Elogio della debolezza

Pubblicato in Preghiera missionaria




 


 

E SONO SOLO UN UOMO (Sequeri)

Io lo so, Signore, che vengo da lontano

prima nel pensiero e poi nella tua mano:
io mi rendo conto che tu sei la mia vita
e non mi sembra vero di pregarti così:
“Padre d’ogni uomo”

e non t’ho visto mai

Spirito di vita” e nacqui da una donna

Figlio mio fratello”

e sono solo un uomo

eppure io capisco che tu sei verità.

E imparerò a guardare
tutto il mondo

con gli occhi trasparenti

di un bambino
e insegnerò a chiamarti

Padre nostro”
ad ogni figlio che diventa uomo.
(bis)

Io lo so Signore che tu mi sei vicino

luce alla mia mente

guida al mio cammino,

mano che sorregge,

sguardo che perdona,

e non mi sembra vero

che tu esista così.
Dove nasce amore tu sei la sorgente,
dove c’è una croce tu sei la speranza,
dove il tempo ha fine, tu sei vita eterna:
e so che posso sempre contare su di te!

E accoglierò la vita come un dono

e avrò il coraggio

di morire anch’io
e incontro a te verrò

col mio fratello
che non si sente amato

da nessuno. (bis)

SU ALI D’AQUILA


Rit. Ti rialzerà, ti solleverà

su ali d’aquila ti reggerà sulla brezza dell’alba ti farà brillar come il sole così nelle sue mani vivrai.


Tu che abiti al riparo del Signore e che dimori alla sua ombra dì al Signore: “Mio rifugio mia roccia in cui confido”.


Dal laccio del cacciatore ti libererà e dalla carestia che distrugge poi ti coprirà con le sue ali e rifugio troverai.


Non devi temere i terrori della notte

ne freccia che vola di giorno,

mille cadranno al tuo fianco

ma nulla ti colpirà.


Perché ai suoi angeli ha dato

un comando

di preservarti in tutte le tue vie,

ti porteranno sulle loro mani

contro la pietra non inciamperai.


Rit. Ti rialzerà, ti solleverà …

Ti rialzerò, ti solleverò

su ali d’aquila ti reggerò sulla brezza dell’alba ti farò brillar come il sole così nelle mie mani vivrai.


 


 

Salmo 138
Lode a chi mi conosce e mi vuol bene


Signore, tu mi scruti e mi conosci,

tu sai quando seggo e quando mi alzo.

Penetri da lontano i miei pensieri,
mi scruti quando cammino

e quando riposo.

Ti sono note tutte le mie vie;
la mia parola non è ancora sulla lingua

e tu, Signore, già la conosci tutta.

Alle spalle e di fronte mi circondi

e poni su di me la tua mano.

Stupenda per me la tua saggezza,

troppo alta, e io non la comprendo.
Dove andare lontano dal tuo spirito,

dove fuggire dalla tua presenza?

Se salgo in cielo, là tu sei,

se scendo negli inferi, eccoti.

Se prendo le ali dell’aurora

per abitare all’estremità del mare,
anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra.

Se dico: “Almeno l’oscurità mi copra

e intorno a me sia la notte”;

nemmeno le tenebre

per te sono oscure,

e la notte è chiara come il giorno;

per te le tenebre sono come luce.


Sei tu che hai creato le mie viscere

e mi hai tessuto

nel seno di mia madre.
Ti lodo, perché mi hai fatto

come un prodigio;

sono stupende le tue opere,

tu mi conosci fino in fondo.


Non ti erano nascoste le mie ossa

quando venivo formato nel segreto,

intessuto nelle profondità

della terra.

Ancora informe

mi hanno visto i tuoi occhi

e tutto era scritto nel tuo libro;

i miei giorni erano fissati,

quando ancora non ne esisteva uno.

 


 

Considerare la propria vocazione (1Cor 1 Cap.)

 

Considerate la vostra chiamata, fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione

 

Vedete, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio. È piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio. Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.

 


 

Perché ti amo
(Canto del Gen Rosso)


Tra milioni di modi per dirmi:
“Ti amo”, Dio, hai scelto per me
quello a te più lontano.

Mi hai visto lottare, sperare, soffrire,

hai deciso di vivere qui … e morire.


Più lontano per te, ma a me più vicino,

uno in tutto con me, con il mio destino.

Non guardi il tuo cielo,
il calore del sole,

mi cerchi nel buio,
mi chiami per nome.


Mi hai visto nel pianto

Hai pianto con me,

nei guai sino al collo,

tu nei guai come me.

Nell’assurdo il tuo grido: “Perché?”

Primavera che muore con te.

In un vicolo cieco, tu cieco sei lì,

crolla il cielo di schianto,
nello schianto sei lì,

la testa che scoppia,
il passato che pesa,

una vita mal spesa,
ti trovo anche lì.


È l’amore che unisce amori lontani:

tra due mondi tu muori
per dirmi che mi ami,

quel seme nel buio
la risposta è partita:

un milione di modi
per darmi la vita.


Mi hai visto nel pianto

Hai pianto con me,

nei guai sino al collo,

tu nei guai come me.

Nell’assurdo il tuo grido: “Perché?”

Primavera che nasce … con te.


 


 

Traccia di riflessione

 


 
  • C’è una mia debolezza che mi scandalizza?

  • Ho la tentazione di mascherarla o comunque di “salvarmi” da solo?

  • Quanto ho sacrificato dei miei rapporti sull’altare della “perfezione”?

  • Ho imparato a ricominciare dai miei fallimenti superando la rassegnazione per aprirmi alla speranza?

  • Come sento la presenza di Dio nel mio limite: come qualcuno che mi giudica o uno che mi ama?

  • Lascio spazio alla tenerezza di Dio e rendo il mio limite un trampolino di lancio per migliorarmi?

 

Preghiera dialogata.

 


 

Perché sei morto in croce, Gesù di Nazareth?

 

Sei morto perché hai detto che Dio è vicino ad ogni uomo, così come egli è. Vicino agli impiegati come alle prostitute,

 

alle madri come agli strozzini, gratuitamente.

 

Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, il pericolo? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di Colui che ci ha amati. (Rm 8,35.37)

 

Sei morto perché io, un povero uomo, accetti di essere accolto da Dio. Gratuitamente accolto da Dio.

 

L’amore di Cristo ci spinge al pensiero che uno solo è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per sé stessi ma per Colui che è morto e risuscitato per loro. (2Cor 5,14-15)

 

Sei morto per difendere i poveri e il loro diritto a lottare per loro dignità.

 

Ora non conosciamo più nessuno secondo la carne perché se uno è in Cristo è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. (2Cor 5,16-17)

 

Sei morto perché io lotti, con tutte le forze, per la mia dignità di uomo.

 

Mi vanterò ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, nelle necessità, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole è allora che sono forte. (2Cor 12,9-10)

 

Sei morto abbandonato da Dio partecipando al dolore che nasce dal silenzio di Dio nella sofferenza degli oppressi.

 

Con Cristo sono stato crocifisso anch’io e non sono più io che vivo ma Cristo vive in me. Questa vita che vivo nella debolezza della carne io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato è ha dato sé stesso per me. (Gal 2,20)

 

Sei morto perché io non abbia paura e mi abbandoni fiduciosamente a te, Dio silenzioso e misterioso.

 


 

Padre Nostro.

Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:07
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