La Chiesa: corpo e statura di Cristo
At 1,1-11. La missione di Gesù è terminata. Comincia la missione della Chiesa: che tutta l'opera di Gesù arrivi a tutti per portare grazia, santità, libertà e salvezza...
Eb 9,24-28; 10,19-23. Finalmente abbiamo futuro e possiamo dar ragione della nostra speranza. La Chiesa è il corpo di Gesù, pienezza di Cristo e deve diventare lo spazio dove si riconosce, si proclama e si attua l’essere, il volere e il fare di Gesù.
Lc 24,46-53. Si compie tutto quello che era stato promesso. Adesso tocca a noi continuare. Al lavoro!
La Chiesa per essere cristiana deve essere di Cristo: avere a capo Cristo e il corpo come lo vuole Cristo. Gli Apostoli lo sapevano. E quando le cose non erano chiare discutevano. Il primo ostacolo si presentò subito: le caratteristiche le pigliamo dalle culture o dalle persone? Si misero d'accordo sugli elementi da rispettare: amore, libertà, verità, giustizia, pace e il criterio della reciprocità. Se i membri debbono essere tutti per uno e uno per tutti allora la reciprocità non deve essere ostacolata. Tutti possono entrare nella Chiesa e tutti debbono ricevere tutti i benefici. Può succedere che dopo, per motivi gravi, si cambino le regole. E se la prima volta è difficile la seconda diventa facilissimo. Nella Chiesa capitava spesso. Gesù aveva detto: non portate zaini. Perchè nello zaino non si mette solo il cambio e la provvista ma anche i pesi, quello che incomoda portarlo a mano. Così poco a poco negli zaini enormi hanno messo gli ammalati, i vecchi, gli ingombri, ecc. Molti si lamentano, specialmente i poveri, che il corpo della Chiesa è diventato un gran salotto da far vedere allo sguardo nazionale e internazionale. Alla fine uno è da solo e ha bisogno almeno di sentire personalmente che Gesú Cristo gli vuole bene. Oppure si accontenta di rileggere i Vangeli, ricordando quanto avevano registrato i discepoli, proprio perchè avevano bisogno di ricuperare quella tenerezza e quella pace che avevano provato quando vivevano con il maestro. Ho detto varie volte che tutti dovremmo scrivere il nostro vangelo, la felicità incontrata, raggiunta e vissuta diventando “di Cristo”: quello che ci commuove della sua vita, dei suoi miracoli, quello che ci attrae dei suoi atteggiamenti e che vorremo si mantenesse vivo dentro di noi. Con la Pasqua Gesù ha aperto il cammino per il Regno di pace, di amore, di giustizia, di libertà, verità, santità, uguaglianza. Quando arriva Gesù si ascolta un discorso nuovo: non c'è soltanto la morte, non c'è soltanto la sofferenza, la disgrazia, il peccato, il dolore, la guerra, l'odio, la divisione, la ferita incurabile. Con l'Ascensione arriva il comunicato che veramente la strada esiste: il Regno è un progetto viabile.
Per salvarsi Noè costruisce l'arca, enorme perchè ci debbono stare tutte le creature. Ci hanno detto di costruire la Chiesa in vista del Regno. Se voglio andare sulla luna e mi accontento di una poltrona ben comoda non ci arriverò mai. Con la Chiesa che sto costruendo, riesco a mettere in piedi il Regno? È essenziale costruire bene il Regno perchè è la cosa più bella che possa capitare a me, alla mia famiglia, alla mia comunità, alla mia Chiesa. Se non faccio niente rimango con il mio proprio marchingegno, e lo posso lustrare fin che voglio; mai servirà per edificare il Regno.