DOMENICA VI DEL TEMPO ORDINARIO

Pubblicato in Domenica Missionaria


La gioia di Dio
Ger 17,5-8; 1
Cor 15,12.16- 20
Lc 6,17.20- 26

 

Il Vangelo ci presenta il Discorso della Montagna ossia il discorso delle Beatitudini.
In Matteo è detto il Discorso della Montagna: Gesù che parla dalla montagna vuol significare che è il nuovo Mosè che dà la legge al suo popolo, come già fece l’antico liberatore e legislatore sul Sinai (Es 34,2).
In Luca è detto il Discorso della Pianura: Gesù che ‘scende’ con i suoi apostoli, sta a significare la condiscendeza dell’amore di Dio verso tutti, che la Chiesa, sul suo esempio, deve riprendere e portare a realizzazione.
Paolo VI diceva: “Egli ha dimorato in mezzo a noi, pieno di grazia e di verità. Egli ha annunciato e instaurato il Regno di Dio, e in sé ci ha fatto conoscere il Padre. Egli ci ha dato il suo comandamento nuovo, di amarci gli uni gli altri come Egli ci ha amato. Ci ha insegnato la via delle Beatitudini del Vangelo: povertà di spirito, mitezza, dolore sopportato nella pazienza, sete della giustizia, misericordia, purezza di cuore, volontà di pace, persecuzione sofferta per la giustizia”.

Nella versione di Luca si hanno solo quattro beatitudini, a cui vengono contrapposti quattro ‘guai’, per far risaltare meglio il significato e la forza delle beatitudini. Salvatore Garofalo dice che san Luca nel Vangelo e specialmente negli Atti parla spesso della moltitudine dei discepoli per dire la comunità cristiana di allora. Quindi orienta verso questa comunità le beatitudini pronunciate da Gesù, per sostenere la loro fede e speranza dato che molti dei discepoli vivevano in una situazione precaria-difficile, emarginati e combattuti dal mondo.
Gesù dice “beati... beati” dobbiamo andare da Lui per ascoltare la sua parola e mendicare la gioia che può venire solo da Lui.
Dostoevskij “...ma nel nostro dolore risusciteremo alla gioia senza la quale l’uomo non può vivere, né Dio può esistere, poiché è Lui che dona la gioia, è quello il suo grande privilegio...”. Solo allora le Beatitudini si avverano nel partecipare alla Pasqua del Risorto, vittorioso su tutte le oppressioni del mondo. Il ‘guai’ è un grido potente, forte, per spezzare la scorza del cuore duro dei ricchi e gettarvi un seme di conversione. Anche sulla violenza verbale del ‘guai’ primeggia il gesto della misericordia (Enrico Masseroni). Beati... Guai...: il Vangelo non rende sgradevole o nemico il mondo, ma vuol restituirlo al suo originario destino di serena casa dell’uomo, di luogo di salvezza (Salvatore Garofalo).

“Alzati gli occhi verso i suoi discepoli...” vedevano sul suo volto la benevolenza di Dio – e “diceva...” la sua voce scendeva come una musica nel loro cuore. – “Beati voi poveri, perché vostro è il Regno di Dio. Beati voi che ora avete fame perché sarete saziati”. A sentire queste cose si sentirono sollevati e resi improvvisamente più santi; non c’era più da temere la povertà, il dolore, il disprezzo; i sentimenti di odio si cambiarono in pensieri di gioia; si videro più buoni senza più alcuna invidia, si trovarono in pace senza più alcuna cattiveria, la gioia traspariva sui loro occhi e il sorriso sul loro volto. Fino allora si pensava fortunato chi possedeva ricchezze ed onori, ora la gente si trovò anch’essa tra i fortunati e felici; e Gesù concluse “rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli”.
Gesù dice che anche nella povertà ci può essere ricchezza, anche nel dolore ci può essere la gioia, anche nella fame la speranza di essere saziati; non ci sono più situazioni maledette, né uomini destinati alla disperazione.

Questo discorso delle Beatitudini ci mostra che la vita degli uomini ha una dimensione nascosta, una profondità che non si percepisce semplicemente dal mondo.
Si parla di un presente, di un presente di ricchezza vera dei poveri, degli affamati, e di quelli che soffrono. È in questa situazione, stranamente, che il Vangelo ci dice di rallegrarci perché grande è già dal presente la nostra ricompensa nei cieli, annuncia una gioia immediata “vostro è il Regno di Dio”.
In questo senso, proprio in san Luca, Maria ha detto “ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote...” (Lc 1,46).
C’è l’esempio di quando fra Leone chiese “padre, io ti prego dalla parte di Dio che tu mi dica dove è perfetta letizia”, e san Francesco così gli rispose: “quando noi saremo a Santa Maria degli Angeli, così bagnati per la pioggia e infangati di loto e afflitti di fame, e picchieremo la porta del luogo e il portinaio verrà adirato... e non ci aprirà... allora se noi tanta ingiustizia e tanto rifiuto sosterremo pazientemente... scrivi che qui è perfetta letizia”.
San Paolo “perciò mi compiaccio nelle mie infermità... Quando sono debole, è allora che sono forte” (2 Cor 12,10).
In questo periodo si ricorda l’apparizione della Madonna di Lourdes: Bernadette era la primogenita di nove, cinque sono morti in tenera età.
L’infanzia di Bernadette è una lunga notte: fame, privazioni, malattie, disprezzo, ma una notte seminata da stelle perché diceva “quando il buon Dio lo permette, non ci si lamenta”.
Quell’undici febbraio c’era un solo mezzo per guadagnare il pezzo di pane necessario per la sopravvivenza: raccogliere la legna ed ossa da vendere poi alla straccivendola, esce con la sua sorella ed un’amica. Si ha l’apparizione: una Signora vestita di bianco, aveva un abito bianco e una fascia azzurra e una rosa gialla su ognuno dei piedi, dello stesso colore della corona del suo rosario.
Era immersa nell’estasi. Lo sguardo, dolce e tranquillo, restava fisso sulla nicchia e sembrava inebriarsi nella contemplazione di una bellezza celeste. – Sorrisi ineffabili illuminavano il suo volto, correnti di gioia celeste facevano trasalire tutto il suo essere, il corpo proteso in avanti come per prendere il volo.
L’uomo cerca la felicità senza confini; Gesù insegna la felicità che si ha nella conquista di valori che non sono quelli esaltati dal mondo. Dobbiamo riconoscere i veri valori, che non sono quelli che di solito il mondo apprezza, ma quelli evangelici di unione con Cristo, di amore, di coraggio nelle difficoltà, di speranza nelle situazioni difficili, e di generosità e perdono quando siamo colpiti dall’ingiustizia (Albert Vanhoye).

Bisogna ricordare che Gesù con le Beatitudini non ha fatto altro che presentare il cammino che intendeva seguire e i motivi della propria gioia (Luigi Pozzoli): Lui povero di spirito, mite e umile di cuore, misericordioso, puro di cuore, re della pace, ed è morto sulla croce dove non c’era nessun pregio e nessun sostegno secondo la carne umana.
Gesù in sé ci ha rivelato il Padre: le Beatitudini iscritte nell’umanità di Gesù ci portano ad intuire non soltanto l’immagine vera di Dio, ma anche la misura ideale dell’uomo. Gesù fonda la nostra speranza nella vita futura ed offre il vero senso alla vita presente.
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:12
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