E SONO SOLO UN UOMO (Sequeri) Io lo so, Signore, che vengo da lontano prima
nel pensiero e poi nella tua mano: e non t’ho visto mai “Spirito di vita” e nacqui da una donna “Figlio mio fratello” e sono solo un uomo eppure io capisco che tu sei verità.
E imparerò a
guardare con gli occhi trasparenti di
un bambino “Padre
nostro” Io lo so Signore che tu mi sei vicino luce alla mia mente guida al mio cammino, mano che sorregge, sguardo che perdona, e non mi sembra vero che
tu esista così. E accoglierò la vita come un dono e avrò il coraggio di
morire anch’io col
mio fratello da nessuno. (bis) |
SU ALI D’AQUILA
Rit. Ti rialzerà, ti solleverà su ali d’aquila ti reggerà sulla brezza dell’alba ti farà brillar come il sole così nelle sue mani vivrai.
Tu che abiti al riparo del Signore e che dimori alla sua ombra dì al Signore: “Mio rifugio mia roccia in cui confido”.
Dal laccio del cacciatore ti libererà e dalla carestia che distrugge poi ti coprirà con le sue ali e rifugio troverai.
Non devi temere i terrori della notte ne freccia che vola di giorno, mille cadranno al tuo fianco ma nulla ti colpirà.
Perché ai suoi angeli ha dato un comando di preservarti in tutte le tue vie, ti porteranno sulle loro mani contro la pietra non inciamperai.
Rit. Ti rialzerà, ti solleverà … Ti rialzerò, ti solleverò su ali d’aquila ti reggerò sulla brezza dell’alba ti farò brillar come il sole così nelle mie mani vivrai.
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Salmo
138
Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo. Penetri
da lontano i miei pensieri, e quando riposo. Ti
sono note tutte le mie vie; e
tu, Signore, già la conosci tutta. Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano. Stupenda per me la tua saggezza, troppo
alta, e io non la comprendo. dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo, là tu sei, se
scendo
negli inferi, eccoti. Se prendo le ali dell’aurora per
abitare all’estremità del mare, |
Se dico: “Almeno l’oscurità mi copra e intorno a me sia la notte”; nemmeno le tenebre per te sono oscure, e la notte è chiara come il giorno; per te le tenebre sono come luce.
Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel
seno di mia madre. come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo.
Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, intessuto nelle profondità della terra. Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro; i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva uno. |
Considerare
la propria vocazione
(1Cor 1 Cap.)
Considerate la vostra chiamata, fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione
Vedete, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio. È piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio. Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.
Perché
ti amo
Tra
milioni di modi per dirmi: Mi hai visto lottare, sperare, soffrire, hai deciso di vivere qui … e morire.
Più lontano per te, ma a me più vicino, uno in tutto con me, con il mio destino. Non
guardi il tuo cielo, mi
cerchi nel buio,
Mi hai visto nel pianto Hai pianto con me, nei guai sino al collo, tu nei guai come me. Nell’assurdo il tuo grido: “Perché?” Primavera che muore con te. |
In un vicolo cieco, tu cieco sei lì, crolla
il cielo di schianto, la
testa che scoppia, una
vita mal
spesa,
È l’amore che unisce amori lontani: tra
due mondi tu muori quel
seme nel buio un
milione di modi
Mi hai visto nel pianto Hai pianto con me, nei guai sino al collo, tu nei guai come me. Nell’assurdo il tuo grido: “Perché?” Primavera che nasce … con te.
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Traccia di riflessione
C’è una mia debolezza che mi scandalizza?
Ho la tentazione di mascherarla o comunque di “salvarmi” da solo?
Quanto ho sacrificato dei miei rapporti sull’altare della “perfezione”?
Ho imparato a ricominciare dai miei fallimenti superando la rassegnazione per aprirmi alla speranza?
Come sento la presenza di Dio nel mio limite: come qualcuno che mi giudica o uno che mi ama?
Lascio spazio alla tenerezza di Dio e rendo il mio limite un trampolino di lancio per migliorarmi?
Preghiera dialogata.
Perché sei morto in croce, Gesù di Nazareth?
Sei morto perché hai detto che Dio è vicino ad ogni uomo, così come egli è. Vicino agli impiegati come alle prostitute,
alle madri come agli strozzini, gratuitamente.
Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, il pericolo? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di Colui che ci ha amati. (Rm 8,35.37)
Sei morto perché io, un povero uomo, accetti di essere accolto da Dio. Gratuitamente accolto da Dio.
L’amore di Cristo ci spinge al pensiero che uno solo è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per sé stessi ma per Colui che è morto e risuscitato per loro. (2Cor 5,14-15)
Sei morto per difendere i poveri e il loro diritto a lottare per loro dignità.
Ora non conosciamo più nessuno secondo la carne perché se uno è in Cristo è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. (2Cor 5,16-17)
Sei morto perché io lotti, con tutte le forze, per la mia dignità di uomo.
Mi vanterò ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, nelle necessità, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole è allora che sono forte. (2Cor 12,9-10)
Sei morto abbandonato da Dio partecipando al dolore che nasce dal silenzio di Dio nella sofferenza degli oppressi.
Con Cristo sono stato crocifisso anch’io e non sono più io che vivo ma Cristo vive in me. Questa vita che vivo nella debolezza della carne io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato è ha dato sé stesso per me. (Gal 2,20)
Sei morto perché io non abbia paura e mi abbandoni fiduciosamente a te, Dio silenzioso e misterioso.
Padre Nostro.