Volto dell’uomo, trafitto dal dolore,
Volto di Dio, traboccante di compassione.
Volto dell’uomo, umiliato e schernito
Volto di Dio, di perdono e di pietà.
Volto dell’uomo, abbrutito e sfigurato
Volto di Dio, di vittoria e libertà.
Volto dell’uomo, disperato e addolorato
Volto di Dio, di pace e amore.
SALUTO
Presidente
Il Signore
che guida i nostri cuori nell’amore
e nella pazienza di Cristo,
sia con tutti voi.
E con il tuo spirito.
.
ORAZIONE
Preghiamo.
O Padre,
che hai glorificato tuo Figlio Gesù Cristo
nella sua beata passione
e lo hai costituito Signore
nella sua risurrezione dai morti,
donaci di poter contemplare nel suo Volto glorioso
il volto ferito di ogni uomo sulla terra.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
II. DAVANTI AL TUO VOLTO
Presentiamo al Signore le sofferenze dell’umanità
MONIZIONE
Con lo sguardo rivolto al Signore e con la sua stessa compassione nel cuore, presentiamo
ora a Lui il grido di tanti giovani e delle tante famiglie che non scorgono
nel futuro una luce di speranza:
PREGHIERA LITANICA
.
Preghiamo insieme e diciamo: Noi speriamo in te, Signore
Davanti al tuo Volto portiamo:
– i giovani che sono schiavi delle tante “droghe” dei nostri giorni
– i giovani ammaliati da un mondo di efficienza e di immagine
– i giovani che non sanno progettare e scegliere il futuro della propria
vita
– i giovani che non trovano lavoro o che vivono il precariato
– i giovani che non siamo stati capaci di accogliere nei nostri ambienti
a volte chiusi e non ospitali
– gli educatori che spendono la loro vita per l’educazione dei giovani
– le famiglie che non intravedono un futuro per i propri figli
– le coppie in crisi, separate, che lottano per l’affidamento dei propri
figli.
Preghiamo.
Disponi, o Dio, il nostro cuore all’ascolto della tua parola
e fa’ che sia per tutti noi luce nelle tenebre,
certezza di fede nel dubbio,
fonte inesauribile di consolazione e di speranza.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
III. IL TUO VOLTO CI PARLA
La passio hominis alla luce della passio Christi
Parla, Signore, parlaci ancora, la tua Parola ci trasfigura
Nella preghiera la tua Parola
è un orizzonte di luce pura,
cresce nel cuore come l’aurora
e l’esistenza tutta rischiara. Rit.
Nella preghiera la tua Parola
è come un fuoco che non consuma,
e nel silenzio la tua sapienza
scrive nei cuori la tua alleanza. Rit.
LITURGIA DELLA PAROLA
Dalla lettera di S. Giovanni apostolo (1 Gv 2,12-17)
Scrivo a voi, figlioli,
perché vi sono stati rimessi i peccati in virtù del suo nome.
Scrivo a voi, padri,
perché avete conosciuto colui che è dal principio.
Scrivo a voi, giovani,
perché avete vinto il Maligno.
Ho scritto a voi, figlioli,
perché avete conosciuto il Padre.
Ho scritto a voi, padri,
perché avete conosciuto colui che è dal principio.
Ho scritto a voi, giovani,
perché siete forti, e la parola di Dio dimora in voi
e avete vinto il Maligno.
Non amate né il mondo, né le cose del mondo!
Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui;
perché tutto quello che è nel mondo, – la concupiscenza della carne,
la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita –
non viene dal Padre, ma viene dal mondo.
E il mondo passa con la sua concupiscenza;
ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!
Parola di Dio.
Rendiamo grazie a Dio.
SALMO 129
Rit. Spero nel Signore e aspetto sulla sua Parola
Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.
Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.
Io spero, Signore.
Spera l’anima mia.
attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle l’aurora.
Più che le sentinelle l’aurora,
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe
ACCLAMAZIONE AL VANGELO
Alleluia, alleluia.
Il tuo volto, Signore, io cerco,
non nascondermi il tuo volto.
Alleluia.
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 22, 39-46)
In quel tempo, Gesù, uscito se andò, come al solito, al monte degli
Ulivi; anche i discepoli lo seguirono.
Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione».
Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava
dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia
non sia fatta la mia, ma la tua volontà».
Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. Entrato nella lotta,
pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di
sangue che cadono a terra.
Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano
per la tristezza. E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate,
per non entrare in tentazione».
Parola del Signore
Lode a te, o Cristo.
MEDITAZIONE
“Facile sperare quando si è giovani e pieni di speranza!”. Così ci si sente
rispondere quando si cerca di incoraggiare uomini e donne nella prova, che ne
hanno già viste tante, e scambiano facilmente la speranza con la generica fiducia
che viene dall’inesperienza, dall’incoscienza e dal non dover ancora portare
pesi e responsabilità.
Sembra una cosa ovvia dire che la speranza è minacciata proprio quando
vengono meno i risultati, e con essi le ragioni della speranza: in realtà è proprio
lì che la speranza può e deve essere testimoniata in tutta la sua forza. Nell’ora
in cui la speranza viene meno, a tutte le età e in tutte le situazioni, la parola
di Dio ci invita a guardare a Gesù, fonte e radice di speranza.
Lo contempliamo oggi nell’ora della sua passione: passione di tradimento
e di solitudine; passione dell’anima, triste sino alla morte, e del corpo, che
trasuda angoscia e sangue. Nell’ora finale della sua consegna, Gesù combatte la
tentazione di disperare con la preghiera: è una preghiera accorata e insistente
di tutto il corpo e di tutta l’anima; è una preghiera rivolta al Padre: “Padre se tu
vuoi... Ma sia fatta la tua volontà”. Nell’ora in cui viene meno la speranza umana,
Gesù si affida al Padre. Affida la speranza umana, che le cose vadano meglio,
che il grande male sia evitato, alla speranza divina, che nella prova non
venga meno la comunione con il Padre e la fiducia che la volontà del Padre permette
di attraversare la prova, trasformando il male in bene, in una parola continuando
ad amare, sino alla fine.
“Allora apparve un angelo dal cielo, a confortarlo!”. Il Padre sembra tacere,
in realtà fa sentire la sua presenza, il suo aiuto e il suo conforto, mandando
un angelo a ricordare a Gesù che non è solo. È l’esperienza della fede, che
nella prova riconosce che l’amore del Padre non viene meno. È il compito della
Chiesa: essere come angeli che condividono, ascoltano, consolano, camminano
insieme alla fatica altrui. La fatica dei giovani, che nella parola di Dio ritrovano
la loro vocazione originaria ad essere forti, entusiasti, grintosi (1 Gv 2,
13-14); la fatica dei padri e delle madri di famiglia, chiamati a rinnovare le promesse
degli inizi (2 Gv 2,13).
Il sonno dei discepoli addormentati inquieta e consola insieme: inquieta,
perché ci ricorda il grande rischio di lasciare Gesù solo, per poi magari lamentarci
di essere abbandonati, isolati (come famiglia) e irrimediabilmente soli (anche
in mezzo alla calca delle feste). Il rischio di vivere narcotizzati dalla tecnica,
dal consumismo, dalla realtà virtuale che dirotta i desideri. Ma il sonno dei
discepoli è pure consolante, perché ci permette di riconoscere la condiscendenza
di Gesù, che non abbandona, che rialza e incoraggia. Dove la speranza
vacilla, c’è un Patto di Alleanza che non viene meno: è la nuova ed eterna Alleanza,
che Gesù porta a compimento nel mistero della sua morte e risurrezione.
Uniti a Lui, i nostri giovani e le nostre famiglie vedranno comparire l’angelo
della presenza e della consolazione, che porta la parola della speranza.