Ma come possiamo giungere ad una fede nel Risorto, così viva da costituire il fondamento di tutta la nostra vita cristiana e la nostra suprema certezza? La Parola di Dio, ancora una volta ci guida a trovare la risposta corretta.
1. Nella prima lettura, tratta dal Libro degli Atti degli Apostoli, S. Pietro dice: “Dio lo ha risuscitato il terzo giorno e volle che apparisse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo bevuto e mangiato con Lui…”. Se vogliamo che il Signore ci appaia e confermi la nostra fede in lui, dobbiamo essere discepoli che vivono con lui, che lo frequentano ed hanno familiarità con lui, che lo cercano, lo ascoltano e ne custodiscono gelosamente la parola e l’insegnamento.
La nostra fede risulta allora non una elaborazione razionale e nemmeno una esperienza sensibile. Essa è un dono dall’Alto che il Signore concede a tutti coloro che lo cercano, che gli concedono tempo e attenzione, che si mettono alla sua scuola. Come gli Apostoli.
2. Il brano del Vangelo ci narra dell’emblematica corsa al sepolcro dei due Apostoli Pietro e Giovanni. Pietro constata semplicemente il fatto che il corpo di Gesù non è presente ma che nemmeno è stato trafugato. Infatti le bende e il sudario sono ripiegati sulla pietra. Giovanni invece “vide e credette”.
Il vantaggio di Giovanni su Pietro per conoscere immediatamente il valore delle “Scritture” è stato senza dubbio il fatto di essere “il discepolo che Gesù amava” e che ha seguito il Maestro fino ai piedi della croce. L’amore “vede” i segni della risurrezione di Gesù e “crede” anche senza averlo visto. Inoltre la fedeltà al Maestro che Giovanni ha dimostrato di avere, nel momento del buio, della prova e della sconfitta, è la migliore predisposizione a ricevere il dono della fede in Colui che è stato crocifisso ed ora è risorto.
3. Maria Maddalena è un’altra figura emblematica del vero discepolo, che l’evangelista Giovanni nomina, a preferenza di molti altre, nella scena pasquale. Essa infatti è stata ai piedi della croce; il suo nome richiama Maria di Betania che profumò il Signore; Luca dice che le furono cacciati via sette demoni. Purificata dall’amore, essa è la prima che ha occhi per vedere il Signore. Anche nella nostra vita, il peccato perdonato cessa di essere ostacolo e diventa un ulteriore motivo per fare esperienza della presenza del Risorto. Ma sopra ogni altra cosa è l’amore che conta.
4. Dalle letture odierne e dai racconti delle apparizioni pasquali, notiamo che sono due i frutti principali della Pasqua: lo Spirito Santo e la pace. Questi doni ci vengono offerti e noi dobbiamo farli nostri, accoglierli per poi farli fruttificare.
- Lo Spirito Santo è il dono per eccellenza della Pasqua e riassume tutti gli altri: promesso nell’ultima cena, alitato sugli apostoli la sera di Pasqua, viene conferito nel giorno della Pentecoste. Egli è il tramite tra la resurrezione di Cristo e la nostra. È grazie a Lui che anche noi possiamo risorgere. È grazie ancora a Lui che i popoli possono giungere alla conoscenza della verità e trovare salvezza, grazie a Lui la predicazione dei discepoli giunge fino agli ultimi confini della terra.
- La pace (shalom) è ciò che Cristo ha conquistato per noi sulla croce, distruggendo in se stesso l’inimicizia. È la riconciliazione degli uomini con Dio, tra di loro e con gli altri. Fare la Pasqua significa allora fare la pace con Dio, stringere vincoli nuovi di fraternità con tutti e aprirci con cuore nuovo a tutta l’umanità.
Alleluja: Cristo è veramente risorto ed è la nostra pace!
At 10,34.37-43
Col 3, 1-4
Gv 20,1-9
Auguri da P.T.