Nel nome del Padre e del Figlio...
Introduzione:
L’Avvento ci prepara alla gioia del Natale, ad accogliere con rinnovato slancio l’annuncio di un Dio che si è fatto uomo per vivere tra di noi. Ancora una volta si ripeterà l’attesa del momento di porre Gesù bambino nel presepio, ancora per le strade i segni della festa risplenderanno attraenti e luminosi e ci sentiremo più buoni e disposti verso gli altri. Ma sapremo serbare nel nostro cuore questo mistero d’amore? Maria ci dice di sì, e ci suggerisce anche come fare: stando in attesa per ricevere la Parola che si è fatta carne nel suo grembo.
Dalla lettera di S. Paolo ai Galati (4,5-7)
Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli. E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio.
Maria, donna dell’attesa
Santa Maria, Vergine dell'attesa, riaccendi nelle nostre anime gli antichi fervori che ci bruciavano dentro, quando bastava un nonnulla per farci trasalire di gioia: l'arrivo di un amico lontano, il rosso di sera dopo un temporale, il crepitare del ceppo che d'inverno sorvegliava i rientri in casa, le campane a stormo nei giorni di festa, l'incurvarsi tenero e misterioso del grembo materno, il profumo di spigo che irrompeva quando si preparava una culla.
Se oggi non sappiamo attendere più, è perché siamo a corto di speranza. Se ne sono disseccate le sorgenti. Soffriamo una profonda crisi di desiderio. E, ormai paghi dei mille surrogati che ci assediano, rischiamo di non aspettarci più nulla neppure da quelle promesse ultraterrene che sono state firmate col sangue dal Dio dell'alleanza.
Santa Maria, Vergine dell'attesa, donaci un'anima vigiliare. Giunti nel terzo millennio, ci sentiamo purtroppo più figli del crepuscolo che profeti dell'avvento. (don Tonino Bello)
Momento di silenzio
Salmo 85
Rit: La salvezza del Signore è vicina a chi lo teme
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annunzia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con tutto il cuore.
La sua salvezza è vicina a chi lo teme
e la sua gloria abiterà la nostra terra. R.:
Misericordia e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
La verità germoglierà dalla terra
e la giustizia si affaccerà dal cielo. R.:
Quando il Signore elargirà il suo bene,
la nostra terra darà il suo frutto.
Davanti a lui camminerà la giustizia
e sulla via dei suoi passi la salvezza. R.:
Dal Vangelo di Luca (2, 15-20)
Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.
Parola del Signore.
Riflessione
L’Avvento è un periodo d’attesa, è il cammino che ci porta a celebrare un evento antico ma sempre nuovo: il Natale di Cristo. Quella nascita, infatti, è «nuova» per più ragioni, di cui la prima è il fatto che viene al mondo una natura umana in cui si trova la pienezza della divinità. In questa fede, la Chiesa chiede di essere partecipe della stessa santa «novità». Ma quanto chiede la preghiera liturgica, lo celebriamo già attuato in Maria, la quale è concepita nella santa novità del Natale di Cristo. Infatti, è generata nel possesso pieno della vita soprannaturale, della grazia divina. Maria è la prima creatura ammessa a fare esperienza della grazia divina. Già questo possesso la presenta come Colei che ha trionfato del serpente antico. L'utilizzazione delle parole del Cantico dei Cantici sarebbe un fatto sconcertante se non fossero riferite ad una creatura purissima, da cui abbia inizio una nuova creazione: «Tutta bella sei tu, amica mia, e non c'è in te macchia alcuna». Lo Sposo, Dio, non può rivolgere tali parole, se non a questa creatura, a questo fiore bellissimo che è Maria, concepita piena di grazia, inizio della nuova creazione.
Il testo base della liturgia della solennità è quello dell' Annuncio dell'angelo, il quale rivela a Maria le disposizioni divine nei suoi confronti, chiamandola «piena di grazia», «piena del favore divino». In questo contesto è accettabile che la Sposa del Cantico sia detta «senza macchia». L'angelo, prima di rivelarle la missione, indica la sua dignità: «Piena di grazia». Infatti, rivolgendosi a Maria usa il tempo passato, come se si trattasse di una gratifica già avvenuta. Maria è gratificata, ma lo è in maniera stabile, permanente; è stata sempre tale. La Chiesa pure, quando ha proclamato il dogma dell'immacolato concepimento, ha confessato che Maria fu tale, cioè «piena di grazia», dal primo istante della sua esistenza.
Per gustare e godere maggiormente della pienezza di grazia elargita a Maria, i credenti devono sapere che si tratta della stessa grazia generata in loro con il Battesimo. Diversa la misura e il modo di procedere divino, ma identica la grazia. Come in nome di quella grazia, Maria è la «Donna nuova», così il credente con la grazia battesimale è diventato «uomo nuovo», «nuova creatura».
Momento di silenzio e riflessione
Preghiera
L'angelo Gabriele ti ha salutata, o Maria,
come giovane donna da Dio contemplata
perché in te era la sua bellezza.
E anche noi oggi ti contempliamo perché sei la donna
del nostro primo bacio infantile;
sei la donna dell'attesa e della speranza,
della gioia e della vita,
del cuore e dell'amore,
della fede e del desiderio,
della preghiera e del servizio,
del pianto e della solitudine,
del calvario e della risurrezione.
Ti contempliamo perché sei la donna
di chi è solo e di chi è lontano da casa,
dei semplici e dei piccoli,
nel cui ventre Dio ha preso carne,
nel cui cuore Dio ha operato grandi cose.
Ti contempliamo perché sei la donna
che ci ascolta e ci capisce,
che tutte le generazioni chiamano beata,
che il peccato non ha mai sfiorato,
che sei bellezza del cielo e della terra,
capolavoro di Dio e fiore dell'umanità,
madre di Gesù e madre della Chiesa,
segno e modello del mondo che ha da farsi nuovo,
nostra carezza e nostro riposo,
che sempre vegli sui nostri passi
e sempre intercedi per noi
presso il Padre che è nei cieli. Amen.
Intercessioni
Come Maria ha atteso il compiersi della promessa di Dio in lei, andiamo con gioia incontro alla luce che si leva sul mondo e nel silenzio orante del nostro cuore preghiamo insieme e diciamo: Donaci, Signore, di attendere la tua venuta nella gioia.
- Perché la Chiesa che nasce di nuovo con il suo Capo, cresca in sapienza e grazia per portare agli uomini il verbo della vita. Preghiamo.
- Perché nelle nostre comunità e nell’intimità delle nostre famiglie si sviluppi quel clima di ascolto della Parola in cui possano maturare e crescere risposte generose alla chiamata del Signore.
Preghiamo.
Perché sia data a tutti la capacità di riconoscere Cristo nato per noi in coloro che sono il nostro prossimo e di servirlo nella gratuità e nell’amore. Preghiamo.
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Perché ci disponiamo a rivivere il mistero della venuta del Signore con una fede più viva, una speranza più certa, un amore più grande. Preghiamo.
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Perché tutti vivano come figli di Dio e si riconoscano fratelli, spegnendo ogni rancore, perdonando i torti ricevuti, facendo del bene a tutti. Preghiamo.
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Perché la nostra vita sia un lieto e reale annuncio di liberazione per i poveri, i sofferenti, gli oppressi da qualsiasi forma di schiavitù. Preghiamo.
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Perché la nostra vita si orienti decisamente verso una disponibilità totale a servizio dell'amore di Dio e degli uomini. Preghiamo.
Padre nostro
Orazione
L’annuncio di Natale: «Dio si è fatto come noi per farci come Lui» diventi impegno di vita per ciascuno di noi per farci rinascere a vita nuova sull’esempio di Maria.
Per Cristo nostro Signore.