XXIX Domenica del Tempo Ordinario "B"

Pubblicato in Domenica Missionaria
{mosimage}Oggi si celebra la GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE. E' la festa della cattolicità dell'universalità della Chiesa, che aiuta ad ogni comunità cristiana ad aprire il cuore verso orizzonti più ampi, più in là del proprio campanile e dei soliti problemi di casa propria. Siamo invitati soprattutto a pensare ai tanti missionari e missionarie, religiosi e laici, che in paesi lontani, a volte rischiando la propria vita, annunciano il Vangelo di Gesù.

È un'occasione per ogni cristiano per riscoprire la sua vocazione missionaria che gli viene dal Battesimo e per rinnovare il suo impegno di corresponsabilità nell'evangelizzazione della Chiesa sostenendo le sue attività e le sue opere di promozione umana nei paesi più poveri del mondo.

Il Papa Benedetto XVI ha inviato per questa occasione a tutti cattolici un messaggio, dal titolo significativo "La Carità, anima della missione", per aiutarci a capire che la missione ha la sua origine in un atto profondo d' amore di Dio per noi e che la dobbiamo vivere da questa prospettiva. Del resto non può essere diverso, dato che la Chiesa, animata dallo Spirito Santo, é stata inviata per continuare la missione di Gesù, manifestazione dell'amore di Dio, che é venuto al mondo per far conoscere la bontà misericordiosa del Padre.

In questa quarta ed ultima settimana del mese missionario siamo invitati a ringraziare il Signore per il dono della fede che abbiamo ricevuto, pregare e lavorare attivamente nelle comunità cristiane per suscitare nuove vocazioni missionarie, disposte a portare il Vangelo dove ancora non é stato annunciato o dove la sua incidenza é minima.

Le letture che si proclamano in questa domenica ci aiutano a capire e vivere lo spirito della Giornata Missionaria Mondiale.

1) "NON SAPETE CIÓ CHE DOMANDATE" (Mc. 10, 38). Ancora una volta vediamo con che piccineria gli Apostoli seguono Gesù. Questa volta sono Giacomo e Giovanni ad esporsi per chiedergli un posto d'onore vicino a Lui, senza minimamente preoccuparsi degli altri compagni, che nel fondo avevano la stessa aspirazione, ma che per pudore, non lo avevano manifestato apertamente, se non con quello sdegno contro i due fratelli, al sentire tale richiesta.

Gesù aveva appena fatto il terzo annuncio della sua Passione e Morte. Decisamente gli Apostoli non vogliono capire e non riescono a cambiare la loro prospettiva circa la missione salvifica di Gesù, che per loro non può essere se non la restaurazione politica di un regno terreno, in cui é possibile la spartizione di onori e di posti di prestigio. Il cammino della croce, che é il cammino scelto da Dio, assolutamente non vuole entrare nella loro mente.

Forse il discorso della risurrezione, e quindi della gloria, lo accettavano e per questo chiedevano onori, però senza dover passare per la passione e la morte. Gesù dice: "Non sapete ciò che domandate". Anche a noi piace, come agli Apostoli, arrivare alla gloria senza passare per la sofferenza e il dolore. Anche noi non sappiamo quel che chiediamo quando vorremmo scrollarci di dosso qualsiasi sofferenza e non sappiamo riconoscere che anche il dolore, oltre ad essere inerente alla nostra condizione umana, è pure un segno dell' amore di Dio.

Qualche giorno fa mi sorprese la domanda che mi fece a bruciapelo un anziano sacerdote, che fu mio professore quando frequentavo le scuole medie nel seminario diocesano e che tutte le volte che ritorno per le vacanze vado a trovare e con lui passiamo un tempo in dialoghi sempre molto interessanti. Mi chiese: "Quale é stato il più grande miracolo fatto da Gesù?". Preso alla sprovvista, stavo pensando quale dei miracoli che leggiamo nei Vangeli, avrebbe potuto essere il più strepitoso. Vedendo forse il mio imbarazzo, senza aspettare molto, disse: "Il non aver voluto scendere dalla croce". E aggiunse: "Questo é quello che dobbiamo annunciare senza stancarci". Il Papa, nel suo messaggio per la Giornata Missionaria, afferma: "La croce é il segno sorprendente del suo amore".

2) "IL FIGLIO DELL'UOMO É VENUTO PER SERVIRE ... E DARE LA VITA" (Mc. 10, 45). Gesù é venuto per realizzare il progetto del Padre: quello di restaurare la comunicazione tra Dio e l’umanità interrotta dal peccato. La sua costante preoccupazione é stata quella di essere fedele a quel progetto: "Non pretendo fare la mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato" (Gv. 5, 30). In questo progetto era previsto che avrebbe dovuto "dare la vita" come segno d' amore e di servizio più grande per l' umanità. Per cui, dentro di questo stesso progetto, non si possono seguire le regole della burocrazia umana, ma bisogna accogliere lo stile di Gesù: chi vuole essere "grande", deve accettare di mettersi all'ultimo posto, al posto di chi serve, e disposto come Lui, " a dare la vita".

Il misterioso personaggio di cui ci parla il Profeta Isaia nella prima lettura, il Servo sofferente, incompreso, umiliato e rigettato da tutti, anche se non é chiara la sua identificazione, é certamente un' immagine di Gesù che nella passione accetta volontariamente tutte le umiliazioni perché "per mezzo suo si compirà la volontà del Signore" (Is. 53, 10).

Dice Benedetto XVI nel messaggio giá citato: "L' amore di Dio che da la vita al mondo, é l' amore che ci é stato donato in Gesù, Parola di salvezza, immagine perfetta della misericordia del Padre celestiale". E nella misura in cui la Chiesa e ogni cristiano prendono coscienza dell' amore di Dio e accolgono Gesù come manifestazione di quell'amore misericordioso, comprendono quanto sia necessario e urgente comunicarlo a tutti. Da qui nasce quindi la missione.

3) "GESÙ CRISTO, UN DIRITTO DI TUTTI". Il servizio più grande che si possa fare all'umanità intera, é annunziarle Gesù. Giá Giovanni Paolo II nella sua nota enciclica missionaria "Redemptoris Missio" (No. 3), affermava che se da una parte stava aumentando il numero di coloro che non conoscono Cristo, d'altra parte si danno "nuove occasioni" alla Chiesa per evangelizzare, fra queste "l' affermarsi tra i popoli di quei valori evangelici, che Gesù ha incarnato nella sua vita: pace, giustizia, fraternità, dedizione ai più piccoli.... Dio apre alla Chiesa gli orizzonti di una umanità più preparata alla semina evangelica ".E concludeva: "Nessun credente in Cristo, nessuna istituzione della Chiesa può sottrarsi a questo dovere supremo: annunziare Cristo a tutti i popoli".

Non solo, ma tutti sono alla ricerca di dare un senso alla propria vita, alla sofferenza, e alla stessa morte. Gesù nel Vangelo di questa domenica si presenta come colui che può dare una risposta soddisfacente a tutte quelle inquietudini dell' umanità di oggi e di sempre: Egli é venuto "per dare la vita in riscatto per molti". Per questo, dopo la sua risurrezione, quando già gli Apostoli erano stati illuminati e fortificati dallo Spirito Santo nella Pentecoste, li manda al mondo intero per comunicare a tutti la loro esperienza di fede nel Dio della vita, fattosi Vita per tutti nella Persona di Gesù, morto e risorto.

Da allora la Chiesa continua a inviare missionari e missionarie, affinché questa Buona Notizia possa arrivare fino ai punti più sperduti del mondo, dove ci può essere un uomo o una donna disposti ad accogliere questo annuncio di salvezza, rispettando la cultura e la coscienza di ogni persona. Conoscendo Gesù, tutti hanno la possibilità di scoprire la dignità di figli di Dio, sentirsi amati dal Padre e chiamati a partecipare del suo Regno.

I missionari, promovendo i valori del Vangelo, vanno costruendo la Chiesa in tutto il mondo, segno visibile di quel Regno. Non sempre si tratta di una impresa facile. Molte volte devono affrontare l'impeto di forze oscure di morte che si oppongono ostinatamente al Progetto di Dio. Però anch' essi, come Gesù, sono disposti a “dare la vita" per il Regno. Ogni anno la lista dei missionari e missionarie che in distinte parti del mondo muoiono violentemente per il Vangelo si allunga sempre più. Un mese fa é stato scritto in questa lunga lista anche il nome di Sor Leonella Sgorbati, Missionaria della Consolata, uccisa a Mogadiscio (Somalia), sulla porta di quell'ospedale che serviva con tanta dedizione e amore.

O Signore, sostieni sempre con la forza del tuo Spirito i missionari, specialmente quelli che si trovano in particolari difficoltà personali o che non possono annunziare liberamente il Vangelo.

Is. 53, 10 - 11
Heb. 4, 14 - 16
Mc. 10, 35 - 45
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:12
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