XXV Domenica del tempo ordinario "B"

Pubblicato in Domenica Missionaria

{mosimage} Il cammino della fede non é un cammino facile. Ci dimentichiamo spesso che aver fede non é credere in qualcosa, ma in Qualcuno.

Non si tratta quindi di dare ciecamente il nostro consenso a un insieme di dottrine, ma nell' accogliere la Persona viva di Gesù come Signore e Salvatore, l' unico che puó dar senso a tutta la nostra vita.

Quindi é importante poter fare questo incontro decisivo con Gesù per orientare verso di Lui la nostra esistenza. Anche questa domenica vediamo Gesù impegnato in questo difficile lavoro di orientazione dei suoi Apostoli, dedicando tutto il suo tempo esclusivamente a loro.

1) "AVEVANO DISCUSSO FRA LORO CHI FOSSE IL PIÙ GRANDE" (Mc. 9, 33). Sembrerebbe impossibile, eppure é tremendamente vero. Nonostante la chiara puntualizzazione di Gesù riguardo alla sua missione di Messia che avrebbe realizzato con la sofferenza e la croce; nonostante quel solenne rimprovero a Pietro di fronte a tutti perché contestava quel tipo di missione (v. la scorsa domenica); nonostante che Gesù sia tornato con pazienza sull' argomento per sfatare in loro la concezione politica della sua opera salvatrice, gli Apostoli continuano a "non intendere le sue parole", o forse non volevano capire per paura delle conseguenze a cui avrebbero portato. Neppure chiedono spiegazioni e piuttosto preferiscono parlare di potere, di onori, di primi posti, continuando a pensare a una futura restaurazione politica. Che triste questo atteggiamento degli Apostoli! Ma come ben ci rappresentano! La società attuale inculca con tutti i suoi mezzi e tutta la sua forza l'arrivismo, la scalata al potere, ad ambire onori, non importa come né se si meritano. Importante é arrivare, anche a costo di sacrificare e calpestare i diritti degli altri. Con il denaro poi, che sta diventando il "padrone assoluto" nel mondo, si può ottenere tutto.

2) "IL PRIMO SIA L' ULTIMO DI TUTTI E IL SERVO DI TUTTI" (Mc. 9, 35). Anche Gesù ci parla di "primo posto" e ci indica il cammino per arrivarci: il servizio e l'umiltà. E ce lo insegna con la parola e con l' esempio. La sua vita é un continuo esempio. Mite ed umile di cuore, é venuto per annunciare la salvezza agli ultimi, ai poveri (Lc. 4, 18); sta in mezzo ai discepoli "come colui che serve" (Lc. 22, 27), anche se ha il diritto di essere considerato loro "Signore e Maestro" (Gv. 13, 12-15) e come esempio plastico, nell'ultima Cena lava loro i piedi; servizio che si ispira nell' amore e che deve essere portato fino alle ultime conseguenze: dare la vita (Gv. 15, 13). La parola e l'esempio di Gesù devono aiutarci a capire nel suo giusto senso l' esercizio dell' autorità, sia nella chiesa che nella società civile. Anche oggi c' é chi la esercita per ambizione, per volontà di dominio, per ricerca di gloria, onore e potere. E c' é chi giustamente la considera un servizio per tutta la comunità. Dipende dall' atteggiamento di chi la esercita. C' é un criterio del mondo che un cristiano non puó assolutamente accettare: considerarsi più degli altri, ricercare sempre i posti migliori, pensare solo al progresso personale senza pensare minimamente agli altri. Il criterio di Gesù é totalmente al contrario: Egli ci dice che dobbiamo metterci all' ultimo posto, cioè essere disponibili, preoccupati più degli altri che di noi stessi.

3) "CHI ACCOGLIE UNO DI QUESTI BAMBINI, ACCOGLIE ME" (Mc. 9, 37). Per rendere più plastico questo insegnamento, Gesù ha fatto venire in mezzo al gruppo degli Apostoli un bambino. Il bambino che non contava nulla, diventa occasione di attenzione, e addirittura Gesù s’identifica con lui. Il bambino é l' ultimo, perché non conta, perché non ha nulla per ricambiare i favori ricevuti. Gesù prende questo esempio per invitarci a non essere meschini, ma generosi, altruisti, disposti a fare il bene senza esigere nulla in cambio, proprio come Lui che non é venuto "per essere servito, ma per servire", che ascolta tutti, che aiuta tutti e che non chiede mai nulla. Come discepoli di Gesù dobbiamo riscoprire la semplicità dell' amore e dell' innocenza dei bambini che ancora non sono stati contaminati dalle ambizioni degli adulti. È quanto ci ricorda anche l’Apostolo San Giacomo nella seconda lettura che critica duramente coloro che, invece di seguire la Sapienza divina che ci fa sperimentare la pace, la comprensione, la misericordia, si lasciano dominare dalla goduria e dall'invidia, causa di divisioni, liti, omicidi e guerre.

O Signore, dacci un cuore puro e semplice come quello dei bambini, aiutaci a superare il nostro amor proprio e rendici umili e servizievoli per essere immagine tua in questo mondo.


Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:12
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