

E noi abbiamo trovata scritta la parola: amore!

È festa, perché non poniamo più le nostre speranze

nei nuovi modelli di difesa

e abbiamo fatto della debolezza la nostra forza

quando l’abbiamo sposata all’amore suo per noi

e per ogni uomo di questa nostra terra.

La nostra speranza ha il suo nome

e anche la nostra festa si colora di arcobaleno

perché fedeltà è il nome del nostro Dio

e non ci lascia soli, quando abbiamo bisogno di lui

Sorride alla musica, alla danza e al canto,

a volte sfiora le corde dell’arpa

per unirsi con noi nella gioia. (Tonio Dell’Olio)

Guida - Dal vangelo secondo Matteo. (20, 1-16) - Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: «Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò». Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: «Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi?». Gli risposero: «Perché nessuno ci ha presi a giornata». Ed egli disse loro: «Andate anche voi nella mia vigna».
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: «Chiama gli operai e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi». Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: «Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo». Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: «Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso, perché io sono buono?». Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi.

Pausa di silenzio e riflessione.

1° Lettore - La giustizia di Dio è una giustizia sbilanciata: «Ma che razza di giustizia è questa?» - anche tu ti domanderai. Quel padrone dà agli ultimi la stessa paga dei primi! Quanto è giusto? È quello che pensano i primi operai, rimanendo sbigottiti! Che giustizia è questa? Ma Dio è così, ben diverso da noi: non distribuisce secondo i meriti, non dà semplicemente in relazione a quello che facciamo, non dà solo ai primi, ma in base al suo cuore buono...

2° Lettore - La giustizia di Dio è una giustizia che non condanna, non reagisce al male con il male, non emette la sentenza di fronte al nostro errore, ma risponde con un amore ancora più grande: ecco il perdono, ecco la misericordia...

1° Lettore - La giustizia di Dio è un modo di agire in cui il figlio Gesù, il solo giusto, l'innocente, si rende «colpevole» per liberare noi, peccatori. La sua è una giustizia che ci «giustifica», cioè ci rende giusti...


2° Lettore - Appena senti la parola giustizia, subito pensi a qualcos'altro: la giustizia fra gli uomini. Quante ingiustizie ogni giorno, nel tuo piccolo mondo e in quello più grande. Tutti dicono: «Da che mondo è mondo, ci sono ingiustizie!». Ti ricordi Caino e Abele? E poi tutto è andato avanti tra potenti e deboli, padroni e schiavi, ricchi e poveri. In altre parole: viviamo in un mondo pieno di ingiustizie, in cui la felicità di alcuni provoca l'infelicità di molti altri. Ma dal vangelo abbiamo capito come per Dio non ci sono ultimi, ma tutti devono essere primi.

Guida - Dal secondo libro del profeta Samuele. (12, 1-7) - Il Signore mandò il profeta Natan a Davide e Natan andò da lui e gli disse: «Vi erano due uomini nella stessa città, uno ricco e l'altro povero. Il ricco aveva bestiame minuto e grosso in gran numero; ma il povero non aveva nulla, se non una sola pecorella piccina, che egli aveva comprata e allevata; gli era cresciuta in casa insieme con i figli, mangiando il pane di lui, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno; era per lui come una figlia. Un ospite di passaggio arrivò dall'uomo ricco e questi, risparmiando di prendere dal suo bestiame minuto e grosso, per preparare una vivanda al viaggiatore che era capitato da lui, portò via la pecora di quell'uomo povero e ne preparò una vivanda per l'ospite venuto da lui».

Allora l'ira di Davide si scatenò contro quell'uomo e disse a Natan: «Per la vita del Signore, chi ha fatto questo merita la morte. Pagherà quattro volte il valore della pecora, per aver fatto una tal cosa e non aver avuto pietà». Allora Natan disse a Davide: «Tu sei quell'uomo! Così dice il Signore, Dio d'Israele: lo ti ho unto re d'Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, ti ho dato la casa del tuo padrone e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo padrone, ti ho dato la casa di Israele e di Giuda e, se questo fosse troppo poco, io vi avrei aggiunto anche altro».

Pausa di silenzio e riflessione.

Lettore - Tante, infinite sono le ingiustizie sulla terra: povertà, fame, violenza, sfruttamento, guerre, torture... Sì, le ingiustizie sono tante, purtroppo, e non possiamo nemmeno elencarle tutte. Ma molti sono anche gli affamati di giustizia: coloro che subiscono soprusi e violenza perché il diritto non venga calpestato. È necessario l'aiuto del Signore che, unito alla nostra opera, renderà questo nostro mondo un po’ migliore.

Guida - Chi è il giusto?

Lettore (alternando voci maschili e femminili):

- Colui che desidera la giustizia. Nel vangelo, Gesù dice: «Beati coloro che hanno fame e sete della giustizia perché saranno saziati».

- Colui che rispetta la proprietà altrui. L'altro si prolunga in ciò che ha, ciò che l'altro ha fa parte di lui: non posso metterci le mani.

- Colui che non sopporta le ingiustizie e le disuguaglianze: quando c'è un'ingiustizia non alza le spalle, ma rimane inquieto finché non sia eliminata..

- Colui che si mette dalla parte di chi è innocente, debole, indifeso.

- Colui che ripara ad un guasto fatto, colui che non incolpa l'innocente.

- Colui che vuole essere perfetto come il Padre che è nei cieli, cioè nel perdono, nella misericordia, nella giustizia e nell’amore.

Tutti - Padre nostro... (dandosi la mano)

Guida - Io non conosco questo Dio che troneggia nei cieli,

tra angeli, arcangeli e incenso...

perché il Dio che io conosco si nasconde alla mia ombra.

Mendica ogni giorno un po’ di riso, ma, soprattutto, uno sguardo d’amore.

Il Dio che io conosco è nato sulla paglia ed è morto sul legno.

E, dopo un mattino di pasqua, vaga qua e là, per il mondo,

tra la folla anonima di gente, di ogni tipo e ogni paese.

È difficile da distinguere, perché ama nascondersi.

È forse questo bambino seduto nella polvere,

che rosicchia il suo pezzo di manioca?

O forse questo profugo, curvo sotto il peso delle sue povere cose,

mentre cammina senza sosta, cacciato qua e là?

Sono suoi gli occhi di questo moribondo, malato di Aids e solo,

abbandonato in un misero ospedale africano?

Il Dio che io conosco è impotente, silenzioso e terribilmente esigente.

Mi impedisce di dormire tranquillo e il suo grido si confonde

con quello degli impoveriti, dei piccoli, degli sfruttati, dei morenti.

Mi fa capire che ha fame, è nudo, è povero, discriminato, prigioniero,

perseguitato, straniero, malato.

Il Dio che io conosco si chiama Gesù Cristo

e vive alla mia ombra...

Canto

Durante il canto, si può consegnare a tutti i presenti un cartoncino, con qualche scritta significativa, come ad esempio:

«Cercate prima di tutto il Regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in più» (Mt 6, 34).

«Il pane che voi sciupate è il pane dell’affamato; la tunica appesa al vostro armadio è quella di chi è nudo; le scarpe che voi non portate sono le scarpe di chi cammina scalzo; il denaro che accumulate sono i soldi dei poveri; le opere di carità che non compite sono altrettante ingiustizie che voi commettete» (San Basilio).

«Non confidate nella violenza, non illudetevi della rapina; alla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuore» (Sal 61, 11).

«Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?» (Is 58, 6)
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:07
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