Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

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18-25 gennaio 2008


“Pregate incessantemente”
(1 Tes 5,17)

Fratelli, vi prego [...] vivete in pace tra voi. Vi raccomando, fratelli: rimproverate quelli che vivono male, incoraggiate i paurosi, aiutate i deboli, siate pazienti con tutti. Non vendicatevi contro chi vi fa del male, ma cercate sempre di fare il bene tra voi e con tutti. Siate sempre lieti. Pregate incessantemente, e in ogni circostanza ringraziate il Signore. Dio vuole che voi facciate così, vivendo uniti a Gesù Cristo.


Un’iniziativa fiorita in campo francescano

Un importante anniversario

Cento anni fa, padre Paul Wattson, un ministro episcopaliano (anglicano degli Stati Uniti), co-fondatore della Society of the Atonement (Comunità dei Frati e delle Suore dell’Atonement) a Graymoor (Garrison, New York) introdusse un Ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani, celebrato per la prima volta dal 18 al 25 gennaio 1908. Dopo che la Society of the Atonement fu accolta corporativamente nella Chiesa cattolica all’interno della famiglia francescana, nel 1909, papa Pio X diede all’Ottavario la sua benedizione ufficiale.
 

Verso la metà del 1930 l’abate Paul Couturier di Lione (Francia), diede un nuovo orientamento all’Ottavario per l’unità della Chiesa. All’epoca, l’osservanza dell’Ottavario aveva iniziato a diffondersi nella Chiesa cattolica, e in un esiguo numero di Comunità anglicane che erano simpatetiche con la riunione con il Vescovo di Roma. Questo approccio, però, era rifiutato, dal punto di vista teologico, da molti cristiani fuori dalla Chiesa cattolica di Roma. L’abate Couturier mantenne le date del 18-25 gennaio, ma cambiò la terminologia; la “Settimana universale di preghiera per l’unità dei cristiani” che egli promosse, intendeva essere per l’unità della Chiesa “come Dio vuole”.

Esattamente sessanta anni dopo l’avvio dell’iniziativa di padre Paul Wattson, nel 1968, le chiese e le parrocchie di tutto il mondo ricevettero per la prima volta il materiale per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, preparato congiuntamente dalla commissione Fede e Costituzione (Consiglio ecumenico delle chiese) e dal Segretariato per la promozione dell’unità dei cristiani (Chiesa cattolica).

Oggi la cooperazione fra chiese, parrocchie, e comunità anglicane, protestanti, ortodosse e cattoliche nel preparare e celebrare la Settimana di preghiera è divenuta una prassi comune. Ciò stesso evidenzia marcatamente l’efficacia della preghiera, e ci legittima a parlare della storia della Settimana come di un successo, e una fonte di gioia e gratitudine.

Il testo biblico e il tema scelto per il 2008

Il testo biblico per il centenario della Settimana è preso dalla Prima Lettera ai Tessalonicesi. Il testo “pregate incessantemente” (1 Ts 5, 17) ribadisce il ruolo essenziale della preghiera nella comunità cristiana per far crescere i fedeli nella loro relazione con Cristo e fra loro. Il testo si snoda in una serie di “imperativi”, affermazioni con cui Paolo incoraggia la comunità a manifestare l’unità data da Dio in Cristo, perché possa essere in concreto ciò che è di principio: l’unico Corpo di Cristo, reso visibilmente uno in quel luogo.

Uno degli scopi centrali di Paolo era di cementare l’unione nella comunità. Neppure la morte rompe i legami che ci uniscono come unico Corpo di Cristo; Cristo è morto e risorto per tutti noi, cosicché alla venuta di Cristo, sia coloro che già si sono addormentati, che quelli ancora vivi possano “vivere con lui” (5, 10).

Questo portò Paolo agli “imperativi” del testo (cf 5, 13b-18), che sono stati scelti da una lista di esortazioni leggermente più lunga, per formare il testo base della Settimana dell’unità quest’anno. Il passaggio inizia con l’esortazione di Paolo ai membri della comunità: “vivete in pace tra voi” (5, 13b), una pace che non è semplicemente assenza di conflitto, ma uno stato di armonia in cui i doni di tutti, nella comunità, contribuiscono alla sua fioritura e alla sua crescita rigogliosa.

Gli “imperativi”, “quel che occorre alla tua pace” (Lc 19, 41), egli li elenca come segue: assicurare il contributo di tutti e incoraggiare i timorosi, aiutare i deboli, essere pazienti con tutti, non rendere male per male ma fare il bene gli uni agli altri e a tutti, rallegrarsi sempre, pregare incessantemente, rendere grazie in ogni circostanza (cf 1 Ts 5, 14-18a). La sezione scelta conclude poi con l’affermazione che, facendo queste cose, la comunità manifesta ciò che “Dio vuole [...] voi facciate [...] vivendo uniti a Gesù Cristo” (5, 18b).

L’appello a “pregare incessantemente” (5, 17) è incorporato a questa lista di imperativi. Esso sottolinea che la vita nella comunità cristiana è possibile solo attraverso una vita di preghiera. Inoltre ribadisce che la preghiera è una parte integrante della vita dei cristiani, proprio nella misura in cui essi desiderano manifestare l’unità che è data loro in Cristo, un’unità non limitata ad accordi dottrinali e dichiarazioni formali, ma che trova espressione in “quel che occorre alla tua pace” (Lc 19, 41), in azioni concrete che esprimono e costruiscono la loro unità in Cristo e fra loro.



CELEBRAZIONE ECUMENICA DELLA PAROLA DI DIO

CON RIFLESSIONE ECUMENICA E FRANCESCANA

18-25 gennaio 2008

“Pregate incessantemente!”
(1 Tessalonicesi 5, 17)



Introduzione alla celebrazione ecumenica

La celebrazione liturgica proposta, richiama la fede, profondamente sentita in America, nel valore della preghiera. Essa presenta elementi della liturgia cattolica insieme a caratteri delle liturgie di altre tradizioni cristiane storiche, con il peculiare contributo del Pietismo protestante e del Pentecostalismo americano.

Schema della celebrazione

La celebrazione consta di tre parti distinte, in relazione ai temi degli otto giorni.

La prima parte inizia con preghiere allo Spirito Santo per chiedere il dono dell’unità fra i cristiani e i doni che conducono ad essa. L’elemento centrale di questa prima parte è la parola di Dio; il tema generale della lettura è la chiamata a cercare la volontà di Dio, accompagnata dalla preghiera costante (1 Tessalonicesi 5, 12a.13b-18).

Nella seconda parte della celebrazione liturgica, tutti i partecipanti si uniscono per elevare insieme le invocazioni e scambiare un segno di pace.

La terza parte comprende la confessione di fede nel Cristo risorto, la benedizione e la preghiera missionaria. Viene proposto il simbolismo della luce. Questa parte conclusiva celebra la gioia di confessare insieme la nostra fede nel Cristo risorto, luce della nostra vita (Colossesi 1, 12-20), che ci conduce ad un rinnovato impegno - personale e comunitario - a pregare incessantemente e ad operare per l’unità dei cristiani. Siamo inviati con la benedizione di Dio. I membri dell’assemblea, lasciano, quindi, il luogo di culto tenendo ciascuno una candela accesa, simbolo del fatto che i cristiani sono chiamati ad essere costanti, sia nella preghiera per l’unità di cui Cristo è la sorgente, che nell’azione ecumenica alla presenza del Cristo risorto.


Significato del gesto simbolico all’interno dello schema della celebrazione liturgica

Come una sentinella, in attesa del ritorno di Cristo, ogni membro dell’assemblea tiene una candela in mano, segno del proprio impegno a pregare costantemente per l’unità dei cristiani, nella speranza e nella luce della nostra fede pasquale. Questo simbolo sottolinea il nostro desiderio di affrettare la venuta del Signore (uno dei temi principali delle Lettere ai Tessalonicesi) e a pregare e lavorare per l’unità.

Il simbolismo della luce richiama la celebrazione pasquale: Cristo, nostra Pasqua, presente e operante nella effusione dello Spirito Santo, è la luce dell’alba di un nuovo giorno per il mondo.

C= CELEBRANTE
L= LETTORE
T= TUTTI


I. BENVENUTO, INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO E PROCLAMAZIONE DELLA PAROLA DI DIO

Canto di inizio e processione

I celebranti e i partecipanti possono entrare in processione mentre si canta l’inno iniziale. Si suggerisce che almeno uno di essi porti una lampada ad olio o una candela accesa che sarà posta in modo visibile davanti all’assemblea, ad esempio sull’altare/mensa di comunione, dove è stata posta la Bibbia.
I presenti avranno ricevuto all’entrata una candela spenta.

Benvenuto e invocazione allo Spirito Santo

Il celebrante, o il responsabile della comunità che ospita la preghiera, dà il benvenuto all’assemblea nel nome di Gesù Cristo nostro Signore, quindi dice:

C: Invochiamo insieme lo Spirito Santo, luce dei nostri cuori, respiro di vita e potenza del Padre, resi manifesti nella morte e resurrezione di Gesù. Possa Egli continuare la sua opera di riconciliazione e comunione iniziata con la predicazione degli apostoli.

Non riconosciamo, forse, quest’opera dello Spirito Santo in ogni passo verso la maggiore comunione nell’amore, verso la riconciliazione e la giustizia, sia nel Movimento ecumenico che nella Settimana di preghiera per l’unità, in questi ultimi cento anni?

C: Cominciamo la nostra preghiera invocando l’unità trinitaria del nostro Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, affinché possiamo accogliere Dio nei nostri cuori, come Dio accoglie noi in Lui, in Gesù Cristo nostro Signore.

T: Amen.


C: Preghiamo il Padre, affinché mandi i doni del suo Santo Spirito: che i nostri cuori possano aprirsi alla sua presenza, che Egli possa essere presente nelle nostre preghiere e condurci alla sua comunione.
L’unità della Chiesa è opera dello Spirito Santo. Non possiamo in alcun modo raggiungerla con le nostre sole forze. Preghiamo lo Spirito, che scenda su ciascuno di noi, benedica la Chiesa di Dio e, con la sua grazia, ci renda uno in Cristo.

C: Vieni Santo Spirito!
T: Riempi i nostri cuori con la grazia!

C: Vieni Santo Spirito!
T: Liberaci dal dubbio e dalla diffidenza!

C: Vieni Santo Spirito!
T: Donaci la fede per proseguire!

C: Vieni Santo Spirito!
T: Trasforma i nostri cuori di pietra!

C: Vieni Santo Spirito!
T: Irradia la giustizia di Cristo nel nostro mondo!

C: Vieni Santo Spirito!
T: Aiutaci a comprendere che siamo fratelli e sorelle!

C: Vieni Santo Spirito!
T: Abbatti le mura fra noi!

C: Vieni Santo Spirito!
T: Dacci i tuoi doni per poterli condividere!

C: Vieni Santo Spirito!
T: Intercedi per noi, Spirito del Padre, il tuo sospiro ineffabile va oltre la nostra opera!

C: Vieni Santo Spirito!
T: Unisci tutti i cristiani in Cristo nostro Signore!


Viene cantato un inno allo Spirito Santo.

C: Possa esserci una nuova e continua Pentecoste. Possano le nostre chiese impegnarsi ancora una volta a pregare per la piena unità dei cristiani, e possano le nostre preghiere aggiungersi ad un secolo di preghiere “che tutti siano una cosa sola”. Preghiamo per Cristo nostro Signore, che vive e regna con il Padre e con lo Spirito Santo, unico Dio, ora e sempre.
T: Amen.

Proclamazione della Parola di Dio

Lettura: dalla Prima Lettera ai Tessalonicesi (5, 12a.13b-18)
Pregate incessantemente.

Fratelli, vi prego [...] vivete in pace tra voi. Vi raccomando, fratelli: rimproverate quelli che vivono male, incoraggiate i paurosi, aiutate i deboli, siate pazienti con tutti. Non vendicatevi contro chi vi fa del male, ma cercate sempre di fare il bene tra voi e con tutti. Siate sempre lieti. Pregate incessantemente, e in ogni circostanza ringraziate il Signore. Dio vuole che voi facciate così, vivendo uniti a Gesù Cristo.

Salmo (34)
Se un povero grida, il Signore lo ascolta.

Benedirò il Signore in ogni tempo:
sulle mie labbra sempre la sua lode.
Io voglio gloriarmi del Signore:
gli umili udranno e saranno felici.
Celebrate con me il Signore perché è grande,
esaltiamo tutti insieme il suo Nome.

Ho cercato il Signore e m’ha risposto,
da tutti i timori m’ha liberato.
Chi guarda a lui diventa raggiante,
dal suo volto svanisce la vergogna.
Se un povero grida, il Signore lo ascolta,
lo libera da tutte le sue angustie.
L’angelo del Signore veglia su chi lo teme.
Anche il leone può soffrire la fame,
ma chi cerca il Signore non manca di nulla.

Venite, figli, ascoltatemi:
io v’insegnerò il timore del Signore.
Se un uomo desidera gustare la vita,
se vuole vedere molti giorni felici,
tenga lontano la lingua dal male
con le sue labbra non dica menzogne.
Fugga il male e pratichi il bene,
cerchi la pace e ne segua la via!
L’occhio del Signore segue i giusti,
il suo orecchio ne ascolta le grida.
Il suo sguardo affronta i malvagi,
e ne cancella perfino il ricordo.
Il Signore ascolta chi lo invoca
e lo libera da tutte le sue angustie.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore affranto,
salva chi ha perso ogni speranza.

Molti mali colpiscono il giusto,
ma il Signore lo libera da tutti.
Il Signore protegge anche le sue ossa,
neppure uno gli sarà spezzato.
Il male ucciderà il malvagio;
chi odia il giusto sarà condannato.

Il Signore riscatta la vita dei suoi servi,
chi ricorre a lui non sarà condannato.

Omelia / Meditazione

“ Pregate incessantemente...
vivendo uniti a Cristo”

La preghiera fa parte del «nocciolo duro» della vita cristiana, che non si può trasporre in altri codici, se non svuotandolo del suo autentico contenuto. Chi prega parla con Dio, perché è convinto o convinta che egli ascolti e che risponda. Essa è il luogo elementare nel quale l’affermazione «Dio esiste» cessa di essere esposta all’esigenza di interpretazioni filosofiche o d’altro genere, per diventare presupposto, che non richiede nemmeno di essere espresso, dell’esperienza fondamentale dell’esistenza umana, cioè il dialogo. Certamente la vocazione della comunità cristiana è articolata: conosce l’annuncio, appunto il servizio, la condivisione. Non è che la preghiera sia «più importante» di tutto questo: semplicemente si colloca ad un livello più elementare, relativo alla dimensione più semplice e dunque fondamentale dell’esperienza di fede. La chiesa è dunque, anzitutto, comunità orante. Per essa, la dimensione caratteristicamente passiva e «sabbatica» della preghiera coincide con il massimo dell’attività e dunque detiene un’obiettiva priorità, a tutti i livelli. Karl Barth parla della preghiera come di un «lavoro»: lo fa riferendosi al ministro della parola, ma ciò vale anche per il cristiano in quanto tale. Pregare costituisce il job basilare della comunità credente. Essa sola può svolgerlo e il fatto di compierlo e di privilegiarlo è, in sé, la massima testimonianza e il massimo servizio reso alla società, in particolare a quella che non dispone delle categorie per comprendere il senso di tale attiva passività. Lo stesso Barth, richiesto, nel 1933, di esprimersi sul compito della chiesa nell’ora drammatica dell’ascesa di Hitler al potere, indica come esempio i monaci, che continuano imperterriti a recitare i salmi «anche nel Terzo Reich» e, in tal modo, testimoniano la presenza, nascosta a chi non ha occhi per vedere, ma quantomai reale, di un altro Reich (= Regno), quello di Dio. Quanti, come chi scrive, hanno più o meno cinquant’anni sono cresciuti sentendosi dire che, per essere cristiani, «non basta» pregare e andare in chiesa e lo hanno anche appassionatamente ripetuto. Naturalmente capisco ancora che cosa si voleva dire in tal modo, ma la formulazione mi appare, come minimo, impropria: in ogni caso, coloro che, nella chiesa, hanno fatto «il resto» con il massimo della dedizione e dell’efficacia, sono stati prima di tutto donne e uomini di preghiera: fare esempi sarebbe persino banale. Oggi siamo nella condizione di dover affermare che la disciplina della preghiera e della frequenza liturgica costituisce l’esigenza fondamentale per una testimonianza degna dell’aggettivo «cristiana». La chiesa è anzitutto una comunità che ascolta (ascolta Dio: e chi ascolta Dio ha orecchi anche per le donne e per gli uomini) e che prega e come tale è chiamata a presentarsi alla società. L’impressione di «irrilevanza», e forse anche di stravaganza, che questa particolarissima «attività – che – non – è – un’attività» può suggerire alla società secolare (ma è davvero così? Non ne sono del tutto sicuro) è parte non direttamente ricercata, ma certo integrante della martyria dei discepoli e delle discepole di Gesù.

In quanto elemento qualificante del «nocciolo duro» dell’esistenza di fede, la preghiera è intrinsecamente ecumenica, cioè accomuna i cristiani di tutte le confessioni. Intanto, essa è nel nome del Dio trino, o di Gesù, non in quello del papa o di Lutero; in secondo luogo, la preghiera colloca chi crede in un rapporto con Dio che precede (o supera: in questo caso le due espressioni coincidono) le mediazioni concettuali nelle quali, per lo più, si radicano le divisioni tra le chiese.

Che la preghiera sia il volano dell’ecumenismo è affermazione così frequente da non richiedere ulteriori illustrazioni. E’ anche vero, tuttavia, che oggi ancora può accadere che alcuni ritengano di non essere autorizzati a pregare il Padre Nostro insieme a cristiani di altre chiese. Un tale caso estremo induce a interrogarsi a proposito di un problema più vasto. La carica ecumenica della preghiera consiste nel fatto che essa relativizza ogni velleità dottrinaria, giungendo in modo diretto al cuore della relazione tra Dio e l’essere umano. Ciò non dice nulla contro la dottrina, ma mostra che il dottrinarismo ne è una degenerazione: al punto che, addirittura, può inibire la preghiera.

Una simile deriva può essere efficacemente contrastata solo mediante la prassi, cioè pregando il Padre nostro e facendolo insieme. Il fatto di confessarsi fratelli e sorelle pregando lo stesso Padre detiene un obiettivo primato rispetto a ogni interpretazione ulteriore. La condivisione di una tale intimità è in se stessa una confessione di fede comune. Anzi, in base alle considerazioni svolte a proposito del carattere fondante del dialogo con Dio rispetto alle affermazioni su Dio (e dunque, a maggior ragione, anche sulla chiesa), non mi pare scorretto dire che le dichiarazioni ecumeniche non dovrebbero smentire, né relativizzare, quanto accade nella preghiera.

(Fulvio Ferrario
pastore valdese)


“Vivete in pace tra voi ...
Pregate incessantemente...”
La preghiera, esperienza di riconciliazione

Sintonizzata ai ritmi della spiritualita’ giudeocristiana, la comunita’ primitiva praticava la preghiera come esperienza vissuta di riconciliazione con Dio. Sin dai primi passi storici della Chiesa, i suoi membri sono stati costituiti come corpo cultuale. Cosi’, radunati «stavano insieme nello stesso luogo» (Atti, 2,45-46) per attestare la loro fiducia nelle promesse divine e rinnovare i legami reciproci dell’unita’ e dell’amore in Cristo (Gv 17,19-22). La fisionomia spirituale della prima comunita’ cristiana e’ stata forgiata su questa base cultuale, sancendo il nuovo significato dinamico del termine precristiano «liturgia» (dal greco «λειτουργία» = opera del popolo). Infatti, la divina liturgia costituiva la realizzazione della comunione cristocentrica dei fedeli tra di loro e della comunione di tutti loro con Dio.
Pare che i fedeli non si ponessero ancora il problema sulla distinzione tra preghiera personale e preghiera pubblica. Tutto sembrava normalmente inserito nella funzione collettiva del corpo ecclesiale: tanto l’esempio di Cristo che si ritirava in luoghi deserti a pregare (Mt 14,23), quanto le esortazioni bibliche relative (Lc 18,10-14 ; Mt 6,5-6 ; 6,7 ; 7,11) all’orazione. Forse, nella coscienza dei cristiani il primo plurale che troviamo nell’ «orazione domenicale» pesava tanto quanto il contenuto di essa (Mt 6,9-15). Ecco perche’, perfino i frutti mirabili della preghiera personale, esercitata da un fedele rinchiuso nella sua «camera» (Mt 6,6), venivano offerti generosamente alla comunita’, che li riconosceva come comune ricchezza. Parimenti, la santita’ non era considerata come una conquista individuale, ma come partecipazione gratuita ad una qualita’ che spetta ontologicamente solo a Dio. Anche qui il ruolo determinante appartiene alla comunita’ eucaristica: è il ricevere l’Eucaristia che santifica i fedeli, trasformandoli in assemblea di santi.
Presupposto indispensabile per il funzionamento di questo denso intreccio di fede, comunione, culto, unita’ e santita’ era la riconciliazione tra i membri della comunita’. La riconciliazione in quell’epoca, più che un argomento di ordine sociale o un obbligo morale, era la risposta vissuta dell’uomo alla iniziativa di Dio di istituire una relazione di amore con le creature. Per questo motivo, Cristo dissuadeva anche dal culto, se non si era ottenuta la riconciliazione fraterna (Mt 5,23-24). Nella coscienza della comunita’, il coltivare attivamente la riconciliazione era una partecipazione dinamica alla storia della salvezza e agli occhi del mondo una prova tangibile dell’identita’ spirituale dei cristiani (Gv 17,21).
Nonostante l’apparente orientamento individuale che caratterizza gli sviluppi della spiritualita’ orientale, la preghiera conserva la sua dipendenza organica dall’ideale della riconciliazione. La dimensione verticale ed individuale si unisce fruttuosamente con quella orizzontale e collettiva, e ambedue compongono la croce dell’ideale cristiano. Indicativa e’, a proposito, la connessione tra preghiera e riconciliazione che si trova nella famosa Scala del Paradiso. Lo scrittore Giovanni Climaco (?+600), sottolinea che la preghiera e’ «congiugimento e unione tra l’uomo e Dio» e nello stesso tempo « riconciliazione di Dio». Lo stesso osserva che il rancore costituisce «la vergogna della preghiera e l’interruzione della supplica». Isacco il Siro (VII sec.), estende questo effetto riconciliatore della preghiera a tutte le creature indistintamente. Secondο l’asceta ispirato, il «cuore misericordioso» brucia dalla compassione e per questo prega persino «in favore dei nemici della verita’ » e di tutti gli esseri, inclusi i demoni.

La riconciliazione non e’ prodotto di un processo psicoterapico ma una conquista spirituale, collegata alla penitenza e al perdono. Una penitenza vissuta come modo di vivere o meglio di convivere con l’altro, la cui diversità non e’ minaccia ma invito all’ accoglienza reciproca e frutto di libertà. Ε un perdono che ritrova il primo prezioso significato del verbo antico greco «συγχωρώ» (perdonare), prodotto dalla preposizione «συν» (=insieme) e «χώρος» (=spazio), cioe’ mi metto da parte, mi ritiro, mi limito, affinche’ l’altro possa condividere lo spazio con me. La penitenza e il perdono non bastano per l’unione; pero’ garantiscono il minimo per poter sperare il massimo, inteso, dal punto di vista ortodosso, non tanto come frutto degli sforzi umani quanto piuttosto come dono dello Spirito.

(Panaghiotis Ar. Yfantis
teologo ortodosso)


Dio ha creato tutto e redento tutti
Riflessione francescana

Per cui, tutti noi frati, guardiamoci bene che, sotto pretesto di ricompensa, di opera da fare e di aiuto da dare non perdiamo o non deviamo la nostra mente e il cuore dal Signore. Ma, in santa carità, che è Dio (1Gv 4,16), prego tutti i frati, sia ministri che gli altri, che, allontanato ogni impedimento e messa da parte ogni preoccupazione e ogni affanno, in qualunque modo meglio possono, debbano servire, amare, adorare e onorare il Signore Iddio, con cuore puro e con mente pura, ciò che egli stesso domanda sopra tutte le cose.
E sempre costruiamo in noi una casa, una dimora permanente a lui, che è Signore Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, e che dice: Vigilate e pregate in ogni tempo, affinché possiate sfuggire tutti i mali che accadranno e stare sicuri davanti al Figlio dell’uomo (Lc 21,16). E quando siete in piedi e pregate, dite: Padre nostro che sei nei cieli (Mc 11,25). E adoriamolo con cuore puro poiché bisogna sempre pregare senza stancarsi mai (Lc 18,1), infatti il Padre cerca simili adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità (Gv 4,23-24) (Rnb 22, 25-32; FF 60-61).

Mentre un movimento contemporaneo a Francesco, cioè i Catari, sostenevano un dualismo riguardo al creato, affermando che il corpo e la carne vengono dal diavolo, l’anima e lo spirito, invece, da Dio, l’uomo di Assisi, al contrario, sottolinea che Dio:

a tutti noi ha dato e dà tutto il corpo, tutta l’anima e tutta la vita;
che ci ha creati, redenti, e ci salverà per sua misericordia (Rnb 23,8b: FF 69).

Secondo Francesco, l’uomo, con il suo corpo, è immagine non tanto del Dio incorporeo e invisibile, ma “del suo Figlio diletto” Gesù (Am 5,1: FF 153); formando il corpo dell’uomo, Dio aveva davanti agli occhi la forma umana del suo Unigenito; di qui l’incomparabile dignità del corpo che, per primo, viene ricordato come dono di Dio che “ci ha dato e dà tutto il corpo, tutta l’anima e tutta la vita”. Nella accentuazione dell’unità tra corpo e anima e della integrità del corpo, in quanto anch’esso, tutto intero, è creato da Dio che continua a tenerlo in vita ogni giorno, si può ben vedere una contrapposizione, o meglio, una risposta positiva alla dottrina che nega il valore e la bontà del corpo in tutte le sue funzioni inclusa la sessualità. Questa visione positiva delle capacità umane implica, di conseguenza, che Francesco vuole che l’uomo intero si impegni nel servizio di Dio e del prossimo:

Tutti amiamo con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente, con tutta la capacità e la fortezza (Mc 12,30.33), con tutta l’intelligenza, con tutte le forze, con tutto lo slancio, tutto l’affetto, tutti i sentimenti più profondi, tutti i desideri e la volontà il Signore Iddio, il quale a tutti noi ha dato e dà tutto il corpo... (Rnb 23,8a: FF 69).

Riguardo a questo elenco di forze umane, merita un accenno quanto osserva il biblista e francescano Thadée Matura: “A sei vocaboli ripresi dalla Bibbia latina (cuore, anima, spirito, potere, forza, energie; cf. Dt 6,5; Mc 12,30 e paralleli), Francesco ne aggiunge altri sei: intelligenza, slancio, affetto, sentimento, desiderio, volontà. Il dinamismo d’amore si moltiplica in possibilità inaudite: il centro della persona è una straordinaria concentrazione di energie. Il comandamento dell’amore, in Dt 6,5, ne ricorda tre: cuore, anima e forze, condensando l’essenziale dell’essere umano in ciò che lo costituisce in unità (cuore), in ciò che lo rende vivente (anima) e in ciò che ne fa un essere di volontà e di decisione (forze). I sinottici, nel trasmettere il brano in greco, hanno aggiunto lo spirito, nel significato di intelligenza, e hanno tradotto il vocabolo ebraico forza in due modi: virtus (potenza) e vires (energie). Ma questi sei termini non bastano a Francesco: ne aggiunge altri sei, tre riguardanti l’affettività (affetto, sentimento, desiderio), due riguardanti il volere (volontà, slancio), uno riguardante l’intelligenza (intellectus). I primi sei vocaboli della serie riguardano la totalità della persona; gli ultimi sei l’intensità affettiva e volontaria con cui è possibile amare Dio. (...) Secondo Francesco, l’uomo è capace di grandi cose, poiché Dio ha messo in lui una serie di possibilità che chiedono solo di essere realizzate” (T. Matura, Francesco un altro volto, 109-110).
Un simile elenco di capacità umane, che supera quello già lungo proposto dalla Bibbia, ci viene offerto nelle due recensioni della Lettera ai Fedeli (1 Lf 1,1; 2 Lf 18) e, in una versione più lunga ancora, in quel passo del Padre nostro, nel quale Francesco afferma che la volontà del Padre è l’amore di Dio e del prossimo e, come sempre, vuole che quest’amore coinvolga tutto l’uomo:

Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra (Mt 6,10), affinché ti amiamo
con tutto il cuore, sempre pensando a te,
con tutta l’anima, sempre desiderando te;
con tutta la mente, indirizzando a te tutte le nostre intenzioni e in ogni cosa cercando il tuo onore;
e con tutte le nostre forze, spendendo tutte le nostre energie e i sensi dell’anima e del corpo in offerta di lode al tuo amore e non per altro;
e affinché amiamo i nostri prossimi come noi stessi, attirando tutti al tuo amore.... (Pat 5: FF 270).

Amare Dio e il prossimo significa donarsi totalmente a loro, avere il cuore rivolto a Dio lavorando e impegnandosi per gli altri fino al punto da rendersi utili anche per l’avversario, giungendo così al vertice dell’amore, su cui Francesco ritorna con insistenza (Cf. Rnb 22,1; Rb 10,10; 2 Lf 38; Am 9; Pater 8; FF 56; 104; 196; 158; 273). Questo donarsi a Dio e al prossimo, in fondo, è la nostra risposta al dono della redenzione operata da Cristo. Nel suo “Credo proclamato nel linguaggio della dossologia” (T. Matura, Francesco un altro volto, 44) Francesco ringrazia il Padre, “perché per mezzo del tuo Figlio (...) e per la croce, il sangue e la morte di lui ci hai voluti redimere dalla schiavitù” (Rnb 23,3: FF 64).

Sicuramente non possiamo sostenere che Francesco creda “tout court” in una redenzione universale, prescindendo dall’atto personale di adesione a Cristo; anzi nel suo zelo e fervore missionario desidera che gli infedeli “siano battezzati e si facciano cristiani” (Rnb 16,7: FF 43), ma d’altra parte nutre anche la speranza che il Padre che “ci ha creati e redenti, ci salverà per sua sola misericordia” (Rnb 23,8: FF 69). E cambiando alquanto un versetto del Benedictus, l’araldo di Assisi proclama:

Benedetto il Signore Dio d’Israele (Lc 1,68) che ha redento le anime dei suoi servi con il proprio suo santissimo sangue; egli non abbandonerà tutti quelli che sperano in lui (UffPass VI 15: FF 287; cf. Lc 1,68; Sal 33,23).

Chiedendoci quale fosse la fonte ispiratrice per lo slancio universale di Francesco, troviamo la risposta nelle sue preghiere, le quali lasciano intravedere la sua esperienza di Dio, creatore di tutto, il sommo bene, ogni bene, tutto il bene. A lui, il povero di Assisi, vuol rendere tutti i beni, cioé restituirgli ogni bene, lodandolo e benedicendolo, e da lui si sente chiamato a diffondere la Buona Novella ovunque. Donandosi totalmente a Dio e impegnandosi per i fratelli fino alla fine della sua vita, lascia a loro, quale testamento spirituale, questo mandato:

Lodate il Signore, poiché è buono (Sal 135,1) ed esaltatelo nelle opere vostre (Tb 13,6),
poiché per questo vi mandò nel mondo intero,
affinché rendiate testimonianza alla voce di lui con la parola e con le opere
e facciate conoscere a tutti
che non c’è nessuno Onnipotente eccetto Lui (Lord 8-9: FF 216).

( Fr. Leonhard Lehmann OFMCap)

Segue una pausa di silenzio.

Rendimento di grazie

C: Davvero il nostro Dio è grande!
I nostri cuori sono colmi di stupore.

Il responsorio di lode può essere ripetuto dopo ogni strofa.

C: Ti rendiamo grazie per Gesù, tuo servo,
il cui nome è invocato dalla moltitudine delle nazioni.

L1: Ti rendiamo grazie per Cristo, il tuo Inviato,
colui che riunisce i tuoi figli dispersi.

L2: Ti rendiamo grazie per il tuo Santo Spirito,
Egli è nostra comunione e ci guida all’unità nell’unica fede.

L1: Ti rendiamo grazie per tutti coloro che sono stati pionieri
nella ricerca dell’unità dei cristiani,
siano essi conosciuti come padre Wattson e l’abate Couturier,
o siano essi sconosciuti, come tanti fedeli del popolo di Dio,
tutti servitori dell’unità cristiana che hanno risposto alla tua chiamata.

L2: Ti rendiamo grazie per gli abbondanti frutti
di questa continua preghiera per l’unità in Cristo, che si eleva da tutti i continenti.

L1: Per un intero secolo abbiamo ascoltato la costante preghiera che ha portato così tanti frutti.

L2: Fa’ che il tuo Spirito ci incoraggi a perseverare nella preghiera e fa’ che noi manteniamo sempre viva la memoria della fede operosa di tutti i “santi”: precursori, teologi e coloro che sono stati fedeli nella preghiera per il Movimento ecumenico, nel loro amore per il vangelo e per la Chiesa.

C: Ora, o Dio nostro Padre, dal profondo del nostro essere e dei nostri cuori noi ci volgiamo a te, e ti lodiamo assieme a tutti coloro che la tua Parola ha illuminato e chiamato, affinché il tuo Santo Spirito possa ispirare e guidare noi, che Tu desideri insieme in un solo battesimo, una sola fede e una sola comunione, a lode del tuo glorioso nome.


II. PREGHIERE DI INTERCESSIONE E SEGNO DELLA PACE

Intercessioni

C: Preghiamo il Padre, mediante il Figlio e nello Spirito Santo, per le necessità delle nostre chiese, del mondo e nostre.

C: Preghiamo continuamente per l’unità di tutti i cristiani,
T: Signore, abbi misericordia e ascoltaci!

C: Preghiamo continuamente per i responsabili delle nostre chiese e comunità di fede, perché possano essere perseveranti nel compito di perseguire l’unità dei cristiani,
T: Cristo, abbi misericordia e ascoltaci!

C: Preghiamo per tutti i battezzati, affinché possano sempre pregare “che tutti siano una cosa sola [...] perché il mondo creda”,
T: Signore, abbi misericordia e ascoltaci!

C: Preghiamo per le chiese e le comunità di fede che rischiano ulteriori divisioni e scismi, affinché la loro unità possa essere preservata,
T: Cristo, abbi misericordia e ascoltaci!

C: Preghiamo per i Consigli di chiese in tutto il mondo, a livello nazionale e locale, perché l’opera che essi compiono insieme possa essere una testimonianza del vangelo davanti al mondo,
T: Signore, abbi misericordia e ascoltaci!

C: Preghiamo per i dialoghi ecumenici fra le nostre chiese, comunioni e comunità di fede, affinché qualsiasi cosa ci divida possa essere superata con saggezza, amore e verità,
T: Cristo, abbi misericordia e ascoltaci!

C: Preghiamo che tutti i cristiani possano testimoniare il vangelo, allontanarsi da tutto ciò che è distruttivo ed abbracciare la giustizia, la pace, la solidarietà. Per i poveri, gli oppressi, le vittime della guerra e della violenza. Per coloro che hanno il cuore affranto e per coloro che sono odiati o maltrattati,
T: Signore, abbi misericordia e ascoltaci!

C: Preghiamo perché il Signore possa ascoltarci e rispondere alla nostra costante preghiera, per Cristo nostro Signore.
T: Amen!

Segno della pace

C: Il Signore sia con voi.
T: E con il tuo spirito.

C: Dopo aver pregato Dio perché perdoni i nostri peccati, e mentre ci perdoniamo gli uni gli altri, scambiamoci un gesto di pace, quale pegno della nostra unità nella preghiera, nella fede, nell’amore e nella speranza della piena comunione.

I partecipanti si scambiano il segno della pace, mentre si canta un inno.


III. IMPEGNO ALLA PREGHIERA COSTANTE E ALL’AZIONE ECUMENICA,
BENEDIZIONE E PREGHIERE DI CONGEDO

Accensione delle candele

Musica strumentale durante l’accensione delle candele.


Confessione di fede nel Cristo risorto, nostra unità e luce delle nostre vite.

Dalla Lettera ai Colossesi (1, 12-20)

T: Ringraziamo con gioia Dio nostro Padre che ci ha fatti partecipare ai beni preparati per il suo popolo, nel regno della luce; Egli ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha introdotti nel regno del Figlio suo amatissimo.
Grazie a lui, siamo stati liberati, perché i nostri peccati sono stati perdonati.
Il Dio invisibile si è fatto visibile in Cristo,
nato dal Padre prima della creazione del mondo.
Tutte le cose create, in cielo e sulla terra,
sono state fatte per mezzo di lui,
sia le cose visibili sia quelle invisibili:
i poteri, le forze, le autorità, le potenze.
Tutto fu creato per mezzo di lui e per lui.
Cristo è prima di tutte le cose
e tiene insieme tutto l’universo.
Egli è anche il capo di quel corpo che è la Chiesa
è la fonte della nuova vita,
è il primo risuscitato dai morti:
egli deve sempre avere il primo posto in tutto.
Perché Dio ha voluto essere pienamente presente in lui
e per mezzo di lui
ha voluto rifare amicizia con tutte le cose,
con quelle della terra e con quelle del cielo;
per mezzo della sua morte in croce
Dio ha fatto pace con tutti.

Padre Nostro

Per la preghiera del Padre nostro, i fedeli sono invitati a lasciare i loro posti e a formare dei cerchi concentrici.

C: Uniamo ora le nostre menti, i nostri cuori e le nostre voci con tutti i cristiani di tutto il mondo, mentre preghiamo con le parole che Gesù ci ha lasciato.

T: Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo Regno,
sia fatta la tua volontà
come in cielo anche in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non indurci in tentazione
ma liberaci dal Male.
Tuo è il Regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli.
Amen.

Impegno ecumenico
Candele accese in mano.

T: O Signore ti abbiamo glorificato per la grazia che ci hai dato nel Movimento ecumenico. Nella gioia di essere chiamati a servire te nell’unica ricerca dell’unità dei cristiani, riconosciamo l’opera dello Spirito Santo e l’ammirevole diversità dei doni e dei talenti dello Spirito destinati ad essere condivisi. Ci impegniamo a perseverare in costante preghiera per l’unità dei cristiani, e attraverso gesti concreti di riconciliazione, a realizzare la perfetta unità nel tuo Figlio Gesù Cristo. Amen.

Benedizione

C: Lasciamo questo luogo lieti di aver pregato insieme e di essere stati chiamati a pregare continuamente, mentre attendiamo il grande giorno in cui saremo tutti perfettamente uniti in Cristo.

C: Il Signore Gesù Cristo sia con voi.
T: E con il tuo spirito.

I celebranti possono proclamare insieme:

C: Il Signore vi/ci benedica e vegli su di voi/noi!
Il Signore vi/ci sorrida con bontà
e vi/ci conceda i suoi doni.
Il Signore posi si di voi/noi il suo sguardo
e vi/ci dia pace e felicità.
T: Amen.

C: Il Signore ci benedica nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
T: Amen.

C: Andiamo in pace, pregando il Signore costantemente e rallegrandoci nella speranza, senza mai cessare di ringraziare Dio.
T: Rendiamo grazie a Dio

Processione finale, candele accese in mano.

I responsabili delle chiese locali, i pastori, i ministri, i lettori e gli altri partecipanti al culto, si dirigono in processione fuori dalla chiesa con le candele accese.

Un inno o un canto appopriato può essere eseguito durante la processione finale, che sottolinei l’impegno dei cristiani nella missione di unità.


TEMI E LETTURE
PER LE CELEBRAZIONI ECUMENICHE DELLA PAROLA DI DIO

CON RIFLESSIONI FRANCESCANE

18-25 Gennaio 2008

“Pregate incessantemente”
(1 Tes, 5,17)

PRIMO GIORNO: Pregate sempre
“Pregate incessantemente” (1 Ts 5, 17)

Isaia 55, 6-9 Cercate il Signore, ora che si fa trovare
Salmo 34(33) Ho cercato il Signore e m’ha risposto
1 Tessalonicesi 5, 12a.13b-18 Pregate incessantemente
Luca 18, 1-8 Pregare sempre, senza stancarsi mai

Fonti francescane: il corpo è la cella dove l’anima prega (LegPer 80; FF 1636)

Com'ebbe scelto il gruppo che intendeva portare con sé, Francesco disse a quei fratelli: « Nel nome del Signore, andate due a due per le strade, con dignità, mantenendo il silenzio dal mattino fino a dopo l'ora di terza, pregando nei vostri cuori il Signore. Nessun discorso frivolo e vacuo tra di voi, giacché, sebbene siate in cammino, il vostro comportamento dev'essere raccolto come foste in un eremo o in cella. Dovunque siamo o ci muoviamo, portiamo con noi la nostra cella: fratello corpo; l'anima è l'eremita che vi abita dentro a pregare Dio e meditare. E se l'anima non vive serena e solitaria nella sua cella, ben poco giova al religioso una cella eretta da mano d'uomo ».

Preghiera

O Signore dell’unità,
Padre, Figlio e Spirito Santo,
noi ti preghiamo continuamente
affinché possiamo essere una cosa sola, come Tu sei.
O Padre, ascoltaci mentre ti cerchiamo,
O Cristo, guidaci all’unità che è la tua volontà per noi,
O Spirito, sostieni la nostra speranza.


SECONDO GIORNO: Pregate sempre, confidando solo in Dio
“In ogni circostanza ringraziate il Signore” (1 Ts 5, 18)

1 Re 18, 20-40 Il Signore è Dio! È Lui il vero Dio!
Salmo 23(22) Il Signore è il mio pastore
1 Tessalonicesi 5, 12a.13b-18 In ogni circostanza ringraziate il Signore
Giovanni 11, 17-44 Padre, ti ringrazio perché mi hai ascoltato

Fonti francescane: Preghiera e contemplazione (S. Antonio, Sermoni, I, 337, n. 5)

Scrivendo a Timoteo (1 Tim 2,11), l’Apostolo mostra l’ordine del chiedere e del supplicare, dicendo: Raccomando che si facciano suppliche, orazioni, richieste e ringraziamenti.Tra questi esercizi spirituali, la supplica è un’appassionata istanza a Dio, giacché senza l’aiuto della grazia divina il nostro sforzo mentale è solo accresdcersi di sofferenza.

L’orazione è un affettuoso aderire dell’uomo a Dio, è un colloquio intimo e pio, un soffermarsi dell’anima illuminata a godere di Dio fin dove le è concesso.

La richiesta è la sollecitudine di ottenere le cose temporali, necessarie a questa vita; e Dio, approvando la buona volontà del richiedente, fa tuttavia ciò che giudica meglio e dà volentieri a chi ben domanda. Desiderare tranquillità e pace, salute fisica, aria salubre e cose del genere spettanti alle esigenze e bisogni di questa vita, è proprio anche degli empi e dei mondani. Ma chi li richiede con fede, lo fa solo perché sospinto da necessità e sempre sottomettendo la sua volontà a quella di Dio. Pregando, dobbiamo esporre i nostri desideri con fede e devozione, non però attaccandoci tenacemente alle richieste, perché non noi, bensì il Padre nostro celeste sa che cosa fra questi beni temporali sia necessario a noi.

Finalmente, il ringraziamento consiste nel comprendere e penetrare la grazia di Dio, il suo beneplacito, mantenendo instancabile l’intenzione rivolta a Dio. Questa è la carità che non viene mai meno, la preghiera senza interruzione di cui l’Apostolo dice (1 Tes 5,17; Ef 5,20): Pregate senza interruzione, sempre ringraziando.

Preghiera

O Dio di tutta la creazione,
ascolta i tuoi figli che ti pregano.
Aiutaci a mantenere la fede e la fiducia in te.
Insegnaci a rendere grazie in ogni circostanza,
affidandoci alla tua misericordia.
Donaci verità e saggezza
cosicché la tua Chiesa possa sorgere a nuova vita nella comunione.
Tu solo sei la nostra speranza. Amen.


TERZO GIORNO: Pregate incessantemente per la conversione dei cuori
“Rimproverate quelli che vivono male, incoraggiate i paurosi”
(1 Ts 5, 14)

Giona 3, 1-10 Il pentimento di Ninive
Salmo 51(50), 10-17 Crea in me, o Dio, un cuore puro
1 Tessalonicesi 5, 12a.13b-18 Incoraggiate i paurosi
Marco 11, 15-17 Casa di preghiera

Fonti francescane: avere lo Spirito del Signore (RCh 10,8-13; FF 2811)

E quelle che non sanno di lettere, non si curino di apprenderle, ma attendano a ciò che soprattutto debbono desiderare: avere lo Spirito del Signore e la sua santa operazione, a pregarlo sempre con cuore puro e ad avere umiltà, pazienza nella tribolazione e nella infermità, e ad amare quelli che ci perseguitano, riprendono e accusano, perché dice il Signore: «Beati quelli che soffrono persecuzione a causa della giustizia, poiché di essi è il regno dei cieli (Mt 5,10). Chi persevererà sino alla fine, questi sarà salvo (Mt 10,22)».

Preghiera

O Signore,
Tu desideri la verità nel profondo del nostro animo;
nel segreto dei nostri cuori, Tu ci insegni la sapienza.
Ispiraci in qual modo incoraggiarci vicendevolmente lungo la strada per l’unità.
Rivelaci la conversione necessaria per la riconciliazione.
Dai a ciascuno di noi un cuore nuovo, autenticamente ecumenico.
Per questo ti preghiamo. Amen.


QUARTO GIORNO: Pregate sempre per la giustizia
“Non vendicatevi contro chi vi fa del male, ma cercate sempre di fare il bene tra voi e con tutti” (1 Ts 5, 15)

Esodo 3, 1-12 Dio ascolta il lamento degli Israeliti
Salmo 146(145) Il Signore [...] difende la causa dei perseguitati
1 Tessalonicesi 5, 12a.13b-18 Non vendicatevi contro chi vi fa del male
Matteo 5, 38-42 Non vendicatevi contro chi vi fa del male

Fonti francescane: perdona a noi come noi perdoniamo (Pater 17-18; 2 Cel 56,89; FF 273; 676)

Come noi li rimettiamo ai nostri debitori: e quello che noi non sappiamo pienamente perdonare, tu, Signore, fa che pienamente perdoniamo, sì che, per amor tuo, si possa veramente amare i nostri nemici e si possa per essi, presso di te, devotamente intercedere, e a nessuno si renda male per male, e si cerchi di giovare a tutti in te.
...
Una volta il Santo incontrò un povero a Colle, nella campagna di Perugia. L'aveva già conosciuto quando era ancora nel mondo, e gli disse: «Fratello, come stai? ». Ma quello, con l'animo pieno di livore, si mise a scagliare maledizioni contro il suo padrone, che gli aveva tolti i suoi averi: «Sto proprio male, grazie al mio padrone: che il Signore Onnipotente lo maledica!»(Cfr Gen 5,29).

Francesco sentì pietà più per la sua anima che per il suo corpo, perché mostrava di covare un odio mortale e gli disse: «Fratello, perdona per amore di Dio al tuo padrone: salverai la tua anima e può darsi che ti restituisca il maltolto. Altrimenti hai perduto i tuoi beni e perderai anche l'anima»

«Non gli posso assolutamente perdonare, -- rispose l'altro -- se prima lui non mi restituisce quanto mi ha preso».

Francesco aveva indosso un mantello. « Ecco,--gli propose--, ti dò questo mantello e ti prego di perdonare al tuo padrone, per amore del Signore Dio ». Raddolcito e mosso da quella bontà, prese il dono e perdonò i torti del padrone.

Preghiera

Signore Dio,
Tu hai creato l’umanità, maschio e femmina ad immagine divina.
Noi ti preghiamo continuamente, con un’unica mente e un unico cuore,
affinché coloro che sono affamati in questo mondo possano essere nutriti,
coloro che sono oppressi possano essere liberati,
che tutte le persone possano essere trattate con la stessa dignità,
e che noi possiamo essere tuoi strumenti nel rendere questo desiderio una realtà.
Te lo chiediamo nel nome di Gesù Cristo nostro Signore. Amen.


QUINTO GIORNO: Pregate costantemente con cuore paziente
“Siate pazienti con tutti” (1 Ts 5, 14)

Esodo 17, 1-4 Perché?
Salmo 1 Darà frutto a suo tempo
1 Tessalonicesi 5, 12a.13b-18 Siate pazienti con tutti
Luca 18, 9-14 Una preghiera umile

Fonti francescane: abbi sempre misericordia (LMin 6-10; FF 235)

E questo sia per te più che stare in un romitorio. Ed io stesso riconoscerò se tu ami il Signore e se ami me suo servo e tuo, se farai questo, e cioè: che non ci sia alcun frate al mondo, che abbia peccato quanto più poteva peccare, che dopo aver visto i tuoi occhi, non se ne ritorni via senza il tuo perdono, se egli lo chiede; e se non chiedesse perdono, chiedi tu a lui se vuole essere perdonato.

E se comparisse davanti ai tuoi occhi mille volte, amalo più di me per questo, affinché tu lo possa conquistare al Signore ed abbi sempre misericordia di tali frati.

Preghiera

O Signore,
rendici tuoi discepoli, attenti alla tua parola, giorno e notte.
Nel nostro viaggio verso l’unità,
donaci la speranza di raccogliere frutti, nel tempo dovuto.
Quando il pregiudizio e il sospetto sembrano dominare,
ti preghiamo di donarci l’umile pazienza necessaria per la riconciliazione. Amen.


SESTO GIORNO: Pregate sempre per la grazia di lavorare con Dio
“Siate sempre lieti. Pregate incessantemente” (1 Ts 5, 16-17)

2 Samuele 7, 18-29 Davide ringrazia il Signore
Salmo 86(85) Tendi l’orecchio, Signore!
1 Tessalonicesi 5, 12a.13b-18 Siate sempre lieti
Luca 10, 1-24 Gesù manda altri settantadue discepoli

Fonti francescane: nessun’ombra di mestizia avvolga il tuo cuore (ChLAgn 3,9-15; FF 2887-89)

Chi potrebbe, dunque, impedirmi di rallegrarmi per sì mirabili motivi di gaudio?

Gioisci, perciò, anche tu nel Signore sempre (Fil 4,4), o carissima. Non permettere che nessun'ombra di mestizia avvolga il tuo cuore, o signora in Cristo dilettissima, gioia degli Angeli e corona delle tue sorelle (cfr Fil 4,1).

Colloca i tuoi occhi davanti allo specchio dell'eternità, colloca la tua anima nello splendore della gloria (cfr Eb 1,3), colloca il tuo cuore in Colui che è figura della divina sostanza, e trasformati interamente, per mezzo della contemplazione, nella immagine della divinità di Lui (cfr 2Cor 3,18).

Allora anche tu proverai ciò che è riservato ai soli suoi amici, e gusterai la segreta dolcezza che Dio medesimo ha riservato fin dall'inizio per coloro che lo amano (cfr Sal 30,20). Senza concedere neppure uno sguardo alle seduzioni, che in questo mondo fallace ed irrequieto tendono lacci ai ciechi che vi attaccano il loro cuore, con tutta te stessa ama Colui che per amor tuo tutto si è donato.

Preghiera

O Signore Dio,
nella perfetta unità del tuo essere,
mantieni i nostri cuori ferventi di desiderio
e di speranza per l’unità,
perché non cessiamo mai di lavorare per amore del tuo vangelo.
Ti chiediamo questo per Gesù Cristo nostro Signore. Amen.


SETTIMO GIORNO: Pregate per le vostre necessità
“Aiutate i deboli” (1 Ts 5, 14)

1 Samuele 1, 9-20 Anna prega per avere un figlio
Salmo 86(85) Non respingere la mia supplica
1 Tessalonicesi 5, 12a.13b-18 Vi raccomando [...] aiutate i deboli
Luca 11, 5-13 Chiedete e riceverete!

Fonti francescane: il Signore ha cura dei corpi e delle anime dei suoi (Clareno, Cronaca I, 4; FF 2140)

Ottenuta la conferma della Regola, mentre ritornavano, --era già passata l'ora della refezione, ed essi erano stanchi per la fatica e deboli, e non c'era nessuna abitazione nelle vicinanze --, comparve all'improvviso un giovane grazioso che si accompagnò a loro lungo il cammino. Diede loro il pane che portava e molte cose disse della perfezione della vita evangelica di Cristo, infiammandoli con la forza delle sue parole di un grandissimo ardore di carità; poi all'improvviso disparve dai loro occhi, dopo aver fatto convergere lo stupore della loro mente nell'ammirazione per le sue parole, e li lasciò accesi del vivificante amore di Cristo.

Riconobbero tutti insieme che era certamente un angelo di Dio colui che aveva loro offerto dei pani e li aveva rifocillati nel corpo e nello spirito, e resero immense grazie a Dio per il dono e beneficio.

In fervore di spirito tutti insieme si prostrarono in ginocchio e erigendo verso di lui gli affetti dei loro cuori, promettono e giurano che mai si sarebbero allontanati dalla promessa della santa povertà, per nessuna angustia o tribolazione.

Conobbero infatti, attraverso quella Provvidenza divina e quei sermoni angelici, che il Signore ha cura dei corpi e delle anime dei suoi, più di quanto ne abbia una madre per il suo figlio, e prima ancora della cura che ha del cielo e della terra. Conobbero ancora che è impossibile che Dio non si prenda cura delle necessità dei suoi servi e non ascolti le preghiere dei poveri e non compia i santi desideri che egli stesso ispira.

Preghiera

O Signore,
aiutaci ad essere veramente uno nella preghiera
per la guarigione del mondo,
per rimarginare le ferite nelle nostre chiese, e in noi stessi.
Fa’ che mai dubitiamo che Tu ci ascolti e ci esaudisci
nel nome di Gesù. Amen.


OTTAVO GIORNO: Pregate perché siano tutti una cosa sola
“Vivete in pace” (1 Ts 5, 13b)

Isaia 11, 6-13 Lupi e agnelli vivranno insieme e in pace
Salmo 122(121) Pace entro le tue mura
1 Tessalonicesi 5, 12a.13b-18 Vivete in pace tra voi
Giovanni 17, 6-24 Che siano tutti una cosa sola

Fonti francescane: la santa chiesa conserverà illesi tra noi i vincoli della carità (2 Cel 16; FF 609-611)

Il padre santo progrediva continuamente in meriti e virtù. E poiché la sua prole cresceva ovunque in numero e grazia ed estendeva sino ai confini della terra i suoi tralci, ricchi a meraviglia di frutti ubertosi, cominciò a riflettere sempre più spesso, preoccupato come la giovane pianta potesse conservarsi e crescere stretta nel vincolo della unità.

Vedeva, già allora, che molti, come lupi, infierivano contro il piccolo gregge,--vecchi incalliti nel male (Cfr Dn 13,52) --, spinti a nuocere unicamente dalla novità.

Prevedeva pure che tra gli stessi figli potevano sorgere difficoltà a danno della pace e dell'unità, e lo turbava il pensiero che, come spesso avviene tra gli eletti, vi sarebbero stati alcuni inorgogliti nella loro mentalità carnale (Col 2,18), pronti alle contese e facili allo scandalo.

Mentre rivolgeva questi e simili pensieri nella sua mente, una notte, nel sonno, ebbe questa visione. Vide una gallina piccola e nera, simile ad una colomba domestica, con zampe e piedi rivestiti di piume. Aveva moltissimi pulcini, che per quanto si aggirassero attorno a lei, non riuscivano a raccogliersi tutti sotto le sue ali. Quando si svegliò, l'uomo di Dio, e riprese i suoi pensieri, spiegò personalmente la visione. « La gallina, commentò, sono io, piccolo di statura e di carnagione scura, e debbo unire alla innocenza della vita una semplicità di colomba: virtù, che quanto è più rara nel mondo, tanto più speditamente si alza al cielo. I pulcini sono i frati, cresciuti in numero e grazia, che la forza di Francesco non riesce a proteggere dal turbamento degli uomini e dagli attacchi delle lingue maligne»(Sal 30,21).

«Andrò dunque, e li raccomanderò alla santa Chiesa Romana: in tale modo i malevoli saranno colpiti dalla verga della sua potenza e i figli di Dio, ovunque, godranno di piena libertà, a maggior beneficio della salvezza eterna. Da questo i figli riconosceranno le tenere premure della madre e ne seguiranno, con particolare devozione, le orme venerande.. La sua protezione difenderà l'Ordine dagli attacchi dei maligni, e il figlio di Belial (Dt 13,23) non passerà impunemente per la vigna del Signore (Cfr Is 5,1-7). Persino lei, che è santa, emulerà la gloria della nostra povertà e non permetterà che il torbido della superbia possa offuscare i grandi pregi dell'umiltà. Conserverà illesi tra di noi i vincoli della carità e della pace, colpendo con rigore e severità chi è causa di discordia.

Alla sua presenza fiorirà sempre la santa osservanza della purezza evangelica e non consentirà che svanisca neppure per un istante il buon odore della vita».

Fu questa la vera e unica intenzione che ebbe il Santo nel volere tale raccomandazione, e questi gli argomenti santissimi della prescienza dell'uomo di Dio riguardo alla necessità di affidarsi alla Chiesa per il tempo futuro.

Preghiera

O Signore,
rendici una cosa sola: uno nelle nostre parole,
affinché un’unica preghiera devota possa elevarsi a te;
uno nel nostro desiderio e nella nostra ricerca di giustizia,
uno nell’amore a servizio dei più piccoli delle sorelle e dei fratelli,
uno nel desiderio del tuo volto.
O Signore, rendici uno in te. Amen.


INVOCAZIONI E INTERCESSIONI

PER LA CELEBRAZIONE DELLE LODI E DEI VESPRI


Venerdì 18: Pregate sempre

LODI: - O Signore, tu sei venuto per ricomporre l’unità di tutti gli uomini:
- ravviv nelle nostre chiese lo spirito di fede e di preghiera perché, riscoprendo la tua paternità, si rafforzino i vincoli di amicizia e di fraternità.
VESPRI: - Signore, tu ascolti le grida del povero:
- facci scoprire la povertà delle nostre divisioni e suscita in noi un forte ed
efficace desiderio e impegno per l’unità.

Sabato 19: Pregate sempre, confidando solo in Dio

LODI: - O Signore, tu non cessi di ricolmarci dei tuoi beni:
- fa che le nostre chiese non diventino gelose posseditrici della tua verità, ma che con cuore riconoscente la restituiscano a te e la comunichino generosamente a tutti i fratelli.
VESPRI: - O Signore, ci hai rivelato il tuo amore diventando come uno di noi e donando la tua vita per noi:
- fa che tutta la nostra vita sia un ringraziamento a te e a tutti coloro attraverso i quali ci manifesti la tua bontà.

Domenica 20: Pregate incessantemente per la conversione dei cuori

LODI: - O Signore, tu ti sei proposto a noi come esempio per il tuo cuore mite ed umile:
- trasforma il nostro cuore perché possiamo manifestare e comunicare a tutti i nostri fratelli la tua mitezza e misericordia.
VESPRI: - O Signore, il tuo Spirito ha la potenza di purificare e trasformare i cuori:
- crea in noi un cuore puro perché possiamo vedere il bene che operi in tutti gli uomini e in tutte le chiese e gioire per esso, lasciandoci trasformare da una sincera reciproca correzione fraterna.

Lunedì 21: Pregate sempre per la giustizia

LODI: - O Signore, tu ci hai lasciato l’esempio e il comandamento del perdono come segno caratteristico e strumento per vincere il male in seno alla tua famiglia:
- fa che noi e le nostre chiese rispondiamo sempre ai nostri fratelli guardando alla tua bontà misericordiosa e non ad eventuali torti subiti.
VESPRI: - O Signore, tu ci hai insegnato una giustizia superiore a quella basata sulle nostre opere e rivendicazioni:
- fa che ci manifestiamo tuoi figli rivelando a tutti il tuo amore universale e misericordioso.

Martedì 22: Pregate costantemente con cuore paziente

LODI: - O Signore, il nostro zelo ci porta spesso all’impazienza, anteponendo i nostri ritmi alle persone e alle situazioni concrete dei nostri fratelli:
- infondi nel nostro cuore i tuoi sentimenti di pazienza e compartecipazione, affinché possiamo più facilmente condividere i loro problemi e le loro difficoltà.
VESPRI: - O Signore, nel nostro impegno ecumenico siamo spesso agitati dall’impazienza di raggiungere in breve tempo visibili successi nel cammino verso l’unità:
- aiutaci a vivere con coerenza e in profondità tutti quei vincoli di unità che già ci uniscono a te e fra di noi per farli maturare in una unità perfetta come e quando vuoi tu.

Mercoledì 23: Pregate sempre per la grazia di lavorare con Dio
LODI: - O Signore, il dono pasquale del tuo Spirito ha suscitato la gioia nel cuore dei tuoi discepoli:
- riempici del tuo Spirito affinché la nostra gioia annunci a tutti gli uomini la grandezza e la bellezza del tuo amore.
VESPRI: - O Signore, Il tuo Spirito libera il nostro cuore da tutte le paure:
- donaci la libertà di spirito perché noi e le nostre chiese possiamo trasmettere ai nostri fratelli la gioia della tua liberazione.

Giovedì 24: Pregate per le vostre necessità
LODI: - O Signore, spesso le nostre necessità e i nostri problemi raffreddano la nostra fiducia in te:
- ravviva in noi e nelle nostre chiese il senso della tua presenza e la fede nella tua provvidenza.
VESPRI: - O Signore, la preghiera che tu ci hai insegnato ci invita a manifestarti tutte le nostre necessità:
- aiuta noi e le nostre chiese a riscoprirti sempre più come padre amoroso e provvidente per noi e per tutti i nostri fratelli.

Venerdì 25: Pregate perché siano tutti una cosa sola
LODI: - O Signore, con lo Spirito della pasqua hai donato ai discepoli la tua pace:
- riempi noi e le nostre chiese del tuo Spirito affinché la pace che portiamo nel cuore la trasmettiamo a tutti i fratelli.
VESPRI: - O Signore, nella tua preghiera di offerta prima della passione hai affidato al Padre l’unità della tua famiglia:
- insegnaci a perseguire l’unità reciproca attraverso l’unità con te e con il Padre nello Spirito Santo.
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:07
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L'11 maggio 1925 padre Giuseppe Allamano scrisse una lettera ai suoi missionari che erano sparsi in diverse missioni. A quel...

Un pellegrinaggio nel cuore del Beato Giuseppe Allamano

11-07-2024 Allamano sarà Santo

Un pellegrinaggio nel cuore del Beato Giuseppe Allamano

In una edizione speciale interamente dedicata alla figura di Giuseppe Allamano, la rivista “Dimensión Misionera” curata della Regione Colombia, esplora...

XV Domenica del TO / B - “Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due"

10-07-2024 Domenica Missionaria

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Am 7, 12-15; Sal 84; Ef 1, 3-14; Mc 6, 7-13 La prima Lettura e il Vangelo sottolineano che la chiamata...

"Camminatori di consolazione e di speranza"

10-07-2024 I missionari dicono

"Camminatori di consolazione e di speranza"

I missionari della Consolata che operano in Venezuela si sono radunati per la loro IX Conferenza con il motto "Camminatori...

Un faro di speranza per le persone che vivono per strada

10-07-2024 Missione Oggi

Un faro di speranza per le persone che vivono per strada

I Missionari della Consolata dell'Argentina accompagnano le “Case di Cristo” a “Villa Soldati” Nel cuore di Villa Soldati, a Buenos Aires...

Santo (in punta di piedi)

09-07-2024 Allamano sarà Santo

Santo (in punta di piedi)

Il 23 maggio scorso la sala stampa del Vaticano annunciava che papa Francesco aveva approvato l’avvenuto miracolo della guarigione dell’indigeno...

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