XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Pubblicato in Domenica Missionaria

Per adorare Dio bisogna essere liberi.

 

1 Re  19,16.19-21. Eliseo stava arando quando Elia lo chiama ma si libera di tutto e riorganizza la sua vita per essere Profeta

Gal  5,1.13-18. San Paolo sa cosa vuol dire essere subordinato: alla legge, alla tradizione, alla cultura. Adesso lui è persona libera perché liberata da Cristo e capace di impegnarsi.  

Lc  9,51-62. Gesù nel Vangelo rigetta il fanatismo, la devozione erronea, la fede che vuole farmi schiavo e cerca di annullarmi.

 

Gesù propone il Regno perchè il Regno non ha muraglie. Il Regno è tutto il bene, tutto il meglio, tutta la perfezione, tutta la felicità. Allora io mi modifico non per rimpicciolirmi ma per crescere. Gesù mi libera per darmi la possibilità di essere immenso, per arrivare a tutto e a tutti. Mi libera dal nanismo, dal timore, dal dubbio, dalla vigliaccheria, dall'egoismo, da ogni tabù. In altre parole mi restituisce la vera vocazione, la vera identità, la vera gloria, il vero orizzonte. Se sono d'accordo con le esigenze del cristiano proclamo niente meno che voglio essere Cristo. E subito comincio a modificarmi per raggiungere la statura di Cristo. È poco o molto? È moltissimo amore, moltissima fede, moltissima speranza, moltissima libertà. Felicità e libertà vanno assieme. Le catene bisogna romperle cominciando da quelle mentali. Non è il nemico che mi impedisce di essere me stesso. È pensare che il nemico non mi fa vivere. Non è assistere un ammalato che mi impedisce di realizzare la mia vita ma è pensare che l'ammalato mi bloccherà e non mi lascerà nessuno spazio e tempo. Ancora c’è bisogno della parola di Dio perché ci da quella famosa verità che ci manca. Come facciamo per sapere se la parola che annunciamo è quella di Dio? C’è una domanda. Dopo tanti anni la esperienza di fede che sto vivendo,  mi libera o mi condiziona, mi fa camminare o mi riempie di resistenze e di tentennamenti e non decido niente e mi lamento e reclamo e sono mordace? L’autorità che rappresento e la mia stessa autorità sono di aiuto e di appoggio alla libertà? Ci sono sempre una infinità di cose che non riusciamo a compiere perché ci sentiamo condizionati, frustrati, legati e incatenati, pieni di timori assurdi.

L’ufficio e la funzione della autorità dopo Gesù, è  promuovere la libertà di crescere per arrivare alla sua statura; è animare, incoraggiare, permettere, aprire porte, fare esperienze. La norma viene sempre dopo come incoraggiamento a continuare visto che va bene. Non prima per indicare e decretare i limiti. Autorità vuol dire essere autore creativo, con visione per guardare oltre anticipando orizzonti inediti. E’ quello che faceva Gesù. Parlava con autorità e la gente si sentiva sollevata, si incantava ad ascoltarlo e sognava cose stupende come mai aveva potuto fare.

 

Gli altri quando parlavano ti facevano sentire piccolo, incapace, peccatore, ammalato. Quando parlava Gesù tutti crescevano, tutti imparavano, tutti ricevevano qualcosa, tutti si sentivano felici e contenti. Gesù liberava disattivando pesi, imposizioni, pregiudizi, etichette e cartellini negativi. Così con la libertà che dava Gesù uno si avvicinava al mondo di Gesù e lo sentiva vicino, bello, suo, raggiungibile. La libertà è la condizione che rende possibile essere umano, pronto alla gratuità dello scambio. 

 

 

 

 

Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:12
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